« Chiudiamo le valigie... ...L’isola dello smeraldo »

L’isola dello smeraldo

Post n°83 pubblicato il 24 Settembre 2007 da navigator77
Foto di navigator77

(prima parte)

Anche se con un po’ di ritardo, la descrizione dell’esperienza vissuta nella verde Irlanda arriva… ed in fondo è proprio come il mio viaggio, il quale avrebbe dovuto avere inizio la sera del 30 luglio, ma a causa di un’improvvisa cancellazione del volo, giunta per di più come un fulmine a ciel sereno, dato che tutte le operazioni si erano svolte celermente, ed anche tra gli altri voli non vi era nessun problema. A quel punto il panico(e l’incavolatura) si fanno forti, alimentate dalla scortesia dell’addetto all’ufficio informazioni che ci chiude lo sportello in faccia mentre cerchiamo di capire (chi compostamente, chi un po’ meno) come fare per mettere una pezza alla situazione! Alla fine la situazione è abbastanza accomodante tenendo conto delle circostanze, partiamo il giorno dopo alle 6 del mattino facendo scalo nell’aeroporto minore di Francoforte, quindi ci sistemiamo in un angolino tranquillo per passare la notte nello scalo bergamasco.

Tutta la tensione svanisce finalmente nell’attimo in cui prendiamo il volo, tutto sommato abbiam perso soltanto una notte a Dublino e mezza giornata di vista, per cui dovremo un po’ affrettare la visita della capitale, ma poteva andarci peggio, chi era diretto a Liverpool oppure aveva prenotazioni più strette ha avuto disagi ben maggiori, ma ormai il viaggio è partito, e pensiamo solo a quel che c’è da fare!

 L’impatto con Dublino è subito positivo, respiriamo un’atmosfera leggera e di rilassamento generale, ed una delle particolarità che risalta della città è che pur essendo sul mare, non si sviluppa su di esso, ma piuttosto sul fiume, e poi scopriremo che è un po’ la caratteristica di tutte le città dell’isola da noi visitate. Siamo quindi un po’ costretti a girarla frettolosamente, soffermandoci solo sulla fabbrica della Guinness (carina, bella visuale dall’alto della città, ma molto di apparenza, in quanto di “fabbrica” vera e propria si vede poco, lo definirei più un “museo” della birra), sul Trinità College di notte, ed una passeggiata nel quartiere notturno più animato, ovvero Temple Bar.

Il giorno dopo espletate le formalità per il ritiro della macchina noleggiata, si parte all’avventura, direzione nord-ovest con un itinerario di massima senza troppi vincoli. Ovviamente la prima avventura è quella con la guida a destra, cambiare con la sinistra (anche se a dire il vero mi ero già un po’ allenato in Italia con macchina ferma stando sul sedile passeggero e mettendo un peso sulla frizione…) i riferimenti da inquadrare un pò, e poi le strade, spesso stradine di campagna con limite ad 80 ed anche 100km/h, scambio di saluti con qualsiasi persona, a piedi, in bici, a cavallo, in auto o su trattore che fosse, le quattro frecce che metteva chi sorpassava per ringraziare che ci si era accostati per lasciare strada. Comincia quindi il giro dei castelli, Slane, Trim, ce ne sono per tutti i gusti, da quelli un po’ più “modernizzati”, a quelli adattati soltanto per la visita dei turisti, ma ritoccati poco o niente in modo da conservare lo stile e l’atmosfera “medievalesca”, ognuno con la sua storia, le sue leggende, le sue particolarità, le trovate geniali per difendersi dagli invasori, e mi son meravigliato molto della mia capacità di capire la guida in lingua anglosassone… non che cogliessi tutto per filo e per segno, ma una discreta comprensione di buona parte di ciò che dicevano sì!

Una delle avventure più suggestive è stata quella di una mattina, dopo essere passati a fare un giro per la città di Donegal, in cui andando in direzione ovest, un di terra sulla cartina cattura la mia attenzione: non è indicata nessuna strada, nessuna struttura, e dalla statale, la N56, parte una piccola stradina, di quelle in cui passa una macchina a stento e che ti aspetti finiscano dopo non molto, ed invece imboccandola, al di là delle meravigliose abitazioni che si possono ammirare, sembra di essere su di un ponte naturale in mezzo all’oceano, in una giornata leggermente perturbata in cui il fragore delle onde accompagna la scoperta di cosa c’è oltre. Dopo svariati chilometri, almeno una decina, la strada inizia ad impennarsi leggermente, e scorgiamo un cartello, il quale indica l’inizio di una terra di proprietà di un ente statale. Arrivati a qual punto, è impossibile rassegnarsi a tornare indietro, e mai scelta fu più indovinata, infatti dopo lo scollinamento un paesaggio di quelli che ti riempiono gli occhi era pronto per farsi “catturare”, dopo aver incrociato un pick-up che stava eseguendo dei lavori, è possibile scorgere l’estremità superiore di un faro, poi andando avanti lo si riesce a vedere per intero, con un muro che lo recinta, ed il verde contorno prima si allarga per poi stringersi, tuffandosi nell’oceano dopo aver lasciato il posto a scogliere che quasi disegnano una passeggiata verso il mare, essendo molto accessibili. Qui il fragore delle onde proveniente da tre lati mi circonda, diversi fiori si possono scorgere che spuntano dalle rocce, una distesa di piccolissime cozze (o comunque qualcosa del genere) che da lontano quasi sembrava asfalto (aaahhh.. ma a cosa vado a pensare!!!) mi porta ad una piccola piscina naturale dove pesci e molluschi piccolissimi e dei più fantasiosi colori sguazzano indisturbati.

L’atmosfera che si respira, al di là della ovvia purezza, è surreale, probabilmente in tutta la penisola delimitata dalla zona “privata” ci saranno al massimo una decina di persone, di cui la metà che lavorano per il faro, però ci si sente “in compagnia”, molto in più che in diverse zone di città circondati da palazzi abitati! Una delle cose più dure è stata decidere di andar via, potere ammirare e viversi per qualche ora un posto così è un qualcosa di inenarrabile adeguatamente, il valore aggiunto in confronto a molti altri pur incantevoli posti, probabilmente è proprio il suo essere sconosciuto, quel puntino su di una mappa che potrebbe portare a dire “ma figurati cosa mai potrà esserci lì”. Ci accompagna il sole che di fianco lentamente si sta abbassando all’orizzonte, pur essendo presto ancora per il tramonto, e sul lato opposto vi sono dei surfisti entusiasti che, nella prima zona spiaggiosa, si godono delle onde che paiono come disegnate appositamente per loro.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

Tag

 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

Ultime visite al Blog

mar_bocnavigator77Frozen.Bladeiosonoemmaraffaele19982010animasolerossolo_snorkilittle_mouthsergiofilipponecuriosa850SEMPLICE.E.DOLCEpiccina_23p.mitcheliononmale43
 

Ultimi commenti

Magnetic powder core Powder core Soft Magnetic Powder...
Inviato da: bamboo furniture
il 21/08/2013 alle 08:43
 
Su dai... mixiamo anche qualche altro strumento :-)
Inviato da: navigator77
il 08/11/2012 alle 19:36
 
Direi che mi sento come il flauto :-))) un saluto da Mel
Inviato da: Meliadea
il 08/11/2012 alle 16:51
 
:'-*
Inviato da: navigator77
il 22/10/2012 alle 16:31
 
;(
Inviato da: principessa_bionda1
il 21/10/2012 alle 00:01
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963