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© Marta Czok
E Spider si autocelebrò...mostro le gambe a quel porcino di Minosse
e umettandosi le labbra lo mandò silenziosamente a fanculo...
sapeva d’esser un bel bocconcino,
sapeva d’istigare le voglie di quel lurido verme.
Non poteva accadere a lei, di nuovo, non poteva essere sempre e solo
una questione di tele non ben lavorate, il suo cedere il corpo…
mentre il ragno era in sciopero ed il viaggio che non si concludeva.
Di Marte vedeva solo l’ombra mentre fra stelle nuvole,
vie lattee e nebulose sentiva il ronzio della navicella e il chiacchiericcio
costante degli ospiti che l’accompagnavano, ospiti in buona parte amati.
Dovevano essere in pochi ed invece si erano uniti i più scellerati
personaggi della città…e vedeva Vivianne là seduta all’angolo
a rotolarsi fra le dita i capelli biondi ed era triste per lei perché
questo viaggio non era la salvezza che sperava.
E girando gli occhi, s’impadronì della bocca dipinta di rosso di Veronica,
quella ragazza la mandava in estasi,
un desiderio possente la possedeva ogni volta che sentiva la sua soave voce
dipingere origami e quando camminava il suo profumo
invadeva le narici e i sensi.
Sapeva di rose e di iris di settembre…
sapeva di dolci appena sfornati e di notti infuocate.
Si avevo un debole per Veronica,ma era Vivianne quella a cui volevo bene
più della mia vita.
Ancora sento il vocìo d Minosse,mi giro con una lucky appesa alle labbra
e con un sorriso falsissimo “Taci.”
E continuai a guardare fuori.
Perdendomi in voli pindarici.
Inviato da: lamorfea
il 28/05/2011 alle 11:27
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il 27/05/2011 alle 14:49
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il 21/04/2011 alle 15:20
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il 01/04/2011 alle 07:35
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il 18/03/2011 alle 17:25