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« tra il Pink Red e qualch...dal taccuino del Maestro »

la festa delle aspettative

Post n°367 pubblicato il 22 Aprile 2007 da noteinblu

Le opportunità offerte dalla serata di ieri mi costringevano ad una scelta obbligata dalla precedenza da dare alla festa per i 32 anni di Alice.
Volevo esserci, anche se il biglietto gratis valido per tutte e tre le serate della Ventesima edizione del Cassero Jazz, dono di Fabio aspettava ancora nel portafoglio l’opportunità di essere sguainato.
La proposta di Nicola, infine, per una serata da passare in compagnia di Max e Seba, in quel di Bologna, offriva l’ulteriore motivo di rimpianto per un sabato che sarebbe stato bello poter vivere tre volte.

L’appuntamento era per le 19, nelle stanze dell’appartamento al terzo piano di via Cantoncello, con i cd ripieni della discografia di Fabrizio de Andrè da portare in dono e una cena da consumare in una compagnia tutta da scoprire.
Dal balcone Michael, da vedetta fortunata mi scorge, salutandomi e rendendo inutile il suono del campanello.
Salgo le scale e dopo la porta è già il momento di abbracciare Alice e rinnovarle gli auguri, lasciando quel regalo di circostanza pieno di tante cose buone.
Affronto la festa con i primi invitati che mi hanno anticipato semplicemente arrivando puntuali e i vari antipasti, imponente preludio alle tre fiamminghe in attesa della parola “cena”.
Ritrovo Peter che nell’economia generale ricopre il ruolo del viandante.
Sta preparando un viaggio di due-tre anni in Australia a bordo di un camioncino retrò marcato Volswagen e mi suona molto interessante.
Mi chiede del mio essere musicista e lo scambio di aggiornamenti prosegue senza esagerata dovizia di particolari. Il panorama intanto sta crescendo e le presentazioni mi portano a ritrovare facce per lo più sconosciute.
L’ambiente si rivela comunque interessante anche se tendo ad estraniarmi come mio solito. Alice, la pittrice festeggiata, il giornalista, l’infermiera, l’erborista, il viandante, la mamma, l’angolo brasiliano destinato alla lingua portoghese, i figli divisi tra la playstation (a cui i genitori possono aggrapparsi ogni tanto) e i giochi più tradizionali e altri invitati di cui non scopro così tanto.
Rivedo Lara che avevo lasciato a qualche anno fa e capisco che quel suo modo di spostarsi i capelli mi fa sempre piacere.
Attendevo con un po’ di timore misto a speranza l’arrivo dell’estetista di cui la festeggiata mi aveva parlato, facendo altrettanto con lei.
Brutta cosa le aspettative, servono spesso ad attirare delusioni.
Dal terrazzo volgo lo sguardo verso la sala e l’invitata più attesa è lì, pronta a stringermi la mano e a pronunciare il suo nome per le presentazioni.
Elena.
“Marla Singer”, la co-protagonista di quel bel film che è “Fight club”, è quello che i suoi lineamenti mi fanno saltare in mente.
Glielo dico sul divano, dove mi ero permesso di sedermi visto il suo rinunciare da subito ad affrontare una conversazione con qualunque invitato della festa.
Non so perché ma avevo l’impressione che quel suo atteggiamento volesse intendere una disponibilità a tenere lo spazio libero per le nostre prime parole, per quel primo confronto da offrire all’introduzione di Alice.
Occupavo lo spazio volentieri.
Elena: -“ Non sono belle le aspettative, si rimane sempre un po’ delusi” e non ho ancora capito se era un modo carino per farmi capire che non le avevo fatto quell’impressione all’altezza delle sue aspettative o se era qualcosa di estemporaneo.
La conversazione continua, sui binari del lavoro, delle passioni e della musica. Perché devo sempre andare a cacciarmi su quell’argomento?
Mi piacerebbe, almeno una volta, dedicargli un ruolo marginale e lasciare in primo piano tutto il resto che ho da offrire al gusto delle persone.
Ho la chitarra tra le mani e le sto cantando qualcosa…
“Sarà per la prossima volta” penso.
Lei mi appare come un mondo così lontano con cui cercare di stabilire un contatto, per quel desiderio di amore e conquista che non mi concede tregua, nei pensieri e nelle azioni.
Il suo bisogno di liquidità da riversare nella macchina nuova, la costringe a quel secondo lavoro di cameriera, da aggiungere alla principale occupazione di estetista, che definisce un margine preciso alla nostra conoscenza e alla sua presenza alla festa.
Mi lascia il suo numero insieme ai saluti anche se il sospetto che la gentile concessione sia arrivata più per cortesia che per altro, rimane.
La festa continua e rimango per la maggior parte del tempo con la chitarra tra le mani ad offrire l’alternativa alla selezione di Bob Marley sputata dalle casse del computer.

Verso mezzanotte mi unisco anch’io a quel flusso migratorio che porta la fine della serata.
Mi presto volentieri al dovere di restituire ad Elena quella giacca che aveva dimenticato di buttarsi sulle spalle al momento di guadagnare la via d’uscita.
Lavora al Madison e così posso sfruttare l’occasione per fermarmi prima al Gold Win per un saluto ad Angelo e ritirare l’ennesimo borderò da riempire con le mie canzoni.
Il mio essere musicista non può non venire fuori considerato anche il motivo che mi vede lì.
Angelo, da dietro al bancone, mi chiede un ripasso sulla data che abbiamo fissato per il concerto del gruppo il che coinvolge nella conversazione un soggetto particolare seduto al mio fianco, che sta sorseggiando una birra piccola in mano, di cui faccio fatico a dare una forma definita ad ogni parola che pronuncia.
Come un puzzle da sistemare in continuazione.
Si propone di aprirmi, considerata la raccomandazione di Angelo, le porte della musica dal vivo, procurandomi una marea di date grazie alle sue conoscenze. Prendo tutto con la serietà di un discorso da bar e gli lascio il mio numero, con la promessa di esserci al concerto che “Gallina”, il bassista di Vasco, farà martedì prossimo.
Saluto e chiamo Angelo fuori per due parole.
Mi lascio inquadrare il personaggio che si fa chiamare “il mago” e che ha tutte le carte in regola per aspirare al primo posto di “personaggio dell’anno” nella mia privata hit parade.
Mi confessa le sue conoscenze ma le molle all’entusiasmo le continuo a tenere in tensione.
Lo saluto e lo ringrazio per iniziare a vivere il secondo incontro con la mia personale “Marla Singer”.

Scendo i gradini del Madison.
La ritrovo nei panni di cameriera, al bancone mentre ride in compagnia della barista e di un tipo con qualcosa da bere.
È più bella di quanto il ricordo ancora fresco mi aveva lasciato.
Gliela porgo e mi ringrazia.
Finisce lì.
Salgo i gradini di qualche secondo prima e vado a letto, tornando a fare attenzione a non svegliare nessuno.

 
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Commenti al Post:
morton0
morton0 il 22/04/07 alle 17:21 via WEB
Buona domenica e grazie per la visita!!! :-)
(Rispondi)
 
 
noteinblu
noteinblu il 22/04/07 alle 19:39 via WEB
Buona domenica a te e per il resto... quando posso, ti vengo a trovare volentieri!
(Rispondi)
 
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