Creato da lamorfea il 13/09/2010

Sbocciata

divoro la mia carne e piango sui miei silenzi

 

 

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Verena e il mare

Post n°28 pubblicato il 20 Ottobre 2010 da lamorfea

Che quelle mattine sapevano di sale,erano granelli dentro occhi acerbi.
Sogni come carte sparse sui tavoli,chiome d’alberi al vento di una notte farfalla.
Che la voce era un gancio sulle montagne,che la gola non sapeva scalare.
Che tutto il dentro era il rovescio di una guancia graffiata da un bacio. Una striatura rappresa.
Di un rossetto bordeaux.
La silenziatura fra le dita era come tiepido sole che occhieggiava fra rami di pesco.

Si formano lacrime con il sale. E sapevano di tempesta, che viveva nel giardino con un sorriso eterno.

La pace non era l'evoluzione della specie.

Ma il senso e la sua perdita.

La resina che gli alberi piangevano, erano sogni, gocce continue e sparse, disperse o apparse sulle nocche.

Sui graffi che la cute delle sue mani non tenevano.

E quando poi, li leccava, sapeva d'essere dolce come un mashmallows.
Ed è quando pensava d’essere sola al mondo che piangeva sulla sponda sbagliata del mare.
Quella rocciosa ed impervia e che quando smetteva di cantare le onde del mare sbadigliavano sulla sua fronte,  sonno e riflessi che sul viso sparivano quando le mani si mettevano in preghiera.
E mentre la pancia gridava la carezza della notte,una mano tesa come un manto di stelle.
Sfiorava le sue labbra e le su ciglia.
Lei si dispiegava, librava sulla spuma del mare e nella salsedine intrisa nelle vesti dei passanti.
Era l’incoerenza fra le correnti coerenti del cuore.
Un metallo flessuoso inchiodato al petto con chiodi di ruggine e miele.
Come quando abbracciata all’albero del suo giardino s’impigliò le vesti.
E strappandosi il corpetto si ferì al centro esatto delle sterno e pianse petali di madonne Bluette.
Fiorellini grondavano dalle sue palpebre spalancate.
E quando cadde volteggiando nel mare impervio.
Pregò le nuvole d’amarla.
E alla luna di viziarla.
E fu così che ogni notte una mamma raccontava la storia di Verena e del suo mare.
Riempiendo i cuscini di sale marino e di quei piccoli petali preziosi.

* photos from web

 
 
 
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© i testi qui presenti sono di mia assoluta proprietà, certi sono presenti nelle mie pubblicazioni edite nel 2008 e nel 2009, altri in varie antologie e alcuni inediti.

 

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