l'ondacaldala speranza di una spinta |
Il guerriero della luce ha bisogno di tempo per se stesso. E impegna questo tempo per il riposo, la contemplazione, il contatto con l'Anima del Mondo.
Anche nel pieno di un combattimento, egli riesce a meditare.
In alcune occasioni il guerriero si siede, si rilassa e lascia che tutto ciò che sta accadendo intorno continui ad accadere. Guarda il mondo come se fosse uno spettatore, non tenta di crescere nè di sminuirsi, ma di abbandonarsi al movimento della vita senza alcuna resistenza.
A poco a poco, tutto ciò che sembrava complicato comincia a diventare semplice.
E il guerriero se ne rallegra.
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Post n°317 pubblicato il 25 Novembre 2008 da maredolce72
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Post n°316 pubblicato il 24 Novembre 2008 da maredolce72
Mettiamo un 40 enne valido al posto di un 65 enne in pensione. |
Post n°315 pubblicato il 23 Novembre 2008 da maredolce72
Manish è stato preso mentre andava a scuola. È stato picchiato, bastonato, portato per le strade del villaggio con la testa rasata, e poi gettato sotto un treno, sotto gli occhi della madre. E tutto questo perché Manish Kumar, 15 anni, aveva osato scrivere una lettera d’amore a una ragazzina di una casta diversa dalla sua. Rompendo una regola che, seppure ufficialmente abolita, continua a esistere - e a uccidere – in India. L'omicidio è avvenuto giovedì a Patna, uno dei villaggi del poverissimo stato del Bihar, nell’est del Paese. La polizia – spiega alla Reuters il sovrintendente del distretto di Kaimur, Rajesh Kumar - ha arrestato sei uomini e sospeso un agente, incapace di impedire il massacro. Incapace di impedire che la madre del ragazzo, Lalit Devi, osservasse «inerme le ruote del treno che lo uccidevano, mentre chiedevo pietà», come la donna ha detto in caserma. Il ragazzino apparteneva ai Ravidas, una delle molte suddivisioni della casta dei Dalit, gli «intoccabili». Storicamente i Ravidas lavorano come conciatori – un’occupazione che in India, dove la mucca è animale sacro, viene considerata impura. Per questo, pur essendo come i Ravidas «intoccabili», i Dhobi – il gruppo cui appartiene la ragazza di cui Marish si era innamorato, gruppo storicamente dedito alla tintoria - sono una sottocasta superiore. Per questo una semplice lettera d’amore, spedita ad agosto ma scoperta pochi giorni fa dai genitori, è un affronto intollerabile. Da lavare col sangue. |
Post n°314 pubblicato il 20 Novembre 2008 da maredolce72
Terremoto al porto: la Guardia di Finanza ha emesso due ordinanze di divieto di dimora nella regione Campania per concussione aggravata e continuata. |
Post n°313 pubblicato il 17 Novembre 2008 da maredolce72
Gabriella Carlucci : |
Post n°312 pubblicato il 17 Novembre 2008 da maredolce72
Si lavora come servi. Sembra di stare nell'800 sudamericano, o nelle campagne meridionali degli anni Cinquanta. Invece è Milano, la capitale economica d'Italia. Mille chilometri dal cottimismo dei pomodorini di Foggia, di Castel Volturno, di Pomigliano d'Arco. L'Ortomercato - 1 milione di tonnellate di merce venduta ogni anno (il 30% va all'estero) - è gestito da una società del Comune (Sogemi). Qui dentro si carica e si scarica frutta e verdura per sei o anche dieci ore di fila: dall'una di notte alle undici del mattino. Si guadagnano 15-20 euro. Sfruttamento schifoso, tanto al chilo. Ti pago il caffè, dicono gli ambulanti e i grossisti che si presentano in furgone o in Suv ai ragazzi egiziani, marocchini, tunisini, rumeni, albanesi, indiani, filippini, a questo esercito di disperati - qualche centinaio, italiani quasi zero - che ogni notte arriva per tirare su un po' di spiccioli. Molti si rivolgono agli intermediari, i "cacciatori di braccia". |
Post n°311 pubblicato il 15 Novembre 2008 da maredolce72
Maxitruffa in Sicilia: i medici continuavano a percepire l'indennità mensile per oltre 51.000 pazienti morti da anni (51.287 per l'esattezza). Quasi un quarto dei pazienti deceduti, 12.711, erano palermitani, scomparsi dal 1990 ad oggi. Secondo la Guardia di Finanza, il danno allo Stato è pari a 14 milioni di euro. |
Post n°310 pubblicato il 14 Novembre 2008 da maredolce72
Riccardo Villari senatore del Pd è stato eletto presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai con 23 voti. Villari ha avuto i 21 voti della maggioranza, ma anche due indicazioni da parte dell'opposizione. Si è trattato, quindi, di un autentico blitz della maggioranza. Un'incursione improvvisa, certo, ma non inaspettata. Berlusconi, appena qualche giorno fa, aveva dato ad intendere che il prossimo presidente della Vigilanza dovesse essere gradito alla maggioranza (e a lui in primis) oppure, semplicemente, non ci sarebbe stato alcun nuovo presidente. Villari, pertanto, è stato eletto contro le indicazioni dell'opposizione e nonostante Walter Veltroni lo abbia invitato a dimettersi, aspetta ancora e rimanda ogni decisione dopo una serie d'incontri con le più alte cariche istituzionali. Nella sua vista "extraparlamentare" Villari è docente in "malattie infettive" al Policlinico dell'Università Federico II di Napoli. Tra le sue attività di senatore della Repubblica, le note segnalano, tra l'altro, anche quella di Presidente del club dei parlamentari tifosi del Napoli. L'ex coordinatore di An in Campania, Mario Landolfi, uno dei suoi grandi elettori in Vigilanza, per l'occasione l'ha già ribattezzato Villary Clinton. E proprio il "clan" campano del Pdl, a detta di più "boatos" oggi riportati dalla stampa, sembra abbia operato alacremente per "ungere" il meccanismo che, poi, ha portato all'elezione del nuovo presidente. Villari, del resto, nel suo non proprio breve backgroud politico (è già alla sua quarta legislatura da parlamentare) più di un tentennamento l'ha già avuto. E' transitato più o meno nell'ordine prima nella Dc, poi nel Ccd, nel Ppi, nell'Udeur, nella Margherita per accasarsi infine - per ora? - nel Pd veltroniano. Una gran bella gincana, indubbiamente. |
Post n°309 pubblicato il 13 Novembre 2008 da maredolce72
Gerontocrazia, partitocrazia, parentocrazia, clientocrazia, persino - new entry lessicale - mignottocrazia. Tutto ciò che finisce in "zia" si declina in Italia molto più di meritocrazia, ciò che tutti dicono di desiderare. Perché? E come uscirne? Come stappare un sistema leaderistico che, perso nella sua arretratezza culturale, assiste allibito a un nero nato nel 1961 che viene eletto presidente della più grande democrazia del mondo? Giuseppe De Rita, animatore del Censis, sguardo cattolico disinibito e maestro delle analisi icastiche, attribuisce il nostro deficit nientemeno che a Menenio Agrippa: "Ricorda la vecchia metafora di Menenio Agrippa? Diceva che tutto il corpo fa riferimento al cervello, le mani, i piedi, lo stomaco sono sensori stupidi. Se uno si scotta un dito è perché il senso del dolore arriva al cervello, tutti gli impulsi confluiscono nella testa". |
Post n°308 pubblicato il 12 Novembre 2008 da maredolce72
Circa 260 milioni di pasti distribuiti nelle mense italiane sono prodotti ogni anno da un esercito di 37mila lavoratori in nero, con alti rischi per la qualità dei cibi somministrati a bambini e anziani. Il grido d'allarme arriva dalle associazioni del settore della ristorazione collettiva, Angem-Fipe e Ancst-Legacoop, che rilevano un "preoccupante involuzione" del mercato con l'aumento delle aziende "non virtuose", favorite da criteri delle gare d'appalto che mettono la qualità al secondo piano puntando soprattutto sulle offerte al ribasso. In pratica, il 30% dei circa 854 milioni di pasti distribuiti ogni anno in Italia sarebbe a rischio qualità. E i numeri del mercato in appalto dicono che il settore vale 3,8 miliardi di euro, conta 1400 imprese e 73mila lavoratori di cui 45mila a tempo pieno. Gli utenti annuali, invece, sono oltre cinque milioni, distribuiti nei 20 mila punti di servizio gestiti dalle aziende di ristorazione collettiva. Per non parlare dei quasi due milioni di bambini fra scuole materne ed elementari per i quali il pasto in mensa è quello principale in tutta la giornata. |
Post n°307 pubblicato il 11 Novembre 2008 da maredolce72
Domenica s'era sistemato sotto i portici in piazza del Duomo, aveva piazzato lo stereo a terra e cantava, come sempre. Arie celebri o canzoni napoletane. Erano circa le dieci. Sarà pure una piccola storia, ma in qualche modo simbolica per Milano. Da una parte ci sono le regole. Per esibirsi bisogna avere i permessi, rispettare gli orari. E se qualcuno chiama per denunciare un disturbo, la polizia locale deve intervenire. A volte però i milanesi, che di solito approvano l'applicazione rigorosa delle norme, di fronte a una scena come quella di domenica sera alzano la voce: «Non ha mai fatto male a nessuno — ha scritto una lettrice al Corriere —, non dava fastidio, che senso ha prendersela con quell'uomo?».Non che si fosse creata tensione, ma di certo intorno al «tenore» s'era radunata una ventina di persone, i vigili erano sette o otto. A pochi metri da lì, per anni, s'è esibito Franco Trincale, il più celebre dei cantastorie milanesi. Trincale si ritrovò addirittura citato in un'istanza per il trasferimento di un processo Berlusconi da Milano: il messaggio delle sue poesie, sostenevano i legali, sarebbe stato parte dell'inimicizia della città verso il premier. Il «tenore» però, dal punto di vista politico, è innocuo. Il suo spettacolo, domenica sera, è finito circondato dalle divise. Lui ha guardato l'altra gente intorno, si sentiva grato e orgoglioso del sostegno, al suo pubblico ha pronunciato un «grazie» commosso. |
Post n°306 pubblicato il 10 Novembre 2008 da maredolce72
«Abbiamo vinto noi, anzi ha vinto Giuseppe perché penso che grazie a lui la mafia sia stata sterminata, se non del tutto almeno del 70%». Sono le parole di Franca Castellese, la mamma del piccolo Giuseppe Di Matteo, il bambino sequestrato dai boss mafiosi e poi sciolto nell'acido. La donna ha detto queste parole al Giardino della memoria inaugurato a San Giuseppe Jato (Palermo), alla presenza del ministro dell'Interno Roberto Maroni e del capo della polizia Antonio Manganelli. Il giardino della memoria nasce proprio nel luogo in cui venne ucciso il piccolo Di Matteo dai fratelli Brusca e da Vincenzo Chiodo. «Diciamo che oggi è un giorno di vittoria -ha detto la signora Castellese con le lacrime agli occhi- perché dopo quello che è successo abbiamo portato avanti il progetto che si doveva fare». E parlando ancora del piccolo Di Matteo: «È lui che ci deve aiutare tutti. Oggi è difficile essere qui ma non potevo mancare». |
Post n°305 pubblicato il 10 Novembre 2008 da maredolce72
Carla Bruni ha detto di essere felice di non essere più italiana dopo le frasi di Silvio Berlusconi che aveva definito «abbronzato» Barack Obama. La moglie di Nicolas Sarkozy a febbraio ha ottenuto la nazionalità francese. «Quando sento Berlusconi prendere questa cosa alla leggera e scherzare sul fatto che Obama è "sempre abbronzato", mi fa strano. Lo si metterà sull'umorismo... Ma spesso, sono molto felice di essere diventata francese», ha dichiarato la Bruni in un'intervista apparsa domenica su Le Journal du Dimanche. La première dame di Francia nell'intervista ha detto inoltre che, dato il suo ruolo di moglie del presidente, non ritiene più opportuno firmare petizioni, ma desidera impegnarsi per l’uguaglianza. «Mi sono spesso chiesta da dove veniva il blocco delle nostre società che fa in modo che siamo così bianchi, nelle élite, in Parlamento, nei circoli dirigenti (la musica, la moda sono una cosa diversa) mentre la società è un incrocio».«Siamo paralizzati dalle abitudini. Il potere ha spesso avuto la stessa testa, uomini bianchi e piuttosto vecchi. Le abitudini, alla fine, diventano una sclerosi.. Mio marito non è Obama. Ma i francesi hanno votato per il figlio di immigrato ungherese, il cui padre ha un accento, la cui madre è di origine ebrea; e ha sempre rivendicato di essere un po’ un francese venuto da altrove. E anch'io non corrispondo al profilo di première dame: sono un artista, nata italiana!».«Siamo stati in Sud Carolina diversi giorni per un servizio fotografico. Ma io e Naomi Campbell abbiamo sempre pranzato nella nostra roulotte, anche se lì vicino c'era un buon ristorante. Quando ho chiesto il motivo, mi hanno risposto che Naomi non l'avrebbero mai fatta entrare, perché di pelle nera. Veder vincere Obama, è stata quindi una gioia immensa». |
Post n°304 pubblicato il 07 Novembre 2008 da maredolce72
Pochissimi difendono il premier e nessuno riesce a nascondere un certo imbarazzo. Nemmeno Matteo Emanuele: «I’m Italian (I apologize for my bad english) ... ma posso assicurare che tutto quello che Berlusconi ha detto non era offensivo. Voleva solo facilitare i rapporti tra Usa e Russia. Tutti i commenti negativi su queste pagine sono ispirati dai dibattiti pubblici sulle tv italiane condotte da comunisti pagati con i soldi pubblici. Americani non fatevi ingannare da loro...». Altri, sempre italiani, la fanno più breve, come Gigi: «Nel nostro paese abbiamo un virus: si chiama Berlusconi. Scusate». I messaggi di scuse dei nostri connazionali, la maggior parte dei quali vive negli Usa, sono centinaia. «Noi non siamo come lui, vi prego, credetemi» assicura un altro lettore. Diverso il tono dei lettori Usa che, almeno sul New York Times, sembrano appartenere alla categoria di chi non capisce il senso dello humor del premier italiano: «Gli americani non hanno bisogno di alcun cittadino straniero che faccia commenti sulla razza del presidente eletto» scrive, tra l’altro, un utente che si firma "Roz". «La razza di Obama non dovrebbe essere mai oggetto di alcuna battuta. Serve rispetto», dice un altro utente. «Berlusconi dovrebbe fare in modo che Dio lo salvi da se stesso; è stato un imbecille tutto il tempo» conclude invece "Kindame". |
Post n°303 pubblicato il 05 Novembre 2008 da maredolce72
«Non ero il candidato più probabile per la Casa Bianca. Abbiamo incominciato con pochi soldi e pochi appoggi. La campagna è stata costruita sulle strade, con le persone che hanno donato anche solo 5 dollari, con chi i volontari che si sono sacrificati per dimostrare che in questo Paese si può avere un governo del popolo e per il popolo». |
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il 03/02/2009 alle 13:24
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il 06/01/2009 alle 18:39