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Monsignor Fisichella impugna la sentenza che concede l'eutanasia: e guerra sia!
Post n°35 pubblicato il 10 Luglio 2008 da lunarossa.1974
.....segue articolo precedente....... Era inevitabile e scontato. Monsignor Rino Fisichella neopresidente della Pontificia accademia per la vita s'indigna e grida vendetta: il Vaticano si dice pronto ad impugnare la sentenza che di fatto concede la dolce morte ad una ragazza da ben 16 anni in coma vegetativo e ad un padre che da ben 16 anni accudisce un corpo che non ospita più sua figlia. La sentenza però, sottolinea il prelato, "può essere impugnata presso una corte superiore", dando la possibilità di "ragionare con maggiore serenità e meno emotività". Il papà è dal 1999 che combatte questa guerra, non credo si sia agito sull'onda di una emozione. Giuriamo di conoscerla quella corte superiore, lobby di poteri trasversali e micidiali, velenosi per la democrazia ancor più per il rispetto delle altrui vite e scelte. Vite non vissute su di un letto di morte sudario d'angosce e di giorni infiniti. Monsignor Fisichella si dice però anche "amareggiato e stupito": amareggiato "per come si risolverà purtroppo una vicenda di dolore, perché Eluana è ancora una ragazza in vita, il coma è una forma di vita e nessuno può permettersi di porre fine a una vita personale". Poi, "profondo stupore, per come sia possibile che il giudice si sostituisca in una decisione come questa alla persona coinvolta, al legislatore, perché non mi risulta che in Italia ancora ci sia una legislazione in proposito". Questi giudici non trovano pace. A sentire Berlusconi esistono solo per angariarlo, a sentire coloro che guarda caso son stati raggiunti da avvisi di garanzia per reati contro la Repubblica, vivono esclusivamente per tormentarli e perseguitare psicologicamente chi tenta solo di svolgere onestamente il proprio lavoro. E ora il Vaticano: secondo loro i nostri giudici sono immorali, incapaci di professionalità e arroganti al punto di arrogarsi il diritto di concedere la fine di un accanimento su di una ragazza che mai piu potrà risvegliarsi. Però hanno ragione, in Italia manca una legislazione chiara e precisa, mille progetti e disegni sui loro tavoli ma mai nessuno ha davvero avuto la volontà di legiferare in tal senso. Speriamo e ci auguriamo con tutto il cuore che abbia forza questa sentenza e dia la spinta propulsiva affinchè finalmente si legiferi e si normalizzi l'eutanasia. Ci sono sempre i miracoli, urlano dal cupolone, c'è sempre la speranza e la fede; chissà per il papà di questa ragazza cosa rappresentano la fede e la speranza e ancor piu i miracoli. Giorni senza sole e notti senza stelle, sempre accanto a quel letto silenzioso. Naturalmente quella di monsignore è una chiara presa di posizione che non lascerà di certo sereno il papà di Luana. Renato Farina, deputato del PDL polemizza la decisione dei giudici: "chi ha dato loro una simile potestà?" chiede intervenga a favore del ricorso e dell'annullamento della sentenza appena emessa il nostro Presidente della Repubblica che è bene dirlo, è il Presidente di una Repubblica Laica. Prelati e politici chiedono di concedere a Luana la grazia: chissà cosa gli risponderebbe Luana se gli fosse concessa anche solo una frase. La grazia. Per me concedere la grazia significa sollevare un fardello opprimente dalla schiena di un uomo. Luana e il suo papà hanno sopportato per ben 16 anni questo fardello: ora lasciamoli soli a darsi l'ultimo saluto. Tuttavia la politica non conosce educazione e rispetto e trasforma il dolore in strumento malefico. Secondo il sottosegretario al Welfare con delega alla Salute Eugenia Roccella: "la Cassazione ha stabilito criteri sorprendenti e inquietanti. Si può decidere di interrompere una vita umana sulla base della ricostruzione di una volontà presunta, desunta da dichiarazioni generiche, legate a carattere e stile di vita". Un fatto, rileva, "estremamente grave per quanto riguarda il rispetto della libertà della persona". Di avviso opposto l'associazione Luca Coscioni, secondo cui "finalmente, dopo sedici lunghi anni, la Cassazione e ora la Corte di Appello di Milano hanno ristabilito lo stato di diritto, riconoscendo la piena libertà di scelta di Eluana Englaro, libertà sancita dall'articolo 32 della Costituzione Italiana oltre che dalla Convenzione di Oviedo". Sulla stessa lunghezza d'onda anche il leader dei Radicali, Marco Pannela, che parla dell'affermazione "della civiltà giuridica, umana e politica. E' quell'amore civile, con ardore e passione, che noi evochiamo da sempre, e oggi viene premiata l'attesa di tanti. Ancora il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano: “ la decisione della Cassazione e della Corte d'Appello di Milano determinano una lesione inaccettabile dei principi posti a tutela della vita umana, scavalcando i limiti che in passato gli stessi sostenitori dell'eutanasia avevano indicato come insuperabili, Demetrio Neri, Ordinario di Bioetica all'Università di Messina e Membro del Comitato Nazionale per la Bioetica spiega di aver accolto la decisione con grande gioia, perché so che la ragazza aveva effettivamente espresso il desiderio, quando era in vita, di non essere tenuta in queste condizioni. 16 anni di stato vegetativo persistente, da un punto di vista scientifico vanno oltre ogni limite immaginabile: solitamente, la comunità scientifica dopo due anni dichiara la persistenza del caso senza nessuna possibilità di recupero". Non è un segreto e sarà guerra senza esclusione di copi bassi. Chi vincerà? Il bene? O il Vaticano? |
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