ouisted il 07/08/12 alle 07:28 via WEB
NO, MI SPIACE, ma non è affatto così. Rileggiamo bene quello che hai scritto tu:
… Ti correggo sui corsari : erano essi i veri " uomini liberi " dei mari e rubavano solo per se' stessi , in cio' li rispetto . I pirati invece erano il braccio armato dei re e ricevevano in cambio una parte del bottino . Dunque , qualche nostro " amico " non merita l'appellativo di corsaro , ma quello di pirata si . Pirati vigliacchi ed al soldo dei potenti , corsari anarchici dei mari . …..
Non contento di questa sciocchezza l'hai anche ribadita:
:
i corsari erano liberi , ripeto , i pirati combattevano contro i re , si , ma al soldo del " proprio " re o regina che fosse
Ebbene, E' ESATTAMENTE IL CONTRARIO! Per comodità e rapidità di copiatura usiamo pure wikipedia come fonte. Ecco le voci relative:
Corsaro
Il corsaro era una persona al servizio di un governo, cui cedeva parte degli utili, ottenendo in cambio lo status di combattente (lettera di corsa) e la bandiera (il che lo autorizzava a rapinare solo navi mercantili nemiche, e ad uccidere persone ma solo in combattimento).
In origine la "lettera di corsa e rappresaglia" era un'autorizzazione del sovrano, concessa al proprietario di un mercantile, con la quale si prevedeva che, nel caso in cui la nave o il carico andassero rubati o distrutti, il mercante potesse reagire attaccando a sua volta il nemico per rifarsi delle perdite. In un secondo momento i governi si resero conto che questo poteva essere un mezzo efficace per contrastare i commerci delle potenze rivali in tempo di guerra. Molte navi corsare furono armate da società private.
Famosi furono i corsari inglesi (sir) Francis Drake ed Henry Morgan che, rispettivamente, sul finire dei secoli XVI e XVII, assaltavano i porti spagnoli nelle Americhe e attaccavano i galeoni carichi di oro ed argento diretti verso la Spagna.
Corsari italiani furono, propriamente Giuseppe Bavastro, mentre anche l'ammiraglio Andrea Doria fu considerato tale, e soprannominato appunto il Corsaro, esattamente come gli ottomani Khayr al-Din Barbarossa o Kurtoğlu Muslihiddin Reis, malgrado fossero diventati regolari ammiragli della marina da guerra d'Istanbul. Non è molto noto che anche l'eroe nazionale Giuseppe Garibaldi praticò per un certo periodo la "guerra di corsa" in Sudamerica.
Nel parlare comune, un corsaro agisce al di fuori delle regole, ma non solo per il proprio interesse, in quanto opera per conto di chi rappresenta un'autorità e quindi con una legittimazione da parte di una autorità sovrana (differentemente dal pirata).
Pirateria
La pirateria è l'attività illegale di quei marinai - denominati pirati - che, abbandonando per scelta o per costrizione la precedente vita sui mercantili, abbordano, depredano o affondano le altre navi in alto mare, nei porti, sui fiumi e nelle insenature.
. Diversi sono i termini con i quali sono indicati i pirati nel corso del tempo. Tra questi, bucanieri, derivato da Boucan, e filibustieri, derivato dal francese flibustier (in inglese freebooter). Benché spesso accomunati ai pirati, i corsari erano invece combattenti al servizio di un governo che, in cambio di un'autorizzazione a rapinare navi mercantili nemiche (lettera di corsa, da qui corsari), incameravano parte del bottino. La differenza più evidente fra pirati e corsari era che questi ultimi, se catturati, soggiacevano alle norme previste dal diritto bellico marittimo, venendo imprigionati, al pari di un qualsiasi prigioniero di guerra, mentre i pirati catturati erano sommariamente giustiziati, in genere per impiccagione alla varea (estremità, parte terminale) del pennone di un fuso maggiore, al fine di fornire una tangibile prova della potenza della giustizia umana e fungere al contempo da salutare ammonimento per chi fosse tentato d'intraprendere una simile attività. Anche i marinai barbareschi, ossia delle regioni "barbaresche" (cioè a maggioranza berbera che si affacciano sul Mar Mediterraneo), che operarono tra il XIV e il XIX secolo dalle coste marocchine, algerine, tunisine o libiche, non erano pirati; ciò è dimostrato dal fatto che i corsari barbareschi non aggredivano navigli musulmani ma rapinavano solo imbarcazioni cristiane.
Inutile dire che mi hai deluso in misura temo irrimediabile, credevo che in te ci potesse essere qualche barlume di ragionevolezza e di capacità di discutere. Non è così, e non meriti alcun rispetto. Non perché la differenza tra corsari e pirati sia poi molto importante (chissenefrega!), ma per una questione di METODO! Se non hai la voglia o la capacità di perdere sessanta secondi per controllare una cosa così semplice e priva di ogni possibile equivoco, che credibilità speri di poter avere quando tocchi argomenti più seri? E, se possibile, sei stato ancora più deludente nel tuo commento dall'uomo pieno di stupidità. Il tuo tentativo di difendere la sua ridicola teoria dei puntini di sospensione ti abbassa al suo livello. E questo è davvero un gravissimo insulto, puoi dare libero sfogo al tuo patetico vittimismo. Ma è un insulto che ti meriti.
Io però sono un buono. Ritengo che a tutti debba essere data una seconda possibilità (anche se per te credo si sia già verso la trentaduesima). Ammetti serenamente di aver detto una sciocchezza su pirati e corsari, e prova a riformulare il tuo giudizio sulla difesa che hai fatto delle affermazioni del privatista. Pensaci bene, è la tua ULTIMA possibilità. Se la perdi, non ti basterà nemmeno il muro del pianto!
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