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GIORNATA MONDIALE SFM

Post n°55 pubblicato il 05 Marzo 2008 da sandykan
 

12 MAGGIO 2006: GIORNATA MONDIALE SFM
Un esperimento di successo
 
 
Il 12 maggio si è svolta la Giornata Mondiale del Paziente Fibromialgico. Nel centro di Milano, in L.go Cairoli vista Castello Sforzesco, è stato allestito il primo banchetto dell' AISF e tre Consiglieri Nazionali si sono adoperati tutto il giorno per la buona riuscita dell'evento. L'esperimento pilota aveva lo scopo di individuare le strategie organizzative e le modalità di informazione da adottare nelle prossime edizioni.

L'intenzione è, infatti, sostenere l'anno prossimo i volontari delle delegazioni regionali e tutti i volontari che desiderino (con entusiasmo) fare propria l'iniziativa nelle singole città, nei paesi o nei rioni.

Da un punto di vista puramente didattico, le difficoltà operative affrontate sono state:
  1. trovare un luogo di grande passaggio
  2. ottenere il permesso dai vigili
  3. realizzare il banco
  4. approcciare il passante
  5. cosa dire agli interlocutori
  6. quale documentazione rilasciare
Se i primi quatto punti sono stati puramente pratici, gli ultimi due hanno messo in luce aspetti molto, molto delicati, su cui vale la pena riflettere.

Per comprendere quali strategie siano vincenti si deve partire dallo scopo che l'iniziativa si propone:
  • far conoscere l'associazione
  • illustrare la sfm in modo semplice ed esauriente
  • adottare un codice deontologicio uniforme
Far conoscere l'associazione non è solo esibire il logo (la piuma) e la sigla che la contraddistingue, ma soprattutto:
  1. Preparare un documento che consenta di individuare con esattezza l'associazione da un punto di vista organizzativo. Un foglio A4 completo di tutte le coordinate dell'Associazione evidenziate in modo semplice e corretto. Il passante potrà così valutare, caso per caso, come mettersi in contatto: telefonicamente, via mail, direttamente con la struttura ospedaliera o scegliendo il primo approccio con i responsabili delle sedi regionali.
  2. Preparare un breve documento divulgativo utile a far conoscere cosa sia la sfm in modo chiaro ed esaustivo.
  3. Avere delle frasi strutturate al momento dell'approccio (1); sapere cosa comunicare nel colloquio (2); sapere cosa rilasciare al commiato (3). È questa la procedura più delicata perché prevede di individuare con precisione anche la tipologia della persona avvicinata. Poche frasi brevi e ben organizzate, gesti ripetitivi strutturati. Stabilire il criterio che indichi quando sia idoneo consegnare più ampia documentazione (per esempio il pieghevole o altro).
Da qui scaturisce la necessità di un protocollo per ciascuno dei tre momenti. Tutti i volontari in loco dovranno quindi impegnarsi per seguire i principi di questa convenzione, per dare un'informazione uniforme a conferma della serietà degli intenti, degli impegni e del rigore verso l'utente.

 
 
 
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