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Pellegrinaggio a piedi di Km. 130 per San Michele Arcangelo

Post n°89 pubblicato il 14 Maggio 2012 da anchise.enzo

Toresi sulle orme di San Francesco: a piedi alla grotta di San Michele
AssociazioniIl C.A.I. (Club Alpino) di Campobasso quest’anno ha organizzato IL CAMMINO DELL’ARCANGELO per ripercorrere a piedi sulle orme degli avi le antiche vie del pellegrinaggio verso il santuario di S. Michele del Gargano.



Si è voluto penetrare a fondo questa pratica devozionale consistente nel recarsi a piedi verso un santuario per atto di culto e devozione.

Non tutti coloro che hanno aderito a tale iniziativa hanno sentito tale finalità , però , giorno dopo giorno, tra dure fatiche, sudore e mille precarietà , ritrovandosi ogni sera presso un altare sempre diverso, sono stati sollecitati ad intime riflessioni .

Chiaramente, come membri del CAI, ha interessato conoscere loro, e valutare, il “Cammino dell’Arcangelo”, che, partendo da La Verna (PG) giunge per tappe fino a Monte S. Angelo, attraversando anche Toro, e loro ne hanno percorso le sei tappe finali in sei giorni , dapprima in solo 12 (fra uomini e donne ) e poi aggiuntisi altri fino a venti alla meta garganica.

Prima tappa : 1-05-2012: Pietracatella- S. Marco la Catola -L’Avellaneta: Km. 28
la loro avventura ha inizio alle ore 7,00 del 1 maggio, allorché si sono ritrovati in 12 ed un cane alle porte di Campobasso per radunarsi, quindi, si sono portati a Toro per ricevere il saluto del Sindaco e apporre il primo timbro sulla credenziale.

Giunti a Pietracatella, sono stati accolti dal sindaco e da alcune persone che si offrono volontari per l’accoglienza dei pellegrini. Quindi, si sono avviati lungo la vallata del Tappino per raggiungere il bivio di Gambatesa e percorrere il tratturo a ridosso del fiume Tappino . Passato il Ponte 13 Archi sul l fiume Fortore, sotto un sole spietato hanno raggiunto l’irta e dura salita della Strada che conduce a S. Marco La Catola. Attraversando il paese, la delusione di non trovare un bar aperto per dissetarsi li ha prostrati un po’, ma dopo aver percorso i primi 28 Km , giunti esausti e doloranti l’accoglienza di Roberto all’agriturismo L’Avellaneta li rinfranca , unitamente ad una doccia molto desiderata.

Seconda tappa: 02/05/2012, L’Avellaneta - Castelnuovo della Daunia di Km. 16
Dopo aver degustato una buona colazione e provveduto alla preparazione dei panini che li sfameranno lungo la strada, si inoltrano lungo il bosco che conduce a Monte Sambuco. La carente segnaletica del percorso e l’asperità della boscaglia li costringe più volte e rettificare il percorso, in compenso il sentiero ombroso li conforta e li distrae nel contempo. Si fermano incantati e attoniti sulle alture del Monte Sambuco a rimirare un vastissimo panorama, comprendente tutto il Molise e parte delle sue regioni circostanti. Giungono all’abitato di Castelnuovo della Daunia alle ore 17,30 e in fila indiana attraversano il paese per giungere fino ad un bar della piazza dove si dissetano . Arrivati al convento dei frati francescani , aperto eccezionalmente per loro, Padre Bernardino li sistema nelle celle del convento. Dopo essersi sistemati scendono nella bella chiesa dove il sacerdote officia una messa appositamente per loro. Seguirà la cena con altri due ospiti e il meritato riposo.

Terza tappa: 03-05-2012, Castenuovo della Daunia - Torremaggiore Km. 21
Partiti in mattinata dal convento di Castelnuovo, si sono diretti verso Torremaggiore. Intanto dalla piana si comincia a scorgere la sagoma del Gargano, mentre infiniti filari di olivi secolari, appena potati, li attraggono e li distraggono con la loro seducente bellezza e lungo le scarpate stradali milioni di fiori variopinti ci riempiono di candidi profumi. Grossi latifondi di grano, ancora tenero e verde, accompagnano il nostro cammino intervallati da ordinati vigneti e qualche campo di impianti fotovoltaici. A metà percorso facciamo una sosta all’ombra dei pini, dove ci raggiunge, inaspettato, Padre Nicola con pacchi di Yogurt . Sarà lui ad accoglierli nel pomeriggio al suo convento di Torremaggiore. Alle ore 21 padre Nicola, che vive solo in convento, li prepara una buona cena dopo averci fatto visitare il bel convento.

Quarta tappa : 04-05-2012, Torremaggiore - Stignano di km. 28
Si parte presto da Torremaggiore per continuare il cammino sulla statale. La tappa è lunga e appesantita dalla forte calura. Giunti alla minuscola isolata stazione ferroviaria di San Marco in Lamis, si incontrano col folto Gruppo Cai di Benevento, una cinquantina di elementi che sono alla loro quarta edizione del cammino dell’Arcangelo. Qui sono stati raggiunti da tre toresi: Fernando, Peppe e Nicola, che si uniranno a loro nel cammino. Giungono nel pomeriggio nella masseria dei molisani Colantuono, posta alle falde del Gargano, dove stanno ultimando la transumanza in terra pugliese per riprende a fine maggio il cammino inverso per Frosolone. I Colantuono li accolgono con i loro ottimi caciocavalli, vino fresco, bibite e torte. Qui ritrovano gli amici del CAI di Benevento che giungono insieme a loro nel vecchio austero e bel convento di Stignano, che pur bello non ha anima a causa dell’assenza dei frati, ora gestito da comunità di giovani ex drogati.

Nella grande chiesa si assiste alla messa tutti insieme, dopo aver fotografato ogni angolo del bel chiostro inferiore, ricco di affreschi e il sovvrastante chiostro dal colonnato severo che accoglie le celle, in una delle quali ben cinque pellegrini saranno artefici di un concerto notturno di grandi russatori. Durante la cena, nel refettorio fraternizzano con gli amici beneventani.

Quinta tappa: 05-05-2012, Stignano - San Giovanni Rotondo di km. 18
Partono dal convento di Stignano, dopo aver consumato la colazione nel refettorio . Una vegetazione spontanea di rovi e olivastri e mandorli spuntano da una terra con molte rocce levigate artisticamente dal vento e pioggia. Il gruppo di Benevento parte prima di loro perché opta per il sentiero della montagna, mentre loro seguiranno la statale pedegarganica che conduce verso l’abitato di San Marco in Lamis, dove, lungo la strada incontrano in senso inverso un gruppo di Pellegrini col vessillo dei Coltivatori Diretti e la croce. A San Marco appongono il timbro alla Chiesa de Sette Dolori. Salendo dolcemente verso il monte arrivano all’antico austero santuario di s. Matteo - convento dei frati minori, che li accolgono e ci danno il benvenuto , Dopo aver ricevuto la benedizione da Fra Nicola,con l’ aspersione di olio santo sulla fronte riprendono il cammino sulla statale, sulla quale sfrecciano moto e auto a grande velocità , perciò è auspicabile che si metta in sicurezza. Quando scorgono la città di Padre Pio, sono in altura, dove si domina tutta la piana della Capitanata . Imponente appare loro il nuovo complesso che accoglie le reliquie del frate del Gargano, opera ardita di architettura di Renzo Piano e rivoluzionaria per i materiali utilizzati . Dopo la visita ai luoghi di P.Pio, scendono fino alle porte del paese dove le Suore Cappuccine danno loro ospitalità in belle camere linde.

Sesta tappa : 06-05-2012, San Giovanni Rotondo - Monte S. Angelo di km. 22
Riprendono il Cammino attraversando tutta la cittadina, fino al cimitero, diretti ormai a passo svelto verso l’agognata meta della Grotta Sacra di San Michele. Il rombo di assordanti moto in veloce passaggio sulla statale li impaurisce quasi, mentre la strada sale sempre più. Ad un bivio si fermano per il ristoro e grande è la sorpresa di notare un mezzo lଠappostato con la bandiera del CAI ad offrire prelibatezze pugliesi. Quindi prendono finalmente una stradina sterrata che li condurrà su un monte dal quale scorgono tutto il golfo di Manfredonia. Il profumo dei fiori si riverbera nei loro animi felici. L’arrivo alla Grotta è solenne e meritata è la benedizione e, soprattutto il “Testimonium”, documento medievale del vero Pellegrino che ha raggiunto la Grotta Santa a piedi ,dopo aver esibito al Priore tutti i timbri raccolti lungo il cammino nella credenziale. La santa messa suggella ormai la loro grazia spirituale e la gioia di aver adempiuto al più affascinante pellegrinaggio a piedi, dopo quasi un secolo dai loro avi che lo percorrevano annualmente sui tratturi con canti e litanie di giubilo.

Il santuario è stato visitato da S. Francesco, come recita una lapide, ma anche da papi, santi, e milioni di fedeli, tutti per impetrare il perdono dai peccati e la protezione dal male dall’Arcangelo. La chiesa ricavata da una profonda grotta è impressionante, come riporta una iscrizione in latino sul portate destro, che tradotta recita: “Impressionante è questo luogo, qui è la casa di Dio e la porta del Cielo”

E’ la prima volta che una lunga escursione li riporta storicamente e spiritualmente ai vecchi camminatori di un tempo quando solo un cavallo o un carro permettevano vincere la grande fatica di questo cammino unico nel suo genere.

Vincenzo Colledanchise































Nota: Foto Vincenzo Colledanchise
Postato il Domenica, 13 maggio 2012

 
 
 
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