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« 2oreAsta dei sentimenti »

Finale a 9

Post n°372 pubblicato il 27 Aprile 2007 da noteinblu
Foto di noteinblu

Venerdì sera era la finale all’X-Ray, a cui eravamo approdati nelle vesti di migliori secondi, quindi comunque primi, in un certo senso, del concorso indetto dal locale del forlivese.
Amedeo passa a prendermi mentre sono ancora a tavola, in mutande e calzettini, a divorare quel piatto di straccetti all’aceto balsamico con contorno di funghi, preparato con cura da mia madre.
Mi vesto e lo accolgo con più grazia di quella che mi sarei voluto permettere.
Ho ancora i capelli più umidi che asciutti dopo la doccia del dopo lavoro, dove l’acqua, raccogliendo tutta la polvere asciugata nel sudore rappreso, tergiversando sul piatto di ceramica, regalava una sfumatura coinvolgente al turbinio destinato a scomparire nello scarico.
La meravigliosa sensazione di pulito.
Ho i capelli lunghi, non li tengo più a bada.
Aspetterò Giugno per tornare a nuova vita.

Finalmente partiamo.
Una sosta al Gold Win, per aggiornarmi con Angelo riguardo a quel volantino che gli sto idealizzando a computer, con tutti gli appuntamenti dal vivo di Maggio e Giugno e che mi sta impegnando più del previsto, più che altro per il desiderio di fare sempre le cose al meglio.
Poi la strada e un po’ di conversazione a mezzo cellulare con Annalisa, la ragazza di Amedeo che studia a Napoli. Una storia a cui non si può invidiare la distanza ma che sono contento che esista a dimostrare la possibilità della vittoria dei sentimenti su tutte le difficoltà.
Arriviamo per le prove del suono, a contenderci il palco della finale con altre 9 band, sopravvissute allo scontro tra circa 32 gruppi partecipanti.
Lascio nel cassetto la speranza di poter partecipare alla Jam Session, organizzata da Matteo al Sax Pub di Lugo (RA), considerata l’esigenza di essere il secondo gruppo della serata, vista la peculiarità mancina di Beppe (batteria), mentre abbandono definitivamente quella di poter assistere al concerto di Gioia al “Luogo Comune”.
Ai piedi del palco ritrovo Donatello degli “Scarlet” (www.myspace.com/scarletscarlet), frontmen del gruppo conosciuto in occasione del Festival delle Arti di Bologna e ritrovato al Rock Island di Rimini, nelle immediatezze di scaldare gli amplificatori. Ritrovarsi è diventata ormai un’abitudine e così scambiamo qualche parola dopo la sorpresa reciproca.
Mi lascia il suo numero di telefono e quel “myspace” che sembra diventato un’epidemia, con la promessa di allungargli un po’ di materiale nel tentativo di aiutarci ad aprirci un varco sulla riviera.
Dopo le prove del suono, dove il fonico si era permesso di toccare le regolazioni del mio ampli senza chiedermi permesso (mi sono trattenuto a fatica), soddisfiamo il desiderio di mettere qualcosa nello stomaco avvertito da Davide (chitarra). Nessuna consumazione offerta dal locale (i gruppi sono troppi) e così, vista l’ennesima prova di miseria, decidiamo di prendere la macchina alla ricerca di una piadineria aperta. Quella di fronte al Mc Donald però ha appena chiuso i battenti e così non ci rimane altro che la multinazionale del fritto. Dopo aver rischiato l’incidente sulla via Emilia con Marco (voce) alla guida, parcheggiamo dentro le strisce bianche.
È bello notare tutte le macchine in fila in attesa del McDrive.
Ma che senso ha aspettare un servizio che dovrebbe significare tempi più brevi se si impiega di più che il servizio a banco?
Entriamo e l’odore è sempre lo stesso.
Scopro che l’unico posto profumato del Mc Donald è il cesso di cui approfitto con quello scarico azionato intelligentemente col piede.
Arrivo al tavolo e Davide sta già trangugiando mentre Amedeo giustifica l’ennesima assenza col cellulare portato all’orecchio, fuori dall’entrata.
Mi fanno notare due genitori che hanno deciso di cenare lì per quella sera in compagnia del figlio di qualche mese a cui allungano qualche patatina.
Penso di alzarmi e andargli a dire qualcosa ma mi trattengo.
Mi da meno fastidio uno che va a puttane, nonostante la consideri una cosa veramente abbietta.
Esco felice di ritornare all’aria della notte.

Il locale si riempie di sostenitori dei vari gruppi e una percentuale indefinibile di comuni avventori.
Saliamo sul palco per secondi e lascio a Marco il compito di ripristinare le mie regolazioni originarie.
“Il grande passo” – “Vent’anni di fantasie” – “Ti sento” come cover per chiudere il brevissimo set.
Sul mio unico solo mi permetto di sfruttare il primo tavolino.
L’equilibrio precario mi fa sbagliare qualche nota e non mi fa piacere.
Per il resto la nostra solita energia.

Scendo con la voglia di lasciare immediatamente il territorio del comune di Forli(FC) ma sulla strada del backstage incontro una ragazza che sta portando un’asta con qualche piatto appeso sopra. Devo proprio fare il simpatico.
Me stesso (rivolto a lei): -“ Avete anche la rodie!”
Quando torno fuori il gruppo dei “Magentha” (www.myspace.com/magenthaband) è quasi pronto per cominciare e mi accorgo che dietro la batteria c’è proprio la tipa. Ennesima figuraccia da collezionare insieme alle altre.
Si sta ancora sistemando e qualche problema con le chitarre le da l’occasione di guardarsi un po’ in giro. Le faccio segno con le mani per catturare la sua attenzione.
Me stesso(esaltando il labiale): - “Scusa”
Subito non capisce ma dopo un altro po’ di labiale e qualche gesto, ad evitare lo scontro col volume della platea, può finalmente togliermi il peso della mia gaffe.
Iniziano a suonare e mi catturano immediatamente.
Rimango per tutto il set, con un occhio di riguardo speso proprio per lei ma soprattutto per la proposta musicale.
Quell’unico interesse non sarebbe bastato.
Scendono dal palco e mi precipito per i complimenti, doverosi, e per avere qualcosa da ascoltare a casa, con la calma del volume e dei suoni migliori.
Arriva tutto insieme ai contatti e la promessa di ritrovarmi, prossimamente ai piedi di un loro palco, sono sicuro che la manterrò.
Ce ne andiamo definitivamente anche se, ormai, è solo ora di rivolgersi alle coperte, in vista dello straordinario del sabato mattina.

 
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