MONDE LIBREnotizie varie dal mondo |
AREA PERSONALE
TAG
MENU
I MIEI BLOG AMICI
Post n°15 pubblicato il 20 Ottobre 2008 da spartan.x
|
Post n°14 pubblicato il 16 Ottobre 2008 da spartan.x
|
Post n°13 pubblicato il 14 Ottobre 2008 da spartan.x
Sono oltre il confine Fiutando l'aria Come un felino in caccia Cerco il tuo odore nel vento Mi par di sentirlo Ma è solo illusione Guardo quel tuo ritratto Da tempo, lo porto con me Mi par di udir la tua voce Ma è solo illusione La mente, rivede il tuo corpo Lo ambisce, lo vuole Il mio desidera esser voluto Bramato, amato Ma è solo illusione Le mosche mi ronzano in viso Dei miei occhi, si cibano Son giorni che giaccio Su di un sasso riverso Ora io per te Son solo illusione (Poesie di Renè) |
Post n°12 pubblicato il 10 Ottobre 2008 da spartan.x
|
Post n°11 pubblicato il 07 Ottobre 2008 da spartan.x
La definizione vecchio amore Da sempre è errata L'amore è fanciullo Non matura Non appassisce Quando un amore Diviene tenerezza, affetto E' gravemente malato Sta per morire Rimarra' il caldo ricordo Di una cocente passione Il tempo trascorrendo La renderà realtà idealizzata Incomparabile ad altre Immensa preziosa Menzogna dell'animo Cancro inarrestabile Del nostro egoismo (Poesie di Renè) |
Post n°10 pubblicato il 06 Ottobre 2008 da spartan.x
|
Post n°9 pubblicato il 06 Ottobre 2008 da spartan.x
L'umanità frettolosa Ci sfiora senza vederci Eppure ognuno nasconde in se Il medesimo desiderio La voglia di essere Per se stessi, per gli altri Inconsapevole agonia Troppo lunga per non comprendere Troppo breve per essere compresa Enorme grottesco privilegio Di una specie Incoronatasi pensante (Poesie di Renè) |
Post n°8 pubblicato il 01 Ottobre 2008 da spartan.x
La polvere ci mordeva la pelle, il freddo sembrava volerci mummificare, gli elicotteri andavano e venivano, era l'ora, la maledetta ora che sai quando giunge ma non sai se ritornerà a giungere. Ci sollevammo in un attimo, i ragazzi erano tesi, silenti, altri ostentavano sicurezza, ma il tono delle loro voci tradiva il terrore dell'ignoto. Le pale dei rotori ruotavano monotone quasi a volerci tranquillizzare. Erano troppi anni che mi occupavo di questo lavoro, nessun legame, troppe spiegazioni da dare, ad un'eventuale compagna. La solitudine era divenuta la mia migliore amica, mi induceva alla calma alla riflessione, ottima consigliera in ogni azione. Terminata la quale, stress,nervosismo, adrenalina, ti divorano corpo e mente, facendoti precocemente invecchiare. Togliendoti il sapore del vivere, donandoti la gelida certezza della morte. Eravamo in zona operativa. Giù, nel vuoto, per una fune, scomparire nel buio in un attimo, per non essere individuati. Le cinque squadre in contatto fra loro si organizzavano per l'attaco. In bocca sapore di ferro e polvere, questo è il sapore della paura. I muscoli tesi, fino a far male,pronti per l'azione. In pochi secondi attachiamo le sentinelle, entriamo nelle tende, granate accecanti, assordanti,fumogeni, raffiche di mitra, colpi singoli, urla lamenti, scompiglio. Ok ,gli ostaggi sono tutti salvi. Gli altri, alcuni, ci hanno lasciato le penne, due di noi feriti non gravi, difficile stabilire ,se colpiti da noi stessi ,o dagli altri ,in quel marasma. Caricati sul velivolo gli ostaggi che ci ringraziano in stato confusionale, guardandoci attraverso i passamontagna che coprono i nostri volti, torniamo alla base. Ora i ragazzi anche se dolenti, feriti, si guardano, scherzano tra loro, battute, pesanti, si beve alcool, si fuma, l'adrenalina bolle nei nostri corpi per smaltire. I miei occhi si soffermano sul pacchetto di sigarette d'un ragazzo, nuoce gravemente alla salute, c'è scritto. Rido, forte, faccio notare ai miei collaboratori quel che ho letto, è un ridere generale, è l'allentarsi della tensione. Ricordo quando iniziammo con il nostro primo incarico, ci dissero, sarete ben pagati, lo fummo, dimenticarono di dirci che saremmo stati pagati per morire, per vivere nel buio, in solitudine. Unica soddisfazione ,salvare la vita di sfortunati che se rimanessero nel loro paese ,evitando questo modaiolo turismo di guerra, non andrebbero incontro a certe sgradevoli esperienze. In occidente, non vi rendete conto che qui una famiglia vive con 60 dollari al mese, pertanto rapire turisti ,è sfamare i propri figli e in altri casi finanziare la rivoluzione popolare. Per tentare di migliorare. |
Post n°7 pubblicato il 28 Settembre 2008 da spartan.x
Ormai la stanchezza stava avendo la meglio ,la lotta impari contro i flutti ,mi aveva fiaccato ,solo il sorriso della sirena ,mi spingeva verso la riva ,ma ogni volta che lei mi tendeva le sue braccia ,un onda si impossesava di me ,brandello di carne umana. Perchè proprio ora avrei dovuto morire, ora che l'immagine di lei mi dava la forza di lottare, era finita, l'acqua iniziò ad entrarmi nei polmoni affogavo. La vidi, bella, agile, venire verso di me ,sorrisi era il buio ,il freddo ,la morte, mi lasciai scivolare verso il fondo, quando ecco un dolore fortissimo alla testa ,un bagliore ,di nuovo lei, follia dell'agonia,son morto. Incredibile storia di marinaio, pensai al risveglio, dolorante e ferito dappertutto, lei era li, su di me,mi accudiva. Una splendida fanciulla, dal colorito ambrato ,con i suoi occhi verdi come il mare all'alba, lineamenti gentili e perfetti come una statua del Canova, il suo corpo morbido e sinuoso ,si muoveva sfiorando il pavimento come volasse. Nefer era il suo nome. L'amai in quell'attimo. Iniziò il periodo migliore della mia vita ci svegliavamo nel nostro dammuso, guardavamo il mare tenendoci avvinghiati, quasi il timore di perderci. La notte lei per me danzava alla luna, cantando, volava leggera nell'aria ,nel mentre io la osservavo vivendo la nostra storia. Ci amavamo con passione ,senza ritegno alcuno, perquisendo ogni piega del nostro corpo, collezionando orgasmi e nuotando nel piacere che solo l'amarci ci donava. Da tanta bellezza nacque un bimbo meraviglioso. Ed ora io son qui, con mio nipote, scrivendo la storia di Nefer e Renè che si amarono per tutta la vita e continueranno a farlo nei raggi del sole. (Nefer ti amo Renè) |
Post n°6 pubblicato il 28 Settembre 2008 da spartan.x
Anni ed anni trascorsi in mare ,avevano precocemente invecchiato la mia pelle, ma l'anima,sempre come un bambino, alla ricerca di miti tesori e avventure. Ecco l'ultimo imbarco, era finita, finalmente avrei potuto acquistare la mia piccola barca a vela. La osservavo eccola li ad attendermi, vecchia e ben tenuta, come me,il suo comandante. Il sogno si realizzava, ma era incompleto, mancava lei,la donna, compagna della mia vita.Molte ve ne erano state, di tutti i colori, a tutte le latitudini,ma nessuna che facesse scattare in me, il magico attimo della follia che si trasforma in amore.Finalmente tolsi gli ormeggi per veleggiare verso l'Africa, lo scafo solcava sicuro il mare la scia bianca gorgogliava contro il fasciame. Che pace li tra mare e cielo. Il sole pian piano scomparve all'orizzonte. Fissai il timone e decisi di riposare qualche ora. Mi assopii in un attimo. Sognai spiagge lontane. Fui svegliato da scrosci violenti, corsi sul ponte, pioveva, il vento piegava rischiosamente l'imbarcazione. Governai pericolosamente per ore gli strumenti in avaria, ecco l'alba per fortuna,in lontananza vidi una perla nera sorgere dalle onde della burrasca,diressi la prua verso di lei, era la salvezza. Mentre mi avvicinavo non vidi degli scogli affioranti ma ne sentii la forza che scuarciava i fianchi dell'imbarcazione. In un attimo mi ritrovai a nuotare come un disperato verso terra, non ce la potevo fare, ateo da sempre, imprecai dei e demoni. Allorquando vidi, o mi sembrò di vedere una sirena sugli scogli che si sbracciava verso di me. Ero pazzo, non avevo ne bevuto, ne fumato niente di che, per gli dei la vedevo. Sicuramente deliravo, era follia o solo l'anticamera della morte. Nuotavo impotente, guardando quella figura che mi affascinava, mentre le onde mi trascinavano ovunque. Solo un pazzo romantico come me, poteva credere d'aver veduto la mitica sirena. Soltanto io,in un momento del genere,potevo sentirmene attratto,tanto da amarla. .... continua |
Post n°5 pubblicato il 21 Settembre 2008 da spartan.x
Come sei carina,sei proprio bellina, che bei capelli, me lo ripetevano ovunque, osservando nello specchio,le mie forme d'adolescente cominciai ad apprezzarmi. Era piacevole sentirsi così ammirata da tutti, gli inviti alle feste fioccavano, i ragazzi mi chiedevano appuntamenti. Ero felice che la natura mi avesse regalato il dono della bellezza. Un giorno, sola in casa, venni raggiunta dal marito di mia zia. Mi aveva portato in dono, un magnifico abitino di seta, lo indossai immediatamente,voleva vedere come mi stesse. Non appena davanti a lui per mostrarmi, in un attimo mi fu addosso, mise la mano sulla mia bocca per non farmi gridare, ero smarrita, semisoffocata, la stanza mi girava attorno. Fui messa prona sul tavolo della cucina, immobilizzata dal terrore e dal peso del corpo di quel maiale che mi schiacciava, non capivo nulla, ero terrorizzata, tremavo, piangevo, mi raccomandavo. In quel mentre sentii la sua mano fra le gambe strapparmi le culotte e un gran bruciore lacerante invase il mio ventre, durò tutto un attimo, lui mugugnò qualcosa, e si accasciò ansimante. Che schifo quel liquido caldo che colava sulle mie gambe. Mentre se ne andava disse:- Ora sei una donna. Non capii nulla, so soltanto che da allora non ho più voluto aver a che fare con gli uomini. Riesco a comunicare esclusivamente con il mondo femminile anche se per noi che abbiamo scelto di vivere così è tutto difficile, persino una passeggiata mano nella mano. Tutti ci osservano come bestie aliene, non comprendono, non vogliono forse. Ma noi non disturbiamo nessuno. Chissà perchè ritengono più normale il bavoso che fa la mano morta sul bus. Siamo nel terzo millennio eppure è tutto così medievale. La Santa Inquisizione sembra ancora esistere ed operare anche se sotto mentite spoglie. Ma oramai noi donne, solo donne, siamo forti,unite e ci dovranno stare a sentire. Basta con le discriminazioni. Un saluto a tutte quelle persone che civilmente comprendono come una società si componga di molteplici sfumature e non di sole due categorie, o maschi, o femmine. Guardatevi dentro e non temete di riconoscervi. Siamo cio che siamo e non quello che decidono altri si debba essere. |
Post n°4 pubblicato il 21 Settembre 2008 da spartan.x
Iniziai a vivere in un ambiente dove tutto è il contrario tutto, difficile adeguarsi, ma si sa per lavorare si è costretti ad accettare, tutto sommato era sufficiente dire signorsì sissignore ai superiori, farsi amare e rispettare dagli inferiori, evitare scontri diretti. Per me che avevo studiato le fonti del diritto sembrava tutto così ridicolo. Il tempo passava,giorno dopo giorno, in un monotono susseguirsi di piatta quotidianetà. Fino a quando ci ritrovammo in zona di guerra, missione, opportunità di guadagnare qualche soldo in più, finalmente. L'impatto con la realtà non fu dei migliori, non era come nei films, la popolazione ti odiava, ti sputava addosso, pur accettando,cure ed aiuti alimentari che offrivamo loro, ci offendevano in una lingua a noi incomprensibile. Ogni tanto ci trovavamo nei pressi di focolai di guerriglia, i colpi fischiavano, esplodevano, la paura ci bloccava, per poi farci correre alla ricerca di un riparo. Per la prima volta vidi strani proiettili che perforavano tutto come fosse burro. Scoprii più tardi trattarsi di uranio impoverito, innocuo mi dissero, credetti, come tutti gli altri, continuammo a lavorare. Due anni dopo la missione sopravvennero strani disturbi, dissero, leucemia, il mondo mi cadde addosso, eravamo in molti, nessuno ci volle riconoscere la causa di servizio. Come avvocato iniziai la battaglia per me ed i miei commilitoni, li vedevo morire, giovani, lavoratori disperati, sogni spezzati, vite distrutte. Qualcuno l'avrebbe dovuta pagare, ne ero convinto, fiducioso sostenitore della democrazia, della legge, dello stato. Non vidi accadere nulla, un muro di gomma, perdemmo persino l'impiego. Ora sono qui, vi scrivo consapevole di aver tutto errato, in attesa che sopravvenga la morte,a mettere fine a tante sofferenze, di gente che come me ha semplicemente cercato di procurarsi un lavoro.Giovani vite spezzate, giovani donne già vedove, bimbi senza padri. Non dimenticateci, abbiamo soltanto avuto la colpa di credere,di poter esistere. |
Post n°3 pubblicato il 20 Settembre 2008 da spartan.x
Iniziarono a dirmelo a 6 anni, studia, studia, lo feci, brillantemente mi diplomai, altrettanto mi laureai, giurisprudenza. Fiducioso, non avevo considerato le mie umili origini, non ero figlio o nipote di avvocati, notai, magistrati, pertanto irta la china, insuperabile l'ascesa. Dopo il periodo di praticantato, sfruttato a lavorare gratis nei tribunali per i prestigiosi studi legali associati, mi ritrovai pieno di entusiasmo, iscritto all'albo professionale, finalmente anche io avvocato, come risuonava importante per me il suono di quella parola, feci stampare i primi biglietti da visita della mia vita. Inutilmente distribuiti, esposti, regalati a faccendieri, nella speranza di poter iniziare la professione. Costretto a lavorare come istruttore ginnico nelle palestre per mantenermi, ma in quanto alla professione di avvocato nemmeno a parlarne a pagamento, gratis si, amici, conoscenti, mediocri studi professionali che dispensavano solo promesse nel tempo. Un giorno disperato gettai la spugna, mi arruolai, se non altro avrei potuto contare su uno stipendio, una regolare carriera, finalmente avrei potuto sposare la mia Michela e sommando insieme i nostri stipendi mettere su famiglia. Entrai in un mondo sconosciuto, folle, dove il buon senso resta fuori delle caserme.....continua |
Post n°2 pubblicato il 20 Settembre 2008 da spartan.x
Uscita dalla Metro per tornare a casa, dei passi si accodano ai nostri, il cuore inizia a battere più veloce. Abbiamo voglia di voltarci,per vedere chi sia,ma il timore ce lo impedisce. Acceleriamo il passo e con esso il respiro, il cuore spinge nel petto, allunghiamo l'andatura. Dietro di noi sempre più vicini quei piedi avanzano. Vorremmo iniziare a correre, stringiamo la borsetta, ci guardiamo attorno, nessuno. Le auto ci sfiorano, sembrano non vederci, possibile non ci notino, o è solo menefreghismo.Sentiamo il sudore freddo affiorare, la paura si sta impadronendo di noi, dobbiamo controllarla, ma lei sta esplodendo. Vediamo in lontananza dei ragazzi speriamo di raggiungerli, ci fermeremo li, aumentiamo ancora l'andatura. Quando ecco al nostro fianco,il respiro dell' inseguitore ci sfiora, affannato, temiamo il peggio siamo irrigidite, richiamiamo a noi tutte le energie, per fare qualcosa, ma cosa. L'affannoso respiro ci supera, ormai stressate, con la coda dell'occhio scrutiamo lo sconosciuto, tranquillo lavoratore in sovrappeso, con un viso bonario, da padre di famiglia. Già ma neppure di questi ci si può più fidare, iniziamo a rilassarci, la tensione si allenta, siamo prossime al gruppo di ragazzi, sorridiamo, instupidite dalla tensione. Raggiungiamo casa, ci eravamo allarmate per niente, stiamo per aprire il cancello del giardino condominiale, quando il respiro non attraversa più la gola, ci stanno stringendo, forte. Accade tutto in un attimo, calci pugni schiaffi, gettata a terra vicino alla siepe il branco è sopra, a terra immobilizzata, abusano di me, non capisco, è incubo, realtà, confusione, panico, rabbia, inerme sotto la brutalità animale, svengo. Dolorante, a terra, osservo il cielo stellato, unico testimone, non c'è più nessuno, sono andati via, vorrei la terra mi ricoprisse, vergogna, smarrimento. Qualcuno parla, mi aiuta ad alzarmi, ricoprendomi con qualcosa, ho freddo, tremo dolorante. Arrivano le forze dell'ordine,domande martellanti, quanti erano, come parlavano, italiani, stranieri, come erano vestiti, alti, bassi,non so nulla non ricordo. Vengo invitata a recarmi in ospedale, sono affranta. Beh certo, signorina anche lei, con questa minigonna!? Mi interpella un anziano graduato, l'unica cosa che mi viene da dire è, vaffanculo. Sono trascorsi 7 anni dal fatto, ora sono una donna non più una fanciulla,ma porterò per sempre dentro di me, i segni di quell'atroce esperienza. Nel mentre nulla è cambiato,come la mia altre storie hanno imbrattato le notti e le vite delle donne. Si continua a parlare, parlare, emergenza sicurezza, rapine, furti di appartamento, scippi violenti, truffe ad anziani. Noi non giriamo con la scorta, non ci sono vigilantes nel nostro giardino, non andiamo in discoteca con il body guard. Noi,siamo gente comune che lavora, per sopravvivere, noi possiamo anche soffrire, ma non dobbiamo morire, perchè dobbiamo continuare a produrre benessere per le classi privilegiate. |
INFO
CERCA IN QUESTO BLOG
ULTIMI COMMENTI
CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
Inviato da: donnaisabella
il 27/02/2010 alle 19:29
Inviato da: arvigo17
il 10/11/2009 alle 20:37
Inviato da: karmaluna0
il 01/11/2009 alle 11:39
Inviato da: sms12
il 24/10/2009 alle 11:24
Inviato da: Anonimo
il 23/10/2009 alle 02:37