Creato da anchise.enzo il 30/01/2012

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Violenza inaudita

Post n°83 pubblicato il 20 Marzo 2012 da anchise.enzo

 

 

   

 Come furie selvagge perquisivano il paese  le armate tedesche, senza pietà per quella misera popolazione, che ormai non aveva più nulla da offrire all’avido rude occupante.

 Solo qualche anno prima una coppia di poveri contadini era riuscita ad acquistare un asino per poter trasportare la legna dal bosco fino al paese.

 Quando Antonio e Nicola erano finalmente giunti alla maggiore età, il padre aveva fatto  finalmente il grande sforzo di indebitarsi,  pur di acquistare per  il faticoso  lavoro dei figli  la necessaria vettura.

   Quando  gli affari sembravano andare bene e potevano  sperare  di mettere qualcosa da parte per estinguere il debito il destino riservò loro una sorpresa.

   Una  notte, anche per loro arrivò l’indesiderata visita  dei soldati tedeschi per requisire  il loro asino, un ruffiano, loro concorrente nel commercio della legna,  aveva indicato ai tedeschi il nascondiglio dell’animale.

   L’animale fu preso dai soldati e condotto in riva al fiume, dove,  in un ampio recinto i soldati tenevano sotto la scorta di due sentinelle  ogni sorta di animale : cavalli, muli, pecore, porci,  prelevati ai contadini per assicurarsi sia il   trasporto delle loro armi  e, inoltre,  godere del quotidiano rancio durante la precipitosa fuga verso il nord.

   I baldi fratelli, pur di non vedere piangere il loro anziano genitore per il grave furto subito, armati di  gran coraggio, sfidarono le sentinelle tedesche a guardia degli animali, si intrufolarono in piena notte nel recinto, riconobbero l’asino , sciolsero lentamente la briglia che teneva legato la loro bestia ad un palo  e, quando ormai pensavano di avercela fatta, una delle due sentinelle intimò improvvisamente l’alt col mitra spianato.

Vistosi scoperto, Antonio prese a fuggire, ma venne prontamente riacciuffato dalla  sentinella .

 Nicola che era rimasto nascosto dietro un cespuglio ad attendere Antonio, avendo  scorto improvvisamente il fratello in  grave difficoltà si era precipitato contro la sentinella spintonandola nel fiume.

 La sentinella cadde in acqua e cominciò ad annaspare, non sapendo nuotare gridò disperatamente aiuto, e subito Antonio, tuffatosi  in acqua lo riportò  a riva.

 Quando il salvato e il salvatore giunsero a riva, con viso beffardo l’altra sentinella finse riconoscenza  e prese a complimentarsi con il salvatore. Per gratitudine verso di lui decise che gli avrebbe ridato il suo asino, ma intanto bisognava festeggiare l’avvenuto salvataggio del compagno. Perciò lo pregò di procurare una buona bottiglia di rosso, che Antonio andò a prendere a casa.

   L’ingenuità di Antonio era stata grande quanto il suo buon cuore, quando raggiunse felice il fratello per festeggiare insieme ai tedeschi l’avvenuto salvataggio e il recupero della loro vettura, Nicola aveva  già completata l’opera ordinategli dalle guardie, avendo  dovuto scavare la fossa che li avrebbe visti,   dopo un solo colpo alla nuca, sepolti abbracciati, così come li trovava a letto la loro mamma ogni sera.

 Quella loro mamma, che in seguito, per il gran dolore, impazzì.

     

 
 
 
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