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VILLARI

Post n°317 pubblicato il 25 Novembre 2008 da maredolce72
Foto di maredolce72

TE SEI LA' PERCHE' IL PDL VOLEVA FARE UNO SMACCO AL PD. ED ORA DEVI PAGARE !!!! PERCHE' NON SI FA COSI'.

 
 
 

Via gli ultra 65 enni dalle cariche decisionali del paese

Post n°316 pubblicato il 24 Novembre 2008 da maredolce72




Mettiamo un 40 enne valido al posto di un 65 enne in pensione.

In un paese ove abbiamo giudici di corte suprema 80enni con
8 lavori, governatori 74enni proprietari di multinazionali, presidenti 85enni e
1.704.000 giovani capaci e preparati disoccupati. Un over 65enne vedrà la vita
come la vedeva quanto ne aveva 30 e non può cambiare il paese.

Il problema che stiamo affrontando è quello di una logica
gerarchico-piramidale, di un sistema antico controllato da una classe dirigente
che si annida nella vetta della piramide e manda tutto il resto all´inferno. E´
l´effetto di uno Stato accentrato fin dal Risorgimento, che ha prodotto una
stratificazione sociale e di potere granitica che non si intacca se non si
riesce a cambiare la governance del paese».

Oggi i vari terminali dei computer dialogano tra loro producendo quel
policentrismo liberatorio che l´Italia non riesce ad avere nell´arroccamento in
vetta alla piramide che rovina il paese. Il dialogo diretto, non mediato dal
centro, questo è la cibernetica rispetto a un sistema organicistico». «Mancando
l´articolazione delle responsabilità nella primazia totale dello Stato, le
classi dirigenti sono quelle che conquistano la puntina della piramide in mille
modi: con i soldi, i media, la corruzione, la parentela, magari il sesso.
Mentre le vere classi dirigenti si fanno in periferia con il policentrismo. Il
presidente degli Stati Uniti è il frutto del policentrismo degli sceriffi, dei
sindaci, dei senatori, dei governatori. In America crescono, arrivano, li
vediamo per otto anni poi scompaiono tutti, presidenti, segretari di Stato,
tranne naturalmente Henry Kissinger. Noi non ne usciamo se non cambiamo
l´architettura del potere, che invece di autentiche classi dirigenti ci regala
classi monarchiche, classi di Corte». «C´è una questione di struttura di
governance. Da quella organicistica di Menenio Agrippa, che produce classe di
Corte, militare o mantenuta, bisogna passare a una governance cibernetica,
prendendo coscienza del fatto che, come mi ha appena detto Paolo Prodi con
immagine felice, è finito lo Stato sovrano, incede ormai lo Stato-sistema, che
deve mettere toppe di qua e di là abbandonando la logica monarchico-piramidale».
I «Qualcuno dovrà pur accorgersi prima o poi che nella formazione delle classi
dirigenti siamo più arretrati di tutti gli altri, forse persino dei francesi,
che sono ancora napoleonici.I ministeri sono svuotati? Brunetta dice che sono
pieni di fannulloni. Ma il problema non è che ci sono i fannulloni, è invece
che il vertice della piramide è lì chiuso nella sua punta e a quelli non gli fa
fare niente. Se ne esce soltanto passando dalla monarchia piramidale alla
poliarchia. Le moderne élite si formano nel policentrismo. O non si formano
affatto». Siamo un paese antropologico, fatto di familismo, furbizia e
quant´altro.


 
 
 

Casta superiore e casta inferiore

Post n°315 pubblicato il 23 Novembre 2008 da maredolce72

Manish è stato preso mentre andava a scuola. È stato picchiato, bastonato, portato per le strade del villaggio con la testa rasata, e poi gettato sotto un treno, sotto gli occhi della madre. E tutto questo perché Manish Kumar, 15 anni, aveva osato scrivere una lettera d’amore a una ragazzina di una casta diversa dalla sua. Rompendo una regola che, seppure ufficialmente abolita, continua a esistere - e a uccidere – in India. L'omicidio è avvenuto giovedì a Patna, uno dei villaggi del poverissimo stato del Bihar, nell’est del Paese. La polizia – spiega alla Reuters il sovrintendente del distretto di Kaimur, Rajesh Kumar - ha arrestato sei uomini e sospeso un agente, incapace di impedire il massacro. Incapace di impedire che la madre del ragazzo, Lalit Devi, osservasse «inerme le ruote del treno che lo uccidevano, mentre chiedevo pietà», come la donna ha detto in caserma. Il ragazzino apparteneva ai Ravidas, una delle molte suddivisioni della casta dei Dalit, gli «intoccabili». Storicamente i Ravidas lavorano come conciatori – un’occupazione che in India, dove la mucca è animale sacro, viene considerata impura. Per questo, pur essendo come i Ravidas «intoccabili», i Dhobi – il gruppo cui appartiene la ragazza di cui Marish si era innamorato, gruppo storicamente dedito alla tintoria - sono una sottocasta superiore. Per questo una semplice lettera d’amore, spedita ad agosto ma scoperta pochi giorni fa dai genitori, è un affronto intollerabile. Da lavare col sangue.
«Nel ’92 la magistratura - ha detto - iniziò un’azione verso i cinque partiti democratici che, pur con molti errori, erano riusciti a garantire per 50 anni progresso e benessere».
Il benessere della sua casta.

 
 
 

IL PORTO DI NAPOLI

Post n°314 pubblicato il 20 Novembre 2008 da maredolce72

Terremoto al porto: la Guardia di Finanza ha emesso due ordinanze di divieto di dimora nella regione Campania per concussione aggravata e continuata.

Destinatari: presidente autorità portuale di Napoli, Francesco Nerli che, secondo la procura, avrebbe costretto i titolari di una quindicina di imprese che operavano all'interno del porto di Napoli a versare danaro “al suo ex partito politico di riferimento” come scrive la procura. L'altro provvedimento è per una sua collaboratrice.

I finanziamenti oscillavano tra i 5 mila e i 25 mila euro. Le indagini sono partite dal ritrovamento di un appunto con indicati nomi di ditte e società e, a fianco, gli estremi degli assegni bancari e dei loro importi.

Le accuse sono state confermate anche dalle dichiarazioni degli imprenditori vittime della concussione. I versamenti risultano comunque regolarmente contabilizzati sia dalle aziende sia dal partito. L'indagine della guardia di finanza è coordinata dalla sezione pubblica amministrazione della procura di Napoli.

 
 
 

I parlamentari sono poveri !!!!

Post n°313 pubblicato il 17 Novembre 2008 da maredolce72

Gabriella Carlucci :

Il nostro stipendio è troppo basso! Io ho una segreteria a Roma che pago io, due segreterie in Puglia che pago io… Sa cosa vuol dire mantenere una segreteria? Affitto, telefono, luce…
Perché io ho il rimborso aereo, ma quando vado a Trani o a Bari dormo e mangio in albergo.Il mio stipendio è il minimo! Perché tutte le spese che ho le sostengo con i miei soldi. Spese che giustamente servono a mantenere il rapporto con l’elettorato.
Lavoro Ventiquattrore su ventiquattro. Dormo tre o quattro ore per notte perché io da Montecitorio mi porto il lavoro a casa! Devo studiare, devo leggere… Faccio delle interpellanze? Ebbene, mi devo preparare, mica posso scrivere delle stronzate! Se no mi ridono dietro. Metti in conto tutto! Allora adesso tu dimmi: quanto paghi il mio straordinario a casa? Perché il mio orario di lavoro ufficiale è finito. Quanto costo io il sabato e la domenica?
Un operaio quando va a casa ha lasciato i suoi problemi nel suo ufficetto. Io quando vado a casa ho ancora i miei problemi di lavoro. Il mio telefono è sempre accesso, è sempre quello dal 1994 e chiunque mi può raggiungere, sabato domenica o festivi.
Perché io quando torno a casa invece di stare con mio figlio lavoro e nessuno mi paga gli straordinari. Io sono tenuta fare questo lavoro anche la sera e anche nei giorni di festa ed è valutato nella mia busta paga.
Chiunque lavori delle ore in più viene pagato. Noi no. E nessuno considera mai che nel nostro stipendio è incluso tutto il lavoro extra.

 
 
 

Come lavorare di notte e guadagnare 2,5 euro l'ora.

Post n°312 pubblicato il 17 Novembre 2008 da maredolce72

Si lavora come servi. Sembra di stare nell'800 sudamericano, o nelle campagne meridionali degli anni Cinquanta. Invece è Milano, la capitale economica d'Italia. Mille chilometri dal cottimismo dei pomodorini di Foggia, di Castel Volturno, di Pomigliano d'Arco. L'Ortomercato - 1 milione di tonnellate di merce venduta ogni anno (il 30% va all'estero) - è gestito da una società del Comune (Sogemi). Qui dentro si carica e si scarica frutta e verdura per sei o anche dieci ore di fila: dall'una di notte alle undici del mattino. Si guadagnano 15-20 euro. Sfruttamento schifoso, tanto al chilo. Ti pago il caffè, dicono gli ambulanti e i grossisti che si presentano in furgone o in Suv ai ragazzi egiziani, marocchini, tunisini, rumeni, albanesi, indiani, filippini, a questo esercito di disperati - qualche centinaio, italiani quasi zero - che ogni notte arriva per tirare su un po' di spiccioli. Molti si rivolgono agli intermediari, i "cacciatori di braccia".
Magari il problema dell'Ortomercato fossero "solo" le tonnellate di eternit (tettoie, tubature, rivestimenti) che il Comune in 43 anni non ha ancora rimosso; magari fossero solo gli autoarticolati che arrivano da tutta Europa e, anziché fermarsi nelle aree di sosta, si infilano nelle stradine che come arterie tagliano il ventre molle del mercato. Di più. Il problema non è nemmeno e soltanto la criminalità organizzata - camorra, mafia, soprattutto ndrangheta - che da vent'anni si infiltra nel più grosso mercato alla distribuzione d'Italia (qui aveva messo radici la cosca calabrese Morabito-Bruzzaniti-Palamara, che faceva partire quintali di cocaina e che aveva aperto un night club nella palazzina della Sogemi).
La vera piaga è il lavoro nero. Diffuso, trasversale, tollerato, indisturbato. Un sistema che sembra far comodo a tutti. Dei 3 mila lavoratori dell'Ortofrutticolo si calcola che almeno la metà siano irregolari. Ci sono cooperative che sembrano specializzate nell'offrire lavoro aumm-aumm; alcune chiudono e poi riaprono sulle proprie ceneri. I titolari si "ripuliscono", escono dalla porta e rientrano dalla finestra. E a poco valgono gli sforzi di guardia di finanza, ispettorato del lavoro e sindacati.
In nero, senza tutela e solo se lavori. Dalle 4 del mattino alle 10.00.
2,5 euro l'ora. A Milano.

 
 
 

FURTOPOLI

Post n°311 pubblicato il 15 Novembre 2008 da maredolce72

Maxitruffa in Sicilia: i medici continuavano a percepire l'indennità mensile per oltre 51.000 pazienti morti da anni (51.287 per l'esattezza). Quasi un quarto dei pazienti deceduti, 12.711, erano palermitani, scomparsi dal 1990 ad oggi. Secondo la Guardia di Finanza, il danno allo Stato è pari a 14 milioni di euro.

 
 
 

VILLARI CLINTON

Post n°310 pubblicato il 14 Novembre 2008 da maredolce72

Riccardo Villari senatore del Pd è stato eletto presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai con 23 voti. Villari ha avuto i 21 voti della maggioranza, ma anche due indicazioni da parte dell'opposizione. Si è trattato, quindi, di un autentico blitz della maggioranza. Un'incursione improvvisa, certo, ma non inaspettata. Berlusconi, appena qualche giorno fa, aveva dato ad intendere che il prossimo presidente della Vigilanza dovesse essere gradito alla maggioranza (e a lui in primis) oppure, semplicemente, non ci sarebbe stato alcun nuovo presidente. Villari, pertanto, è stato eletto contro le indicazioni dell'opposizione e nonostante Walter Veltroni lo abbia invitato a dimettersi, aspetta ancora e rimanda ogni decisione dopo una serie d'incontri con le più alte cariche istituzionali. Nella sua vista "extraparlamentare" Villari è docente in "malattie infettive" al Policlinico dell'Università Federico II di Napoli. Tra le sue attività di senatore della Repubblica, le note segnalano, tra l'altro, anche quella di Presidente del club dei parlamentari tifosi del Napoli. L'ex coordinatore di An in Campania, Mario Landolfi, uno dei suoi grandi elettori in Vigilanza, per l'occasione l'ha già ribattezzato Villary Clinton. E proprio il "clan" campano del Pdl, a detta di più "boatos" oggi riportati dalla stampa, sembra abbia operato alacremente per "ungere" il meccanismo che, poi, ha portato all'elezione del nuovo presidente. Villari, del resto, nel suo non proprio breve backgroud politico (è già alla sua quarta legislatura da parlamentare) più di un tentennamento l'ha già avuto. E' transitato più o meno nell'ordine prima nella Dc, poi nel Ccd, nel Ppi, nell'Udeur, nella Margherita per accasarsi infine - per ora? - nel Pd veltroniano. Una gran bella gincana, indubbiamente.

 
 
 

IL VERO CAMBIAMENTO

Post n°309 pubblicato il 13 Novembre 2008 da maredolce72

Gerontocrazia, partitocrazia, parentocrazia, clientocrazia, persino - new entry lessicale - mignottocrazia. Tutto ciò che finisce in "zia" si declina in Italia molto più di meritocrazia, ciò che tutti dicono di desiderare. Perché? E come uscirne? Come stappare un sistema leaderistico che, perso nella sua arretratezza culturale, assiste allibito a un nero nato nel 1961 che viene eletto presidente della più grande democrazia del mondo? Giuseppe De Rita, animatore del Censis, sguardo cattolico disinibito e maestro delle analisi icastiche, attribuisce il nostro deficit nientemeno che a Menenio Agrippa: "Ricorda la vecchia metafora di Menenio Agrippa? Diceva che tutto il corpo fa riferimento al cervello, le mani, i piedi, lo stomaco sono sensori stupidi. Se uno si scotta un dito è perché il senso del dolore arriva al cervello, tutti gli impulsi confluiscono nella testa".
"C'entra eccome. Il problema che stiamo affrontando è quello di una logica gerarchico-piramidale, di un sistema antico controllato da una classe dirigente che si annida nella vetta della piramide e manda tutto il resto all'inferno. E' l'effetto di uno Stato accentrato fin dal Risorgimento, che ha prodotto una stratificazione sociale e di potere granitica che non si intacca se non si riesce a cambiare la governance del paese".
"Sì. Oggi i vari terminali dei computer dialogano tra loro producendo quel policentrismo liberatorio che l'Italia non riesce ad avere nell'arroccamento in vetta alla piramide che rovina il paese. Il dialogo diretto, non mediato dal centro, questo è la cibernetica rispetto a un sistema organicistico".
"Mancando l'articolazione delle responsabilità nella primazia totale dello Stato, le classi dirigenti sono quelle che conquistano la puntina della piramide in mille modi: con i soldi, i media, la corruzione, la parentela, magari il sesso. Mentre le vere classi dirigenti si fanno in periferia con il policentrismo. Il presidente degli Stati Uniti è il frutto del policentrismo degli sceriffi, dei sindaci, dei senatori, dei governatori. In America crescono, arrivano, li vediamo per otto anni poi scompaiono tutti, presidenti, segretari di Stato, tranne naturalmente Henry Kissinger. Noi non ne usciamo se non cambiamo l'architettura del potere, che invece di autentiche classi dirigenti ci regala classi monarchiche, classi di Corte".
"Credo invece che, alla fine, nelle aziende, come nel sindacato e nelle regioni un po' di classe dirigente si formi, nonostante tutto. Beneduce quando creò l'Iri durante il fascismo, si fece una sua classe dirigente di qualità, ma credo sia un fatto irripetibile. Però negli ultimi anni ho visto crescere fior di manager. Che ne so? Penso alla Merloni, a Caio, a Guerra, a Milani. E a molti altri. Per cui attenti a dire che le classi dirigenti sono tutte vecchie, inefficienti o mignottizzate. Il circuito però è stretto, è vero. Per stappare la bottiglia bisogna allargarlo di molto quel circuito".
"Beh, è vero che siamo un paese antropologico, fatto di familismo, furbizia e quant'altro, ma non credo sia questo che produce il collo di bottiglia, che blocca il ricambio delle classi dirigenti. Riflettiamo piuttosto sulla cibernetica e Menenio Agrippa".

 
 
 

IL VALORE DEL SERVIZIO PUBBLICO

Post n°308 pubblicato il 12 Novembre 2008 da maredolce72

Circa 260 milioni di pasti distribuiti nelle mense italiane sono prodotti ogni anno da un esercito di 37mila lavoratori in nero, con alti rischi per la qualità dei cibi somministrati a bambini e anziani. Il grido d'allarme arriva dalle associazioni del settore della ristorazione collettiva, Angem-Fipe e Ancst-Legacoop, che rilevano un "preoccupante involuzione" del mercato con l'aumento delle aziende "non virtuose", favorite da criteri delle gare d'appalto che mettono la qualità al secondo piano puntando soprattutto sulle offerte al ribasso. In pratica, il 30% dei circa 854 milioni di pasti distribuiti ogni anno in Italia sarebbe a rischio qualità. E i numeri del mercato in appalto dicono che il settore vale 3,8 miliardi di euro, conta 1400 imprese e 73mila lavoratori di cui 45mila a tempo pieno. Gli utenti annuali, invece, sono oltre cinque milioni, distribuiti nei 20 mila punti di servizio gestiti dalle aziende di ristorazione collettiva. Per non parlare dei quasi due milioni di bambini fra scuole materne ed elementari per i quali il pasto in mensa è quello principale in tutta la giornata.
Un pasto in mensa costa oggi 4,60 euro. Ma "con l'aumento delle materie prime, il mancato adeguamento dei prezzi all'inflazione e il ritardo nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione - spiega il presidente di Angem, Ilario Perotto, in una conferenza stampa presso la sede della Confcommercio - la gestione delle mense è ora ai limiti della sostenibilità economica".

 
 
 

IL CANTASTORIE MILANESE

Post n°307 pubblicato il 11 Novembre 2008 da maredolce72

Domenica s'era sistemato sotto i portici in piazza del Duomo, aveva piazzato lo stereo a terra e cantava, come sempre. Arie celebri o canzoni napoletane. Erano circa le dieci. Sarà pure una piccola storia, ma in qualche modo simbolica per Milano. Da una parte ci sono le regole. Per esibirsi bisogna avere i permessi, rispettare gli orari. E se qualcuno chiama per denunciare un disturbo, la polizia locale deve intervenire. A volte però i milanesi, che di solito approvano l'applicazione rigorosa delle norme, di fronte a una scena come quella di domenica sera alzano la voce: «Non ha mai fatto male a nessuno — ha scritto una lettrice al Corriere —, non dava fastidio, che senso ha prendersela con quell'uomo?».Non che si fosse creata tensione, ma di certo intorno al «tenore» s'era radunata una ventina di persone, i vigili erano sette o otto. A pochi metri da lì, per anni, s'è esibito Franco Trincale, il più celebre dei cantastorie milanesi. Trincale si ritrovò addirittura citato in un'istanza per il trasferimento di un processo Berlusconi da Milano: il messaggio delle sue poesie, sostenevano i legali, sarebbe stato parte dell'inimicizia della città verso il premier. Il «tenore» però, dal punto di vista politico, è innocuo. Il suo spettacolo, domenica sera, è finito circondato dalle divise. Lui ha guardato l'altra gente intorno, si sentiva grato e orgoglioso del sostegno, al suo pubblico ha pronunciato un «grazie» commosso.

 
 
 

IL PICCOLO GIUSEPPE BATTE LA MAFIA

Post n°306 pubblicato il 10 Novembre 2008 da maredolce72

«Abbiamo vinto noi, anzi ha vinto Giuseppe perché penso che grazie a lui la mafia sia stata sterminata, se non del tutto almeno del 70%». Sono le parole di Franca Castellese, la mamma del piccolo Giuseppe Di Matteo, il bambino sequestrato dai boss mafiosi e poi sciolto nell'acido. La donna ha detto queste parole al Giardino della memoria inaugurato a San Giuseppe Jato (Palermo), alla presenza del ministro dell'Interno Roberto Maroni e del capo della polizia Antonio Manganelli. Il giardino della memoria nasce proprio nel luogo in cui venne ucciso il piccolo Di Matteo dai fratelli Brusca e da Vincenzo Chiodo. «Diciamo che oggi è un giorno di vittoria -ha detto la signora Castellese con le lacrime agli occhi- perché dopo quello che è successo abbiamo portato avanti il progetto che si doveva fare». E parlando ancora del piccolo Di Matteo: «È lui che ci deve aiutare tutti. Oggi è difficile essere qui ma non potevo mancare».

 
 
 

Bruni, Sarkozy, Berlusconi, Naomi.

Post n°305 pubblicato il 10 Novembre 2008 da maredolce72

Carla Bruni ha detto di essere felice di non essere più italiana dopo le frasi di Silvio Berlusconi che aveva definito «abbronzato» Barack Obama. La moglie di Nicolas Sarkozy a febbraio ha ottenuto la nazionalità francese. «Quando sento Berlusconi prendere questa cosa alla leggera e scherzare sul fatto che Obama è "sempre abbronzato", mi fa strano. Lo si metterà sull'umorismo... Ma spesso, sono molto felice di essere diventata francese», ha dichiarato la Bruni in un'intervista apparsa domenica su Le Journal du Dimanche. La première dame di Francia nell'intervista ha detto inoltre che, dato il suo ruolo di moglie del presidente, non ritiene più opportuno firmare petizioni, ma desidera impegnarsi per l’uguaglianza. «Mi sono spesso chiesta da dove veniva il blocco delle nostre società che fa in modo che siamo così bianchi, nelle élite, in Parlamento, nei circoli dirigenti (la musica, la moda sono una cosa diversa) mentre la società è un incrocio».«Siamo paralizzati dalle abitudini. Il potere ha spesso avuto la stessa testa, uomini bianchi e piuttosto vecchi. Le abitudini, alla fine, diventano una sclerosi.. Mio marito non è Obama. Ma i francesi hanno votato per il figlio di immigrato ungherese, il cui padre ha un accento, la cui madre è di origine ebrea; e ha sempre rivendicato di essere un po’ un francese venuto da altrove. E anch'io non corrispondo al profilo di première dame: sono un artista, nata italiana!».«Siamo stati in Sud Carolina diversi giorni per un servizio fotografico. Ma io e Naomi Campbell abbiamo sempre pranzato nella nostra roulotte, anche se lì vicino c'era un buon ristorante. Quando ho chiesto il motivo, mi hanno risposto che Naomi non l'avrebbero mai fatta entrare, perché di pelle nera. Veder vincere Obama, è stata quindi una gioia immensa».

 
 
 

SILVIO OBAMA HUSSEIN BERLUSCONI

Post n°304 pubblicato il 07 Novembre 2008 da maredolce72

Pochissimi difendono il premier e nessuno riesce a nascondere un certo imbarazzo. Nemmeno Matteo Emanuele: «I’m Italian (I apologize for my bad english) ... ma posso assicurare che tutto quello che Berlusconi ha detto non era offensivo. Voleva solo facilitare i rapporti tra Usa e Russia. Tutti i commenti negativi su queste pagine sono ispirati dai dibattiti pubblici sulle tv italiane condotte da comunisti pagati con i soldi pubblici. Americani non fatevi ingannare da loro...». Altri, sempre italiani, la fanno più breve, come Gigi: «Nel nostro paese abbiamo un virus: si chiama Berlusconi. Scusate». I messaggi di scuse dei nostri connazionali, la maggior parte dei quali vive negli Usa, sono centinaia. «Noi non siamo come lui, vi prego, credetemi» assicura un altro lettore. Diverso il tono dei lettori Usa che, almeno sul New York Times, sembrano appartenere alla categoria di chi non capisce il senso dello humor del premier italiano: «Gli americani non hanno bisogno di alcun cittadino straniero che faccia commenti sulla razza del presidente eletto» scrive, tra l’altro, un utente che si firma "Roz". «La razza di Obama non dovrebbe essere mai oggetto di alcuna battuta. Serve rispetto», dice un altro utente. «Berlusconi dovrebbe fare in modo che Dio lo salvi da se stesso; è stato un imbecille tutto il tempo» conclude invece "Kindame".

 
 
 

BARACK OBAMA !!!!

Post n°303 pubblicato il 05 Novembre 2008 da maredolce72

«Non ero il candidato più probabile per la Casa Bianca. Abbiamo incominciato con pochi soldi e pochi appoggi. La campagna è stata costruita sulle strade, con le persone che hanno donato anche solo 5 dollari, con chi i volontari che si sono sacrificati per dimostrare che in questo Paese si può avere un governo del popolo e per il popolo».
«Ora dobbiamo affrontare i peggiori pericoli della nostra storia: la crisi economica, la lotta al terrorismo». Vi chiederò di aiutarmi di ricostruire questa nazione: mattone su mattone. Sarò sempre onesto con voi: vi ascolterò, anche se la penseremo diversamente. Il cammino davanti a noi sarà duro e ci sarà bisogno di stare uniti».
«Se avevate dubbi sulla nostra democrazia, oggi avete avuto la vostra risposta».
"Nulla in questo Paese è impossibile".
"Non siamo una collezione di individui. Siamo gli Stati Uniti".

 
 
 
 
 

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