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OLBIA TEMPIO GALLURA Il polo della nautica affonda la crisi Confindustria conferma anche per il 2009 il trend positivo

Post n°75 pubblicato il 12 Febbraio 2009 da olbiesi

 








da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 12 FEBBRAIO 2009

Il commissario del G8 replica al ministro: non è vero, il premier si è impegnato a trovare i soldi


Sassari-Olbia, guerra nel governo


Matteoli in visita elettorale attacca Bertolaso: «Dirottati i fondi»


NUOVE POLEMICHE I 470 milioni per la strada restano ancora bloccati


1 ss-ol 120209 2 ss-ol 120209di GUIDO PIGA
 OLBIA. I ministri democristiani litigavano sulla paternità delle opere pubbliche (fatte). Quelli del governo Berlusconi, lo fanno su quelle bloccate. La Sassari-Olbia di oggi è pericolosa per gli automobilisti, quella di domani (se e quando ci sarà) lo è per il ministro delle Infrastrutture Matteoli. Che innesta un incidente con Bertolaso. Bilancio: il secondo “spezza” il primo.
 In visita elettorale a Sassari, Matteoli spiega che la quattro corsie l’ha inserita lui nella «legge obbiettivo», anno 2001, che «è la tra le opere prioritarie per la Sardegna e che non ci saranno problemi per la sua realizzazione». A parte il concetto di priorità, tutto da approfondire (l’opera, otto anni dopo, è ancora sulla carta), il ministro perde il controllo della situazione quando va a urtare contro il collega Guido Bertolaso, capo della protezione civile, commissario del G8, ma anche sottosegretario nell’esecutivo Berlusconi.
 «I fondi per la Sassari-Olbia non sono mai stati nella disponibilità del mio ministero - rivela Matteoli - ma erano a disposizione della protezione civile. Ora stiamo lavorando per trovare le risorse che la protezione civile ha dirottato da un’altra parte».
 Praticamente, una “bomba”. Tutti hanno sbagliato bersaglio. Se i soldi non ci sono più e i cantieri non possono aprire, la colpa non è di Berlusconi. Renato Soru non aveva capito niente, il vicepresidente Carlo Mannoni neppure, il capogruppo del Pd alla Camera Antonello Soro meno ancora. «Dopo tre mesi gli impegni assunti dal governo non sono stati in alcun modo rispettati» scrive giusto ieri Soro a Berlusconi. Si riferiva all’impegno preso da Berlusconi di portare al Cipe l’approvazione del finanziamento di 470 milioni per la quattro corsie, passaggio decisivo per sbloccare l’opera.
 Niente di tutto questo: a sentire sulle televisioni, e a leggere sulle agenzie, le dichiarazioni di Matteoli, il responsabile del grande danno è uno solo: Bertolaso.
 Proprio lui, quello che più di tutti ha difeso la scelta della Maddalena come sede del G8 fatta dal governo Prodi, quello che più di tutti ha rischiato la faccia garantendo al governo Berlusconi che le opere sarebbero state completate, come è infatti avvenuto. La rivelazione di Matteoli è sconvolgente: Bertolaso aveva i soldi per la Sassari-Olbia ma non solo non li ha spesi, li ha addirittura dirottati altrove. Un’accusa gravissima: per un politico di professione magari no, per Bertolaso sì, eccome. Il commissario aspetta una rettifica di Matteoli, una sola dichiarazione, «mi sono sbagliato», «mi hanno capito male», «colpa dei giornalisti». Come usa fare quotidianamente, del resto. Che male c’è, no? Siccome quella frase non arriva, a metà pomeriggio incarica il suo ufficio stampa di smentire il ministro. «La Olbia-Sassari non rientra tra gli interventi connessi con l’organizzazione del G8, tutti in regola con le tempistiche - è scritto nella nota della protezione civile -. E’ stato più volte precisato che al momento dell’apertura del vertice, probabilmente i lavori saranno appena iniziati, in quanto per la Sassari-Olbia si sarebbero potute utilizzare le procedure acceleratorie e nulla di più».
 Bertolaso chiarisce poi che, «come più volte affermato dal capo del governo, alla prima riunione del Cipe potrà essere deliberato l’utilizzo dei fondi necessari per l’opera». I soldi c’erano (ordinanza di Berlusconi, agosto 2008) e non ci sono più (legge di Berlusconi, ottobre 2008). Ma possono essere rimessi in circolazione, sottolinea Bertolaso: come appunto “più volte affermato dal capo”, anche di Matteoli. Al quale, con tutti gli accorgimenti del caso per limitare i danni di una brutta figura di quelle serie, il capo della protezione civile dice questo: «E’ inesatta, pertanto, l’affermazione attribuita al ministro Matteoli, in quanto i fondi necessari per la Olbia-Sassari non sono mai stati nella disponibilità della protezione civile, che non ha competenza né, ovviamente, li hai mai “dirottati da un’altra parte”».
 Ha detto Gianni Letta qualche giorno fa, sulle tante, troppe esternazioni della maggioranza: «Forse è meglio il silenzio...».

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 da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 12 FEBBRAIO 2009

Il polo della nautica in Gallura affonda la crisi


Confindustria conferma anche per il 2009 il trend positivo delle attività dei cantieri


 16 olbi naut 120209 15 ol naut 120209


17 ol naut 120209di Luca Rojch


OLBIA. Il black-out è finito. L’interruttore del mercato si è riacceso e ora la Gallura che si alimenta di nautica naviga spinta da un vento di ottimismo. Il cuore nero della tempestosa crisi sembra già superato. Carezzati da ordini che si moltiplicano con il 2009, da una virata del mercato dei cantieri che in città sembrava precipitare nel gorgo della recessione. Le 200 imprese che a Olbia vivono dalla nautica vedono sereno. Le richieste riprendono ad arrivare e Cala Saccaia ritorna vanitosa a essere il polo della nautica che trascina la Sardegna.
 Lo stato di ibernazione da gennaio sembra essere finito. Il mercato legato all’acquisto di imbarcazioni e ai servizi di rimessaggio e assistenza riprende a girare. Passi sempre più decisi. A fare il punto della situazione il responsabile di Confindustria per la nautica, Roberto Azzi, che è anche l’amministratore dell’Ibs, società regina tra gli yacht. Lui è un po’ il guru del settore. Mente e braccio del pianeta dei cantieri. «Dobbiamo guardare oltre questo momento - spiega Azzi -. Confindustria fa proprio questo. Già pensiamo a come migliorare la performance. Per prima cosa puntiamo a creare un settore charter. Vogliamo dare omogeneità all’offerta. Una garanzia di trasparenza e qualità dell’offerta». L’Ibs da questa primavera gestirà anche il porto turistico di Olbia Mare. «Un tassello in un’offerta che deve diventare globale - continua Azzi -. Non serve a nulla andare da soli. Inutile procedere per compartimenti stagni. Bisogna fare sistema, dare un’offerta che sia competitiva. È impossibile avere una stagione nautica lunga un anno, ma gli effetti della stagione si possono estendere per dodici mesi sull’economia. Dobbiamo puntare a migliorare il polo della nautica che è già di eccellenza».
 Azzi non ha dubbi. «Cala Saccaia può diventare un comparto ancora più solido se si continua a investire - spiega Azzi, che è anche responsabile di Confindustria nord Sardegna -. Iniziative come quella della zona franca urbana che dovrebbero abbracciare sia l’area dei cantieri, sia quella del porto daranno un forte impulso. Ma come Confindustria portiamo avanti anche una serie di progetti. Per prima cosa un consorzio regionale che deve servire come volano, come centro di aggregazione delle imprese».
 In questi mesi anche la politica ha tentato di portare avanti progetti globali per aiutare il settore. Si tenta di sostenere il polo della nautica in città. Un circuito nobile che fa girare tutta l’economia, non solo chi guadagna dalla costruzione o dalla manutenzione degli scafi, ma anche molte altre imprese che non sembrano avere apparenti legami con la nautica. Per questo l’imperativo diventa fare sistema.
 «Ad andare avanti da soli si fa una fatica terribile e si è condannati alla sconfitta - continua Azzi -. Dobbiamo convincere i nostri clienti che è meglio lasciare la barca in inverno in Sardegna. Affidarla ai cantieri in città. Non portarla in Spagna. Ma per fare questo dobbiamo offrire un servizio migliore a un costo inferiore. In Gallura abbiamo l’80 percento del mercato della nautica. Dobbiamo sfruttare il know-how delle nostre imprese. L’esperienza di 15 anni di lavoro all’interno di un distretto che deve ancora svilupparsi. Sono convito che la Sardegna sia una terra di servizi e non di prodotti. Il turismo è la nostra industria. Ma dobbiamo creare le condizioni migliori per far crescere l’economia».
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da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 12 FEBBRAIO 2009

Il regno dei maxi yacht è ancora Porto Cervo


di SERENA LULLIA
 PORTO CERVO. Il crollo dell’economia internazionale avrà l’effetto di una brezza più che di un uragano sul business delle suite del mare. La nautica di lusso si prepara a domare l’onda lunga della crisi mondiale. Magnati, sceicchi e industriali non rinunciano al relax sotto il sole a bordo di un hotel galleggiante. Le prenotazioni per l’estate in Costa Smeralda cominciano ad arrivare da tutto il mondo. Il mercato della vacanza sul mare per nababbi si muove, abbandona i ritmi frenetici di qualche anno fa e adotta una andatura più lenta. I leader del settore non negano qualche segnale di flessione rispetto al passato, ma garantiscono la tenuta del business sulle onde.
 Negli uffici della Sardinia Yacht Service le prenotazioni non mancano. La società di Renato Azara, che dà assistenza all’80 per cento delle imbarcazioni di lusso che arrivano a Porto Cervo, affronta col sorriso la stagione 2009. «Sono sicuro che in questo particolare momento la stagionalità del settore ci favorirà - dice Azara -. Credo che il picco di questa crisi sia in questi primi mesi dell’anno. Per il mercato degli yacht e dei mega yacht è inevitabile qualche leggera flessione, in particolare per lo stretto legame con i magnati russi. Sono però convinto che le prenotazioni arriveranno, così come già accade. Non con ritmi frenetici, ma con più lentezza. Non dico che sarà un anno da exploit, ma per la nautica di lusso nonsarà certo una debacle». Sulla stessa linea Roberto Azzi, amministratore della International boat service, gruppo leader nella vendita di maxi yacht. «Fra i mesi di ottobre e gennaio abbiamo registrato un calo - spiega Azzi -. Ma nelle ultime due settimane c’è stata una evidente ripresa. Il mercato si sta sciogliendo. Riceviamo molte chiamate, ci vengono confermati i preventivi, alcuni clienti che avevano pensato di non cambiare la barca ora hanno deciso di farlo. Sono certo che ci sia la luce in fondo al tunnel». Azara e Azzi invitano però a una riflessione sul momento di crisi e sulla necessità di strategie comuni per consolidare il mercato della nautica. «Dobbiamo trarre una grande lezione da questo momento di difficoltà a livello mondiale - aggiunge l’amministratore di Ybs -. Serve una promozione capillare e professionale del settore della nautica, senza aspettare che i clienti ci cadano dal cielo. Questo è il momento giusto per fare sistema. Servono strategie comuni non solo per conservare la clientela, ma per catturare quelle fette del diportismo di lusso che oggi scelgono altre destinazioni». I due re della nautica a cinque stelle sono stanchi di essere dimenticati dalle istituzioni, ignorati o snobbati dalla politica. «Si continua a parlare di turismo inteso come ricettività alberghiera, ristoranti e bed & breakfast, ma ci si dimentica del segmento della nautica - afferma Renato Azara -, che in Costa Smeralda si concentra l’80 per cento della nautica isolana. Il nostro è un settore trainante per l’economia sarda e vorremo essere presi in considerazione quando si parla del futuro turistico dell’isola. Fino a oggi le iniziative in questo campo sono state sostenute solo dall’impegno dei privati. Sarebbe ora che anche le istituzioni facessero la loro parte».
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da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 12 FEBBRAIO 2009


«Creiamo un registro delle imprese del mare in Sardegna»


Si vuole realizzare anche un eco bollino ambientale per le grandi imbarcazioni


18 Pcervo 120209PORTO CERVO. Una anagrafe fai da te delle aziende del mare nell’isola. Ybs e Sardina yacht service si preparano a censire le imprese della nautica in Sardegna. «Perchè si abbia una percezione reale dell’importanza del settore, delle ricadute in termini di indotto e di occupazione e quindi si capisca il peso che questo segmento del turismo avrà nel futuro economico dell’isola è fondamentale sapere quanti siamo - dice Renato Azara -. Allo stato attuale non esiste un dato affidabile. Come privati sosteniamo questa iniziativa, passo fondamentale per elaborare nuove strategie di mercato». Ma i promotori del registro nautico vorrebbero dire basta alle imprese in solitaria e collaborare con le istituzioni. «Alla coalizione che vincerà le elezioni regionali chiederemo di istituire una consulta del turismo regionale - aggiunge Azara -, un organismo che coinvolga i rappresentanti di tutti i segmenti del turismo isolano e che veda finalmente protagonisti anche noi imprenditori della nautica. L’isola ha bisogno di un tavolo di discussione permanente in cui elaborare nuove strategie di mercato e progetti sinergici per valorizzare l’industria del mare». Azara mostra poi la sua anima verde e ricorda che l’equazione maxi yacht, salvaguardia è ancora possibile. «Le tematiche ambientali sono strettamente legate allo yachting - conclude -. Per navigare nelle acque dei Caraibi le grosse imbarcazioni devono avere una particolare certificazioni, un bollino che garantisce che nessuna sostanza inquinante verrà scaricata in mare. In Italia non esiste una normativa ad hoc. Potrebbe essere la Regione a farsi promotrice di questa iniziativa e a garantirne il rispetto attraverso una attenta azione di monitoraggio delle acque». (se.lu.)
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 da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 12 FEBBRAIO 2009


Don Andrea Raffatellu un premio alla bontà


21 ol don 120209OLBIA. Andrà a don Andrea Raffatellu il “Premio bontà Antonio Degortes”, giunto alla seconda edizione. La cerimonia si terrà dopodomani alle 11.30, nella sala giunta del comune di Olbia, dove il sindaco Gianni Giovannelli consegnerà il premio al sacerdote che, da decenni, lavora per aiutare i tossicodipendenti a recuperare la loro vita.
 Lo scopo dell’iniziativa, intitolata a un giovane olbiese prematuramente scomparso, è quella di premiare chi, a Olbia, si è distinto per l’impegno sociale e umanitario. L’anno scorso il premio fu assegnato a Francesco Gambella, per i suoi aiuti all’Africa.

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