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ANCORA SECONDO

Post n°98 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da fittavolo

Perché c’è sempre qualcuno che arriva prima di me?
Forse perché sono nato troppo tardi o forse troppo tardi ho cominciato ad usare le parole scritte per esprimere un pensiero. E già direte voi e vi starete chiedendo cosa usassi prima. Parlare è diverso che scrivere. Questo è un fatto incontestabile. E’ molto più facile parlare. Gli strafalcioni detti si dimenticano subito, fanno parte della coreografia del discorso, anzi se non ci fossero bisognerebbe aggiungerli apposta. Altrimenti sarebbe come leggere un libro o un discorso preconfezionato, e tutto diventerebbe sterile. La vocale sbagliata per l’emozione o il verbo coniugato con tempi diversi nello stesso periodo, sono molto simpatici. Esprimersi così è più sano più genuino, spontaneo. Scrivere è più riflessivo. Allora ricerco parole metafore paragoni originali, che facciano un effetto dirompente su chi legge, che esprimano al meglio i sentimenti e il pensiero. Fermo restando ciò che disse una mia Amica “le parole sono dei filtri”, cerco comunque quelle più adatte per attutire questa azione. Mi accorgo, però, che la maggior parte delle combinazioni vincenti è già stata giocata. Messe in campo da personaggi molto, ma molto più in gamba di me. Oppure da personaggi al mio stesso livello di cultura, solo che, bontà loro, ci sono arrivati prima.

Cercavo una frase che mi permettesse di esprimere al meglio e con poche parole cos’è la vita, e da lì partire per scrivere qualcosa. Avevo la radio che faceva da sottofondo, con un volume bassissimo, ma riuscii lo stesso a captare perfettamente la frase che avrei voluto che uscisse dalla mia testa “Perché la vita è un brivido che vola via, e tutto un equilibrio sopra la follia”, era esattamente quello che volevo dire! Disarmante! E poi ancora “per vivere davvero ogni momento, con ogni suo turbamento, e come se fosse l’ultimo” le dita erano paralizzate sulla tastiera. Nulla d’aggiungere né da togliere. Poche parole con un effetto dirompente. Il mio effetto.

Come esprimere l’indifferenza nei confronti degli altri, soprattutto dei più sfortunati. Tanto è stato detto, poco è stato fatto. Allora la ricerca di un pensiero era diventato un mio cruccio. A volte mi perdo in cose del genere e passo giorni (nel tempo libero) a pensare a pensare. Faccio passeggiate interminabili fatte di solitudine, spese a cercare nella natura la risposta giusta. Poi, quasi per caso mi raggiunse dal lettore mp3 del mio vicino di viaggio in metropolitana, tenuto ad un volume decisamente alto, parole del tipo “Dimentica…c’è chi dimentica, distrattamente un fiore una Domenica, e poooi…silenzi, e pooooi…silenzi…silenzi”. La chiave della mia ricerca era già stata forgiata e aveva la forma dei “silenzi”. Quale parola poteva essere più esplicita. E poi ancora “siamo noi gli inabili che pur avendo a volte non diamo” parole taglienti e molto esplicite.

Sarò un eterno secondo, ma non demordo. Il fatto è che bisogna avere una grande sensibilità per poter esprimere al meglio un pensiero o un’emozione. Averla vissuta.

 

 
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