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Lunedì - Seconda Parte
Mi sveglio senza arrivare al limite della sveglia e capisco che qualcosa non va.
Ho i brividi, il raffreddore e un cerchio alla testa a cui prestare attenzione.
Trovo il termometro ma il suo esito è sconfortante: 36,9°.
Ma che presa in giro è mai questa? Non ho la febbre anche se di stare bene proprio non se ne parla.
Chiamo Daniele, il capo-filiale, ma devo aspettare la sua telefonata dopo i miei due tentativi andati a vuoto. Decido di esserci ed aspettare lo spiegarsi della giornata.
Non sono proprio un fiore ma tengo botta, considerate anche le assenze che la prima giornata lavorativa dell’ennesima settimana, può offrire.
Verso metà mattina mi chiama in ufficio per affrontare il discorso ferie.
È l’opportunità che aspettavo per parlargli della mia intenzione di riprendere gli studi e di lasciare alla naturale scadenza del mese di Giugno.
Esco finalmente da quella situazione scomoda di “non detto” diventata così insostenibile. È dispiaciuto ma accetta tranquillamente la mia decisione permettendosi solo di esprimere un parere negativo riguardo a quell’università che forse, alla mia età, non potrei più permettermi.
Mi provo la febbre ma i numeri sono sempre quelli.
Esco per due consegne e la prima sosta mi da l’opportunità per far squillare quel numero di cellulare in cima alla mia lista.
Anna risponde.
La sua voce mi riporta a così tante cose che faccio fatica a racchiudere in una sola emozione. Mi sembra di essere trasportato in un altro tempo, di essere ricacciato nella mia adolescenza ed è maledettamente piacevole.
Ci mettiamo d’accordo per ritrovarci e le anticipo la mia richiesta di riavere tutte quelle foto che le avevo restituito alla fine della nostra storia, per dimostrarmi forte, per cercare di ferirla nell’unico modo che potevo permettermi.
Adesso sapevo di potermi permettere di affrontarle senza il dolore, ma solo con il sorriso della nostalgia e con quella capacità di accettare un passato così oneroso, appresa col passare degli anni.
Anna - “Proverò a guardare ma credo che abbiano fatto una brutta fine.”
Ci rimango male. Non credevo sarebbe riuscita ad affidarle all’immondizia ma se così è stato, avrà avuto le sue ragioni, che ancora non conosco.
Ci mettiamo d’accordo per vederci “un’oretta di autonomia” come dice lei e non chiedo di più.
Arrivo fino in fondo alla giornata e mi aspetta l’appuntamento al buio con Rachele, la cugina di Lucia.
Di nuovo in macchina, a guidare con il nastro anni ’80 che gira nello stereo, ascoltando un meraviglioso Battisti anni ’70.
Arrivo alla taverna dei Monti Coralli e subito ritrovo Matteo.
Il tavolo è proprio a fianco di quei pochi metri quadri destinati al concerto.
Lucia mi sorride, al suo fianco il solito vecchietto, appassionato di musica Jazz e una coppia a riempire uno dei quattro lati offerti dalla tavola.
Le presentazioni saltano e mi metto a parlare con la ragazza di Matteo delle mie condizioni precarie di salute. Un rifugio che mi trovo per cercare di capire meglio la situazione inaspettata del mio appuntamento al buio “occupato”.
Arriva l’avventore mancante e si prodiga a fare le presentazioni.
Matteo: - “Allora, ti presento Rachele”
Le stringo la mano con un “Piacere” e invece di continuare, il presentatore occasionale mi gela con un “Mi dispiace ma ha trovato il ragazzo proprio ieri”, riferendosi al compagno che le siede accanto.
Me stesso: - “Sono contento per lei” riuscendo a metterci tutta la convinzione possibile, mischiata ad un bel sorriso.
La risata coinvolge tutta la tavola prima che lo scherzo sia rivelato.
L’appuntamento al buio non è potuta intervenire per la febbre che io invece avevo sfidato per essere li.
Pazienza, occasione sicuramente non mancherà.
Mi ripresento allora alla ragazza, decisamente interessante, che mi regala il suo vero nome da tenere a mente “Francesca”.
Ogni tanto lascio che i miei occhi vadano a cercare il suo viso ma cerco di controllarmi il più possibile vista la coppia felice che capisco di provare a guastare.
Il concerto finisce.
Sono cotto.
Penso al letto.
Vola
Nell'universo della mia pazzia
ho una nuova teoria
per me la gente vola
So cos'è che non va
disabitudine alla realtà
come dire sono solo
Io dopo di te
non sono morto né guarito
ma ci ho provato, era un mio diritto
e non è servito
e mi sono vestito
come un idiota vestito
che avevo in testa
nessuno m'ha invitato
alla sua festa
La gente vola, vola
ed io sto troppo giù
l'amore vola e vola
ed io mi sento, mi sento giù
L'amore vola e vola
e tu non c'eri già più
Nel rovescio della mia vita
una prova innocente
chiamare amore un amore qualunque
a cui di me non gliene frega niente
ma non scoppia il cuore
non mi sento affogare
non ho voglia di bere, né di parlare
perché non ho amore di cui parlare
e penso che forse, davvero
La gente vola, vola
ed io sto troppo giù
L'amore vola e vola
ed io mi sento mi sento giù
L'amore vola, vola
e tu non c'eri già più
Nel sottoscala della mia ragione
c'è la speranza che tu ritorni
E' solo un tarlo, consuma i giorni
ma chi può dirlo? Forse anche
Il mio amore vola, vola
ed io mi sento già più su
l'amore vola e vola
e tu, e tu non ci sei più
L'amore vola e vola
io mi sento già più su
Ivano Fossati
ascolta...
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