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TERRONI

Post n°136 pubblicato il 24 Settembre 2010 da nnsmettodsognare

scuolamaterna

Lavoro dei bambini della scuola materna

 

Io non sapevo che i piemontesi fecero al Sud quello che i nazisti fecero a Marzabotto. Ma tante volte, per anni.
E cancellarono per sempre molti paesi, in operazioni "anti - terrorismo", come i marines in Iraq.

Non sapevo che, nelle rappresaglie, si concessero liberà di stupro sulle donne meridionali, come nei Balcani, durante il conflitto etnico; o come i marocchini delle truppe francesi, in Ciociaria, nell'invasione, da Sud, per redimere l'Italia dal fascismo (ogni volta che viene liberato, il Mezzogiorno ci rimette qualcosa).

Ignoravo che, in nome dell'Unità nazionale, i fratelli d'Italia ebbero pure diritto di saccheggio delle città meridionali, come i Lanzichenecchi a Roma.
E che praticarono la tortura, come i marines ad Abu Ghraib, i francesi in Algeria, Pinochet in Cile.

Non sapevo che in Parlamento, a Torino, un deputato ex garibaldino paragonò la ferocia e le stragi piemontesi al Sud a quelle di "Tamerlano, Gengis Khan e Attila".
Un altro preferì tacere "rivelazioni di cui l'Europa potrebbe inorridire".
E Garibaldi parlò di "cose da cloaca".
Né che si incarcerarono i meridionali senza accusa, senza processo e senza condanna, com'è accaduto con gli islamici a Guantanamo. Lì qualche centinaio, terroristi per definizione perché musulmani, da noi centinaia di migliaia, briganti per definizione, perché meridionali.
E, se bambini, briganti precoci; se donne brigantesse o mogli, figlie, di briganti; o consanguinei di briganti (sino al terzo grado di parentela); o persino solo paesani o sospetti tali.
Tutto a norma di legge, si capisce, come in Sudafrica, con l'apartheid.

Io credevo che i briganti fossero proprio briganti, non anche ex soldati borbonici e patrioti alla guerriglia per difendere il proprio paese invaso.
Non sapevo che il paesaggio del Sud divenne come quello del Kosovo, con fucilazioni di massa, fosse comuni, paesi che bruciavano sulle colline e colonne di decine di migliaia di profughi in marcia.
Non volevo credere che i primi campi di concentramento e sterminio in Europa li istituirono gli italiani del Nord, per tormentare e farvi morire gli italiani del Sud, a migliaia, forse decine di migliaia (non si sa, perché li squagliavano nella calce), come nell'Unione Sovietica di Stalin.
Ignoravo che il ministero degli Esteri dell'Italia unita cercò per anni "una landa desolata", fra Patagonia, Borneo e altri sperduti lidi, per deportarvi i meridionali e annientarli da occhi indiscreti.

Né sapevo che i fratelli d'Italia arrivati dal Nord svuotarono le ricche banche meridionali, le regge, musei, case private (rubando perfino le posate), per pagare i debiti del Piemonte e costituire immensi patrimoni privati.
Non sapevo che,a Italia così unificata, imposero una tassa aggiuntiva ai meridionali, per pagare le spese della guerra di conquista del Sud, fatta senza nemmeno dichiararla.

Ignoravo che l'occupazione del Regno delle Due Sicilie fosse stata decisa, progettata, protetta da Inghilterra e Francia e parzialmente finanziata dalla massoneria (detto da Garibaldi, sino al gran maestro Armando Corona, nel 1988).
Né sapevo che il Regno delle Due Sicilie fosse, fino al momento dell'aggressione, uno dei paesi più industrializzati (terzo, dopo Inghilterra e Francia, prima di essere invaso).
E non c'era la "burocrazia borbonica", intesa quale caotica e inefficiente: lo specialista inviato da Cavour nelle Due Sicilie, per rimettervi ordine, riferì di un "mirabile organismo finanziario" e propose di copiarlo, in una relazione che è "una lode sincera e continua". Mentre "il modello che presiede alla nostra amministrazione", dal 1861, "è quello franco-napoleonico, la cui versione sabauda è stata modulata dall'unità in avanti in adesione a una miriade di pressioni localistiche e corporative" (Marco Meriggi - Breve storia dell'Italia settentrionale).

Ignoravo che lo stato unitario tassò ferocemente i milioni di disperati meridionali che emigravano in America, per assistere economicamente gli armatori delle navi che li trasportavano e i settentrionali che andavano "a far la stagione", per qualche mese in Svizzera.
Non potevo immaginare che l'Italia unita facesse pagare più tasse a chi stentava e moriva di malaria nelle caverne dei Sassi di Matera, rispetto ai proprietari delle ville sul lago di Como.
Avevo già esperienza delle ferrovie peggiori al Sud che al Nord, ma non che, alle soglie del 2000, con il resto dell'Italia percorso da treni ad alta velocità, il Mezzogiorno avesse quasi mille chilometri di ferrovia in meno che prima della Seconda guerra mondiale (7.958 contro 8.871), quasi sempre a binario unico e con gran parte della rete non elettrificata.

Come potevo immaginare che stessimo così male, nell'inferno dei Borbone, che per obbligarci a entrare nel paradiso portatoci dai piemontesi ci vollero orribili rappresaglie, stragi, una dozzina di anni di combattimenti, leggi speciali, stati d'assedio, lager?
E che, quando riuscirono a farci smettere di preferire la morte al loro paradiso, scegliemmo piuttosto di emigrare a milioni (e non era mai successo)?

Io avevo sempre creduto ai libri di storia, alla leggenda di Garibaldi.
Non sapevo nemmeno di essere meridionale, nel senso che non avevo mai attribuito alcun valore, positivo o negativo, al fatto di essere nato più a Sud o più a Nord di un altro.
Mi ritenevo solo fortunato ad essere nato italiano. E fra gli italiani più fortunati, perché vivevo sul mare.

Tratto da Terroni di Pino Aprile

 

Mi è tornata voglia di studiare storia. 

 
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Commenti al Post:
pinamango.it
pinamango.it il 24/09/10 alle 08:14 via WEB
mio Dio!!!!!!!!!!!!!!....???.........meglio non commentare, leggerò il libro, qualcuno lo potrebbe consigliare a quel cog....di Bossi??????????
(Rispondi)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 24/09/10 alle 16:01 via WEB
Continua Pino Aprile (giornalista, scrittore, ex vicedirettore di Oggi e direttore di Gente): "Il Sud è stato privato delle sue istituzioni; fu privato delle sue industrie, della sua ricchezza, della capacità di reagire; della sua gente (con un'emigrazione indotta o forzata senza pari in Europa); infine con un'operazione di lobotomia culturale, fu privato della consapevolezza di sè, della memoria. Noi non sappiamo più chi fummo. La questione meridionale, il ritardo del Sud rispetto al Nord, non resiste malgrado la nascita dell'Italia unita, ma sorse e dura tuttora perchè è il motore dell'economia del Nord."
Figurati se a Bossi può interessare leggere un libro del genere. Genera sentimenti complessi anche in me che sono meridionale. Quando si vive al nord, ci si sente sempre un po' in colpa, un po' in difetto, come se bisognasse sempre spiegare le differenze, come se si dovesse prendere le difese della propria terra ma senza esagerare. E questo perchè ci si rende conto che, se è certamente vero che il progresso del Sud fu interrotto dall'unità d'Italia, è altrettanto vero che molti di noi meridionali ci sguazzano nella situazione in cui si trovano, senza fare nulla di concreto. Ci vorrebbe davvero un moto di orgoglio e un ritrovamento di quella consapevolezza di chi fummo, per cancellare il senso di colpa e l'inedia e realizzare quello che è stato il sogno di Paolo Borsellino:"Un giorno, questa terra sarà bellissima."
(Rispondi)
 
sblogged
sblogged il 24/09/10 alle 08:15 via WEB
Studiare è sempre bello, in assoluto. Studiare la Storia significa poi spesso anche riflettere sulla incomprensibilità dei peggiori gesti d'odio di cui l'uomo continua a macchiarsi da sempre. E le motivazioni di questi comportamenti restano un mistero, dando per scontato che il beneficio raggiunto non può che essere infinitesimo rispetto al dolore inferto. Ciao!
(Rispondi)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 24/09/10 alle 16:05 via WEB
Studiare è sempre bello, condivido. Riflettere sul perchè l'uomo continui a commettere gli stessi errori è un macerarsi nella pena per l'uomo stesso. Speriamo di non doverci trovare tra una decina d'anni ad affrontare una guerra separatista della Padania. Buona serata!
(Rispondi)
 
 
 
sblogged
sblogged il 24/09/10 alle 18:15 via WEB
I famigerati 10 milioni di fucili di cui parla il Ministro Bossi? Quelli pronti a scendere a Roma agli ordini dei Generali delle truppe separatiste del Nord? Divertente come scenario. Per me, come penso per qualunque altra situazione di insofferenza estrema, sarebbe più logica una "separazione consensuale". Ci si mette d'accordo e si vive felici e separati. Buon fine settimana!
(Rispondi)
 
 
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 27/09/10 alle 06:53 via WEB
Ho conosciuto dei leghisti che sarebbero capaci di questo e di molto altro. Ma la separazione consensuale resta la miglior cosa. Certo che, alla luce di una rilettura dei fatti storici, sarebbe come quelle separazioni dove un uomo sposa una bellissima donna e poi quando questa invecchia, ne trova un'altra più giovane e ancora bella. Il danno e la beffa. Buon inizio a te!
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
 
sblogged
sblogged il 28/09/10 alle 12:43 via WEB
Secondo me il danno maggiore lo subirebbe il Nord, se mai si arrivasse alla soluzione che sogna la Lega. Una tristissima Padania, che nascerebbe vecchia tra l'altro. Ciao!
(Rispondi)
 
 
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 28/09/10 alle 15:32 via WEB
La tua tesi è condivisa anche da alcuni economisti. Io intanto, dovesse mai succedere, spero di essere emigrata da qualche altra parte :) Ciao!
(Rispondi)
 
cloudbreak
cloudbreak il 24/09/10 alle 08:45 via WEB
Ci sono tante, troppe cose che non si sanno, e che dovrebbero essere approfondite e fatte sapere.....
(Rispondi)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 24/09/10 alle 16:06 via WEB
Nel campo storico, in quello medico e sociale, nelle scienze e tecnologie, tante, troppe cose che si tengono volutamente segrete...
(Rispondi)
 
MareMatta
MareMatta il 24/09/10 alle 09:48 via WEB
Sono fortunata perché vivo sul mare
(Rispondi)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 24/09/10 alle 16:06 via WEB
Salutamelo, dagli proprio tanti baci da parte mia :) E uno a te!
(Rispondi)
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 24/09/10 alle 15:21 via WEB
In effetti i libri di storia sarebbero allora da riscrivere, io mi ricordo solo i luoghi comuni del famoso triangolo industriale genova milano torino, dei latifondi e sfruttamento delle grandi masse al sud, e dell'emigrazione per sfuggire dalla miseria.... Io sono nata al Nord, figlia di genitori del nord, ma non mi sono mai considerata del nord, ma sempre e solo cittadina di una Repubblica chiamata Italia, anche se non so quasi nulla delle marche, della puglia figuriamoci della calabria e della basilicata.... . Non è tanto strano sai, ce ne sono molti, come me :)
(Rispondi)
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 24/09/10 alle 15:22 via WEB
..non so molto neppure dell'emilia e della liguria (però vi conosco persone simpaticissime) :)
(Rispondi)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 24/09/10 alle 16:18 via WEB
Avevo letto, non ricordo dove in rete, che qualcuno intendeva proporre questo libro come testo scolastico. Ma ce ne sono talmente tanti di libri scritti sulla questione meridionale e altri di economia molto più recenti, ad esempio tutti quelli del professor Viesti, che dimostrano come sacrificare il Sud a favore del Nord, sarebbe in realtà un errore grandissimo per l'economia italiana intera. D'altronde la Germania dell'Ovest lo dimostra: nei primi anni di riunificazione spese, nei territori dell'est, una cifra cinque volte superiore a quella che è costata in cinquant'anni la Cassa per il Mezzogiorno e investe ogni anno una cifra pari a quella che gli Stati Uniti inviarono con il Piano Marshall dopo la guerra. Un'amica che è stata di recente in Germania è tornata carica di meraviglia. Stipendi più alti dei nostri, disuguaglianze tra ovest ed est quasi azzerate, prezzi al consumo da un 30 ad un 50% inferiori rispetto a quelli italiani, crisi praticamente superata e stavano decisamente messi peggio di noi quando si è cominciato a parlare di crisi economica. E' questione di volontà unica. E questa volontà è sempre mancata fin dalla frase di D'azeglio: gli italiani devono ancora essere fatti.
Marion, io ho tanti amici del nord, del centro e del sud, facevo caso qualche giorno fa che le uniche regioni d'Italia che non ho visitato sono la Valle d'Aosta e le isole. In Lombardia conosco gente della Liguria, delle Marche, ho conosciuto diversi veneti, tanti emiliani, qualche abruzzese e laziale, alcuni toscani. Ho messo in grassetto di proposito l'ultima frase perchè è così che mi sono sempre sentita, italiana, senza precisazione alcuna. Perfino europea fin da quando nacque la Comunità Economica, poi diventata Unione. E se da qualche anno mi sento anche meridionale è per qualcuno (sempre pochi fortunatamente) che mi ci ha fatto sentire. Ma appunto ringrazio che sono molti come te :)
(Rispondi)
 
mpt2003
mpt2003 il 24/09/10 alle 16:45 via WEB
io sapevo dei briganti e delle difficoltà del meridione ad essere annesso al settentrione...il resto no non lo sapevo e non me lo immaginavo neppure, però pensandoci bene corrisponde a verità...se lo hanno fatto tanti altri popoli a noi vicini perchè noi italiani non avremmo dovuto avere queste stesse intemperanze? la storia che siamo un popolo simpatico e carino è una storia alla quale non credo neanche tanto...allora adesso i conti tornano, bossi da voce solo ad istanze che ci sono sempre state e noi non siamo i primi a dire che sbaglia, nei tempi c'è sempre stato qualcuno che si credeva meglio di un altro.D'altronde mia nonna era ascolana e ridendo diceva che dopo il "tronto non si era più fratelli", e il tronto è un fiume che si trova ai confini meridionali delle marche, così come ascoli piceno...ogni luogo ha il suo sud sul quale far valere la propria supremazia e far valere le proprie frustrazioni......io di mio ho origini meridionali e mi ritengo solo molto fortunata di abitare davanti al mare, solo questo. ciao! mp
(Rispondi)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 27/09/10 alle 06:57 via WEB
L'ha scritto tu "guerra di annessione", anche se la storia romanticamente parla di "guerra di liberazione". E in una guerra non si può essere carini e simpatici, questo è poco ma sicuro. I baresi si sentono migliori dei leccesi, tanto per parafrasare tua nonna, sarà perchè Lecce è più a sud di Bari? Eppure potrebbe essere tutto così facile ...
Chi sta messo peggio di tutti sono i pinguini :) Ciao cara!
(Rispondi)
 
 
 
mpt2003
mpt2003 il 27/09/10 alle 16:25 via WEB
dopo quello che hai riportato ho ritenuto opportuno evitare qualsiasi romanticismo:) mi sembrava doveroso!..ciao!
(Rispondi)
 
 
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 28/09/10 alle 06:44 via WEB
:) buona giornata!
(Rispondi)
 
almaplaena
almaplaena il 24/09/10 alle 17:03 via WEB
Diversi anni fa venni a conoscenza della "vera storia" della sicilia e di garibaldi dalla viva voce di un siciliano ottugenario: a lui i fatti li aveva riportati suo padre.
Rimasi allibita come Pino Aprile (che usa quel non sapevo ironicamente, se vogliamo...) nel sentire la verità, quella che nei libri di storia non viene affatto raccontata.
Credimi, non è tornando a studiare storia che la si impara...avremmo dovuto avere la fortua di parlare con chi c'era, per sapere come si sono svolti realmente i fatti...
Bello però che tu abbia riportato questo brano, molto utile! :))
(Rispondi)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 27/09/10 alle 07:00 via WEB
Non è tornando a studiare storia dai testi ufficiali che la si impara, ma almeno si possono cercare testi alternativi, come questo di Aprile, per farsi un'idea delle diverse rappresentazioni dei fatti. Mio padre mi racconta della seconda guerra mondiale e purtroppo non ho mai conosciuto nessuno dei miei nonni per poter risalire più indietro. Chissà che questo brano non apra la mente al dubbio come è successo per me :)
(Rispondi)
 
 
 
almaplaena
almaplaena il 28/09/10 alle 16:44 via WEB
Ecco, sono dell'opinione che manchi una materia scolastica fondamentale, al giorno d'oggi: nozioni di dubbio storico...con le quale si possa spaziare e mettere in discussione quanto di storicamente, in ogni ambito, ci è stato tramandato (leggi: affibbiato).
:)))
(Rispondi)
 
 
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 29/09/10 alle 07:02 via WEB
Guarda, io sono dell'idea che i programmi scolastici andrebbero riformati da cima a fondo! Intanto non eliminerei affatto il latino, come qualcuno continua a dire, anzi lo metterei obbligatorio in tutte le scuole superiori e pure alle medie. Poi aggiungerei il dubbio storico :) una materia a sè stante, che comprenda anche tutta la storia del dopoguerra (che non si studia mai). E poi vorrei tanto una materia intitolata "politica" nella quale si dovrebbe approfondire la storia della politica dai greci ad oggi, si dovrebbe studiare in particolare il sistema italiano, analizzando i programmi dei diversi governi che si sono succeduti con un bilancio degli interventi effettivamente realizzati e dei vantaggi ottenuti, si dovrebbero fare confronti con i sistemi degli altri paesi europei e si dovrebbero dare nozioni base di economia. Tutto questo con lo scopo di poter valutare un po' più obiettivamente le cazzate che sparano nei telegiornali e scegliere consapevolmente chi votare :))) Chiedo troppo lo so, vado a svegliare i pargoli che è meglio :)
(Rispondi)
 
fittavolo.libri
fittavolo.libri il 24/09/10 alle 18:13 via WEB
Ciao avevo sentito parlare di questo libro, e proprio due settimane fa avevo discusso con un mio cugino del contenuto. Premetto che questo non l’ho letto, ma come appassionato di storia, ne ho letto tanti altri, oltre a ricordare molto bene la storia ufficiale insegnatomi a scuola. La questione principale era proprio questa: non ho mai letto da nessuna parte del grande sviluppo industriale nel meridione ai tempi dei Borboni. Mentre i libri di storia ufficiale mettono ben in evidenza lo sviluppo delle fabbriche del nord sin dalla prima rivoluzione industriale. Chi ha ragione? Oggigiorno in molti si cimentano a riscrivere la storia e sinceramente mi creano un po’ di confusione. Spero che l’autore del libro citi le fonti e che queste siano attendibili, anche se credo fermamente non serva a nulla perché sicuramente gli storici riconosciuti saranno capaci di interpretarle in altro modo. È proprio questo un limite di tanti documenti, di tante prove, quello di essere facilmente manipolate. Per le malefatte sulla popolazione non mi meraviglia affatto quello che hai scritto: chiunque è in grado di capire che, al di là di pochi sognatori intellettuali del nostro risorgimento, i Savoia hanno agito per interesse personale, quindi il popolo meridionale era soltanto altra gente da asservire. Insomma la favola raccontata nelle scuole da dopo l’unità d’Italia e che è sopravvissuta fino ai nostri giorni, è la storia scritta dai vinti per lodarne l’iniziativa e avvicinarne le giovani generazioni. Vivo al nord da tre quarti della mia vita, tanti anni e, ho sentito subito che ero diverso da un ragazzo Milanese. E purtroppo sono certo, che questa diversità non è dovuta ai Savoia, qualsiasi cosa abbiano fatto. Buon fine settimana. Giuseppe
(Rispondi)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 27/09/10 alle 07:09 via WEB
Ciao, come giustamente sottolinea la mia amica Cate più sotto, di solito i testi di storia sono scritti dai vincitori. E sappiamo bene che chi vince in una guerra distrugge il nemico, comprendendo in questa distruzione la sua memoria. Anche il testo di Aprile, facendo riferimento a racconti diretti di discendenti delle famiglie che parteciparono agli eventi degli anni dell'unità, racconta di come furono distrutte chiese, municipi e tutti i documenti in essi contenuti. Da meridionale che vive al nord solo da quattro anni, abbastanza per rendersi conto delle differenze, comprendo il tuo scetticismo circa l'industrializzazione del sud. Però, in maniera puramente intuitiva, mi viene da dire che quando si fa una guerra non è mai per ragioni umanitarie. Le guerre nascono principalmente per motivi economici e questo mi fa pensare che le industrie è probabile che ci fossero e fiorenti, come le ricchezze dei Borboni e della nobiltà delle quali restano ancora tracce consistenti. Le menti al sud non sono mai mancate: le migliori sono emigrate e questo giustificherebbe in parte lo stato attuale delle cose. E poi, banalmente, basta pensare alla mafia che è il più grande potentato economico mondiale. Credi che non fossimo capaci? E' vero siamo diversi dai settentrionali, profondamente, per modo di approccio alla vita e abbiamo numerosissimi difetti e probabilmente li avevamo già nell'ottocento, ma con guide illuminate siamo capaci quanto chiunque altro. Lo dimostrano ancora quelle piccole industrie tutte meridionali che ancora resistono in mezzo al deserto. E che io mi auguro tanto un giorno torni ad essere una terra molto fertile. Buona settimana.
(Rispondi)
 
 
 
fittavolo.libri
fittavolo.libri il 27/09/10 alle 15:05 via WEB
Ciao. La storia non è scritta su cose supposte o su cose intuite, ma su fatti documentati e verificati. I racconti di avvenimenti, passati di padre in figlio subiscono, purtroppo, mutazioni che alterano la sostanza delle cose. Con questo non voglio dire che sia tutto falso, ma che in ogni caso, là dove sia possibile, bisogna accertarne la veridicità. E dove non è possibile? Diamo per scontato che tutto sia vero? Nel ‘800 avere il dominio sul territorio era di per sé fonte di ricchezza, non era per nulla necessario che la terra da conquistare fosse ricca ed era da imbecilli distruggere ciò che si stava assoggettando e non credo ci fossero timori concorrenziali da parte degli industriali del nord, per un’industria che era inconsistente. Invece è lecito pensare che certe azioni di forza da parte dei soldati del regno sabaudo succedessero perché non tutti erano contenti di avere un nuovo padrone, nuove e vecchie tasse, come la tant’odiata “tassa sul macinato”. In tanti erano rimasti delusi dalle mancate promesse fatte per assicurarsi collaborazione e consenso, come quella di una ridistribuzione delle terre a scapito dei grandi latifondisti. Invece questi ultimi non persero tempo ad accattivarsi i nuovi governanti, e avere favori in cambio di consenso. Questi erano meridionali, solo che erano ricchi stavano bene e volevano conservare il loro stato sociale anche con il nuovo re. Insomma la faccenda non è così semplice d’affrontare, e soprattutto non bisogna cedere alla tentazione di un riscatto che rivalorizzi il meridione e giustifichi certe condizioni sociali, dando la colpa solo ai Savoia. Purtroppo il servilismo spudorato messo in atto dai Borboni in decenni di dominio sulle terre del sud, è continuato fiorente anche dopo la loro dipartita. In fondo è uno dei metodi più efficaci per assicurarsi fedeltà e ossequi. Insomma “a ciascuno il suo” diceva un grande meridionale, a ciascuno le proprie colpe. Per il resto mi trovi perfettamente d’ccordo visto che sono cose che avevo scritto anch’io nel precedente commento. È stato un piacere dialogare con te, scusami per essermi lasciato andare. Buona settimana. Giuseppe
(Rispondi)
 
 
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 28/09/10 alle 07:13 via WEB
Ciao Giuseppe, sono stata incompleta nella mia risposta. Sono a metà della lettura e finora ho trovato principalmente citate fonti orali, ma anche altri testi (che a loro volta ritengo citeranno delle fonti) e riferimenti a persone che è scritto impegnano gran parte del loro tempo a cercare documenti negli archivi. Aprile sostiene che è da moltissimi anni che si occupa di questo argomento e ogni volta che ne ha parlato, ha ottenuto scetticismo o indifferenza. Sono d'accordo con te, ci vogliono prove per dimostrare qualcosa. Ma pensiamo alla storia antica, queste prove sono prevalentemente i testi degli scrittori latini; come hai scritto tu stesso nei commenti, ogni fatto narrato è passibile di aggiunte, rivisitazioni, interpretazioni. Scrive Aprile:"Da un giorno all'altro, nelle Due Sicilie, le tante aziende che lavoravano per lo stato perdono le commesse (tutte al Nord, dai cannoni alle matite), lefabbriche coinvolte chiudono e si spara sui dipendenti che protestano: dall'acciaio alla Zecca, dalla cantieristica all'edilizia, dall'abbigliamento (divise) alle ferrovie. Un'ondata di fallimenti e ristrutturazioni getta nella miseria decine di migliaia di lavoratori; moltissimi industriali e commercianti convertono le loro fortune da capitale di rischio, investimenti, a rendite, per metterle al sicuro. Ma "le rovinose e reiterate alienazioni di rendita napoletana effettuate dalle due prime luogotenenze ne fecero precipitare la quotazione da 108-113 fino a 75, fra l'allarme e la disperazione dei risparmiatori meridionali" (Molfese, Storia del brigantaggio dopo l'Unità). Le epurazioni per sospetta nostalgia borbonica (vera o presunta, non c'era bisogno di fornire prove o spiegazioni)buttano in strada migliaia e migliaia di impiegati pubblici, giudici, professori e docenti universitari, militari, professionisti. Il duca di Maddaloni ne fece un elenco impressionante in Parlamento, tra le proteste dei suoi colleghi (dovette dimettersi):persino il latte delle poppe terrone divenne inadatto, e si facevano arrivare dal Nord le balie per i neonati orfani di Napoli. Sulla moralità del pubblico impiego, in Piemonte, Luciano Salera riporta le parole di Angelo Brofferio, nella Storia del Piemonte:"Si vendevano i favori, si vendevano i titoli, si vendevano cariche e si vendevano le sentenze. Tutto si vendeva" (al patriota romagnolo Curletti, che si offre come spia a Cavour, per far l'Italia, il generale Saint-Frond, al quale viene affidato, chiede se gli si può rapire una certa ragazza, per la sera stessa. E non fu il solo servizietto del genere richiestogli). Ma tutto questo passerà alla storia e alle storielle come "borbonico"
Dubito che tutto questo possa essere inventato e in questo caso sono citate come fonti altri testi che bisognerebbe avere la pazienza di andare a leggersi, cercando ancora tra altri riferimenti citati. Le azioni di forza del regno sabaudo descritte sono talmente impressionanti, com'è logico che succeda in qualsiasi guerra, da non poter credere che siano state un semplice tentativo di sedare qualche piccola rivolta. In tanti erano delusi, in tanti appoggiarono la causa dell'unità, in tanti invece (sempre riportato nel testo di Aprile) furono ammazzati perchè renitenti alla leva sabauda, senza sapere neanche che esistesse la necessità di aderire alla causa, poichè nei loro paesi non era stata diffusa la notizia in modo adeguato. La questione della terra poi, è vero i latifondi restarono tali e non furono suddivisi ma ho letto di un libero uso per la propria sussistenza. Mi pare una politica "avanzata" per quella che viene considerata nobiltà sfruttatrice e terribile. Per finire, il servilismo Giuseppe ahimè, non è caratteristica genetica o storica del meridione. Se l'Italia tutta è ancora in condizioni di arretratezza economica e soprattutto culturale e sociale rispetto a molti paesi europei, è soprattutto per questa diffusa pratica del malcostume, della corruzione, dello scambio di favori, del "io sono più furbo di te" che si ritrova a ogni livello sociale e a in tutte le regioni italiane. Infine per il riscatto sociale ... io sono andata via da casa mia non per necessità ma per un caso; a Bari, dove sono nata e cresciuta, stavo bene, avevo un ottimo lavoro, non mi mancava nulla neanche a livello di servizi. Ma guardavo la realtà attorno e mi rendevo perfettamente conto che poteva essere decisamente migliore. Non ci manca niente per ottenerlo, soltanto vincere la rassegnazione. Io piango per la mia terra, come hanno fatto i grandi, tra i quali ricordo in particolare chi si è battuto contro la mafia fino alla morte. Le persone oneste, colte e capaci al sud sono tantissime e quando vengono al nord sono messe in condizione di esprimere le loro potenzialità, in parte almeno, perchè vorrai ammettere che tutto il mondo è paese e anche qui non mancano i problemi. Ci vuole un moto di orgoglio e di rinascita e deve partire da chi nelle nostre terre ci abita ed essere sostenuto e non soffocato da chi come noi da quei posti è andato via. Almeno questo è quello che io credo. Anche per me è stato un piacere dialogare e non ci sono problemi mai se si dice sempre soltanto quello che si pensa. Buona giornata, Carla.
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fittavolo.libri
fittavolo.libri il 28/09/10 alle 09:17 via WEB
Ciao Carla, come ho detto ieri analizzare e comprendere questo passaggio della nostra storia non è cosa semplice, comprendo benissimo lo sgomento di chi, come Aprile, ha cercato e sta cercando di far emergere alcune verità, ed è deriso per quello che afferma. Non contesto in modo assoluto i contenuti del suo libro, che nel frattempo ho avuto modo di sfogliare in libreria, ma il mio timore è che per motivi ovvi abbia perso obbiettività. I testi antichi diventano prove storiche di fatti e avvenimenti tramite la comparazione: la descrizione di un evento, fatta da due persone diverse appartenenti a due popoli diversi, magari. Comunque i Savoia furono gli ultimi invasori di questa nostra Italia, ma lo furono per tutta l’Italia. Quindi anche per il Veneto la Lombardia L’Emilia Romagna e giù giù sino alle nostra regione. Adesso lasciamo perdere la storia del fine ottocento e inizio novecento, e passiamo al dopo guerra. I meridionali hanno dimenticarono subito ciò che i Savoia fecero, infatti tutto il meridione voto compatto per la monarchia. Ma ormai erano passati tanti anni e si sa i rapporti anche con i padroni cambiano. Sai perché io sono al nord? Tanti anni fa mi ci portò mio padre, preferì emigrare piuttosto che accettare il ricatto “una mazzetta per essere raccomandato”. Lo so che certe cose succedono anche nel resto del mondo, che il dio denaro e lo scettro del potere rendono gli uomini bestie, ma pensi veramente che sia bastato distruggere poche fabbriche, appropriarsi di un po’ di capitale per decidere il destino del sud? Io sono originario del tavoliere ci torno tutti gli anni nella mia terra, nella mia amata terra, avrei voluto vivere lì in campagna, fare il contadino, vivere di quello che la terra mi avrebbe dato, e invece sono al nord faccio il tecnico elettronico e mi chiamano terrone. E la mia rabbia più grande sai qual è? Non è verso i Savoia e neppure verso tutti i governanti che gli hanno succeduti, ma verso quei meridionali miei compaesani che hanno sfruttato e sfruttano ancor oggi la situazione per potersi arricchire sulla pelle del proprio fratello. Questi sono i veri responsabili del disastro del sud, gente che ha creato la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta, la sacra corona unita, la stidda, una rete di traffici di favori che paralizza il sud da decenni. Perché a zio Tano si porta rispetto sempre e comunque, qualsiasi cosa accada. E uno zio Tano c’è sempre stato. Un meridionale che sciaccia i meridionali, suoi fratelli. Le cose stanno cambiando, è vero, c’è sempre più gente che si ribella a queste bestie, e se un cambiamento ci sarà, sarà perché la società civile meridionale ha deciso di dire basta, ed emergere dal fondo. Adesso dimmi: perché si è aspettato tanti anni, perché noi meridionali tanto uniti lontani dalla propria terra, siamo separati di fronte a chi ci costringe ad andare via dalla nostra terra. Perché non abbiamo unito le nostre forze, come i lavoratori del nord tanti anni fa, gridando il nostro diritto a vivere? Perché ce la siamo sempre presa col governante di turno, additando ora questo ora quello e mai zio Tano a cento passi da noi. Perché siamo comparsi solo dopo la morte di chi si è esposto e mai prima. Paura? Vigliaccheria o cos’altro? Sono triste per il mio sud, sono triste per quelle persone che stanno cercando di fare qualcosa e sono sole in questa impresa. Adesso comprendi cosa intendessi dire ieri con questa citazione “a ciascuno le proprie colpe”, e anch’io ne ho una buona parte. Felice giorno Carla. Giuseppe
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nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 28/09/10 alle 15:18 via WEB
Sono d'accordo con te, ad ognuno le sue colpe. Nessuno vuole negare l'esistenza di certe, chiamiamole consuetudini nefande, al sud ma come tu stesso affermi, tali pratiche sono diffuse in ogni parte del globo. Così come esistono persone, anche al sud, che si oppongono fermamente a questo modo di fare. Io ad esempio sono stata tra quelli che mai si sarebbe abbassata al pagamento di una qualche tangente in cambio di un posto di lavoro e in questa mia assoluta convinzione, sono stata assistita dalla fortuna. Perché laurearsi a dicembre e cominciare a lavorare il luglio successivo grazie ad uno stage a seguito di un master di specializzazione, non è cosa che capita tutti i giorni dalle nostre parti. Ma allo stesso modo mio fratello ha studiato notte e giorno, ha lavorato due anni a Bordeaux, ha fatto il volontario al 118 ed è soltanto grazie alle sue capacità e alla tenacia che ha vinto il concorso all'ospedale di Bari, dove attualmente lavora. E sappiamo bene che questa è davvero un'eccezione, visto che in quegli ambiti i concorsi (non soltanto al sud) sono istituiti appositamente per assumere una determinata persona di cui si conosce già il nome. E' evidente che non si può attribuire tutta la colpa dello stato di fatto ai Savoia, l'ho detto nel mio primo commento di risposta a questo post: da noi c'è chi ci sguazza nella situazione e non fa nulla per uscirne. Però è interessante studiare anche questo aspetto. Cercare di comprendere, oltre quello che ci viene normalmente raccontato. Era questo il mio principale intento. Dopotutto, senza tornare indietro nell'ottocento, quante fabbriche del nord hanno aperto i battenti da noi e subito li hanno richiusi, appena in tempo per usufruire dei fondi statali? Tu mi dirai, per forza, con la mafia al sud non si può lavorare. Eppure io credo che noi non sappiamo esattamente come vanno le cose. La mafia (termine che uso genericamente per indicare un tipo di associazione a delinquere) non è più soltanto, e da molti anni ormai, il picciotto locale che spadroneggia e garantisce favori in cambio di fedeltà. Non è più una questione di sgarri, di faide, di uccisioni all'ora di pranzo in piena folla. La mafia E' una questione politica; è strettamente legata alla politica italiana. E' in questo ambito che nascono gli scambi di favori più terribile e allora chi può dire che non ci sia connessione anche tra le varie Casse per il Mezzogiorno, aiuti statali, ecc. ecc. e attività industriale che non riesce mai a partire davvero? E noi, noi gente costretta a questa situazione, che possiamo fare davvero? Si può essere coraggiosi e morire come Tonino Grasso e tanti altri o si può cedere alla tentazione in cambio delle briciole. E' questo il vero male del sud, l'assenza di uno stato capace ad ogni livello e la sua contemporanea presenza nelle connessioni con la malavita. Ricordo, per chi l'avesse dimenticato, che la sentenza della Corte d'Appello di Palermo del 2003, poi confermata in cassazione ha definito il senatore Andreotti colpevole di tutti i reati a lui contestati ma nonostante questo si è avuto un non luogo a procedere poiché gli stessi reati erano intanto da considerare estinti per prescrizione. E all'epoca nessuno, di destra o di sinistra, ha voluto sottolineare quest'aspetto. Tu hai ragione a chiedermi: perché ora e mai prima? Cosa aspettano i meridionali a unirsi e mettere fine a tutto questo andazzo che è un male principalmente per loro? E' come dire che Sansone deve battere Golia. Ho fatto volontariato per diversi anni in un quartiere popolare di Bari dove il nulla era già tanto. Tu penso hai ben idea di come sono fatti certi luoghi: nessun giardino, nessuna attività ricreativa per i bambini, scuole dell'obbligo con insegnanti terrorizzati che appena possono chiedono il trasferimento, assenza delle famiglie troppo numerose e troppo povere, assenza totale dello Stato (la caserma dei carabinieri c'era, tutti perennemente asserragliati lì dentro, uscivano solo in caso di sparatorie dopo che s'erano calmate le acque). Io avevo l'ingenuità e il coraggio dei venti anni. Ci andavo a piedi da sola in giro per il quartiere, nei luoghi dove si sparava, per recuperare i bambini e portarli ad un doposcuola da noi organizzato. Ora tu dimmi, quando non c'è l'assistenza sociale, quando le case non hanno i vetri, quando mancano le sedie per sedersi tutti e i pannolini, quando per strada ci sono sassi e siringhe, quando se chiami la polizia non viene, quando ti rubano la macchina (a me nella fattispecie) e te la restituiscono solo perché sei quella del doposcuola, perché non dovresti rivolgerti a zio Tano per un pacco di pasta o per un posto di lavoro in nero a 12 ore al giorno? E' una situazione che perdura da così tanto tempo che uscirne è difficile. Ma io continuo a sperare che la gente che finalmente sta aprendo gli occhi sia sempre più numerosa, continuo a credere che un giorno si farà pulizia e ognuno potrà ritrovare la dignità che gli spetta ed essere chiamato terrone, non con disprezzo, ma con il rispetto che è dovuto a chi ama la propria terra e se ne prende cura.
Felice proseguimento anche a te, e grazie.
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elliy.writer
elliy.writer il 24/09/10 alle 18:38 via WEB
Avevo già sentito parlare di questo libro, grazie a una mia amica. E ho già avuto modo di rabbrividire di fronte a questi scenari...
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nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 27/09/10 alle 07:12 via WEB
Si rabbrividisce, proprio così.
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domenicomolinini
domenicomolinini il 24/09/10 alle 18:59 via WEB
Durante una recente seduta d'esami un mio collega mi ha detto: "hai letto Terroni? Sembra di leggere i discorsi che fai, quando, nel tempo che intercorre tra un esame e l'altro attacchi con le tue filippiche sulla questione meridionale che tu vedi del tutto correlata alla questione morale".
Sono rimasto lusingato e, ancor più, felice che finalmente "qualcuno" più bravo di me avesse preso penna e carta e scritto tutta la verità.
Leggete Terroni. Leggete e capirete.
E mi vengono in mente le parole con cui il Grande Vecchio chiude la partitura del Falstaff, la sua ultima opera:
"Tutti gabbati.
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nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 27/09/10 alle 07:16 via WEB
L'impoverimento dei territori e la conseguente emigrazione forzata della parte migliore della società meridionale, è probabile abbia condotto allo stato di cose attuali. Certi "difetti" tutti meridionali non si manifestano quando gli stessi meridionali li ritrovi al nord e non sono evidenti tra gli intellettuali, dei quali fai parte anche tu. Sarebbe bello poter assistere a una delle tue filippiche!
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ilike06
ilike06 il 24/09/10 alle 19:05 via WEB
condivido la tua nuova "voglia". non ho mai amato "studiare storia", probabilmente perché non mi hanno fatto amare la Storia. Sapevo di questo libro perché mio marito mi aveva raccontato quanto ha scritto qui sù e l'ho cercato in varie librerie. Anzi, una quindicina di giorni fa l'ho cercato qui a Corato e mi hanno detto che lo ordinavano nuovamente perché era andato a ruba. Credo che tornerò in quella libreria a prenderlo al più presto. Chissà che non mi scoppi l'amore per la Storia....
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nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 27/09/10 alle 07:17 via WEB
Storia è una delle materie che ho portato per l'orale dell'esame di maturità. Mi è sempre piaciuta moltissimo. Quando non trovi un libro, vai sul sito di ibs :)
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cateviola
cateviola il 24/09/10 alle 23:16 via WEB
Torno tra pochi minuti a leggere, la voglia di studiare non mi è mai passata... ora venivo a ringraziarti per la pioggia :*
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cateviola
cateviola il 24/09/10 alle 23:34 via WEB
Mi è venuta una gran voglia di cercare questo libro. Anche se non sapevo tutto quel che hai riportato, non credevo che i briganti fossero proprio briganti... ma si sa, la teppista diffida sempre delle versioni ufficiali, la storia scritta nei libri di scuola dei vincitori
Grazie
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nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 27/09/10 alle 07:18 via WEB
Il cielo sa ascoltare :***
Io tendo a credere facilmente a quello che mi viene detto, ma sto cominciando a diventare più teppista come te.
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mati33
mati33 il 25/09/10 alle 18:23 via WEB
Troppe cose nascoste e guarda caso sempre le più brutte!
ciao cara, baci :*
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nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 27/09/10 alle 07:19 via WEB
Sempre.
Forza che manca pochissimo :) fammi sapere eh!
(Rispondi)
 
Kappa_A
Kappa_A il 25/09/10 alle 20:18 via WEB
Credo valga la pena appronfondire...cercherò il libro...
Ciao Sogno...
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nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 27/09/10 alle 07:19 via WEB
Sarebbe bello se lo leggessero tanti settentrionali. Un abbraccio Andy!
(Rispondi)
 
gitana100
gitana100 il 26/09/10 alle 07:39 via WEB
SVEGLIA....il caffe è pronto e ce anche il sole...... Baci baci e buona domenica Lilla
(Rispondi)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 27/09/10 alle 07:20 via WEB
Grazie, ma il caffè non lo prendo più :) Baci Lilla!
(Rispondi)
 
Gioiasole
Gioiasole il 26/09/10 alle 11:44 via WEB
A me la storia ha iniziato a piacere quando ne ho colto il senso; quando cioè ho cominciato a "vedere" le cose del passato in movimento, non come storielle a sé stanti da imparare a memoria. Anche a me questa parte della nostra storia - nostra, di Italiani - era sconosciuta (o forse non la ricordo affatto?). Certo è che vale davvero la pena di approfondire. Però... che tristezza e stanca malinconia. E nord e sud, e io sono più bello perchè mangio polenta e tu sei brutto perchè sei calimero. E non se ne può più. Buona domenica, carissima!
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domenicomolinini
domenicomolinini il 26/09/10 alle 13:00 via WEB
Scrive Massimo d'Azeglio ne I miei ricordi, la sua ultima opera, apparsa postuma nel 1867:
"...L'Italia da circa mezzo secolo s'agita, si travaglia per divenire un sol popolo e farsi nazione. [...] I più pericolosi nemici d'Italia non sono gli Austriaci, sono gl'Italiani. [...] per dirla in una parola sola, il primo bisogno d'Italia è che si formino Italiani sotati d'alti e forti caratteri. E pur troppo si va ogni giorno più verso il polo opposto: pur troppo s'è fatta l'Italia, ma non si fanno gl'Italiani.".
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nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 27/09/10 alle 07:25 via WEB
E a volte viene da pensare maestro, che meglio sarebbe non tentare più di farli gli italiani! Anche a scapito di tutti noi che ci sentiamo tali.
(Rispondi)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 27/09/10 alle 07:23 via WEB
E' vero, la storia è dinamica, la costruiamo ogni giorno. Condivido l'ultimo punto e l'intenzione mia, nel postare questo brano, non era di dire ma guardate come eravamo belli e bravi ed è tutta colpa vostra! Io ci vivo al nord e ho amici settentrionali e, come ho scritto qualche commento più su, ho sottolineato l'ultima frase per dire che anch'io mi sento così, italiana semplicemente, senza differenza tra polenta e cozze! Che poi la polenta con le cozze mi sa che ci sta proprio bene, dovrò inventare un piatto fusion :) Ciao cara!
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Gioiasole
Gioiasole il 27/09/10 alle 15:23 via WEB
La tua intenzione l'avevo ben colta, non temere! :)
Più volte mi sono chiesta anch'io, come è stato detto più su, nei commenti: perché non una separazione consensuale? Perchè ostinarsi a tenere unita (che andrebbe messo tra virgolette, perché uniti non siamo mai stati) questa 'grande famiglia italiana' solo di nome ma non di fatto? Se qualcuno se ne vuole andare per i fatti suoi, non capisco perchè si debba tenerlo per forza attaccato al legaccio. Io, per esempio, mi scinderei volentieri da quel parassita del Vaticano (che dalla mia fede cristiana scindo ogni giorno sempre più convinta). Ma questa è un'altra storia.
...E finalmente ho memorizzato come andare a capo e scrivere in corsivo! :) Bacioni
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nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 28/09/10 alle 07:18 via WEB
A volte prende lo sconforto anche a me e faccio le tue stesse considerazioni. Poi mi dico che ci vorrebbero buttare via come un calzino bucato dopo averci sottomesso in luogo dei Borboni, sfruttato fino all'osso con i finanziamenti statali per l'apertura di fabbriche fantasma, spremuto come limoni utilizzando la nostra fame e la nostra "ingenuità" in occasione di ogni tornata elettorale. E allora perchè? Ora non gli serviamo più e viva la Padania? Comunque resta vero che siamo da sempre due mondi diversi con uno stesso nome. Sul Vaticano non puoi che avere la mia approvazione cara :) anche io mi dico ogni giorno di più cristiana e proprio per questo non più cattolica.
E brava! Ora impara anche il grassetto :)Baci!!
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Kappa_A
Kappa_A il 27/09/10 alle 07:08 via WEB
Buongiorno...
(Rispondi)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 27/09/10 alle 07:26 via WEB
Ciao Andrea, volevo sottolineare anche a te, per me non c'è differenza tra italiani del nord e italiani del sud. Se ho postato questo brano non è per dire in alcun modo, siamo migliori o siamo così per via della storia. Siamo italiani e sarebbe bello cominciare ad essere fratelli per davvero, come già riusciamo ad esserlo tra tantissimi di noi. Buona giornata!
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Kappa_A
Kappa_A il 27/09/10 alle 07:38 via WEB
Anch'io la penso come te, infatti, come scrivevo sopra, vorrei cercare il libro... il tempo per leggerlo durante i trasferimenti quotidiani in treno non mi manca... :-))
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nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 28/09/10 alle 07:18 via WEB
Leggere in treno è una delle attività più rilassanti che io conosca :)
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cherytamtam
cherytamtam il 27/09/10 alle 10:11 via WEB
Che la pecorella smarrita ritrovi se stessa, non l'Ovile. AnimaMundi. http://www.xmx.it/nuovo-testamento.htm
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nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 28/09/10 alle 07:19 via WEB
E anche questo è revisionismo storico. Proverò a leggere :)
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zenblue
zenblue il 27/09/10 alle 21:06 via WEB
Sono le persone come te che sono capaci di costrure ponti. Non quello di Messina sia chiaro. Si tratta di ponti nella mente, nelle teste. Come uomo del nord, apprezzo quello che dici e quello che fai. Grazie.
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nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 28/09/10 alle 07:20 via WEB
Sono ingenua per natura Zen e parto sempre dal presupposto che non esistono i fratelli d'Italia, ma che tutti gli uomini sono miei fratelli e buoni per definizione. Poi mi scontro con la realtà ma questo non mi ha ancora impedito di continuare a crederci. Grazie a te.
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Kappa_A
Kappa_A il 27/09/10 alle 21:56 via WEB
Te che sei esperta di acquisti in internet, sai se si trova on-line?
Buona serata Sogno... :-))
(Rispondi)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 28/09/10 alle 07:21 via WEB
Certo! www.ibs.it
Buongiorno Andrea!
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Kappa_A
Kappa_A il 28/09/10 alle 08:36 via WEB
Aggiunto ai segnalibri... grazie e buona giornata...
(Rispondi)
 
 
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 28/09/10 alle 15:23 via WEB
Prego :)
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apple_loveis76
apple_loveis76 il 28/09/10 alle 11:45 via WEB
siamo sempre bravi in Italia a insabbiare le nostre "brutture" (chiamiamole così) e a scandalizzarci per quelle del resto del mondo come se fossero anni luce lontane da noi...
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nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 28/09/10 alle 15:24 via WEB
Il bigottismo è una pratica diffusa, non soltanto nelle chiese.
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twitter5
twitter5 il 28/09/10 alle 14:02 via WEB
CIAO SUOPERMAMMA! IERI HO INIZIATO IL SECONDO INSERIMENTO IN UNA NUOVO SCUOLA!!! SPEREM::::)))
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nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 28/09/10 alle 15:24 via WEB
Non t'invidio :) Vedrai che stavolta andrà bene! Bacetti!
(Rispondi)
 
 
 
twitter5
twitter5 il 28/09/10 alle 21:30 via WEB
NN lo so,per ora mi fa male solo la mano destra......sto a firma' assegni come se fossero autografi......è positivo o negativo come segno questo???????:::(((((
(Rispondi)
 
 
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 29/09/10 alle 06:56 via WEB
Non ti so dire, io ho il rid bancario, quindi almeno la mano è salva :)))) purtroppo con le scuole non è facile indovinare, bisogna andare un po' ad intuito e soprattutto rendersi conto del feedback dei bambini, ma questo si può fare solo a posteriori. Piccoletto! Speriamo bene!
(Rispondi)
 
cio.van
cio.van il 28/09/10 alle 14:04 via WEB
Buongiorno! mi sono ripromessa di aumentare il tempo della lettura, che in verità era quasi nullo.. sono a metà del libro che ho iniziato la settimana scorsa.. ora devo cominciare a pensare al prossimo e questo può essere un'idea interessante... Grazie Sogno! :-))
(Rispondi)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 28/09/10 alle 15:25 via WEB
Fammi sapere, se ti capiterà di leggerlo, cosa ne pensi :) Buon pomeriggio!
(Rispondi)
 
ilike06
ilike06 il 28/09/10 alle 22:19 via WEB
ordainato su ibs oggi :)
(Rispondi)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 29/09/10 alle 06:56 via WEB
Anche tu nel club ibsiano :)))*
(Rispondi)
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 29/09/10 alle 18:19 via WEB
Fittavolo.libri conclude il primo dei suoi interessanti interventi affermando di essersi sentito diverso, allorquando da giovane si è posto a confronto con un altrettanto giovane milanese, e sembra non essere propenso ad addebitare quella diversità all'operato dei Savoia.
Se il dibattito continuerà, avremo modo di verificare se e quanto l'operato dei Savoia possa essere stato nefasto per la Penisola e per il Meridione in particolare.
Per il momento, mi limito ad intervenire su quanto Fittavolo.Libri scrive a mezzo del suo primo intervento:
...non ho mai letto da nessuna parte del grande sviluppo industriale nel meridione ai tempi dei Borboni. Mentre i libri di storia ufficiale mettono ben in evidenza lo sviluppo delle fabbriche del nord sin dalla prima rivoluzione industriale.
Penso che nessuno, men che mai Pino Aprile, si sogni di tessere le lodi dei Borboni, tuttavia, ritengo che, dare uno sguardo a quale fosse realmente lo stato sociale ed economico della Penisola intera (non del solo Meridione) nel 1861, possa costituire un utile contributo al nostro discorso.
Politicamente l’Italia, fino al 1861, non è ancora uno Stato, fatto che la differenzia marcatamente dal resto d’Europa.
La mancanza di una fisionomia unitaria è la causa di una endemica e gravissima arretratezza civile.
La polverizzazione di stati e staterelli impedisce la libera circolazione delle merci nel territorio ed un benchè minimo sviluppo economico.
I regimi dispotici e polizieschi impediscono che gli abitanti possano partecipare, democraticamente e attivamente, alla vita sociale e civile e che, quindi, acquisiscano una coscienza moderna di cittadini.
Mentre in Inghilterra ed in Francia, già dai primi decenni dell’Ottocento, è in pieno atto lo sviluppo dell’industria moderna, l’Italia resta un paese prevalentemente agricolo. Un’agricoltura che nel Meridione rimane di tipo feudale, e dove chi lavora la terra vive molto spesso al limite dell’indigenza.
L’industria, in tutta la Penisola, è quasi inesistente, priva di macchinari consiste eminentemente nella trasformazione di prodotti agricoli (tessili ed alimentari), affidata alla manualità e alla manodopera, spesso stagionale, dei contadini, fermi durante i mesi invernali.
Manca un istituto del credito che finanzi le imprese produttive.
Una minima eccezione positiva è rilevabile in Lombardia, in Piemonte ed in Toscana, dove aumenta il numero dei proprietari, grazie all’abbattimento di vincoli feudali e alla vendita di beni ecclesiastici, e dove si tentano forme di investimento sull’agricoltura, interventi sul territorio e dove, a partire dagli anni Quaranta, si iniziano a costruire ferrovie.
La classe borghese italiana non è assolutamente paragonabile con quella dei paesi europei più avanzati. In embrione, è formata da una certa aristocrazia progressista, dai ceti medi produttivi, dagli imprenditori e dai commercianti, ai quali si aggiungono le varie categorie di professionisti e gli ufficiali. Il denominatore comune di questa eterogenea massa sociale è rappresentato da interessi e bisogni oggettivi, che possono essere soddisfatti solo eliminando i vincoli posti dall’assolutismo e dalla divisione politica.
Questi interessi e bisogni sono altamente sentiti, in quanto rappresentano l’aspirazione all’ottenimento di condizioni delle quali, nelle altre nazioni, i cittadini godono e che si chiamano libertà, progresso, civiltà.
Il sentimento e la consapevolezza di fare parte di un’entità nazionale, impedita e violentata dalla frammentazione politica e dalla dominazione straniera, giustifica il culto per il passato glorioso dell’Italia, il quale diventa elemento ideologico che unifica questa eterogeneità e finisce col trasformarla in omogeneità, in nome di un patriottismo, che va oltre i vari orientamenti politici.
Da questo processo sono sostanzialmente esclusi i reali ceti popolari.
In Italia la rivoluzione industriale avviene solo ai primi del Novecento, con un secolo di ritardo nei confronti dell’Europa, non esiste, pertanto, una classe operaia.
Il «quarto stato», oltre che da varie figure di lavoratori, è formato prevalentemente da contadini, i quali vivono in condizioni di totale disagio, fuori della storia.
Nel Meridione si può dire che nulla è cambiato dai tempi della dominazione spagnola e che, quindi, essendo stata anch’essa un lunghissimo periodo di involuzione sociale, permane uno statu quo feudale.
Il Risorgimento italiano non avviene, quindi, come fenomeno largamente popolare, ne mancano le premesse e non si può certo addebitare a queste masse il fatto di essere state spesso lo strumento della reazione.
Questa esclusione alla formazione dello Stato italiano (che Alfredo Oriani in un suo scritto del 1908 chiama “La rivoluzione senza popolo”) ha un peso negativo notevole sulla vita politica e sociale della nazione, all’indomani dell’unità.
I fermenti del Risorgimento, quindi, riuscirono ad armonizzare una costellazione di aspirazioni molto variegate (monarchiche e repubblicane, federaliste e unitarie) di cui il governo sabaudo seppe approfittare (subdolamente, secondo chi ai Savoia volesse attribuire di avere agito secondo il denominatore comune dell’interesse).
I meridionali, dopo un primo momento di euforia (per nulla unanime), si accorsero subito che non erano stati affatto liberati per unirsi agli altri italiani. Quella che si presentò ai loro occhi era l’ennesima conquista straniera, ad opera di nuovi dominatori più esosi e crudeli dei precedenti.
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nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 30/09/10 alle 07:20 via WEB
Grazie del tuo prezioso intervento Mimmo. Purtroppo ora sono di fretta ma appena possibile tornerò a leggere con attenzione. Buona giornata!
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nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 01/10/10 alle 15:44 via WEB
Ho riletto con attenzione come il tuo commento meritava. E' quello che la storia ci ha insegnato. Eppure Aprile parla di un'industria più variegata, di un meridione più ricco e forte rispetto al nord, proprio perchè unito sotto un'unica potenza straniera che attua la stessa politica sui territori dominati. Ne parla come della terza potenza europea dopo Inghilterra e Francia.Sostiene, insieme a Salvemini, che la questione meridionale nacque a seguito dell'unità d'Italia e non era un problema pregresso che i settentrionali si accollarono. Semmai le ricchezze del sud servirono a pagare i debiti del nord, soprattutto del Piemonte. Precisa che la Campania restò la regione più ricca tra quelle italiane almeno fino al 1920. Cita per sostenere queste sue tesi, alcune ricerche tra cui in particolare quelle di due professori di economia di un'università calabrese (uno di origine calabrese, l'altro di Pistoia). Conferma quello che tu scrivi circa il Risorgimento, che si ottenne con l'appoggio di una piccolissima parte di popolazione (lui parla del 2% degli italiani) e senza il coinvolgimento popolare. Si preoccupa perchè ritiene che se l'Italia fu unita grazie a questa piccola percentuale di sostenitori, può essere sfasciata con un numero anche più basso. Quello che io credo, al di là di ciò che può sostenere Aprile, è che sarebbe interessante che qualcuno a livello universitario riprendesse gli studi relativi a questo interessantissimo argomento. E soprattutto che le coscienze di tutti si risvegliassero per uno sviluppo concreto del sud negli anni a venire.
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