Casa dolce casa!

Post n°93 pubblicato il 26 Maggio 2011 da navigator77
 
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Certe volte la vita è fantastica, è capace di tenerci "fermi", sia fisicamente, che mentalmente che emotivamente per lunghi periodi, e poi trascinarci in brusche accelerazioni, farci correre più di quanto penseremmo, a volte più di quanto vorremmo, basta una piccola scintilla, una sera in cui ci si trova delusi, giù, demotivati... in cui ci chiediamo "ma cosa sto facendo, dove mi sta portando la mia vita? Sono io che comando lei... o è lei a comandare me?" Non è uno stare male... forse è peggio... è il lasciarsi trasportare dalle onde e dalla corrente in una direzione che prendiamo solo per "silenzio assenso", e non perchè in quel momento ci piace essere cullati da QUELLE onde...

Probabilmente è proprio in quei momenti che nasce il "desiderio di riscossa", a volte non si manifesta subito, ognuno ha i suoi tempi, e poi ci vogliono anche le giuste condizioni affinchè si attuino le cose, però il "seme" è stato già piantato, potrà metterci più o meno tempo, ma prima o poi inizierà a crescere, schiudersi, affrontare i primi ostacoli del terreno, per poi pian piano iniziare e sbocciare, prendendo la forma che desideriamo dargli, che non sempre (o forse quasi mai) è quella che avevamo in mente quando avevamo iniziato. L'importante è iniziare... anche un Everest si scala un metro alla volta, e nessuno scalatore è mai riuscito ad arrivare in vetta nel modo in cui lo aveva pianificato, gli imprevisti, le slavine che ti fanno arretrare, deviare o stravolgere il percorso inizialmente pianificato, sono sempre all'ordine del giorno, ma è lì che entra in ballo la determinazione, la voglia di farcela.

E probabilmente era proprio simile lo stato mentale in cui mi trovavo lo scorso anno, più o meno verso fine novembre... confinato in una città che per quanto carina ed accogliente, non sentivo davvero "mia" al 100%, se non altro perchè non era stata scelta "per me", ma per un "noi" che ormai da tempo non sussisteva più, e che al dire il vero a quel punto trovavo superato, che non avesse più i presupposti per esserlo.

Beh, di traslochi in vita mia ne ho già fatti tanti, certo questa volta ci sarebbe stato un pò di mobilio personale da portare dietro, ma la cosa non mi scoraggiava più di tanto... la zona geografica in linea di massima l'avevo trovata, ed a dire il vero anche il luogo preciso... ma poi... beh poi appunto ai principi di Gennaio (magari complici i pensieri riflessivi classici di fine anno) una slavina mi ha colpito l'anima, mi ha detto che "qualcosa non andava" nel mio piano originario, la rotta andava corretta... c'era un "sogno" che spingeva dietro e non potevo ignorarlo... forse avevo anche bisogno di darmi un obiettivo nuovo per questo 2011, ed il sogmo era proprio quello di rendere per davvero MIO il prossimo luogo nel quale sarei andato a "dimorare" (mi sia concessa questa licenza) nei prossimi anni della mia vita. Detto fatto, mi sono subito incamminato per questo nuovo percorso alternativo, che dentro di me sentivo più allegro e stimolante, mi dava il senso si una prospettiva vera e reale, non solo di un "cambiamento" tanto per dare uno scossone ad uno "status quo", cosa che comunque può andar bene come "palliativo", ma che avrebbe solo spostato il problema... non risolto!

E poichè a me i problemi piace affrontarli e risolvere nel migliore dei modi badando alla prospettiva a medio e lungo termine, senza comunque trascurare il breve, mi metto subito alla caccia frenetica, sabati e domeniche passati a girovagare in cerca di annunci, facendo viste.. pause pranzo saltate per scappare avanti e dietro, con la grande ed ammirevole comprensione dei miei colleghi ed i miei responsabili che spesso non sapevano quando c'ero (come del resto io stesso). Beh come per una strana congiunzione astrale, è nel giorno di San Valentino che faccio il mio "incontro" che da una svolta decisiva, un passo da gigante nella scalata al mio Everest, quella che mi fa intravedere la vetta! Anche quì altri ostacoli e percorsi alternativi da affrontare non mancano... un piede storto e si rischia di cadere indietro di tanta strada faticosamente percorsa, o addirittura di cadere rovinosamente e schiantarsi, ma il seme oramai stava germogliando... prendendo forma... inesorabile ed inarrestabile al punto da rendere quasi una formalità dettagli che sarebbero potuti altrimenti sembrare insormontabili... ed è così che lo scorso 24 Maggio ho potuto finalmente toccare con mano la mia vetta!

 
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Perchè andare?

Post n°92 pubblicato il 14 Marzo 2011 da navigator77
 
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Questa mattina, chiacchierando su un forum, un utente si interrogava sul perchè si decide di "emigrare", che sia in un altra città, un'altra regione, un'altra nazione. In particolare il sicorso era rivolto ad un suo amico, che viveva comunque in una situazione "agiata", che si era trasferito anni fa negli Stati Uniti, avendo poi trovato lì lavoro e fidanzata che poi è diventata moglie, con cui da poco ha avuto un bambino. Ne fa il paragone con la sorella, che invece è rimasta nel suo paese di 40'000 anime ed ha trovato lavoro lì restando accanto alla sua famiglia natìa.

Io credo che, al di là delle considerazioni materiali, una persona va via di casa perchè sente lo stimolo, il bisogno, la voglia di crearsi un "percorso" tutto proprio, partendo da zero, misurandosi con un ambiente in cui non si è nessuno, non si conosce nessuno, e non si ha nulla se non se stessi.

Di solito poi più piccolo è il contesto in cui si nasce e cresce, più "limitato" è il raggio di azione, le cose che possiamo decidere di fare scegliendole al 100%. Ci sono anche molte persone che nascono in città grandi, e si trasferiscono per lo stesso motivo.

Certo alcuni sono "abbindolati" da false speranze, molte persone vanno lontano per poi fare comunque una vita che non gli piace... ma siamo certi che quella a cui sarebbero stati "destinati" gli sarebbe piaciuta di più? Siamo certi che, per fare l'esempio della sorella dell'amico, vivere nel paese in cui si è nati ed avere un lavoro sia un'ambizione che rende felici? Ad alcuni sì... ad altri no... tutto sta nel "leggersi dentro" e capire che cosa si vuole per davvero, per me è tutta una questione di volere tenere in mano le redini della propria vita, e non legarla esclusivamente al fatto di essere nato in un certo posto, ed in ogni caso anche se l'avventura non dovesse rivelarsi come la si era desiderata, o comunque soddisfacente, si avrà comunque dentro di sé un grosso bagaglio in più.

 
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Predatori, prede e paura

Post n°91 pubblicato il 08 Marzo 2011 da navigator77
 
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Prendo spunto da un discorso fatto di recente, capita a volte alle persone che quando dopo un periodo un pò "brutto" cerchino di fidarsi delle persone, si finisce immancabilmente per imbattersi in elementi che in un modo o in un altro riescono a colpirci ancora, dandoci l'impressione di farlo apposta, e buttarci ancora più giù di quanto eravamo prima... con il "danno aggiuntivo" che nel nostro animo si creano delle "distanze" ancora più grandi verso il mondo esterno. Perchè sempre in questi momenti, mentre magari quando siamo allegri, spensierati e forse anche felici sembra quasi "automatico" che le persone che riescono ad avvicinarsi a noi siano "migliori" ...siamo noi che le vediamo diversamente, o cos'altro?

Di periodi così ne ho vissuti molti, e sebbene non possa definirmi una persona sola, anche se sono uno a cui la solitudine piace, sa stare solo con se stesso ed apprezza i momenti di solitudine, ho avuto momenti in cui era difficile fidarmi delle persone, però mi rendevo conto che più diffidavo, e più quelle poche persone di cui mi sarei potuto/dovuto fidare, non si fidavano di me... perchè a loro volta vedendomi schivo e diffidente pensavano che avessi qualcosa di "losco" da nascondergli, mentre i "falchi" di cui mi andavo a fidare erano quelli che percepivano il mio disagio, e per i quali era quindi facile fare la "faccia bella" per ottenere i loro scopi, qualunque questi fossero.

Mi vengono in mente un pò i discorsi che sento nei documentari, dove il predatore "percepisce" la paura della preda.
Credo sia così anche tra le persone, anche se non è in ballo la "sopravvivenza", come nel caso dei predatori, credo che il paragone renda l'idea di ciò che voglio intendere. Finchè si avrà paura, si sarà una preda facilmente riconoscibile che il predatore saprà riconoscere.

 

 
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2010 Emozioni

Post n°90 pubblicato il 30 Dicembre 2010 da navigator77
 
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2010 emozioni... non potrei descrivere in maniera diversa questo anno a dir poco "bizzarro", iniziato con tante novità, con una bottiglia stappata fuori tempo (dicono porti sfiga... ed in effetti...)
In quest'anno ho visto e vissuto tante novità e cambiamenti, da un amore finito in Febbraio, ad un hobby che si è trasformato in attività redditizia, a tanti amici che ho incontrato, tanti che ho scoperto (oppure ri-scoperto) essere tali, ad conoscenze lontane nel tempo che pensavo dimenticate e marginali, ma che invece sono tornate facendomi rendere conto che cosa mi ero perso.


Ho riso, ho pianto (sia di gioia che di tristezza), mi sono emozionato, sono rimasto deluso e sorpreso in positivo, e di certo anche io a mia volta avrò deluso qualche persona, e soddisfatto altre, mi sono lasciato andare allo sconforto ed ho trovato la forza di reinventarmi e rialzarmi, di certo è stato un anno tutt'altro che "perfetto", ammesso che ne possa esistere uno, però sento che se pure mi ha "tolto" tanto, almeno non mi ha tolto la voglia di "buoni propositi" per il 2011.

Di solito, bene o male che mi vadano le cose, difficilmente ho rimpianti, ma questa volta qualche rammarico ce l'ho, qualche situazione non chiarita al 100% (ma nemmeno al 50 direi...), ma soprattutto quello di cui mi rammarico di più e stato qualche passo non fatto quando sentivo che potevo farlo... avere incontrato una persona che dentro me ho "sentito" essere diversa in positivo, ma purtroppo il periodo è stato un pò troppo vicino a quel maledetto Febbraio e non mi sono fatto avanti quanto avrei dovuto, il mio "lato timido" ha preso il sopravvento, ma non è detto che si sia trattato solo di cose rimandate (almeno me lo auguro).

Quello che mi sento di dire, è che al di là di come sian andate le cose in generale, pur vedendo come una "liberazione" questo anno che andrà via, in fondo mi ritrovo con un me stesso che, anche se sta moralmente molto "in basso", si piace e si stima di più, e probabilmente ha le idee ancora più chiare su cosa voglia...

 
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Tra tasselli e pennelli...

Post n°89 pubblicato il 01 Settembre 2010 da navigator77
 
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Qualche volta mi è capitato di pensare alla vita come un insieme di tanti pezzi di un grande puzzle da mettere insieme...

Nei primi anni della nostra vita vengono disposti i primi pezzi, alcuni sono dati dal contesto in cui siamo nati, mentre altri lo sono da chi ci cresce e chi ci educa, poi anno dopo anno cominciamo pian piano a metterne noi, prima sotto la guida di qualcuno, poi sempre più in autonomia, fino a quando non diventiamo totalmente autonomi nel metterli, anche se a volte comunque "schiavi" dei tasselli che ci hanno messo o ci hanno fatto mettere in passato, ma che ora non ci andrebbero più bene.

A volte, capita che durante la "costruzione" ci siano dei pezzi che proprio non vogliono entrare, e ci si "smarrisce" senza accorgersi che in fondo bastava osservarli un pò meglio e girarli dal lato giusto.

Altre volte invece, ci si accorge che ci sono pezzi che vorremmo fare entrare, ma che non possono magari a causa di "vecchi" tasselli, molto spesso proprio tra quelli che non avremmo scelto noi di mettere.

Io però mi rifiuto di pensare che la mia vita, e la vita di chiunque sia costituita esclusivamente da una serie di tasselli di un puzzle preconfezionati e da ricomporre, voglio scegliermi io i pezzi da usare, e se non ne sono stati fatti come piacciono a me, voglio sentirmi libero di prendere matita e pennelli per completare l'opera a modo mio, anche andando a rimuovere oppure ridipingere tasselli dei già messi, in particolare se non sono stato io a metterceli.

 
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Quello che ho dentro... pensieri...

Post n°88 pubblicato il 20 Luglio 2010 da navigator77
 
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Ormai non aggiorno più il blog da tempo immemore, non perchè non sia "ispirato", ma perchè ho altri modi per esprimere i miei pensieri, e poco tempo per poi "raggrupparli" e metterli giù in un testo.

Ogni tanto uso "feisbuc" per farlo... per cui non faccio altro che riportare ciò che ho già scritto di là... in data 4 Marzo 2010

Racconto con più orgoglio di un paio di notti passate sulla panchina di una stazione, che di 10 passate in un 5 stelle...

Ho avuto più piacere nel chiacchierare con un immigrato che mi raccontava la storia della sua vita, che con persone che si vantavano delle cose effimere che riempivano la loro...


Ho imparato più con i miei viaggi fatti dormendo su di un corridoio sporco di un treno strapieno, che in quelli su poltrone extracomode...


Con il tempo ho avuto più "soddisfazioni" nel non superare un esame dove meritavo, che rubacchiarne qualcuno dove avevo studiato poco...


Ho avuto un qualcosa di più nel chiacchierare con delinquenti, che a dovermi "fare bello" davanti a persone "potenti"


Rimango più affascinato dall'osservare come conduce la vita un malconcio barbone, che di come lo fa uno "splendente" sborone...


Credo ci sia meno rischio a mangiare tra la terra e la polvere, che in argenteria scintillante lavata senza amore...


Penso che rotolarsi nell'oro (anche se non l'ho mai fatto) non sia divertente come lo è stato rotolarsi nel fango...


Preferisco fare patti col "diavolo", che leccare il sedere agli "angeli"

 
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Nel blu dipinto di blu...

Post n°87 pubblicato il 09 Aprile 2009 da navigator77
 
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Il blu a cui si riferiva Modugno non era lo stesso a cui faccio riferimento io... che preferisco uno ancora più blu e misterioso... non quello che c'è sopra la nostra testa, bensì quello del nostro mare... in migliaia di anni e teconologie l'uomo è riiuscito a conquistare prima l'atmosfera, poi lo spazio, ma a confronto ha fatto pochissimi passi "verso il basso" ...se pensiamo che è riuscito a camminare sulla luna, ma a corpo libero (senza contare attrezzature e apparati di respirazione ausiliari) non è riuscito andare al di sotto dei 300m di profondità, il tutto dà la misura della difficoltà della cosa!

Se da un lato è molto più difficile andare agli "estremi" di questa disciplina, da un lato è più semplice (ed economico) svolgere attività ricreativa sotto grandi masse di acqua, e proprio questa domenica, dopo quasi 2 anni di astinenza forzata, sono tornato a pinneggiare a 20 metri di profondità.

Debitamente "armato" di bombole, pinne, maschera ed attrezzature varie, son tornato a provare l'ebbrezza di un modo di "volare" particolare, sciami di pesci che mi passavano accanto, sopra, sotto, il tutto nello scenario della "palestra subacquea" di Arenzano, a poche pinne di distanza dal più grande relitto presente nel mar mediterraneo, la petroliera "Haven", situata a profondità maggiori e che per ora rappresenta una sfida impegnativa che con il tempo intendo raggiungere.

 
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Quando Achille si rompe..

Post n°86 pubblicato il 18 Settembre 2008 da navigator77
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..è davvero una brutta esperienza.. quando, in un sabato come tanti altri, scendo in campo con i miei amici per il classico torneo del sabato, il mio "achillino" destro decide che è ora di rompersi.. e di farmi franare in terra!
Mi impressiono per la mia "freddezza", appena in terra mi tocco il tallone, muovo le dita e subito sentenzio "mi è patito il tendine" come se stessi giocando all'allegro chirurgo.. cosa confermata poco dopo al Prosto Soccorso..

Quì comincia una "avventura", per fortuna senza intoppi e con massima efficienza (e quasi totale gratuità) del sistema sanitario.. che mi porta il giovedì successivo (dopo appena 5 giorni) in sala operatoria, e subito dopo con un bel gessone al piede per tutto il mese successivo.
Inizia quindi una fase di vita "particolare", allietata sicuramente dall'ospitalità ricevuta dalla famiglia della mia metà, e che mi ha fatto vivere diverse esperienze interessanti.. innanzitutto per me che vivo da solo da ormai 5 anni, ritrovasi sotto il tetto di una famiglia, con abitudini diverse, è stato un pò un riadattarsi.
Al di là dell'inserimento in un contesto diverso, interessante è stato anche farlo in condizioni di impedimenti motori, passare dal "faccio tutto da me", a "faccio qualcosa solo se aiutato".
Avere tanto tempo "libero" a disposizione mi ha dato modo di dedicarmi a tante attività che prima, pur piacendomi, non avevano il tempo necessario.. la prima su tutte è leggere, per poi passare al fai da te, ed inoltre un'altra esperienza, forse quella più interessante, è stata quello di aver vissuto temporaneamente lo stato di "invalido", essere costretti su di una carrozzina quando ero fuori casa mi ha fatto vivere da "dentro" quanto possa essere disagiata la condizione per molti disabili, apprezzare le strutture che offrono supporto a queste persone.. e dire dinnanzi alle auto parcheggiate davanti agli scivoli dei marciapiedi uno "stronzo" che invece prima di questa esperienza era un "incivile"

Poi dopo più di 3 mesi la vita "pseudo-normale" è ripresa, zoppicando giorno dopo giorno sempre meno, anche se alcuni sport è meglio che siano "off-limit" almeno per un pò..

 
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Wind of change

Post n°85 pubblicato il 23 Luglio 2008 da navigator77
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Ci sono momenti nella vita in cui tutto è stabile, "regolare", quasi monotono, ed altri invece nei quali tutto cambia a velocità vorticosa, i cambiamenti si susseguono l'uno dietro l'altro senza nemmeno aver tempo per fiatare.. ed è in uno di questi che io mi trovo..

Cambio di lavoro (con sede dal lato opposto di Milano), cambio di città di residenza, con conseguente cambio di abitudini, trovarsi a dovere arredarsi casa (avendo affittato un appartamento vuoto), nuovi percorsi, nuovi tragitti, nuovo modo di organizzarsi il tempo libero.. insomma, una moltitudine di esperienze nuove e stimolanti!

Quella che di certo è stata più impegnativa, ma anche divertente, è stata l'organizzazione del trasloco (che a parte una libreria ed un mobile PC non prevedeva mobilia, per fortuna), da sincronizzarsi con il reperimento della nuova mobilia ed i ritmi serrati della nuova attività lavorativa.
Mi sono divertito un mondo nello scegliermi tutto ciò che volevo facesse parte della mia nuova casina, già prima di avere le chiavi dell'appartamento la metà dell'arredo era già pronto: camera da letto (armadio escluso), cucina, parete attrezzata (ben due) del soggiorno, scarpiera ed un mobiletto da bagno, e soprattutto ho preso tutto senza passare per l'Ikea, ma non per questo non risparmiando!
Poi il "divertimento" è continuato:  dalle stoviglie agli elettrodomestici, dai soprammobili ai vari accessori, passando per il montaggio di alcuni componenti, senza trascurare le varie attivazioni ed allacciamenti, il tutto ben incastrato in alcuni week-end in cui mi è toccato lavorare anche di notte.. insomma, mai come quest'anno le mie ferie, che tornano ad essere di 3 settimane dopo 4 anni, sono state strameritate
!

 
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L’isola dello smeraldo

Post n°84 pubblicato il 10 Aprile 2008 da navigator77
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(seconda parte)

In colpevole ritardo.. il racconto sull'avventura nelle verdi lande continua..

Il viaggio prosegue in direzione nord-est, verso le terre rappresentate ancora dalla monarchia britannica.. e la scelta di andare lì era stata una delle "basi" su cui stabilire un itinerario di massima: troppa era la voglia e ghiotta l'occasione per toccare con mano le differenze con il resto dell'isola, "vivere" la cultura di un terrorismo che da pochi mesi aveva concesso una tregua "ufficiale" alle dimostrazioni armate, ed è stata anche un'occasione per fare un bel ripasso storico in alcuni casi, e nuove conoscenze in altri.

Se storia stavamo cercando, quella di Derry è stata una tappa ideale.. a partire dalla struttura cittadina, avvolta da mura interaente percorribili, sulle quali ancora si adagiavano fieri e minacciosi, ma per fortuna inoffensivi, cannoni destinati ora ad essere un luogo per fotografie più o meno originali. E parlano in silenzio anche gli imponenti murales posti sulle facciate degli edifici immediatamente al di fuori delle mura stesse.. ed a fargli guardia, insieme ad un monumento ai caduti della seconda guerra mondiale, c'è quello ben più rumoroso dedicato alla trsite Bloody Sunday, alla quale quelle mura hanno fatto da testimone.

Da urbano il percorso diventa di nuovo naturalistico, come del resto ci siam abituati, e puntando a nord un altro spettacolo attende la vista: la Giant Causeway, una moltitudine di pietre perfettamente esagonali che formano la "passeggiata dei giganti", sulla quale leggenda e spiegazioni scientifich si intrecciano in maniera affascinante! A pochi chilometri di distanza una parentesi "alcoolica" ci attrae, non nel classico lato di "consumatori" (quella è un pò data per scontata.. eh eh..) ma stavolta si ammirano i "produttori" della fabbrica da whiskye legale più antica del mondo, che sorge sulle colline di Bushmills, nella quale si può ammirare tutto il processo produttivo dell'omonima fabbrica; la piccola sfortuna è stata quella di capitarci la domenica, in cui ovviamente lo stabilimento è fermo e quindi non è stato possibile vedere il processo "in opera", e ci si è quindi accontentati della dettagliata spiegazione della guida.

Un nuovo tuffo in una città piena di storia ma "under construction" come Belfast. Questa infatti è stata l'impressione: tanti cantieri aperti, molta richiesta di forza lavoro, ed anche i prezzi più bassi trovati in territorio britannico. Ovviamente non poteva mancare il giro (rigorosamente di giorno) al quartiere delle "troubles", che si caratterizza per i murales di protesta sociale noti un pò in tutto il mondo.

L'ultima sera trascorsa in un paesino alle porte di Dublino, in un piccolo paese, per una serie di coincidenze porta a vivere un'esperienza un pò particolare, ovvero non quella di un pub irlandese "tipico" ma europeizzato, ma di uno rimasto così come è probabilmente da 100 anni, dedicato eslclusivamente alla popolazione locale, in un'atmosfera da film con una fascia di età che spazia dai 15 agli 80 anni, capita che Joe, il gestore del bar, inizialmente si rifiutava di darci da bere (!), almeno fino a quando non ha visto che si socializzava con alcuni frequentatori definiti "affidabili" (come loro stessi ci hanno spiegato); poi dopo il "gelo" inziale ci si trovava con un paio di loro, i fratelli Pietro e Paolo, chiamati così dai loro genitori che avevano fatto il viaggio di nozze a Roma, che spiegavano le regole del calcio gaelico e le differenze con quello "classico", ci davano dritte sulle persone da "evitare" (i classici "cattivi" del villaggio che stavano in un angolo del pub con viso losco), ed un loro amico dava una lezione di senso civico dicendoci che per tornare a casa avrebbe chiamato un taxi poichè era troppo pieno per guidare, e che avrebbe recuperato la macchina il giorno dopo.

 
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