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SUL DARE

Post n°59 pubblicato il 18 Marzo 2007 da seta76
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 Allora un uomo ricco disse: Parlaci del Dare.
   E lui rispose:
   Date poca cosa se date le vostre ricchezze.
   E' quando date voi stessi che date veramente.
   Che cosa sono le vostre ricchezze se non ciò che custodite e nascondete nel timore del domani?
   E domani, che cosa porterà il domani al cane troppo previdente che sotterra l'osso nella sabbia senza traccia, mentre segue i pellegrini alla città santa?
   E che cos'è la paura del bisogno se non bisogno esso stesso?
   Non è forse sete insaziabile il terrore della sete quando il pozzo è colmo?
   Vi sono quelli che danno poco del molto che possiedono, e per avere riconoscimento, e questo segreto desiderio contamina il loro dono.
   E vi sono quelli che danno tutto il poco che hanno.
   Essi hanno fede nella vita e nella sua munificenza, e la loro borsa non è mai vuota.
   Vi sono quelli che danno con gioia e questa è la loro ricompensa.
   Vi sono quelli che danno con rimpianto e questo rimpianto è il loro sacramento.
   E vi sono quelli che danno senza rimpianto né gioia e senza curarsi del merito.
   Essi sono come il mirto che laggiù nella valle effonde nell'aria la sua fragranza.
   Attraverso le loro mani Dio parla, e attraverso i loro occhi sorride alla terra.
   E' bene dare quando ci chiedono, ma meglio è comprendere e dare  quando niente ci viene chiesto.
   Per chi è generoso, cercare il povero è gioia più grande che dare.
   E quale ricchezza vorreste serbare?
   Tutto quanto possedete un giorno sarà dato.
   Perciò date adesso, affinché la stagione dei doni possa essere vostra e non dei vostri eredi.
   Spesso dite: "Vorrei dare ma solo ai meritevoli".
   Le piante del vostro frutteto non si esprimono così né le greggi del vostro pascolo.
   Esse danno per vivere, perché serbare è perire.
   Chi è degno di ricevere i giorni e le notti, è certo degno di ricevere ogni cosa da voi.
   Chi merita di bere all'oceano della vita, può riempire la sua coppa al vostro piccolo ruscello.
   E quale merito sarà grande quanto la fiducia, il coraggio, anzi la carità che sta nel ricevere?
   E chi siete voi perché gli uomini vi mostrino il cuore, e tolgano il velo al proprio orgoglio così che possiate vedere il loro nudo valore e la loro imperturbata fierezza?
   Siate prima voi stessi degni di essere colui che da e allo stesso tempo uno strumento del dare.
   Poiché in verità è la vita che da alla vita, mentre voi, che vi stimate donatori, non siete che testimoni.
   E voi che ricevete - e tutti ricevete - non permettete che il peso della gratitudine imponga un giogo a voi e a chi vi ha dato.
   Piuttosto i suoi doni siano le ali su cui volerete insieme.
   Poiché preoccuparsi troppo del debito è dubitare della sua generosità che ha come madre la terra feconda, e Dio come padre.

(K. Gibran)

 
 
 
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