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Ho finito di leggere questo libro di Rosetta Loy,di cui avevo in passato letto “La parola ebreo”. Io che amo la storia, ho trovato questo libro nel suo schema diviso in anni (1969-1994)illuminante nel “mettere in fila fatti e protagonisti che per altro conoscevo. Se oggi un ragazzo di 18 anni alla domanda: “chi ha messo la bomba in piazza Fontana?”risponde titubante :”Le BR”, penso che qualche domanda noi adulti dobbiamo farcela. Alla fine di questa lunga carrellata mi sono resa conto di quanti magistrati hanno perso la vita oltre ai 2 magistrati simbolo:Falcone e Borsellino. Purtroppo altri magistrati hanno steso la toga sopra il fango per poi camminarci sopra. Tre nomi : Antonio Meli che sostituì Caponnetto tornato a Firenze. Nell’elezione del nuovo capo all’ufficio istruzione del Tribunale di Palermo tra l’anzianità (79 anni) di Meli e il merito di Falcone,la commissione del Csm e la votazione a cui parteciparono 30 magistrati,vinse l’anzianità di un uomo rancoroso che sarà l’artefice dello smantellamento del pool - antimafia ideato da Caponnetto. Il secondo nome è quello di Corrado Carnevale soprannominato l’ammazzasentenze. Sarà lui che annullerà in Cassazione la condanna di 362 imputati del maxi processo. Nel 1987 sarà ancora Carnevale a respingere tutti i ricorsi e a lasciare che Freda, Ventura e Merlino escano dalla scena processuale per le bombe piazzate a Milano e Roma il pomeriggio del 12 - 12 - 1969. I giudici Metta e Squillante (lodo Mondadori). Di tutti i poliziotti e carabinieri uccisi (tantissimi!!) mentre compivano il loro dovere,voglio ricordare solo 2 nomi: Antonio Agostino ed Emanuele Piazza (attentato fallito Addaura). 4 giornalisti : Mauro De Mauro,Mario Francese,Giuseppe Fava e Giancarlo Siani,a quest’ultimo avevo dedicato un post. Per Finire la banca Rasini,una piccola banca che aveva la sede in via Mercanti a Milano. Alla Rasini (ora inglobata nella Popolare di Lodi) lavorò Luigi Berlusconi “procuratore con potere di firma”. Nel cuore della Milano da bere la Rasini riciclava denaro della mafia e qui avevano il conto corrente uomini d’onore come: Pippo Calò,Totò Rina,Bernardo Provenzano. Chiudo con una frase di Sciascia: “Le cose che non si sanno non sono”
“Si dimentica perché fa comodo,ed è criminale. E si dimentica per pigrizia,il che è stupido. La conoscenza di quanto accaduto è infatti l’unico strumento che abbiamo per distinguere il luogo dove ci capita di vivere. É la bussola che ci permette di orientarci” Rosetta Loy
Prossimo libro:"Il partito della polizia" di Marco Preve
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