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Lotta contro la Sla, la secchiata d'acqua diventa virale. Quanti vip accettano l'ice bucket challenge.

Post n°139 pubblicato il 21 Agosto 2014 da DukeInformer
 

Letteralmente è "la sfida del secchio di ghiaccio". In pratica, è la sfida diventata fenomeno social promossa dall'ALS, associazione americana per la lotta contro quella che noi conosciamo come Sla, sclerosi laterale amiotrofica. 

La sfida ha origini antiche, ed è una semplice prova del proprio coraggio nel compiere un gesto di uso non comune entro un dato tempo, oppure a pagare una cifra in denaro come penitenza. Chi riesce a superare la sfida, ha il diritto di nominare qualcuno che a sua volta dovrà affrontare lo stesso iter entro 24: accettare, o pagare. Una lontana parente della tanto discussa sfida alcolica in voga qualche mese fa. Una lontana parente, appunto, in grado di ottenere il riscontro positivo da parte di un grande numero di personaggi di rilievo, scesi in campo per combattere questa malattia degenerativa, che in Italia ha fatto vittime anche illustri, come l'ex calciatore Stefano Borgonovo, poco più di un anno fa.

Si sono infatti prestati al gioco personaggi come Bill Clinton, Tim Cook, Mark Zuckerberg, Bill Gates, Oprah Winfrey e Lady Gaga, oltre che un gran numero di dj, personaggi da sempre molto vicini ai giovani, tra i quali Steve Aoki, Nicki Romero e Afrojack. Tra gli italiani Valentino Rossi, Laura Pausini, Balotelli e Fiorello, che ha nominato il premier Matteo Renzi.

Un po' tutti sono "corsi alle armi", e si sono prestati alla secchiata gelata per appoggiare il nobile fine dell'ALS, che nell'ultimo anno ha raccolto circa 30 milioni di dollari in donazioni, e che tanto sta facendo nella lotta contro questa terribile malattia.

 
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"A message to America". Follia ISIS, DECAPITATO in un video il giornalista americano James Foley.

Post n°138 pubblicato il 21 Agosto 2014 da DukeInformer
 

Messaggio all'America. Il video diffuso in Rete dall'Isis è un filmato, di 4 minuti e 40, dal titolo in cui compare la scritta: "Obama ha autorizzato operazioni militari contro lo stato islamico ponendo effettivamente l'America su un piano scivoloso verso un nuovo fronte di guerra contro i musulmani". Poi, si vede quando nelle settimane scorse il presidente Obama dalla Casa Banca ha annunciato l'avvio di raid aerei Usa in Iraq. 


Nelle immagini successive si vede Foley nel deserto, in ginocchio, con indosso una tuta arancione. Accanto a lui c'è un terrorista, interamente vestito di nero e col volto coperto. Poi si vede Foley che parla contro la guerra in Iraq e "la recente campagna aerea".

E ancora, il terrorista che in inglese dice: "Questo è James Foley, un cittadino americano... i vostri attacchi hanno causato perdite e morte tra i musulmani... non combattete più contro una rivolta, noi siamo uno stato, che è stato accettato da un gran numero di musulmani in tutto il mondo. Quindi, ogni aggressione contro di noi è un'aggressione contro i musulmani e ogni tentativo da parte tua, Obama, di attaccarci, provocherà un bagno di sangue tra la tua gente".

A quel punto il terrorista mette un lungo coltello alla gola dell'ostaggio, e inizia vigorosamente a tagliare. Nell'immagine successiva si vede il corpo del giornalista riverso per terra, nel sangue, e la sua testa mozzata sulla schiena. 

Immagini da brivido, testimonianza di una ritorsione nei confronti dell'America, colpevole di essersi spinta troppo in là.

Il video in cui vengono mostrati i cittadini americani James Foley e Steven Sotloff, indicato come la prossima vittima di questa barbarie, se gli attacchi USA in territorio Iraqeno dovessero proseguire, è stato analizzato dai servizi segreti americani, che ne hanno tristemente confermato la veridicità. "Abbiamo raggiunto il giudizio che si tratta di un video autentico". Lo ha affermato la portavoce del Consiglio nazionale per la Sicurezza della Casa Bianca, Caitlin Hayden. 

 Lo stesso Pentagono, ha rivelato come "di recente sia stata condotta un'operazione per liberare alcuni ostaggi americani detenuti in Siria" dall'Isis. Lo rivela il portavoce del Pentagono, l'ammiraglio John Kirby, spiegando che "sfortunatamente la missione non ha avuto successo: gli ostaggi non erano presenti nel luogo preso di mira". All'operazione hanno partecipato forze aeree e di terra.

Per quanto riguarda Foley, era stato rapito il 22 novembre 2012. Fino al giorno prima aveva inviato reportage e video dal nordovest della Siria, teatro di violenti scontri tra ribelli e regime di Damasco. Secondo le ricostruzioni, sarebbe stato prelevato nelle vicinanze di Taftanaz, insieme al suo autista e al suo traduttore, che sono poi stati rilasciati.

Reporter di guerra esperto, Foley aveva già coperto i conflitti in Afghanistan e Libia. Nell'aprile 2011 era già stato vittima di un rapimento nell'est della Libia, ad opera di un gruppo di sostenitori del regime di Gheddafi. Con lui erano stati prelevati altri due giornalisti, l'americana Clare Gillis e lo spagnolo Manu Brabo, mentre un quarto, il sudafricano Anton Hammerl, era stato ucciso. I tre avevano passato 44 giorni in prigionia prima di essere liberati.

"Non siamo mai stati così orgogliosi di nostro figlio. Ha dato la sua vita cercando di rivelare al mondo la sofferenza del popolo siriano", ha detto Diane Foley, madre di James Foley. "Supplichiamo i rapitori di risparmiare la vita degli altri ostaggi. Sono innocenti, come lo era Jim. Non hanno controllo della politica del governo americano in Iraq, Siria o in altri parti del mondo", si legge sul profilo Facebook di Diane.

Non tarda ad arrivare la risposta del Presidente Barack Obama, a quello che è uno dei gesti più volenti e brutali degli ultimi anni nei confronti di un prigioniero di guerra, un gesto pubblico e plateale che vale ben più di un monito.

"Quando viene fatto del male a degli americani, noi facciamo ciò che è necessario per far sì che venga fatta giustizia. Il mondo è inorridito dal brutale assassinio. L'Isis non parla di religione: nessuna fede insegna alla gente a massacrare gli innocenti. L'Isis non ha alcuna ideologia di qualsiasi valore per gli esseri umani. La loro ideologia è fallita. Nessuna fede insegna alle persone a massacrare innocenti. Nessun Dio potrebbe sopportare quello che hanno fatto ieri e quello che fanno ogni giorno. I miliziani dell'Isis, dichiarano la loro ambizione di commettere un genocidio contro un antico popolo. Gente come i miliziani dell'Isis fallirà, perché il futuro è sempre di coloro che costruiscono e non di coloro che distruggono", ha affermato Obama, aggiungendo che "su una cosa possiamo essere tutti d'accordo, per l'Isis non c'è posto nel 21esimo secolo".

"Ci deve essere uno sforzo comune per estrarre questo cancro, una cooperazione mondiale per fermare l'Isis", ha quindi terminato il Presidente degli Stati Uniti.

Appare, infine, "sempre più probabile" che la mano che ha ucciso Foley sia di un cittadino britannico. Lo ha detto il primo ministro britannico David Cameron. "E' una cosa scioccante, ma sappiamo che fin troppi britannici sono andati in Siria e in Iraq coinvolti in atti di estremismo e violenza e quello che dobbiamo fare è incrementare gli sforzi per fermarli".

 
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Estate al freddo? Ci pensa la Cipriani. Super topless a Porto Cervo.

Post n°137 pubblicato il 20 Agosto 2014 da DukeInformer
 

Ve la ricordate Francesca Cipriani? Quel bipede senziente con attaccata una massa di capelli biondi, venuta direttamente da "La pupa e il secchione" ad allietare i nostri pre-serata nel programma di Enrico Papi? 

Che non fosse in lizza per il premio super mente del globo ne eravamo quasi sicuri, sarà per quella vocina irritante che più di una volta ci ha fatto spegnere il televisore a colpi di spaghetti al pomodoro e cotolette alla milanese, sarà per lo sguardo da triglia che sicuramente bucava il teleschermo, con la sua misticità perduta.

Fatto sta che la bella (?) Francesca non ha perso tempo a scaldare il clima di un'estate a catafascio, mostrandosi come mamma e chirurgo l'hanno fatta nelle acque cristalline di Porto Cervo, in un tripudio di cosce e plastica, che alla fine a noi maschi italiani, come direbbe Proietti, "ce piace". Non sostituirà un agosto con il solleone, ma tutto sommato.....

 

ecco il link delle foto, dal sito di Tgcom24

http://www.tgcom24.mediaset.it/televisione/2014/notizia/francesca-cipriani-topless-bombastico_2063559.shtml

 
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Nazionale, Conte č il nuovo Ct.

Post n°136 pubblicato il 19 Agosto 2014 da DukeInformer
 

È data direttamente in conferenza stampa da Tavecchio, l'ufficialità di questa notizia che avviene con la metaforica firma del contratto da parte di Antonio Conte, 35 giorni dopo il suo addio alla Juventus. 35 giorni in cui un po' tutti si erano chiesti quali sarebbero stati le sorti dell'allenatore Campione d'Italia in carica, dopo la vittoria del terzo scudetto con la squadra di Torino: un top club d'Europa (PSG in pole), un club italiano (sembra che Conte lo scorso marzo avesse un pre accordo con il Milan), anno sabbatico. Alla fine è la nazionale, complice la fresca (e controversa) nomina di Tavecchio, che fin da subito è stato suo sponsor. Come la Puma, che verserà nelle casse del neo Ct metà dell'assegno annuale di 4,5 milioni di euro per due anni, cifra senza precedenti per la nostra federazione, destinata a salire con eventuali premi legati ai risultati sportivi.

Antonio Conte avrà carta bianca, e un ruolo a tutto tondo nell'organigramma federale. Sarà selezionatore e leader di un progetto tecnico, che a detta dello stesso Tavecchio mira a risollevare l'immagine dell'Italia dopo la debacle brasiliana. Il neo Ct ha ringraziato il suo predecessore Cesare Prandelli, augurandogli buona fortuna sulla panchina del Galatasaray. Da qui in poi inizia l'era del sergente di ferro, che come da sua stessa ammissione non conosce la parola sconfitta ("per me equivale a due giorni successivi di morte apparente"), e che, per i primi tempi almeno, si affiderà al tanto conosciuto blocco Juve, sondando anche Andrea Pirlo, che aveva annunciato il ritiro dopo il Mondiale, ma che potrebbe tornare sui suoi passi con l'arrivo in panchina del tecnico che gli ha donato la seconda giovinezza. Parole al miele anche per Giuseppe Rossi, additato come una speranza per il futuro della Nazionale, un giocatore che deve assolutamente essere recuperato. Chiusura dedicata al codice etico, che non verrà praticato, al suo poste il Conte verbis: gioca chi se lo merita, chi dimostra di voler la maglia azzurra. "Meglio un giocatore scarso che vuole la maglia azzurra a tutti i costi, di un fenomeno a cui non interessa". Chiaro, come al solito. Speriamo anche vincente, come al solito.

 
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Iraq, Papa Francesco:"Giusto fermare l'aggressione, ma non con le bombe. ONU scelga strategia migliore.".

Post n°135 pubblicato il 19 Agosto 2014 da DukeInformer
 

«In questi casi, dove c’è un’aggressione ingiusta, soltanto posso dire che è lecito “fermare” l’aggressore ingiusto. Sottolineo il verbo “fermare”, non dico bombardare, fare la guerra, ma fermarlo. I mezzi con i quali si può fermare dovranno essere valutati. Fermare l’aggressore ingiusto è lecito. Ma dobbiamo avere memoria, quante volte sotto questa scusa di fermare l’aggressore ingiusto le potenze si sono impadronite dei popoli e hanno fatto la vera guerra di conquista. Una sola nazione non può giudicare come si ferma un aggressore ingiusto. Dopo la Seconda Guerra mondiale c'è stata l’idea della Nazioni Unite, là si deve discutere e dire: c’è un aggressore ingiusto? Sembra di si, e allora come lo fermiamo? Soltanto questo, niente di più. In secondo luogo, le minoranze. Grazie per aver usato questa parola. Perché a me parlano di cristiani, quelli che soffrono, i martiri. E sì, ci sono tanti martiri. Ma qui ci sono uomini e donne, minoranze religiose, non sono tutti cristiani, e tutti sono uguali davanti a Dio. Fermare l’aggressore ingiusto è un diritto che l’umanità ha ma è anche un diritto che ha l’aggressore di essere fermato perché non faccia del male».

La possibilità di una visita nel Kurdistan irakeno, nella zona del conflitto
«Sono disponibile ad andare, credo di poterlo dire: quando con i miei collaboratori abbiamo avuto notizia di questa situazione, delle minoranze religiose e anche il problema in quel momento del Kurdistan che non poteva accogliere così tanta gente, abbiamo pensato tante cose. Abbiamo scritto prima di tutto il comunicato che ha fatto padre Lombardi. Dopo questo comunicato è stato inviato a tutte le nunziature perché fosse trasmesso ai governi. Poi abbiamo scritto al Segretario generale delle Nazioni Unite e abbiamo deciso di mandare là un inviato personale, il cardinale Filoni. Alla fine abbiamo detto se fosse stato necessario, dopo il ritorno dalla Corea, potevo andare lì,  era una delle possibilità. Sono disponibile! In questo momento non è la cosa migliore da fare, ma sono disposto a questo».

La preghiera per la pace con Abu Mazen e Peres è stata un fallimento?
«La preghiera per la pace assolutamente non è stata un fallimento. Questi due uomini sono uomini di pace, sono uomini che credono in Dio e hanno vissuto tante cose brutte, tante cose brutte, e sono convinti che l’unica strada per risolvere il problema sia quello del negoziato, del dialogo, della pace. È stato un fallimento? Io credo che la porta sia aperta. La pace è un dono di Dio, che si merita con il nostro lavoro, ma è un dono. E bisogna dire all’umanità che anche la sala del negoziato che è importante è la sala della preghiera. Dopo la preghiera in Vaticano è arrivato quello che è arrivato. Ma questo è congiunturale. Quell’incontro non era congiunturale è un passo fondamentale dell’atteggiamento umano, una preghiera. Adesso il fumo delle bombe e delle guerre non lasciano vedere quella porta, ma la porta è rimasta aperta da quel momento. Credo in Dio, credo nel Signore, quella porta è rimasta aperta e chiediamo che Lui ci aiuti».

Le vittime della guerra
«Oggi noi siamo in un mondo in guerra, dappertutto! Qualcuno mi diceva: lei sa, padre, che siamo nella terza guerra mondiale, ma fatta a pezzi. A capitoli. È un mondo in guerra dove si fanno queste crudeltà. Vorrei fermarmi su due parole. La prima è crudeltà. Ora i bambini non contano! Una volta si parlava di una guerra convenzionale, ora questo non conta. Non dico che le guerre convenzionali siano cosa buona, no. Ma oggi va la bomba e ammazza l’innocente con il colpevole, il bambino con la donna, la mamma: ammazza tutti. Ma vogliamo fermarci a pensare un po’ al livello di crudeltà a cui siamo arrivati? E questo ci deve spaventare. Non è per fare paura. Il livello di crudeltà della umanità in questo momento è da spaventare un po’».

 

La tortura
«Oggi la tortura è uno dei mezzi direI quasi ordinari nei comportamenti dei servizi di intelligence e in alcuni processi giudiziari... E la tortura è un peccato contro l’umanità, un delitto contro umanità. Ai cattolici dico: torturare una persona è peccato mortale, è peccato grave. Ma è di più: è un peccato contro l’umanità. Crudeltà e tortura. Mi piacerebbe tanto che voi nei vostri media faceste una riflessione su qual è oggi il livello di crudeltà dell'umanità e cosa pensate della tortura. Credo ci farebbe bene a tutti riflettere su questo».

 

Andrea Tornielli - VATICAN INSIDER

 
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