Creato da infaticabile2 il 06/11/2012

non trovo un centro

pensieri in libertà

 

 

Qualche tavola più in la

Post n°268 pubblicato il 04 Ottobre 2019 da infaticabile2

Sei seduto qualche tavola più in la e mi guardi,prima il viso,sentivo i tuoi occhi che riuscivano ad entrami dentro,poi lo sguardo si è abbassato fino a trovare le mie gambe accavvalate che nervosamente incrociavo e la ho sentito,eri dentro di me,dentro alle mie mutante,accarezzavi il tessuto bianco con la tua mente,ammetto che i primi brividi m'hanno avvolto,una stretta allo stomaco e la testa che pensava a qualche pazzia da fare subito,senza pensare neppure un secondo,ma ancora avevo la lucidità di resistere al tuo sorriso malizioso da diavolo,tornando a guardare l'uomo che era seduto di fronte a me,Lui mi guardava con degli occhi così diversi,era spento mentre i tuoi riuscivano ad incendiare la Donna che c'è in me.

Poi,come una luce che s'accende all'improvviso,decido di giocare un po,ora è il mio sguardo che s'abbassa giusto un po,fino ad incrociare il tuo pacco che sembra gonfio,si,sembra,e poi via,fuggo dall'incrociare il tuo di sguardo che sento,eccome lo sento,in ogni centimetro di pelle,mi penetra e una fitta mi prende lo stomaco fino più in basso,sento che ferve,sono umida,cosa sto facendo,non lo so,non m'importa,intanto l'uomo di fronte mi parla e io rispondo sempre di si,senza neppure capire una sola parola di quello che mi stava dicendo,che stronza,lo so,ma Tu,tu sei qualcosa che devo provare,che voglio provare,intanto scaccio la ragione,la mando via,solo qualche secondo,quel tanto che guardandoti mi fa alzare in piedi e tu,tu hai già capito tutto.

Prendo la borsa,mi giro e vado verso il bagno,senza vedere ti sento,che ti alzi e mi segui,qualche secondo dopo,come se entrambi sapessimo che anche quei secondi erano importanti,erano tempo prezioso,erano altro cibo.

Apro la porta del bagno,si,sono nervosa,come se fossi tornata una ragazzina che la sta combinando grossa,molto grossa questa volta,intanto la ragione riesco ancora a tenerla lontana,se mi trova sono certa che mi fa tornare indietro,ma no,oggi no,oggi voglio essere ancora quella ragazzina,solo meno innocente,solo un po troia,si,quest'uomo che mi stava raggiungendo in bagno è riuscito a trasformarmi in qualcuna che non riconosco,che forse era dentro di me.

Ma ora il tempo si ferma,sento le tue mani che mi prendono da dietro,stringendomi i fianchi mi alzandomi la gonna,fino alla vita,scosti le mutande e sento la zip dei pantaloni venire giù e il tuo uccello premere dentro,senza dire una parola,ho il cuore a mille e sento anche il tuo,eccitato,tu,io,insieme.No,ragione,resta ancora distante,ti prego,fammi godere di questo diavolo sconosciuto che mi sta possedendo.

La camicia nera è aperta,la tua mano sul mio seno,stringe un capezzolo che ora sembra marmo,mentre mi chini verso la parete,inarco il bacino sotto i tuoi colpi,mi tappi la bocca,per fortuna,avrei gridato,avrei urlato ancora e ancora,mentre mi sentivo pervadere tutta sotto quei colpi ora decisi,ora lenti,poi fermo,dentro di me,lo sento pulsare tutto,io bagnata,ficca e mente,il cervello chissà dove,il corpo che vibra,il tuo ansimare che mi entra dentro,nel profondo,ancora e ancora,continua,mi si strozza in gola,poi un fiume,godo,un orgasmo esplode e vengo invasa dai miei umori che colano lungo le coscie che tese tremano,vorrei sdraiarmi a terra,ma sento le tue mani che mi sorreggono mentre continui a martellarmi con il tuo uccello che mi sembra ad ogni colpo sempre più grosso.

Intanto l'orgasmo continua,le tue dita sul mio clito prolungano il piacere e questo piacere rimbombando elle pareti del cervello sembra non terminare mai,ancora i miei umori scendono sulle gambe, la pelle appiccicaticcia,mi fai imapazzire,il tempo sembrava sopseso ,solo tu ti muovevi dentro di me,fino a quando l'ho sentito montarmi impazzito,il tuo piacere crescere il tuo orgasmo invadermi tutta,uno,due,tre schizzi caldi e densi e altri brividi nella mia testa,brividi sconosciuti come lo eri te,diavolo di un uomo che di li a poco saresti stato solo ricordo.

Il tempo tornava a scorrere,la mente mi riportava nella realtà,tu che mi sfioravi il collo,le tue labbra bollenti,la mano sui capelli,l'unico gesto dolce che t'hanno reso per un solo secondo,meno diavolo e me meno troia.

La gonna scese da sola,le mutandine ancora scostate e bagnate di te,di me,la porta del bagno che s'apriva e tu,diavolo senza nome, te ne sei andato via in silenzio,senza dire una sola parola,chissà com'era la tua voce,di te solo il timbro dei tuo ansimare,il getto caldo del tuo sperma dentro di me,i tuoi occhi che sono riusciti ad incendiare la mia voglia e nulla di più.

Mi ricompongo,mascherando il mio viso con del trucco alla meno peggio,un filo di rossetto e il tuo odore su di me,dentro di me,nella mia testa,tiro lo sciacquone,la ragione mi trova giusto un passo fuori dalla porta di quel bagno.

Lo sguardo basso,ma non colpevole,mi siedo e si,ammetto,ho cercato ancora il tuo di sguardo,tra la folla e il vociare di questo ristorante pieno di gente e di volti ma non c'eri più,la sedia qualche tavolo più in la era vuota,eri sparito,andato via,mentre l'uomo che mi siede di fronte,ancora parlava,parlava e io a sorriderli senza sapere cosa mi stava dicendo,ogni tanto guardavo la porta di quel bagno che s'apriva e chiudeva,sorseggiando l'ultimo goccio di vino rosso e nel bicchiere,dentro al mio naso,dentro la mia testa,ancora l'odore di noi.

 
 
 

Dove eravamo rimasti

Post n°267 pubblicato il 17 Luglio 2019 da infaticabile2

 
 
 

Sali o Vai - Resto o Scendo

Post n°265 pubblicato il 25 Dicembre 2016 da infaticabile2

sali o vai
la donna si perse dentro a quelle parole,
la sua mente iniziò a pensare,
pur sapendo che voleva salire,eccome se voleva.
secondi che sembravano non passare mai.
lei con lo sguardo fisso nel vuoto,
lui che la guardava abbozzando un sorriso
che sapeva di nervosa attesa.
sali o vai,disse ancora lui
quelle parole rimbombarono dentro di lei
nel momento esatto che il suo viaggio finì.
si girò verso lui e sorridendo disse,si salgo.
percorsero il vialetto di quel condomino di periferia
in una città come tante altre,solo distante da dove lei abitava
la porta dell'ascensore aperta sembrava aspettarli,
salirono i quattro piani,fino alla porta dell'appartamento
l'uomo mise la pesante chiave dentro la toppa della serratura
tre giri di un rumore metallico rimbombarono nella tromba delle scale
rompendo il silenzio di quel tranquillo edificio
spinse la porta e lasciò entrare prima lei,lui la seguì subito.
chiuse la porta,si sfilarono i giubbotti,li prese e li pose dentro a un ripostiglio
girandosi lei era a mezzo metro,si guardarono,
non ebbe neppure il tempo di chiedere se voleva qualcosa
che lei,con un solo passo inchiodò l'uomo alla parte,
trovando subito la sua bocca e la sua lingua
le mani a sfilare la cintura e poi giù la zip,
i pantaloni caddero sotto la forza di gravita
cogliendolo di sorpresa,come sorpreso era il suo cazzo
ancora moscio e già dentro la bocca di lei
che intanto si era chinata in ginocchio ai suoi piedi.
lo prese con foga,mentre sentiva il sangue di lui pompare forte,
raggiungere quel cazzo che stava prendendo sempre più consistenza
fino a riempirle la bocca,raggiungendo la gola
tutto dentro,la mano che intanto avvolgeva l'asta ora rigida.
mano e bocca,testa e saliva,come le avevano insegnato
movimenti irregolari,all'unisono,ora lenti e poi veloci
mano,bocca,mentre ogni tanto lo guardava,compiaciuta.
lui ancora inchiodato su quella parete,il fiato pesante,
solo la forza di mettere le mani sulla testa di lei
la testa leggermente inclinata su un lato
gli occhi socchiusi,come se una parte di lui volasse
mentre un'altra non voleva perdere contatto con quella realtà!
sentiva crescere l'eccitazione dentro di lui,nella sua testa
le gambe rigide,il ventre teso,il fiato irregolare
le mani che premevano e lasciavano la testa di lei
quasi a dirigerla verso il massimo piacere.
lei ubbidiente a quei comandi,lo compiaceva,
poi lo sentì quasi ringhiare,come un animale ferito
strinse ancor più forte l'asta,muovendola veloce
mentre la lingua pennellava sapienti colpetti
su una cappella rosso fuoco,poi lui strinse la testa,fù silenzio
la capì che c'era,lo prese appena in tempo
lui esplose in un grido trattenuto a stendo,liberatori
mentre schizzi di sborra color bianco perla riempivano la bocca di lei
mescolandosi a saliva e insieme colavano sul pavimento
il respiro affannoso dell'uomo si fece via via normale
mentre il suo cazzo era ancora dentro la bocca della donna
diritto ma senza la consistenza di pochi secondi prima.
mise la mano sui coglioni svuotati,stringendoli.
tirò fuori l'uccello e iniziò a leccarlo,dandogli gli ultimi istanti di consistenza
per poi tornare moscio come qualche minuto prima.
l'uomo lasciò la testa di lei,le braccia caddero a peso morto.
lei si scostò,guardandolo,aspettò qualche secondo
che gli sguardi s'incrociassero,abbozzò un sorriso
che sapeva molto di compiacimento,lui,paonazzo ricambiò
poi fissandolo disse scendo o resto!

 
 
 

foglia e destino

Post n°264 pubblicato il 12 Dicembre 2016 da infaticabile2

la leggerezza con la quale una foglia ingiallita cade
ferita e poi strappata da una folata di vento autunnale

pochi secondo per terminare la sua vita e donare vita
aria e pioggia a farla marcire,ma non sarà invano

avrà anima in quel corpo,verserà lacrime in quel soffrire
lento destino spazzato,sarà terra,sarà cemento

da quando nasce lo sa,sacrificio che si ripete all'infinito
e per l'infinito tornerà a far rivivere,una foglia e il suo destino.

 

 
 
 

odori lontani

Post n°263 pubblicato il 08 Dicembre 2016 da infaticabile2

l'odore dell'erba in quel campo vere
ricordi felici di bambino che correva
lontani erano i pensieri nei giochi di estati spensierate
giorni a sudare e respirare sogni
tempo che sembrava fermo e voglia di diventare grande
amici,risate,cene pasti consumati velocemente
com'erano lontani i grandi
quanto difficile capirli
ti perdevi con niente in quei prati verdi
un albero era una casa
due legni una porta
un pallone e quattro calci
partite che non finivano mai
tasche vuote e fantasia
i primi occhi in cui perdersi
capelli lunghi e ricci,nero ebano e pelle olivastra
guance rosse dall'emozione
un bacio sulla guancia e ti credevi già grande
domenica di festa in quel campo dai mille profumi
acqua che scorreva lenta
fossi da saltare e ginocchia sbucciate
sangue e ferite in giochi di bimbi
così diversi di quelli che saranno da grandi
tempo lontano e fermo nei ricordi
così lontani quei capelli lunghi e ricci
persi per sempre dal cemento
che ormai ha inghiottito quel prato verde
e quei profumi che restano prigionieri
tra mille rughe di un viso scavato

 
 
 

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