Creato da mjago il 09/12/2007

Cioccolata con panna

Racconti di mjago

 

 

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Rosso pomodoro

Post n°50 pubblicato il 18 Maggio 2008 da mjago

“Non posso continuare. Continuerò”
(Samuel Beckett)

Prima anni Ottanta, la storia continua…

Nei mesi successivi, al crescere della pancia di Mamma, proporzionalmente andavano avanti i preparativi per l’arrivo del “nuovo inquilino”, il cui sesso rimaneva ancora un mistero, visto che dalle ecografie non si era riusciti a capire granché. Infatti il “pupo” era girato in un modo tale che risultava impossibile accertarsi dell’esistenza o meno degli “attributi”!

- Non posso tinteggiare la stanza (Babbo)
- Perché? (Mamma)
- La facciamo rosa se è una femminuccia, azzurra se è un maschietto (Babbo)
- Che originalità, ma facciamola gialla che va bene comunque (Mamma)
- A me il giallo non piace, facciamola bianca! (Mjago)
- Certo che tu Mjago con il bianco sei fissato! (Babbo)

Infatti proprio in quel periodo avevo costretto Babbo a comprare la macchina nuova di colore bianco. Lui la voleva comprare grigia metallizzata ma io mi ero impuntato: “Se la compri grigia metallizzata non ci salgo!” Alla fine me l’aveva data vinta ma qualche tempo dopo avrebbe avuto la sua rivincita. Oggi infatti lui, io e mio fratello abbiamo tutti macchine di colore grigio metallizato
I mesi passavano e il dubbio se fosse un maschietto o una femminuccia rimaneva. Ma Mamma era sempre più sicura che fosse un maschietto! Infatti la pancia era “a punta”!

- Vieni qui Mjago, appoggia la mano sulla mia pancia (Mamma)
- Si muove! (Mjago)
- Hai sentito, tira i calcetti! (Mamma)
- Forse vuole uscire (Mjago)
- Ancora è presto, ci vuole qualche mese (Mamma)
- Ma chi decide quando è pronto? (Mjago)
- Lui! Quando è pronto uscirà (Mamma)
- Ma da dove esce? (Mjago)
- Tu non ti preoccupare, ci pensano i dottori a farlo uscire! (Mamma)

Fu un mio cugino un pò più grande che ruppe il muro di omertà e mi aprì nuovi orizzonti sul capire come potesso nascere ii fratellini. Anche se, lui stesso, non doveva avere le idee molto chiare e sinceramente quella nuova spiegazione, mi sembrava ancora più strana del fatto che i bambini potessero “cadere” dal cielo:

- Per fare un bambino bisogna fare “Sesso”! (Cugino)
- E che cosa è questo “Sesso”? (Mjago)
- Di preciso non lo so. Sicuramente a che fare con i baci! (Cugino)
- E a te questa cosa chi te l’ha detta ? (Mjago)
- Un mio amico (Cugino)
- E questo tuo amico ha fatto “Sesso”? (Mjago)
- No, ma ha baciato una sua amica! (Cugino)
- E poi a lei è venuto un bambino nella pancia? (Mjago)
- No! (Cugino)
- E allora vedi che non è così che si fanno i bambini! (Mjago)

La cosa mi turbò comunque un poco, più che altro perché temevo di aver capito perché quella bella bambina dai capelli biondi che incontravo ai giardini pubblici, Alessia si chiamava, mi voleva dare sempre dei bacini: era evidente che voleva fare un bambino con me pensai! Non parlai con Mamma di questa strana cosa del “sesso” che mi sembrava veramente un bufala e rimasi con i miei dubbi, e con una certezza. Prima o poi mio fratello ( anche io ero ormai convinto che fosse un maschio) sarebbe dovuto uscire dalla pancia di Mamma, e chissà magari mi avrebbero fatto assistere all’evento!
Ma evidentemente non fu così. Infatti, dopo tanta attesa, un lunedì mattina di fine primavera, fui svegliato di soprassalto da mia Nonna, che in vista del parto imminente si era trasferita da noi per assistere Mamma…

- Mjago, sveglia è nato tuo fratello! (Nonna)

Il cuore in gola, mi sedetti sul letto, guardai Nonna:

- Non ci credo! (Mjago)
- Mjago, perché non ci credi? Te lo dice Nonna (Nonna)
- Mi vuoi fare uno scherzo, dov’è Mamma? (Mjago)
- E’ in Ospedale, tuo fratello è nato stanotte (Nonna)

Non ci volevo credere, non era possibile! Due giorni prima Mamma mi aveva detto che ci volevano ancora due settimane! Appurato che in casa non c’era nessuno, costrinsi Nonna a chiamare in studio da Babbo. Ovviamente lui non c’era, rispose la segretaria, che si congratulò con me, ma io smentii la notizia! Non era possibile che fosse nato mio fratello e io non ne sapessi nulla!
Una zia ci venne a prendere e ci portò in ospedale, le mie certezze vacillavano, “ma vuoi vedere che è nato mio fratello e io sono l’ultimo ad essere stato avvisato?
All’Ospedale trovai Babbo, che mi prese per mano e portandomi verso il Nido provò a consolarmi:

- Perché sei così arrabbiato? (Babbo)
- Non mi avete avvisato! (Mjago)
- Era notte fonda Mjago come facevamo? (Babbo)
- Ma io volevo vedere da dove usciva! (Mjago)

Ci fermammo davanti all’ascensore. Aveva le porte scorrevoli! Era la prima volta che ne vedevo uno così!

- Io sull’ascensore non ci salgo (Mjago)
- Perché? (Babbo)
- Ho paura! (Mjago)
- Ma a casa ci sali sempre! (Babbo)
- Si ma questo ha le porte scorrevoli, mi fanno paura! (Mjago)

Per una settimana, costrinsi chi mi accompagnava a salire per le scale. Una volta ci mancò poco che a Nonna venisse un infarto durante la salita!

- E’ quello in fondo sulla destra lo vedi? (Babbo)
- Quello tutto rosso? (Mjago)
- Si lui (Babbo)
- Mi sembra un pomodoro! (Mjago)
- Quando lo posso prendere in braccio? (Mjago)
- Lo sai che quando sei nato tu io avevo paura a prenderti in braccio? (Babbo)
- Perché? (Mjago)
- Perché dormivi sempre e avevo paura che ti mettessi a piangere quando ti avrei preso in braccio io (Babbo)
- E quando mi hai preso in braccio per la prima volta cosa è successo? (Mjago)
- Dormivi, e ti sei svegliato, mi hai guardato e mi hai fatto un sorriso enorme, come per dire “stai tranquillo lo so che sei il mio Babbo non ti preoccupare” e poi ti sei riaddormentato. Quel sorriso non me lo dimenticherò mai! (Babbo)
- Vedrai che te lo farà anche il mio fratellino! (Mjago)

 
 
 
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