niente da dire

sogni

Faccio sogni pieni di persone. Situazioni insolite, di gioco, lite, competizione. Sono sicura che, nella vita reale, tutta quella gente sono io: il carnefice e la vittima, i due avversari di una stessa sfida, i protagonisti di un medesimo gioco. Mi muovo in un marasma di pensieri assurdo senza attimi di tregua. Un eterno divenire. Un movimento confuso e caotico che non lascia nessuno spazio alla rassegnazione. Non la voglio, non accetto la resa, non quando percepisco questa strana energia. Tutto finisce ma niente termina, semplicemente cambia forma. Mi servono urgentemente nuovi modi di sentire.

Io sono un mosaico, sono fatta di tutto quello che ho imparato da pochi, ho dentro quello che ho provato, provo, proverò. E’ l’attenzione che cambia, è il metodo di assorbimento.

Non sono spaventata, voglio solo essere pronta e non lasciare nulla di intentato. E voglio godermi tutto il percorso perché forse è quello il vero senso.

Voglio ritrovarti in fondo al sentiero e raccontarti cosa sono diventata…

pulizie

Quando in un sabato pieno di sole come oggi, mi sveglio presto con la voglia di sistemare (era ora!) le scarpe estive e di passare l’aspirapolvere in tutta la casa, mi sento come posseduta.

E’ la mia dolce mammina, che quando vede che è tutto sottosopra, sente come il bisogno di guidare il mio corpo e le mie mani. Riesce, da quella sconosciuta dimensione, a fare cose inimmaginabili.

Riesco, con una certa conquistata serenità, ad esserle grata per questo e per tutto quello che di lei c’è dentro di me.

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Stamattina il buon Paolo Fox ha predetto che oggi sarò polemica.

Bene, cercherò di prevenire (o arginare) sta cosa che, di solito, comporta guai e travasi di bile.

Diciamo che però sono aperta al dialogo. Disposta a contare. Capace di esporre chiaramente le mie ragioni.

Può essere che io abbia torto, ovvio. Anche se, in questo momento giuro, non riesco a capirlo.

Può essere che io cambi idea, non mi sento certo una con la verità in tasca (come diceva la mia prof.).

Cercherò di ricordarmi solo, seduta alla mia scrivania, che “la vita non è qui” e che per amor di pace esistono i compromessi.

Posso farcela? Mah.

Sto scrivendo questa sorta di buon proponimento appunto per convincermene.

terza vita: preliminari

Dopo tanti anni di standby (ci ho ripensato: più di 10, ero ancora nella mia prima vita!), avere la casa piena di gente è stata una…rivelazione.

Eravamo entrambe felicissime: la mia parte pesci che ha scelto le ricette più originali e la mia parte vergine che ha organizzato. Per una volta unite in una splendida collaborazione e non nella solita lotta senza fine.

Che dire…ci siamo divertite un casino.

Anche voi spero!

p.s. la prossima volta barbabietole ricoperte di cioccolato e granita di olivello spinoso per tutti!!!!

voglia di leggerezza (vagando tra vecchie scartoffie)

Dopo una bella evacuazione non peso più di sessanta chili.

Non sono proprio grassa, mi sono solo un po’ inflaccidita, il giro vita non è più sessanta, il giro coscia-culo supera di gran lunga il novanta e il giro seno…lasciamo perdere.

Ho comprato dei pantaloni larghi, anche più di quello che serve, perché mi sento “in crescita”.

La mia amica giornalista dice che “la ciccia è tutto amore andato a male”e mi ammazza con questa frase.

Eh si, quando c’era lui ero una libellula. Merda.

Mi scordavo di mangiare, ho mantenuto a pane secco tutti i polli di babbo. Ero amore e frutta fresca.

L’innamoramento è un taglia calorie molto efficace, peccato che duri poco e io mi piaccio solo magrissima.

Ho cambiato ufficio e la mia collega parla solo di patate fritte e melanzane alla parmigiana, io cerco di spostare il discorso sugli uomini e sulla validità dei loro attributi, ma lei ride e mi offre un panino al latte.

La giornalista, invece, mi racconta che deve cercare marito e che sta facendo un ciclo di massaggi e saune. Forse dovrei fare come lei anche se non mi serve un marito. Ho già un appartamento, una cinquecento, un buon lavoro e un minimo di conto in banca. E una signora che mi fa le pulizie.

Sto abbastanza bene, adesso. Ho una discreta capacità di concentrazione e una voglia grande di ridere. Ho pensieri senza peso e me ne frego di questo cazzo di futuro. Questa fame di traguardi e di assicurazioni pensionistiche mi fa venire la nausea.

Non so per quale strano gioco del destino, ho ricominciato a piacere. Per la mia avvenenza fisica, certo, per fortuna c’è ancora chi non compra gnocche a peso, ma anche per le mie interessanti opinioni e (tenetevi forte), per la mia spiritualità.

C’è chi mi vedrebbe leader di una di quelle comunità di persone che non fanno altro che abbracciarsi e dirsi quanto sono belle e intelligenti. A me fa ridere fino alle lacrime, ma avrò sbagliato tutto?

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Il complimento è come un vestito nuovo che indossi quel giorno per sentirti più bella.

E’ usa e getta.

(un uomo come non ne fanno più)