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Libano le radici del oddio sono a est

Post n°37 pubblicato il 31 Luglio 2006 da LuisB
 

In queste ultime settimane si sta assistendo alla distruzione di un sogno, quello di un Libano libero e pacifico, tutti i sacrifici di un popolo per liberare la loro terra sono andati in fumo, per niente. Un’intera nazione fatta prigioniera, messo a ferro e a fuoco, precipitata nella fornace dei saccheggi e dei bombardamenti, trascinati nel caos e nell’anarchia. Si sta punendo un intero popolo, la protezione internazionale e la legalità della loro sovranità, è negata al Libano perchè incapaci di controllare le loro frontiere. Israel da parte sua deve affrontare una dichiarazione di guerra lanciata da due organizzazioni estremiste Hamas, sunnita, a sud, ed Hezbollah, sciita, a nord.

La cronaca di questo conflitto ha data il 12 luglio 2006, quando miliziani di Hezbollāh rapiscono due soldati israeliani presso la Fattoria di Shebaa, un territorio conteso tra Israele e Libano. Negli scontri sono morti otto militari. Israel ha accusato il governo di Beirut di lasciare mano libera ai terroristi e ha lanciato un’offensiva aerea su Beirut e altre città. Nelle operazioni militari sono morte circa trecento persone, nella quasi maggioranza civili. Hezbollāh ha bombardato il nord di Israel con centinaia di missili, che hanno causato almeno trenta vittime.

Ma la vera origini di questo conflitto va cercato a est, nel Iran. La Repubblica Islamica del Iran vuole rafforzare la sua influenza nella regione è questo il motore scatenante della esplosione di violenza di questi giorni in terre del Libano. Il dado è tratto, le maschere sono cadute. Fin dall’inizio era praticamente impossibile nascondere le dimensioni regionali - e il carattere etnico-politico – delle operazioni militari cominciate da Hezbollāh con il lancio di missili katiuscia nel nord di Israele e con l’incursione in territorio israeliano per rapire i due soldati di Tsahal.

La decisione di condurre un’operazione di tale portata non poteva certo essere presa localmente dal partito integralista. Le grandi decisioni di carattere strategico, e in particolare le scelte di guerra o di pace, devono necessariamente essere prese – o quanto meno approvate – da una grande autorità religiosa sciita, il walih al-fakih. E fin dalla sua creazione, Hezbollāh ha scelto di riconoscere come walih al-fakih la guida della rivoluzione iraniana, cioè Khamenei (e prima di lui l’ayatollah Khomeini).

Da molte settimane si assisteva al crescere della tensione tra l’asse Teheran-Damasco da un lato e la comunità internazionale e i principali paesi arabi dall’altro, i negoziati sulla questione nucleare iraniana erano arrivati a un vicolo cieco e avevano spinto i paesi occidentali, la Russia e la Cina a prendere in considerazione un nuovo ricorso al Consiglio di sicurezza. Nel frattempo il presidente siriano Bashar el Assad aveva rifiutato l’ultima mediazione avviata dall’egiziano Hosni Mubarak per convincere la Siria a trovare una soluzione alla complessa situazione del Libano.

Al contrario Damasco ha moltiplicato gli sforzi per destabilizzare l’equilibrio politico creato dalla rivoluzione libanese. Nonostante l'apparenza di democrazia parlamentare il governo siriano è una dittatura a partito unico, inoltre il partito di governo, di ideologia baathista, è comandato da alawiti, una setta di origine islamica (precisamente derivante da un'ideologia sciita, attualmente non vengono riconosciuti come musulmani dagli stessi sciiti) che non è ben vista dalla maggioranza della popolazione siriana.

Questo netto irrigidimento delle posizioni da parte di Siria e Iran si è inserito in un contesto geopolitico caratterizzato dalla crescente influenza di Teheran come potenzia regionale, grazie anche al possibile arrivo dell’arma nucleare. Un’influenza crescente che si manifesta in questa parte del Medio Oriente (senza tenere conto di una sua presenza sempre più forte tra gli sciiti iracheni) con il sostegno a una Siria isolata e ormai praticamente sotto protezione iraniana, con l’appoggio ad Hamas nei Territori palestinesi e, infine, con la testa di ponte alla frontiera con Israel rappresentata proprio da Hezbollāh. Di conseguenza le operazioni militari contro gli  Hezbollāh, cosi come l’offensiva contro Hamas a Gaza, possono essere considerate come la volontà di limitare o di eliminare completamente la crescente presenza politica di Teheran in questa regione. Questo spiegherebbe la posizione adottata dall’Arabia Saudita, che per la prima volta ha condannato esplicitamente l’avventurismo di Hezbollah. Una posizione approvata da re Abdallah di Giordania e da Mubarak.

Lo scontro attuale si accompagna cosi a una duplice offensiva politica; quella dei grandi poli d’influenza arabi sunniti, irritati dalla crescente influenza dell’Iran in Medio Oriente, e quella della comunità internazionale (in particolare della Russia) che cerca di impedire alla repubblica islamica di ottenere (grazie anche all’arma nucleare) una sua eccessiva influenza a livello regionale. Da ciò la scelta del ultimo G8 a San Pietroburgo di attribuire a Hezbollāh, definito “estremista”, la responsabilità dell’escalation militare. Da un punto di vista concreto l’operazione israeliana in corso sembra quindi beneficiare del tacito sostegno internazionale e arabo. I due contendenti che si affrontano oggi – seminando morte e la distruzione nei quartieri, nelle città e nei villaggi del paese senza preoccuparsi troppo delle perdite di vite umane – mostrano la loro determinazione a voler seguire fino in fondo i loro piani.

Salgono a oltre 80 le vittime dell'attacco di Cana, tra cui 37 bambini. Il Governo libanese calcola che siano state uccise oltre 600 persone e vi siano più di 3.000 feriti nel solo Libano. Con la situazione in costante evoluzione, l'UNICEF stima che più di 1/3 delle vittime siano bambini. Oltre 800.000 persone risultano sfollate all'interno dei confini nazionali libanesi, con più di 119.600 accampate in scuole, edifici e giardini pubblici all'interno e fuori di Beirut. Si stima che circa il 45% delle persone sfollate siano bambini. I primi due voli umanitari dell'UNICEF sono arrivati nella regione la scorsa settimana, con oltre 38 tonnellate d'aiuti, tra cui kit familiari per l'acqua, sali per la reidratazione orale per la cura dei sintomi della diarrea acuta, medicinali di base e kit socio-ricreativi per l'assistenza psicosociale.

Ma questa nuova prova imposta al Libano potrebbe comunque portare a una rinascita del paese. L’ennesima. Una cosa, infatti, è certa: è ormai impossibile pensare a un ritorno allo status quo che gli hezbollāh erano riusciti a ottenere in termini di “privilegi militari”. In questo contesto poco importa il prezzo che il popolo libanese ha già pagato in passato, poco importa cosa vogliano e cosa aspettano. Perchè, sono loro i prigionieri, non i soldati israeliani.

Glossario

Libano, (لبنان, Lubnān in arabo, nella forma estesaﺍﻠﺠﻤﻬﻮﺮﻴﺔ ﺍﻠﻠﺒﻨﺎﻨﻴﺔ, Al-Ǧumhūriyya al-Lubnāniyya, ossia "Repubblica libanese") è uno stato del Medio Oriente che si affaccia sul settore orientale del Mare Mediterraneo. Il Libano confina a nord e ad est con la Siria e a sud con Israele. Rimane aperto il contenzioso sullo status delle fattorie di Sheba'a, che si trovano attualmente sotto controllo israeliano. La superficie del Libano è di 10.452 km quadrati. La capitale è Beirut. Il Libano ottenne l'indipendenza nel 1943, ma solo nel 1946 le truppe francesi abbandonarono il paese. La storia libanese successiva all'indipendenza è stata caratterizzata dall'alternanza di periodi di stabilità politica e di disordini, ai quali si è sovrapposta la prosperità economica, determinata dall'importanza che Beirut riveste nel Medioriente quale centro finanziario e commerciale. Dopo il conflitto arabo-israeliano del 1948, in Libano giunsero più di 100.000 profughi palestinesi in fuga dopo l'autoproclamazione dello Stato di Israele. Altri profughi si aggiunsero dopo la guerra del 1967 fra Arabi e Israeliani e dopo il Settembre nero. Nel 1975 i Palestinesi in Libano ammontavano a circa 300.000. Fu anche a causa della presenza di un numero così ingente di profughi che la guerra civile scoppiò nell'aprile del 1975, lasciando il paese senza un effettivo governo centrale.

Beirut, (ﺒﻴﺮﻮﺕ, Baīrūt in arabo; Beyrouth in francese) è la capitale del Libano. La città conta circa 1.200.000 abitanti all'interno dei confini amministrativi, ma l'area metropolitana che si estende al di fuori di essi conta oltre due milioni di abitanti. Nonostante le gravi distruzioni causate dalla guerra civile libanese (1975-1990), Beirut era tornata ad essere la principale piazza finanziaria, bancaria, assicurativa e commerciale del Medio Oriente. Grazie alla sua storia cosmopolita, la città rappresenta inoltre un centro culturale e accademico di grande rilevanza. Beirut è sede della ESCWA (United Nations Economic and Social Commission for Western Asia) e degli uffici regionali per il mondo arabo della Organizzazione Internazionale del Lavoro e dell'UNESCO. Prima della presente situazione di conforto bellico la città era considerata come un probabile candidato per i XXXIII Giochi olimpici del 2024.

Le fattorie di Sheba'a, attengono a un'area agricola di 14 fattorie che si trovano a sud di Sheba'a, villaggio libanese sulle pendici occidentali del monte Hermon, punto d'incontro tra i Paesi di Siria, Libano e Israele. È lunga circa 14 km e larga 2, con altitudini che spaziano tra i 400 e i 2.000 metri. Si tratta di un'area molto fertile, dove vengono coltivati frumento, alberi da frutto e ortaggi. Il villaggio di Sheba'a, in territorio libanese, non fa parte dell'area agricola. La regione è rimasta sotto controllo israeliano anche dopo il ritiro, effettuato nel 2000, delle forze armate israeliane dal Libano meridionale. Attualmente viene amministrata come parte delle alture del Golan. I capi dell' Hezbollāh e il governo libanese considerano l'area come parte del Libano. Israele considera l'area come parte delle alture. La Siria considera la zona parte della Siria, in contraddizione ai termini d'armistizio del 1949.

Lo Stato d'Israele è una nazione situata in Medio Oriente sulla costa del Mare Mediterraneo. Esso confina con l'Egitto a Sud, la striscia di Gaza a Sud-Ovest, la Cisgiordania e la Giordania a Est, il Libano a Nord e la Siria a Nord-Est. La popolazione di Israele al 30 giugno 2004 era stimata in 6.921.400 abitanti. Israele è l'unico Stato a maggioranza ebraica al mondo. Nonostante l'esodo della maggioranza della popolazione araba nel 1948 e nel 1967, gli Arabi musulmani e cristiani, assieme ai Drusi, rappresentano oggi il 20% della popolazione. Israele fu fondato nel 1948; i suoi confini e la sua stessa esistenza furono, e sono tuttora, oggetto di molti conflitti con i paesi limitrofi, Siria, Libano, Giordania ed Egitto. Israele ha anche problemi politici per le richieste di autonomia del popolo palestinese.

La Repubblica Araba di Siria, (in arabo Al-Jumhuriyya al-'Arabiyya al-Suriyya الجمهورية العربية السورية, o Siria (Arabo:سوريا ), è uno Stato (185.180 km², 18.016.874 abitanti, capitale Damasco) situato nel Medio Oriente. Confina a nord con la Turchia, a est con l'Iraq, a sud con la Giordania, a ovest con Israele e Libano. Sempre ad ovest si affaccia sul Mar Mediterraneo.

La Repubblica Islamica dell'Iran, è un paese mediorientale, situato nel sud-ovest asiatico. Un tempo noto come Persia, l'Iran confina a Ovest con la Turchia e l'Iraq; a Nord con il Turkmenistan, l'Azerbaijan e l'Armenia, oltre al Mar Caspio; a Est con il Pakistan e l'Afghanistan, mentre a Sud è delimitata dal Golfo Persico e dal Golfo dell'Oman.

Hezbollāh, o Hizb Allāh, (ﺣﺰﺏ ﺍﷲ in arabo, ossia Partito di Dio) è un movimento politico sciita radicale del Libano, dotato di un'ala militare. In Libano il movimento è considerato alla stregua di un partito politico; i suoi candidati partecipano alle elezioni legislative e alcuni suoi rappresentanti siedono nella compagine governativa attualmente guidata dal primo ministro Fu'ād Siniora. La cosiddetta "ala politica" di Hezbollāh è inoltre molto attiva in campo sociale, gestendo una serie di attività e istituzioni che forniscono istruzione, assistenza sanitaria e sostegno economico alle famiglie meno abbienti.

In molti paesi arabi e non arabi Hezbollāh è visto come un movimento di legittima resistenza nazionale contro l'occupazione militare israeliane in Libano. Numerosi governi occidentali, inclusi gli Stati Uniti, includono invece Hezbollāh nella lista dei gruppi terroristici. Hezbollāh è stata classificata come organizzazione terrorista oltre che dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, dai Paesi Bassi, dal Canada, da Israele e dall'Australia.

La posizione dell'Unione Europea al riguardo è incerta: il Consiglio dell'Unione Europea, infatti, non ha raggiunto un accordo sull'iscrizione del movimento nella lista delle organizzazioni terroristiche, mentre il Parlamento europeo ha adottato il 10 marzo 2005 una risoluzione non vincolante che, di fatto, qualifica le azioni di Hezbollāh come terroriste. Numerosi governi occidentali accusano la Siria e l'Iran di sostenere militarmente, logisticamente ed economicamente Hezbollāh. Hezbollāh ha condannato alcuni atti terroristi, come gli attacchi dell'11 settembre 2001, i massacri del GIA in Algeria, gli attacchi compiuti dal gruppo al-Jamā‘a al-Islāmiyya contro alcuni turisti in Egitto e l'omicidio di Nick Berg. Hezbollāh ha espresso sostegno verso i gruppi radicali palestinesi, come Hamās e la Jihād islamica.

Forze di Difesa Israeliane, internazionalmente note con l'acronimo - (IDF) - Israel Defense Forces - dall'ebraico: - צבא ההגנה לישראל - Tseva ha-Haganah le-Israel (Esercito di Difesa di Israele) e spesso citate anche come Tzahal - צה"ל -, sono le forze armate di Israele.

Terrorismo, potrebbe essere definito come "una forma di azione violenta, tale da mettere in pericolo la popolazione civile, e quindi indurre una condizione di “terrore” diffuso così da ottenere alcuni risultati di tipo politico. Il termine terrorismo, è un termine entrato nell'uso comune a indicare la strategia del terrore. La definizione di terrorismo non è unica, e varia secondo il punto di vista. Chi da una parte è indicato come terrorista, dall'altra parte può essere considerato combattente per la libertà.

Le strategie del terrore sono plurime, ma hanno in comune l'incutere paura come mezzo per raggiungere uno scopo. Il terrorismo si attua mediante l'esecuzione di attentati, il cui obiettivo è spesso scelto in modo simbolico, in modo da amplificare al massimo la risonanza mediatica dell'azione. Attirare l'attenzione dell'opinione pubblica su una certa "causa" politica è spesso lo scopo principale che si prefiggono gli esecutori degli atti terroristici.

Āyatollāh Seyyed ‘Ali Hoseyni Khāmene’i (Farsi:سید علی حسینی خامنه‌ای) è nato il 15 luglio del, 1939, è l'attuale Guida Suprema dell’ Iran e ne è stato Presidente dal 1981 al 1989.

Per approfondimento

Sito ufficiale di Hizb Allah (inglese)

Forze Libanesi (in italiano)

Sito della massima autorità religiosa sciita Sayyed Mohammad Hussein Fadlallah. (arabo, inglese, francese)

Sanayeh Relief Center (centro di assistenza per sfollati) – (inglese)

Informazioni dal punto di vista libanese in tempo reale Updates on the aggression against Lebanon (inglese)

Ufficio dello Āyatollāh Seyyed ‘Ali Hoseyni Khāmene’i (inglese, francese, arabo, farsi)

Aljazira  Notizie del mondo (italiano)

Video

Raid missilistico a Beirut da parte delle forze militari israeliane. (17.07.2006)

Fotografia satellitare ad alta risoluzione del Libano e Medio Oriente

Fotografia_satellitare_Libano_e_Medio_Oriente.jpg

Puoi aiutare i bambini del Libano e di Gaza con un versamento tramite:

- cc postale n. 745.000, intestato a UNICEF Italia, causale "Emergenza Libano"

- cc bancario n. 000000510051, UNICEF Italia, Banca Popolare Etica, CIN R, ABI 05018, CAB 03200

- Numero Verde UNICEF 800-745.000

- Offerta presso i Comitati UNICEF di tutta Italia (indirizzi su www.unicef.it/comitati e sugli elenchi telefonici).

Scritto: da LuisB

 
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