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Quando vedrai nascerà un brivido sulla tua pelle, sarà perché ti sto pensando. Non so se faccio parte di te, so solo che in qualche modo “tu” sei dentro di me. Ci sei entrata un giorno come tanti, in punta di piedi, senza fare rumore. Lì, hai coltivato ogni tua sensazione, ogni tuo respiro, ogni tua emozione. Come il sole, hai riscaldato i miei pensieri e hai bagnato l’immenso prato dei miei silenzi. Hai messo amore in ogni singola goccia caduta, in tutti gli attimi condivisi, in fondo alle parole non dette. Poi sei scesa sempre più giù, fino a quando hai deciso di fermarti.
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Ed ho tutto. Quando sono al lavoro, mentre leggo il giornale, dentro il mio caffè. E alla fine del giorno mi accorgo che al “tutto” manca “qualcosa”. Qualcosa in più.
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Adoro la notte. Finalmente tutto si spegne. Solo uno spiraglio di luce dalla finestra che taglia la stanza. Chiudo gli occhi e annullo i pensieri. Basta parole inutili, basta rumori. C'è una notte intera prima che torni il frastuono del mondo. Adesso nessuno può disturbarmi perchè questo è il mio spazio, questo è il mio angolo e ci sono solo io.
Io e la mia musica. |
Post n°74 pubblicato il 17 Gennaio 2016 da nonsolo_musica
"Ci sono cose che solo una mamma può capire. E che, purtroppo, solo una mamma può sentire". Una madre rimane sempre una madre. Non smette mai di esserlo. Qualunque cosa accada. Anche quando non esiste nulla di più difficile al mondo. Lo sa bene Francesca, che ogni settimana va in carcere a trovare suo figlio accusato di un reato gravissimo: omicidio. Lei che continua a domandarsi dove abbia sbagliato. Perché negli occhi di Andrea fatica a riconoscere il bambino che ha cresciuto. Ma il suo cuore non può fare altro che proteggerlo. E la missione di ogni madre. Proprio quella missione che Teresa sente di aver fallito nel momento in cui sua figlia le è stata strappata via troppo presto in un incidente d'auto. Lei non era lì a difenderla per non lasciarla andare. Un dolore troppo grande che l'amore materno di Teresa non riesce ad accettare, al punto da creare una realtà diversa in cui la ragazza gira ancora per la casa a portare luce con il suo sorriso. Francesca è la madre di un carnefice, Teresa la madre di una vittima. Eppure sono solo due donne che devono in qualche modo superare la sconfitta delle loro speranze, dei loro sogni di un futuro felice per i figli. La loro sofferenza assume le stesse tonalità, usa le stesse parole, piange le stesse lacrime.
Perché il confine tra l'errore e la verità si confonde. Non è mai netto. L'amore più puro può trasformarsi in un peso troppo grande da sopportare. Può fare male o far sbagliare... |
Post n°73 pubblicato il 15 Dicembre 2015 da nonsolo_musica
Non voglio tragitti senza massi, persone senza problemi, ancor meno glorie senza lacrime. Non voglio il tedio del continuare appena, l'obbligo del sopportare, muovermi nella routine solo per avanzare. Non voglio il "più o meno", il "così è la vita", il "si deve", nulla che mi faccia gemere. Non voglio la ricetta sempre sana, l'insalatina incontaminata, il letto casto, il sesso vergine. Non voglio il sole tutto il giorno, la retta senza la minima curva, non voglio il nero liscio nè il bianco immacolato, non voglio la poesia perfetta nè l'ortografia illesa. Non voglio imparare soltanto dal professore, la pacca sulla schiena, il "vedrai che passa", la micro-soddisfazione, la minuscola euforia. Non voglio le labbra senza lingua, la lingua senza piacere, fuggire da ciò che spaventa, oppure assuefarmi a ciò che mi fa soffrire. Voglio ciò che non rientra nel regolare, quel che non si comprende nei manuali, quel che non accade nei copioni. Voglio la ruga bizzarra, la mano trascurata, la strada rischiosa, la pioggia, il vento, le unghie conficcate, l'animale dell'istante. Voglio ancora tentare quel che nessuno ha mai fatto, guardare l'imperdonabile, sperperare da folle le possibilità. Voglio soprattutto quel che mi spaventa, l'abisso in segreto, l'interno delle tue cosce, il modo in cui il sudore ti scorre al centro del petto, il modo impossibile in cui ti esprimi quando vieni. In questo libro c’è la realtà. E vi dirò di più, c’è tanta realtà, che almeno una storia sarà la vostra. |
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