Creato da mjago il 09/12/2007

Cioccolata con panna

Racconti di mjago

 

 

Paura di volare?

Post n°45 pubblicato il 13 Aprile 2008 da mjago
Foto di mjago

"L'amicizia fra un uomo e una donna è sempre un poco erotica, anche se inconsciamente.”
(J.L. Borges)

Gennaio 2005

“ Mi potrebbe assegnare un posto lato finestrino, in prossimità delle uscite di emergenza sulle ali?”

L’impiegata al Check-in mi lanciò una occhiata commiserevole, e mentre cercava di accontentarmi, sono convinto che era lì che pensava “ma guarda tu questo, grande grosso e fifone”!
Scelgo quasi sempre quel posto, non per “aviofobia” ma per semplice comodità. Infatti la presenza delle uscite di emergenza fa si che ci sia più spazio tra le file dei sedili. Così si sta molto più comodi e si riesce persino ad accavallare le gambe!
C’è un solo inconveniente. In caso di emergenza è proprio il passeggero che sta vicino al finestrino che deve aprire quel portellone. Ora, ammesso che io possa sopravvivere ad un atterraggio di emergenza, cosa improbabile visto che sono convinto che morirei prima dallo spavento, è comunque molto difficile, vista la mia scarsa manualità, che io riesca ad aprire quel portellone!
Vivendo in uno degli “scogli” più grandi del mar Mediterraneo, l’aereo è oggettivamente il mezzo più comodo per raggiungere il “mondo civilizzato”. Se devo essere sincero non è però il mio mezzo di trasporto preferito. Per carità nessuna fobia particolare, solo una certa inquietudine che mi accompagna ogni volta che salgo sulla scaletta che mi porta verso la cabina, come se, per intenderci, avessi un “appuntamento con il destino”. Di questi “appuntamenti”, tra vacanze e impegni di lavoro ne ho in media una decina l’anno.
Quel venerdì tornavo a casa dopo un paio di giorni passati in viaggio per lavoro. Affidato il mio trolley alla “pancia” dell’aereo, rimasi in compagnia della mia borsa porta-documenti e mi avviai verso i controlli di sicurezza. Il solito spogliarello: via il cappotto, via la giacca, via l’orologio, cellulari e oggetti metallici, in mano carta d’imbarco, biglietto e documento d’identità. Mentre la mia borsa passava attraverso il metal detector, il mio cellulare,a cui imprudentemente non avevo messo la vibrazione, iniziò a squillare. Grande imbarazzo! E mentre mi rivestivo risposi:

- Ciao Mjago, dove sei? (Giulia)
- Ciao Giulia, sono in aeroporto (Mjago)
- Di già? Ma a che ora è l’aereo? (Giulia)
- Alle 21:10 (Mjago)
- Si ma sono le 19:30! (Giulia)
- Beh lo sai che non mi piace fare le cose di corsa! (Mjago)
- La tua precisione e puntualità alle volte rasenta la perversione. (Giulia)
- Ti dirò, arrivare in ritardo agli appuntamenti è un mio incubo ricorrente! (Mjago)
- Vabbè, lasciamo perdere, come è andata? (Giulia)
- Abbastanza bene, gli spagnoli mi sembrano contenti di come stanno procedendo i lavori (Mjago)
- Ti sei vestito in maniera decente? (Giulia)
- Giacca e pantaloni blu con camicia azzurrina. (Mjago)
- Sulla camicia azzurrina non avevo dubbi, cravatta?
- Non l’ho messa, non mi ricordavo come si faceva il nodo! (Mjago)
- Sei un disastro! (Giulia)
- E’ dalla laurea che non metto una cravatta ho delle attenuanti? Poi sai gli spagnoli non sono così “azzimati” come noi italiani,pensa che il direttore generale era in jeans! (Mjago)
- Si ma tu non sei direttore generale e sei italiano. Torni con i tuoi colleghi? (Giulia)
- No Marco e Francesco partono domani sera, io domani mattina devo essere in cantiere (Mjago)
- Il solito stakanovista, come te la sei cavata con lo spagnolo? (Giulia)
- Per fortuna c’era un’interprete...ed era davvero molto carina! (Mjago)
- Ah si? Racconta, racconta… (Giulia)
- Sulla trentina, mediterranea, morbida nei punti giusti, capelli neri lunghi fino alle spalle, occhi castani, truccata con gusto, due appetitosi nei sopra il labbro destro! (Mjago)
- Però gli hai dato giusto un’occhiata! Non gli hai lasciato il tuo numero di cellulare? (Giulia)
- Sai bene che non ho la faccia tosta per fare certe cose, e comunque la “fede” nella sua mano sinistra era un freno ad ogni ulteriore pensiero! (Mjago)
- Peccato, non sa quello che si è persa! (Giulia)
- Mia cara amica, avverto un retrogusto di gelosia nel tuo sarcasmo! (Mjago)
- Mio caro amico, visto che sei un così attento osservatore mi sto chiedendo quali genere di pensieri siano passati nella tua testolina quando ancora non ci conoscevamo e ci incontravamo facendo jogging! (Giulia)
- Non ne puoi venire a conoscenza! (Mjago)
- Perché? (Giulia)
- Erano pensieri piuttosto “impuri”! (Mjago)
- Ma quanto sei scemo! (Giulia)

Scemo? Chissà, forse. Un paio d’ore dopo mentre, sotto un diluvio universale, salivo la scaletta che mi portava verso la cabina, la mia tradizionale inquietudine era duplice. Perché, se come diceva Lord Byron l’amicizia è l’amore senza ali, c’era qualcuno che forse aveva paura di volare…

 
 
 

The woman in red

Post n°44 pubblicato il 06 Aprile 2008 da mjago

“Louis, I think this is the beginning of a beautiful friendship.”
(Rick Blaine - Humphrey Bogart – Casablanca)

Gennaio 2005

- Perché alla fine hai scelto Gaia? (La ragazza dai capelli rossi)
- Perché credo che esista un tempo per ogni cosa ed una stagione per ogni emozione. Francesca per me era solo un ricordo, un piacevole ricordo ma che comunque apparteneva al passato. Gaia era invece il mio presente e, ingenuamente, pensavo potesse essere anche il mio futuro. (Mjago)
- Hai più rivisto Francesca? (La ragazza dai capelli rossi)
- No, da quella sera che la incontrai con Gaia non ci siamo più visti (Mjago)
- Sai una cosa? (La ragazza dai capelli rossi)
- Dimmi! (Mjago)
- Penso che qualche mese fa Gaia abbia fatto veramente un gran cazzata! (La ragazza dai capelli rossi)


La ragazza dai capelli rossi, al secolo Giulia, era la fanciulla che avevo conosciuto qualche mese prima su un anonimo marciapiede di periferia…
Un attimo…prima che qualcuno possa equivocare e pensare che il povero Mjago si fosse dato al “sesso a pagamento” è meglio che chiarisca qualcosa. A cominciare dal fatto che su quel marciapiede stavamo facendo entrambi solamente Jogging. Ma sul come fossi finito lì è il caso che sia più preciso.


In un “drammatico” inizio autunno di qualche mese prima io e Gaia ci eravamo separati in maniera piuttosto burrascosa.
Quando una persona importante esce fuori dalla tua vita, lascia un vuoto che in qualche modo senti il bisogno di colmare. Devi per forza fare qualcosa o pensare a qualcos’altro, sarebbe forse meglio dire che fai qualcosa per non pensare. Fu così che nei fine settimana, quando tornavo a casa, per colmare quei profondi vuoti esistenziali, mi diedi al Jogging.
Non immaginavo che andare a correre, fosse di così gran moda. Nel posto in cui andavo, tra i tanti corridori, incontravo spesso una ragazza alta ed elegante, con una cascata di capelli rossi ricci ed un viso pieno di lentiggini. Una bellissima ragazza.

Una domenica mattina, dopo appena quindici minuti di corsa, mi trovavo, “spompato”, sdraiato su una panchina in grave debito d’ossigeno, quando vidi sopraggiungere la “rossa” che clamorosamente rallentò e si fermò davanti a me!

- Ciao, ti serve una bombola d’ossigeno? (Giulia)
- Ciao, non sarebbe una cattiva idea! (Mjago)
- Sei fuori forma…forse perché corri solo il sabato e la domenica (Giulia)
- E tu come fai a saperlo? (Mjago)
- Beh ci incontriamo solo il fine settimana, e io corro tutti i giorni. E poi ti ho notato anche per un altro motivo (Giulia)
- Ovvero? (Mjago)
- Sei l’unico che viene a correre da queste parti che non ha provato a rimorchiarmi! (Giulia)
- Sto aspettando il mio turno! (Mjago)
- Ah sì e come intendi attaccare bottone? (Giulia)
- Sdraiandomi su una panchina, fingendomi in debito d’ossigeno e sperando che a quella bella ragazza con i capelli rossi venga in mente di fermarsi e di aiutarmi! (Mjago)

Una battuta geniale…non trovate? Giulia sorrise e stette al gioco

- Quindi sei come tutti gli altri? (Giulia)
- Forse più originale! (Mjago)
- O semplicemente più furbo? (Giulia)
- Perché ho l’aria da furbo? (Mjago)
- No hai l’aria da bravo ragazzo (Giulia)
- Me lo dicono in molte (Mjago)
- Ti scoccia? (Giulia)
- Ma sai, ormai ci ho fatto l’abitudine e a te cosa dicono per rimorchiarti? (Mjago)
- Mi chiedono se sono una rossa naturale! (Giulia)
- Beh con tutte quelle lentiggini è un po’ difficile che tu sia una rossa per finta!(Mjago)
- Però…! Allora quando ci incontriamo ogni tanto anche tu uno sguardo l’hai buttato!(Giulia)
- Mia cara, chi è senza peccato scagli la prima pietra! (Mjago)
- Vabbè io vado, sennò mi raffreddo, comunque mi chiamo Giulia!
- E io sono Mjago!

Per dirla come Humphrey Bogart in Casablanca “Giulia, forse oggi noi inauguriamo una bella amicizia”… su un anonimo marciapiede di periferia…

 
 
 

Un forte vento di Maestrale

Post n°43 pubblicato il 30 Marzo 2008 da mjago

La verità come la luce acceca. La menzogna, invece, è un bel crepuscolo, che mette in valore tutti gli oggetti.
(Albert Camus)

Agosto 2002, la Domenica successiva.

Le arrabbiature di Gaia sono come il Maestrale dalle nostre parti. Quando inizia a soffiare, non c’è nulla fa fare, bisogna aspettare che passi. Così andò anche quella volta.
Dopo tre giorni di “muso”, Gaia, piano piano, iniziò a rivolgermi nuovamente la parola. Per incentivare l’opera di riconciliazione, quella domenica mattina, mentre eravamo di ritorno dal mare, decisi di prenderla ancora una volta per la “gola”, facendo un salto in una deliziosa pasticceria della nostra zona.
Entrammo nel negozio, la solita folla di “golosi” era in attesa del proprio turno. Noi ci unimmo al gruppo mettendoci rigorosamente in fila. Mentre aspettavamo con impazienza di essere serviti e si fantasticava sui sapori di quei capolavori di alta pasticceria, sentii aprire la porta del negozio, mi voltai e vidi entrare due signore di mezza età, una delle quali conoscevo molto bene. La riconobbi subito, inconfondibile ed imponente : la mamma di Francesca.
Che cosa ho fatto di male? Perché mai questa punizione da girone Dantesco? Mi voltai, feci finta di nulla, magari non mi vede, pensai, c’è tanta gente. Gaia, vecchio segugio, intuì la mia inquietudine:

- Che c’è? (Gaia)
- Nulla perché? (Mjago)
(Bugiardo!)
- Hai una faccia…sembra che hai visto un fantasma! (Gaia)
- Ma che dici? E che con tutti questi profumi mi sta venendo fame. (Mjago)
(Bugiardo due volte!)

Vi ho già accennato in un altro post, del mio rapporto “privilegiato” con “tutte le mamme del mondo”(vedi post 36). E sempre nel medesimo post vi ho raccontato di come anche la mamma di Francesca stravedesse per me. Non vi ho raccontato invece quante “lacrime” pianse la medesima mamma quando io e Francesca ci lasciammo. Da allora, l’avevo incontrata un paio di volte, due esperienze melodrammatiche, che meriterebbero un post a parte. Ma questa è un’altra storia.
Arrivò il nostro turno, scegliemmo, pagammo e ci avviammo verso l’uscita. Mentre ero lì che esultavo “sono salvo” proprio sulla porta del negozio mi sentii chiamare:

- Mjago! (mamma di Francesca)

Frittata!

- Signora, che piacere rivederla, come sta? (Mjago)
(Bugiardo tre volte)

Commossa ed emozionata mi cinse con un imbarazzante abbraccio.

- Bene come stai? (mamma di Francesca)
- Tutto bene signora mi sto godendo qualche giorno di vacanza (Mjago)

Le presentai Gaia, scambiammo due parole di cortesia, tutto filava liscio come l’olio, nessun accenno a Francesca, ma arrivato il momento del congedo,

- A proposito, Francesca mi ha detto che qualche giorno fa ti ha incontrato! (mamma di Francesca)

Gaia che fino a quel momento mi stringeva la mano me la lasciò…
Il gelo.
Una goccia di sudore mi scese sul viso, lenta ed inesorabile la sentii partire dalla fronte, passare sullo zigomo, attraversare la guancia.

- Si signora, è stato qualche sera fa (Mjago)
- Era un po’ di tempo che non vi incontravate (mamma di Francesca)
- Eh si… (Mjago)

Dopo di che ci salutammo, un altro affettuoso abbraccio e fu così che mi trovai inesorabilmente da solo con Gaia. Uscimmo dalla pasticceria e ci avviammo verso la macchina.
Silenzio.
Aprii il portabagagli, misi il vassoio di paste dentro, richiusi, salii in macchina e ci avviammo verso casa.
Silenzio.
Una volta arrivati, posteggiata la macchina, entrammo nel palazzo di casa e prendemmo l’ascensore.
Silenzio.
Le porte si richiusero, Gaia era davanti a me. Sguardo inquisitore. Ad un certo punto, inaspettatamente,fece fermare l'ascensore premendo il pulsante rosso della pulsantiera

- Che fai? (Mjago)
- Niente, gradirei scambiare due parole (Gaia)
- E c’è bisogno di fermare l’ascensore? Non possiamo farlo a casa? (Mjago)
- Preferisco qui! Dunque in pasticceria avevi quella faccia perché avevi fame o perché avevi riconosciuto la mamma di quella “zoccola”?
- Diciamo che la fame ha dato un suo contributo…
- Com’è tenera la tua amichetta ha raccontato tutto alla mamma! (Gaia)
- Gaia, ti prego, risparmiami il sarcasmo (Mjago)
- E la mamma mi è sembrata, nei limiti del possibile, più emozionata di quanto non lo fosse la tua amica qualche sera fa… (Gaia)
- Lo sai che faccio un certo effetto alle mamme…(Mjago)
- Se dovessi raccontare alla mia gli episodi di questi ultimi giorni credo che cambierebbe opinione su di te (Gaia)
- Perché cosa ho fatto! (Mjago)
- Dimmi un po’ una cosa, la tua amica non si è fatta risentire perché tu me l’avresti detto…vero? (Gaia)
- Naturalmente… (Mjago)

Naturalmente.
Silenzio.
E mentre facevo ripartire l’ascensore iniziò a spirare un “forte vento di Maestrale”…

 
 
 

Con le migliori intenzioni

Post n°42 pubblicato il 16 Marzo 2008 da mjago

“Nec promissa igitur servanda sunt ea quae sint iis, quibus promiseris, inutilia, nec si plus tibi ea noceant, quam illi prosint cui promiseris, contra officium est maius anteponi minori, ut, si constitueris cuipiam te advocatum in rem praesentem esse venturum atque interim graviter aegrotare filius coeperit, non sit contra officium non facere quod dixeris, magisque ille, cui promissum sit, ab officio discedat, si se destitutum queratur.”
(Cicerone, De officiis)

Ritorniamo a quella sera di Agosto del 2002. ( vedi post 40 e 41)
Incontrare per la prima volta dopo tanto tempo una tua ex ragazza a “bruciapelo” senza preavviso davanti alla tua nuova fiamma non è il genere di esperienza che vi auguro. Soprattutto quando la tua nuova ragazza ha il fiuto di un “cane da tartufo” per guai ed intrighi. Gli raccontai più o meno tutto, omettendo i dettagli più “scabrosi” ma cercando di essere nel complesso il più sincero possibile.
Ancora oggi mi chiedo come abbia fatto Gaia, in pochi minuti, ad intuire che tra me e Francesca ci fosse stato “qualcosa”. Nel nostro inaspettato rendez-vous eravamo stati così dannatamente “sfacciati”? Non credo, forse era solo veramente merito del formidabile “fiuto da sbirro” di Gaia.
Seduti nel tavolino più riservato in una splendida terrazza del più “caro” ristorantino ( perdonerete questa vena di meschina avarizia, ma allora le “tasche” erano quelle di un povero studente universitario) della mia piccola cittadina, davanti ad un invitante piatto di spaghetti con vongole e bottarga, accompagnato dal un delizioso vino bianco delle nostre parti, cercavo di recuperare una serata che aveva preso decisamente una brutta piega:

- Non ti piacciono gli spaghetti? (Mjago)
- Mi hai fatto passare l’appetito! (Gaia)
- Io ? (Mjago)
- Si tu! (Gaia)
- E in che modo scusa? (Mjago)
- Con questa storia! (Gaia)
- Me l’hai chiesto tu di raccontartela! (Mjago)
- Secondo me non me l’hai raccontata tutta! E poi questa Francesca è proprio una "zoccola"! (Gaia)
- Gaia per favore! (Mjago)
- Ma dai, andare a letto con il prof. di matematica ma ti rendi conto? (Gaia)
- Il prof era un uomo affascinante… (Mjago)
- La cosa che mi fa più “incazzare” e che la difendi in continuazione! (Gaia)
- Non mi sembra di difenderla, cerco solo di farti ragionare! (Mjago)
- Invece la difendi e non mi piace, e poi non ho capito perché l’hai lasciata! (Gaia)
- Non andavamo d’accordo e litigavamo in continuazione. (Mjago)
- Anche noi litighiamo in continuazione! Cos’è hai intenzione di lasciare anche me? (Gaia)
- Ma smettila Gaia… in più eravamo spesso molto lontani, dopo la maturità lei è andata a studiare a Pisa. (Mjago)
- E tu perché non l’hai seguita ? (Gaia)
- Andare a Pisa fu una sua decisione improvvisa, cambiò idea all’ultimo momento e non me la sentii di andarle dietro! (Mjago)
- Ah giusto…tu non sei certo il tipo che prendi una decisione all’improvviso senza “ponderare”! (Gaia)
- Scusa, questo cosa c’entra? (Mjago)
- Mjago, lo sai bene che tu sei uno di quelli che, se non ha vagliato tutte le possibilità, non muove un passo! (Gaia)
- Mi piace sapere dove “metto i piedi”, tutto qui, il cervello c’è stato dato per usarlo ogni tanto! (Mjago)
- Si, ma c’è chi ci si masturba! (Gaia)
- Da che pulpito…parla la principessa dell’onanismo mentale! (Mjago)
- Che “stronzo”! Che “cazzo” c’entra? (Gaia)
- Non sei capace di tenere una conversazione senza scadere nel turpiloquio…sei forse a corto di argomenti? (Mjago)
- Sicuramente la tua ex compagna di classe di argomenti ne ha più di me! (Gaia)
- Non lo so, sono quattro anni che non la frequento più. (Mjago)
- Non è mai troppo tardi per riprendere una “vecchia amicizia”, sicuramente a lei non dispiacerebbe! (Gaia)
- Io non ne sarei tanto sicuro (Mjago)
- Beh dal mondo in cui ti guardava devi aver lasciato un buon ricordo (Gaia)
- Non ho capito ancora dove vuoi andare a parare con questa discussione. (Mjago)
- Non posso essere gelosa? (Gaia)
- Non ne hai motivo! (Mjago)
- Ah no? Ma hai visto come ti ha guardato quella stasera? E poi ti metteva in continuazione le mani addosso! (Gaia)
- Ma forse voleva sincerarsi che non fossi un fantasma del passato! (Mjago)
- Non mi prendere per il “culo”, quindi eravate quattro anni che non vi vedevate? (Gaia)
- Te l’ha confermato anche lei (Mjago)
- E tu in quattro anni, non hai sentito il bisogno di scriverle una lettera o di farle una telefonata? (Gaia)
- All’inizio si, poi questa esigenza è svanita (Mjago)
- E lei non si è fatta sentire? (Gaia)
- No mai… (Mjago)
- Io non avrei resistito! (Gaia)

Vuotare il sacco e quella romantica cenetta a lume di candela non riuscirono a placare la sete di verità di quel perfetto inquisitore in gonnella. Gaia “abbaiò e ringhiò” tutta la cena. Chiedere il conto fu una liberazione…salata però…, ragazzi che prezzi!
Uscendo dal ristorante, mentre mi ripromettevo che non ci avrei più messo piede, Gaia mi colse ancora una volta di sorpresa:

- Mi devi fare una promessa! (Gaia)
- Sentiamo (Mjago)
- Se si fa risentire me lo devi dire. (Gaia)
- Hai bisogno di queste certezze? (Mjago)
- Si! (Gaia)
- Contenta tu… (Mjago)

Non omnia promissa servanda sunt ?
Ma si, pensai, figurati se Francesca si fa risentire…

 
 
 

Zugzwang!

Post n°41 pubblicato il 09 Marzo 2008 da mjago

“Difendetevi dalla gelosia, mio signore! E’ un mostro dagli occhi verdi, che odia il cibo di cui si pasce. Felice il cornuto che, conscio della propria sorte, non ama colei che lo tradisce! Che vita d’inferno invece per chi ama e dubita, sospetta, e nel contempo adora”
(William Shakespeare - Otello - Atto III, SC III)


Ritorniamo a quella sera di Agosto del 2002.(vedi post 40)
In quella piazza, affollata all’inverosimile, mi sembrava che non ci fosse nessuno oltre noi tre e mentre parlavo con Francesca, ”sentivo” lo sguardo di Gaia su di noi.
Quando ad un certo punto, in modo un po’ troppo confidenziale, Francesca appoggiò una mano sulla mia spalla, Gaia ruppe ogni indugio, abbandonò la fila davanti al tabacchino e come un falco piombò su di noi. Faccia da “cocker incazzato” era decisa a “marcare il territorio”:

- Tesoro perché non mi presenti questa bella ragazza? (Gaia)

Disse rivolta a me.
Francesca, colta di sorpresa, tolse la mano dalla mia spalla, però fu comunque più pronta di me:

- Questa bella ragazza si chiama Francesca! (Francesca)
- E io sono Gaia, la ragazza di questo bel ragazzo! ( Gaia)
- Allora sei una ragazza fortunata! (Francesca)

Mentre si stringevano la mano, conoscendo il “caratterino” di entrambe, prima che la situazione degenerasse, mi inserii io:

- Addirittura un “bel ragazzo” mie care che gusti “strani” che avete! E poi così mi fate arrossire! Gaia questa è Francesca, una mia ex compagna di Liceo. (Mjago)

Io e Francesca scambiammo ancora qualche parola, poi prima che “l’attacco di bile” di Gaia sfociasse in qualche gesto inconsulto ci congedammo.

- Speriamo di non dover aspettare altri quattro anni per rincontraci (Francesca)

Io le sorrisi

- E’ stato un piacere Gaia (Francesca)
- Il piacere è stato tutto mio Francesca ( Gaia)

Ci salutammo e la vidi scomparire tra la folla. Mi resi conto immediatamente che avevo un “piccolo” problema da risolvere: la gelosia di Gaia, travestita da epica ira. Quel piccolo futuro avvocato, mi fece sedere sul “banco degli imputati” e mi sottopose ad un pressante interrogatorio. Torquemada, sono convinto sarebbe stato più clemente!
Un’avvertenza per gli animi “più sensibili”, il tono della discussione fu piuttosto “colorito”:

- Gradirei sapere chi è quella ragazza! (Gaia)
- Se cambi il tono inquisitorio, forse, potrei anche risponderti! (Mjago)
- Va bene, riformulo, chi “cazzo” era quella “vacca”? (Gaia)
- Gaia per favore! (Mjago)
- Per favore un corno, mi vuoi rispondere? (Gaia)
- Te l’ho detto una ex compagna di liceo! (Mjago)
- Cos’è hai fatto il liceo in una “casa di tolleranza”? (Gaia)
- Ma ti sta andando “in corto” il cervello? (Mjago)
- Senti, io sono una donna, e so che quando guardo un uomo in un quel modo, ci sono tre possibilità! (Gaia)
- Ovvero? (Mjago)
- Ci ho “scopato”, ci “scopo”, oppure o intenzione di “scoparci”! (Gaia)
- Gaia stai scadendo nella volgarità (Mjago)
- Qui di volgare c’è solo la tua ex compagna di classe ma hai visto come era vestita? (Gaia)
- Che cosa c’entro io con questo? (Mjago)
- Tu centri perché gli stavi guardando le cosce! (Gaia)
- Santo cielo, era quasi nuda, non è che mi potevo voltare dall’altra parte (Mjago)
- Si ma almeno potevi evitare di avere quella faccia da pesce lesso! (Gaia)
- E tu potevi evitare di essere così sgradevole! (Mjago)
- Ah…quindi ora sarei io la “stronza”? Cos’è lascio da solo trenta secondi il mio ragazzo e me lo ritrovo che “sbava” davanti ad una “mignotta” in “costume adamitico” e dovrei far finta di nulla? (Gaia)
- Sei paranoica! E poi potevi essere più gentile, l’hai aggredita! (Mjago)
- Mjago non mi fare “incazzare”, ora la stai anche difendendo! (Gaia)
- Io non difendo proprio nessuno, sei tu che hai avuto una reazione sproposita! (Mjago)
- Scusa, ti ho mai fatto una scenata di gelosia? (Gaia)
- No appunto! Non vedo perché devi iniziare stasera! (Mjago)
- Perché so quello che ho visto! (Gaia)
- E cosa avrai mai visto? (Mjago)
- Due persone tra cui c’era “tensione sessuale” (Gaia)
- “Tensione sessuale”? Non essere ridicola, siamo stati insieme per un po’ di tempo, tutto qui… (Mjago)
- Tutto qui…? Allora vedi che sei uno perfetto “stronzo”! (Gaia)
- Perché? (Mjago)
- Perché non me lo hai detto subito! (Gaia)
- Se mi avessi dato il tempo di parlare te lo avrei detto! (Mjago)
- Mi hai detto che era una ex compagna di Liceo! (Gaia)
- Ed è la verità… (Mjago)
- Forse è il caso che me la racconti tutta la verità! (Gaia)

Un classico caso di “Zugzwang” parola tedesca che vuol dire “obbligato a muovere”. E’ una particolare situazione che si presenta negli scacchi quando, per qualunque mossa tu possa fare, non potrai mai impedire di subire uno “scacco matto” da parte del tuo avversario.
Non amo arrendermi, ma quando si è stretti in un angolo, senza vie di uscita, e una eroica resistenza ti porterebbe ad un inutile sacrificio, l’unica cosa veramente da fare è avere il buon senso di “alzare bandiera bianca”, con la speranza che il vincitore non sia troppo spietato.

“Era il Carnevale del 1997, io e Beppe eravamo davanti al cancello della villa di Valeria accompagnate dalle Iene Ridens…”

Ma voi questa storia già la conoscete…

 
 
 

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