Creato da monellaccio19 il 12/10/2010
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Messaggi di Febbraio 2020

UNA MEDAGLIA E DUE FACCE

Post n°3482 pubblicato il 20 Febbraio 2020 da monellaccio19
 
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Che strano paese il nostro: pronti a tutto, disposti a creare con pazienza certosina, casi eclatanti e storie esaltanti pur di discutere, inchiodare alle responsabilità il colpevole di turno, pronti a vendicarci di chi ci stia antipatico. Basta una notizia, basta lavorarci su malignamente e man mano che la notizia passa da un commento all'altro, diventa una bomba esplosiva. Certo, dietro v'è una verità innegabile e accertata, ma da quella verità a quanto poi si definisce nel tempo, c'è spesso tanta infamia, offese e cinismo, che per il soggetto "preso di mira" non c'è scampo.  Il comandante Schettino, ebbe a far schiantare la gigantesca nave sotto il suo comando, sugli scogli dell'isola del Giglio. La storia tragica e drammatica la conosciamo tutti, lui ha avuto le sue gravi responsabilità e sta pagando per le sue colpe. Comunque, sto citando Schettino perché c'è un fil rouge che lo lega a un suo collega: la cittadina Meta di Sorrento (NA). A bruciapelo vi chiedo, senza cercare su internet: "Sapete chi sia Gennaro Arma?". E' il comandante della grande nave "Diamond Princess" bloccata dal  5 febbraio nel porto giapponese Yokohama, con a bordo oltre 3.700 persone a causa del "coronavirus". Ebbene, sosta forzata e necessaria per trattenere eventuali vittime colpite del virus, la nave nel tempo è rimasta ferma e pronta alla collaborazione per affrontare il problema con le autorità nipponiche. I giorni non passavano mai, lentamente si ottenevano i risultati per tutti i presenti a bordo: lavoro paziente nonostante l'insofferenza di alcuni passeggeri che si lamentavano del fermo. Ebbene, moltissimi hanno lasciato la nave e trasportati con voli speciali e protetti verso Inghilterra e America, altri son rimasti ma rientreranno quanto prima, insomma, si sta facendo il possibile per riportare tutti nei paesi di provenienza. Una sola persona rimarrà fino a che l'ultimo passeggero non abbandonerà la nave per tornare a casa: il comandante Gennaro Arma di Meta di Salerno. Lui ha scelto da buon comandante e secondo le leggi marinare, di restare al suo posto di comando. Lui è compaesano di Schettino e al contrario del suo collega, sta facendo il suo dovere fino in fondo. Su questa persona, state leggendo o apprendendo notizie che lo riguardino da vicino? Avete notato scoop giornalistici, grandi e particolari lodi con descrizioni motivate dal suo gesto che lo identifica come un grande professionista e un perfetto uomo di mare? No, non se l'è filato nessuno o quasi, mentre su Schettino si scatenò l'inferno e non sempre a giusta ragione. Concludo: a noi i gesti, le decisioni e le scelte di un uomo normale e doverosamente attaccato al suo lavoro, non interessano! A noi piace "sputtanare" tutto ciò e chi ci sta sulle palle; su una verità, ne costruiamo tante altre false da aggiungere al brodo e porgerlo in pasto all'opinione pubblica. Così si fottono gli uomini e le loro vite, il loro lavoro e soprattutto il loro futuro. Meditate gente, meditate perché tutto ciò sta diventando prassi, normalissima prassi quotidiana. 

 
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VOSTRO ONORE: QUANTO COSTA UN VAFFA?

Post n°3481 pubblicato il 19 Febbraio 2020 da monellaccio19
 
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La consuetudine del termine, la ricorrente praticità dialettica nel linguaggio comune, dove il vaffa rientra con il suo valore etimologico e etico, ci hanno consentito spesso e volentieri l'uso sfrenato del vaffa (l'elusione ormai è libertà linguistica) in tutti i discorsi, in tutte le circostanze e senza alcuna perplessità verso i beneficiari del vaffa e di tutti coloro che sono costretti a recepirne l'uso comune. Ahinoi, ci sono tuttavia, situazioni magari particolari, in cui parte un vaffa alla volta di qualcuno e improvvisamente ci si trova imbrigliati in una causa che sarebbe meglio evitare.  Un professore pubblica un post su Mattarella, usa termini poco cortesi sul Presidente e nella sfilza dei commentatori si intromette un carabiniere con l'intenzione di difendere il nostro Capo dello Stato. Nella diatriba tra i due si infilano altri ancora e alla fine, dal carabiniere che difendeva strenuamente Mattarella, parte un vaffa alla volta del prof. Lui non ha voluto tenerselo il vaffa e ha trascinato l'uomo in tribunale. Tutto è stato basato sui diritti  della critica politica in quanto sono consentiti toni aspri di disapprovazione più pungenti di quelli comunemente usati negli altri contesti e questi non possono mai trascendere nelle offese gratuite. La critica è consentita se resta limitata ai fatti ed è espressa con un linguaggio corretto e mai volgare. Se va oltre, fino all’invettiva, non è più legittima, come è stato ritenuto nel caso di specie. Pertanto, il solo fatto che il professore non abbia reagito ai commenti violenti degli altri utenti, non significa che vi abbia aderito né che la scomposta reazione del carabiniere possa ritenersi giustificata. A questo punto, il carabiniere nonostante la strenua difesa del Capo di Stato, ha dovuto accogliere la multa per soddisfare la richiesta del danno subito dal prof, qunatificato in 2.000 euro. Regolatevi, sappiate che oggi con la crisi che c'è, anche un vaffa può avere il suo prezzo! La gratuità scompare e inoltrarlo a "chicche  e sia" è una bella spesa. Il bello è che quando lo diciamo ci può costare, quando ne siamo i beneficiari, è sempre gratuito, lo impachettiamo e ce lo portiamo a casa. 

 
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FATTI E MISFATTI DAL 41 BIS

Post n°3480 pubblicato il 18 Febbraio 2020 da monellaccio19
 
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Sapete quanto il problema giustizia, per tante sue sfaccettature, stia facendo discutere il governo e noi italiani. Specie sulla prescrizione ci sono scuole di pensiero diverse e contraddittorie. Vedremo come si affronterà in aula la soluzione, intanto, a confermare come la giustizia in Italia funzioni male e convinca poco, vi sono fatti, avvenimenti e definizioni che nel lungo tempo esprimono conclusioni inaspettate, assoluzioni impreviste e trattamenti poco attinenti alla rigidità dovuta a soggetti poco affidabili. Leggiamo di tanti che ne escono puliti nonostante inchiodati da prove schiaccianti, di valutazioni giudiziali poco consoni alla realtà dei fatti, ma molto "amichevoli" nell'interpretazione dei fatti, insomma per non annoiarvi, conoscete bene il cattivo funzionamento della nostra giustizia non solo per i tempi biblici, ma anche per le aspettative di chi conta molto nelle condanne e rimane deluso per l'eccessivo garantismo e le sentenze emesse per "amici" che meritano interpretazioni fuori da ogni logica, ma esattamente congegnate dal giudice compiacente. Un episodio accaduto qualche giorno fa, forse passato inosservato per coloro che non approfondiscono e si contengono per comprendere fatti e storie di questo paese, ha meravigliato molto i lettori che si sono addentrati nella lettura. Giuseppe Graviano, boss del mandamento di Brancaccio a Palermo, in galera dal 1994 e condannato al 41 bis, è un grosso personaggio della mafia siciliana. Coinvolto in tanti loschi affari e sotto pressione per una serie di confessioni che centellina perfettamente con una lentezza esasperante, mentre era in collegamento video durante una fase processuale e sotto interrogatorio del procuratore,  ha ammesso candidamente di aver concepito un figlio nel 1998 (era al carcere duro dal '94) e non ha voluto aggiungere molto a questa sua ammissione perché sono fatti personali. Orbene, la domanda nasce spontanea: "E' uscita una provetta con il suo liquido seminale dal carcere, oppure la moglie è entrata in "cella" per consumare un rapporto che seguiva il loro matrimonio? Lui su questo non risponde precisamente, quasi a beffeggiarsi dei giudici dice: "Non abbiamo dormito insieme in cella, non volevo che i miei figli nascessero in Italia e infatti sono nati in Svizzera dove mia moglie ha partorito". Insomma e in parole povere: Graviano era all'epoca rinchiuso all'Ucciardone, in pieno regime del 41 bis, pare che la donna sia entrata nel settore proibito chiusa in un cesto della biancheria e tutto questo, stando ad alcune dichiarazioni, sia avvento grazie alla complicità di alcuni agenti del GOM. Resta comunque un fatto certo: o sia entrata la moglie o sia uscita una provetta, resta la violazione del carcere duro. "Un medico ginecologo mi istruì sul modo per procedere". Oltre questa frase Graviano non va, non si sbilancia e ha messo in subbuglio la corte, il corpo delle guardie carcerarie e tutto il sistema del 41 bis. Non so come andrà a a finire: Graviano sta rilasciando importanti dichiarazioni, sta parlando molto su Berlusconi e dei suoi rapporti con lui. Sicuramente sono argomenti più importanti del concepimento di un figlio in carcere mentre è guardato a vista. Rammento infine uno slogan usato da tutti coloro che avversano il 41 bis e si servono da sempre, di uno striscione molto chiaro e garantista: "41 Bis = tortura". Sarà anche vero, però ci scappano anche i figli: o per una scopata o per una donazione seminale!

 
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ON SALE...VU' CUMPRA' ?

Post n°3479 pubblicato il 17 Febbraio 2020 da monellaccio19
 
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La meravigliosa e incantevole isola delle Femmine, sita dinanzi a Palermo tra Punta Raisi e Capo Gallo, è a circa ottocento metri dalla costa tirrenica della Sicilia, ha una superficie di 15 ettari, una popolazione di circa 7.000 anime che in mancanza di altre risorse, è dedita alla pesca. Terra quasi piatta, rocciosa e non coltivabile, resta una perla marina appartenente amministrativamente al comune metropolitano di Palermo. Tuttavia, l'isola appartiene alla famiglia Rosolino Pino che l'ha messa in vendita circa un anno fa e la società che gestisce la vendita, richiede circa 3.500 milioni di euro. L'isola è una riserva naturale floristica e faunistica, è anche luogo di sosta per gli animali in transito e in fase di migrazione, per cui i proprietari non possono far altro che attenersi alle regole che vigono per le zone protette e senza alcuna deroga per tali severe condizioni. Quale è il problema? Nessuno in verità, ma si teme qualche colpaccio di personaggi potenziali acquirenti, pronti a comprarla con un prezzo stracciato e farne un luogo privato, personale e gestito come un feudo. Per evitare questa potenziale possibilità, quattro donne siciliane e attiviste molto fervide, stanno studiando il modo per acquistare l'isola ed evitare quindi problemi di sorta. E come? Comprandola per lasciarla così come è: libera da invasioni sgradite, libera di vivere la sua naturale bellezza come sia accaduto finora e continuare a mantenere l'isola sotto l'egida della Comunità Europea che d'accordo con la Regione Sicilia, sono i "guardiani virtuali" dell'ambiente naturale della piccola isola. Anche la LIPU è coinvolta per un punto di osservazione sull'isola, con lo scopo di controllare gli animali che vi abitano e soprattutto quelli che vi transitano. Un progetto bellissimo e le donne sono a lavorare per condurlo in porto. Tendono a mettere su una associazione, solo donne e con soli 10 euro a testa, passare ad essere proprietarie di un bene da gestire senza stravolgere nulla del suo stato naturale. Concludo riferendovi che le quattro donne sono: Stefania Galegati,  Valentina Greco, Claudia Gangemi e Marcela Caldas, loro porteranno avanti il progetto dell'associazione che si chiamerà "Femminote" che è il nome delle marinaie del romanzo "Orcynus Orca" di Stefano D'Arrigo. Il notaio studia con loro tutta la pratica ed è in contatto con la  Regione Sicilia  e la Comunità Europea, per mettere a punto lo statuto della Associazione e partire con l'ambizioso progetto. A proposito, gli uomini sono esclusi dalla partecipazione, tuttavia possono regalare la quota a una donna facendole un bel regalo: un 'isola come questa, è un fiore all'occhiello! Il progetto poi, è superlativo: "Cambiare tutto per non cambiare niente". Vero Tancredi?

 
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AVETE DOMANDE DA PORRE?

Post n°3478 pubblicato il 16 Febbraio 2020 da monellaccio19
 
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Siamo al colmo dei colmi: se accadesse che questa iniziativa prendesse piede, si divulgasse e si estendesse dappertutto sul globo terrestre, allora sarebbe la fine della libertà. Per essere più precisi, la libertà di porre domande...a prescindere. A Denver città del Colorado (USA), c'è un noto ristorante in attività da oltre vent'anni, il "Tom's Diner", un posto molto frequentato e meta di tanti clienti. In questi giorni si è infiammata la rete per un piccolo dettaglio apparso su un suo scontrino fiscale. Lo vedete su in alto e noterete l'ultima voce elencata: 0,38 centesimi di dollaro così giustificati: "domanda stupida". Ekkevordì? Trattasi di una portata così chiamata e consumata al tavolo? Effettivamente al tavolo è stata "consumata", ma non trattasi di cibo o altro commestibile, bensì e alla lettera, trattasi di una domanda sciocca rivolta al cameriere! Ari..ekkevvordì? Semplice: così come indicato sul menù e così come avviene sin dalla fondazione del noto locale, la originale iniziativa è tale per cui ogni domanda stupida rivolta al cameriere, costa appena 0,38 cent cadauna, se ne...cadono due, sono 0,76 cent. Pertanto, così come spiegato dal titolare del ristorante, mantenere questa iniziativa esperita dallo zio che avviò l'attività, è motivo per relazionarsi con i clienti e avviare un rapporto simpatico e intriso di leggerezza, senza imbarazzare nessuno. Beh, mi piace questo modo di proporsi e di rapportarsi specie con quei tavoli dove più persone (comitive numerose) sono sempre divertenti, un po' chiassosi e con toni di voce più alti di qualche decibel rispetto alla norma. Sapete come funziona: c'è sempre il cameriere che si adegua, entra in sintonia con i clienti e da quel momento tutto è consentito. Ma al Tom's Diner, tutto è permesso e proprio per questo motivo, fatalmente capita che al tavolo affollato, ci sia il solito imbranato (o presunto tale) che per celia ponga una domanda stupida, del tipo: "Scusi cameriere, ma nel sushi c'è anche il pesce?". Beh a quel punto i 38 centesimi ci stanno tutti! Mi vien da ridere al pensiero di Di Maio seduto al tavolo del ristorante e costretto ad un rogito notarile per tutte le domande stupide poste al cameriere! La rete è impazzita per questa notizia che in breve ha fatto il giro del mondo: io la condivido, mi piace l'idea e magari tacitamente è un modo per essere corretti, non porre domande sciocche e dialogare, divertendosi con il cameriere ben disposto. Peccato che Denver sia lontana, altrimenti una delle prossime uscite dei "4+4 dell'Ave Maria" sarebbe proprio con destinazione "Tom's Diner". Magari ci divertiamo tutti e quel sovrapprezzo di 38 centesimi di dollaro lo darebbero a noi per ogni risposta data a domande del cameriere. Hai visto mai Carle'?

 
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