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Creato da: ElPesoDelAlma il 31/08/2007
I diritti negati

 

 

Il bollino blu

Post n°14 pubblicato il 22 Gennaio 2008 da ElPesoDelAlma
 
Foto di ElPesoDelAlma

Finalmente arriva l’Eurispes a certificare quanto la società civile contesta da anni: non c’è fiducia nelle Istituzioni: Stato, Politica, Religione, Finanza…

Possiamo sentirci tutti un tantino meglio, avevamo ragione.

Quello che manca da certificare è che la società civile, nonché quella religiosa,  è “avanti” rispetto ai suoi rappresentanti.

Il nostro senso di smarrimento è dato dal sentirci navi salpate senza i comandanti.

L’ironia della sorte è che queste guide l’abbiamo scelte, continuiamo a sceglierle oppure siamo noi a dargli fiducia.

La nostra società si trova stretta tra una classe politica sempre più distante dai cittadini ed un’aristocrazia clericale che stringe le fila per salvare il salvabile.

Dove sono i girotondi, i pacifisti, i grillini,quelli del family day, quelli che “è ora di cambiare”.

Perché nessuno fonda un partito, si getta nella mischia, si sporca le mani.

Continuiamo a borbottare, gridare e lamentarci sembra sperando, in fondo in fondo, che a cambiare, quasi come per miracolo, siano sempre i “soliti” politici.

Siamo gli amanti traditi che, pur consapevoli della fine del rapporto, torniamo la sera a letto per paura di vedere cosa c’è fuori dalla porta di casa.

Questa è la nostra vita, questa è la nostra società, con questo dobbiamo fare la pizza.

Dobbiamo avere il coraggio di osare oppure, con dignità, tornar nel letto senza però fare tante storie.

 

 

 
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L’ira giusta del vecchio Pannella e l’eco ridondante dei suoi volenterosi epigoni.

Post n°13 pubblicato il 18 Gennaio 2008 da ElPesoDelAlma
 
Foto di ElPesoDelAlma

E’ un’ira giusta quella che si leva dalle colonne di notizie radicali.
Pannella, istrione della politica, sposta di livello la querelle di questi giorni sulla mancata presenza del Pontefice all’apertura dell’anno accademico alla Sapienza di Roma.
Prima corregge il tiro sull’inopportunità dell’invito piuttosto che sull’accettazione, poi leva i suoi strali sull’asse politico trasversale che, a suon di gran cassa, ha difeso a spada tratta la libertà di parola del Pontefice.
Questo, non per criticare le loro affermazioni contingenti, quanto piuttosto per palesare la chiara ipocrisia di quell’asse stesso, nessuno escluso, che in passato come tutt’oggi, nulla ha da obiettare sull’imbavagliamento mediatico di cui sono vittime Pannella ed il Partito Radicale in Italia.
E’ su quest’identico diritto negato che, uno dei vati dei diritti civili italiani, punta il dito.
Purtroppo l’uomo, già alto di suo, si leva di misura ed è quasi inarrivabile ai suoi discepoli che, per omaggiarlo, riescono a fare solamente un anticlericalismo di maniera, di cui si trovano pagine ben migliori su questi blog.

 
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    Puzzle campano                                            

Post n°12 pubblicato il 16 Gennaio 2008 da ElPesoDelAlma
 
Foto di ElPesoDelAlma

Esplode nuovamente l’emergenza rifiuti in Campania;
Quasi quindici anni di commissariamento;
Sassolino in questi anni è stato Sindaco di Napoli e Governatore della Campania e Commissario Straordinario del Governo per l’Emergenza rifiuti;
Si sospettano infiltrazioni della Camorra nelle agitazioni popolari;
Sotto inchiesta Mastella, Ministro della Giustizia, e sua moglie Sandra Leonardo, Presidente del Consiglio della regione Campania, agli arresti domiciliari;
Provvedimenti per 23 esponenti nell’UDEUR di Mastella nella Regione Campania;
Sospeso il Prefetto di Benevento ed il Giudice del TAR Campania.

Non mi riesce il gioco ed il quadro non si compone.
Io credo mi manchino delle tessere chiave.

 
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    Vittoria laica?    

Post n°11 pubblicato il 15 Gennaio 2008 da ElPesoDelAlma
 
Foto di ElPesoDelAlma

    Premetto di non aver avuto, fin dall’inizio, particolare simpatia per questo Papa. Non ha toccato il mio cuore, fin dal giorno che l’ho visto innalzare le braccia al cielo dalla balconata principale di San Pietro. Troppo gelido il suo sorriso, troppo oscuro il suo sguardo; troppo recente il ricordo di Giovanni Paolo II, un Papa che negli ultimi anni del Suo pontificato ha parlato con la pancia piuttosto che con i discorsi d’intelletto di Ratzinger.
Morto un Papa se ne fa un altro. Adagio popolare che in Vaticano ha l’antico significato del primato della Chiesa sui suoi Pastori.
Devo dire che questo Vescovo di Roma mi ha fatto molto riflettere, sulla Chiesa, la Cristianità, lo Stato.
Potrebbe essere definito un Papa Restauratore, un devoto servo dell’ortodossia Cristiana. Di certo non mi sento di discutere il Suo operato: Egli si rivolge alla Chiesa, ai fedeli, al Suo gregge.
Ciò che m’inquieta è la reazione dello Stato,  del mondo laico.
Mi chiedo se, l’annullamento della visita all’Università La Sapienza di Roma, sia una vittoria o una chiara sconfitta: Lui non ci sarà, ci sarà la Sua ombra.
Credo che lo Stato laico sia sempre più debole allorquando si alzano barricate, anche, e soprattutto,  nei confronti di chi non si condivide.
I Temi vanno ribattuti con temi.
L’altra domanda è questa: perché La Sapienza non invita Nessuno Tocchi Caino a parlare agli studenti della pena di morte, considerato che quella per la moratoria è stata una sua battaglia solitaria da oltre 15 anni?
Oggi è un giorno triste per il nostro Stato.
Di là dal Tevere, qualcuno potrà sorridere al pensiero di quante polemiche scatenerà in Italia questo fatto.
Lo Stato è debole, la sua politica è debole e non c’è giorno che non se ne abbia dimostrazione.

 
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Aborto Sì, Aborto No. La terra dei cachi.                        

Post n°10 pubblicato il 13 Gennaio 2008 da ElPesoDelAlma
 
Foto di ElPesoDelAlma

Si riaccendono i riflettori Italia sul tema dell’aborto.
Come spesso accade, piccole fiaccole, accese qua e là,  isolate, annunciano l’assalto mediatico al problema.
legge 40”, “legge 194”, “RU486”, “tecniche abortive”, “Moratoria sull’aborto”, “analisi genetica pre-impianto”.

L’Italia dei politici e degli addetti ai lavori hanno ripreso i loro seminari nelle cittadelle dove sventola la bandiera dei “pro”, dei “contro”, dei “parliamone”.
La gente cosa fa?
Qualche mese addietro sono venuto a conoscenza della gravidanza inattesa di due miei giovanissimi amici. Due coppie due destini, due culture.
L’una, lei diciassettenne, lui di ventuno anni, hanno accettato, insieme alla famiglia, l’evento; pur considerandolo prematuro è stato accolto e condiviso.
L’altra, lei ventiduenne come lui, nel panico. Mamma, amici, internet. Nessuno ha intenzione di dare seguito a  questo evento inaspettato. Smarriti, alla ricerca di notizie ed informazioni ognuno per proprio conto. Si avviano verso l’aborto.
Poche parole sullo stato Italia:
Manca l’educazione sessuale nelle scuole dell’obbligo;
Manca l’informazione sulla contraccezione;
Sicuramente, dopo tre decadi, è giusto riaprire un dibattito su una legge che potrebbe non essere più al passo con i tempi.
Sicuramente è un argomento delicato e complesso,  non semplificabile con un “pro” o “contro”.
Sicuramente la legge sull’aborto non è una legge “pro aborto” ne, tanto meno, un metodo contraccettivo.
Sicuramente, in questi anni, sono diminuiti gli aborti e quasi scomparsi quelli clandestini.
Sicuramente ci sono dei casi nei quali una donna, una coppia, hanno il diritto di poter compiere una scelta, libera e consapevole.
Sicuramente uno Stato laico ha il diritto di regolamentare e monitorare questi aspetti della vita civile nell’interesse di tutti i coinvolti.
Sicuramente uno Stato laico non deve essere portatore di dogmi ma legiferare al passo con i tempi e farsi garante per tutti i cittadini.
Ferrara con il suo intervento ha dato, volente o non volente, uno scossone a tutti quei laici dormienti che considerano le conquiste passate come acquisite e a tutti i cattolici, adulti,  uno spunto di riflessione su un argomento tanto importante.

 
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   Caro signor Duilio                        

Post n°9 pubblicato il 12 Gennaio 2008 da ElPesoDelAlma
 
Foto di ElPesoDelAlma

    Occupa un trafiletto nelle pagine della cronaca di Roma di “Repubblica” dell’ultimo scorcio del 2007, l’ultimo episodio nella storia di un “eroe italiano”, un giovanotto sessantasettenne di nome Duilio Paolozzi.
Duilio, come ricorda l’articolo, si ruppe la spina dorsale salvando un’anziana signora che voleva suicidarsi buttandosi dal terzo piano della sua abitazione. Prendendola al volo si procurò danni irreversibili alla spina dorsale e costringendolo da allora ad una vita su  una sedia a rotelle, varcando, come lui scrive,” la soglia di un mondo fino allora a me sconosciuto: quello dei disabili, degli handicappati” e, “per citare Dante” si è trovato “improvvisamente nel girone dei dannati”.
Strana la storia di questo concittadino che, quel giorni di dieci anni fa, costretto tra l’altro in carrozzella dall’ingessatura al piede sinistro per i postimi di un incidente di moto, non esitò dal tentare di salvare una vecchietta di 94 anni, la quale scavalcando il balcone della sua abitazione al terzo piano, tentava il suicidio.
Duilio era il factotum presso la casa di cura “Pastor Angelicus” appartenente all’ordine religioso della Santa Croce; la vecchietta era la nipote di Papa Pio XII.
Duilio, il cui nome esatto è Paoluzzi, da allora è stata un’icona della lotta per i diversamente abili: televisione, blog, sito internet…
A suo dire, oltre ai riconoscimenti, dalla società non ha ricevuto molto.
Veniamo ai nostri giorni.
Duilio vivrebbe discretamente con la sua “misera” pensione di 1.600 euro ma il combinato di due eventi, spunto di riflessione per la loro attualità, minerebbe la sua serena prosecuzione.
Il primo fatto, neanche tanto inusuale oggi a Roma, riguarda  la casa di cura presso cui lavorava e che, generosamente, gli aveva offerto residenza in una dependance oltre ad assicurargli vitto ed il pagamento delle utenze. Gli è stato “detto di lasciare l’abitazione al più presto in quanto l’istituto è stato venduto ad una società di costruzioni che intende edificare un residence di lusso”.
Il secondo riguarda le concessioni dei permessi di soggiorno. Costretto a sostituire il suo assistente indiano, ne trova uno disponibile, sempre indiano, senza permesso di soggiorno. Il punto adesso è che se non ha il permesso di soggiorno non può fargli il contratto di lavoro e senza il contratto di lavoro il Comune non gli dà l’aiuto economico necessario.
Conclusione: quella pensione, che tanto misera non era, dovendo pagare 1.000 euro l’assistente – come mi chiedo – e dovendo cercarsi un’abitazione, con i relativi oneri, misera lo diventa davvero.
Quante porte apre con il suo messaggio, signor Duilio. Quante battaglie dietro quelle porte.
La battaglia per la pari dignità dei diversamente abili, perché questa società, oltre che parlarne, attui politiche di sostegno concrete e praticabili. La battaglia per chiedere trasparenza al Comune riguardo l’assegnazione delle case di proprietà.
La battaglia perché ci sia chiarezza sulle operazioni immobiliari della Curia, senza neanche entrare in polemica sull’opportunità di vendere una casa di cura per lasciare il posto ad un residence di lusso.
La battaglia per i diritti degli extracomunitari che, regolarmente, risiedono in Italia e qui vogliono lavorare e vivere onestamente.  
Sono con Lei in tutte queste battaglie e con Lei nella Sua personale.
Peccato che, proseguendo nella sua lettera al Nostro Presidente, qualcosa  m’indigni.
Caro signor Duilio, come ho detto, condivido le sue battaglie e vorrei farle condividere, però una frase io l’avrei evitata.
Lei scrive: Come capisco il signor Welby che ha chiesto di poter morire in quanto riteneva inutile vivere una vita di sofferenza, io voglio continuare a vivere perché amo la vita che è un dono di Dio e credo di avere il diritto ad avere una vita degna di essere vissuta.
Caro Duilio, la battaglia di Piergiorgio era altro. Era altro e altro rappresenta per quanti in quella battaglia si sono riconosciuti e si riconoscono.
Piergiorgio, nella sua lettera al Presidente, ha rinnovato il suo amore per la vita. L’inutilità di una vita di sofferenza, come dice lei, non era legata ad una sopravvivenza economica, non era legato ad una negazione del dono della vita.
La lascio con le parole di Piergiorgio.
“Sua Santità, Benedetto XVI, ha detto che “di fronte alla pretesa, che spesso affiora, di eliminare la sofferenza, ricorrendo perfino all'eutanasia, occorre ribadire la dignità inviolabile della vita umana, dal concepimento al suo termine naturale”. Ma che cosa c’è di “naturale” in una sala di rianimazione? Che cosa c’è di naturale in un buco nella pancia e in una pompa che la riempie di grassi e proteine? Che cosa c’è di naturale in uno squarcio nella trachea e in una pompa che soffia l’aria nei polmoni? Che cosa c’è di naturale in un corpo tenuto biologicamente in funzione con l’ausilio di respiratori artificiali, alimentazione artificiale, idratazione artificiale, svuotamento intestinale artificiale, morte-artificialmente-rimandata? Io credo che si possa, per ragioni di fede o di potere, giocare con le parole, ma non credo che per le stesse ragioni si possa “giocare” con la vita e il dolore altrui.”
Con affetto.

 
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I TRE MAGI (LAICI?)

Post n°8 pubblicato il 11 Gennaio 2008 da ElPesoDelAlma
 
Foto di ElPesoDelAlma

Oggi Sua Santità ha accolto i Tre Magi Laici di ritorno da Betlemme.
Li ha accolti e bacchettati; non deve aver gradito i loro doni quest’anno.
Chissà come avrebbero commentato i media se i tre, ad un passo dalle elezioni provinciali di Roma del 2007, fossero stati Storace, Moffa ed Alemanno.
Mi auguro, quantomeno, che questi “uomini saggi” abbiano parlato al Pontefice, con tutto il rispetto e la reverenza del caso, quali “re-sacerdoti” delle Istituzioni del Lazio, di Roma e d’Italia.
Mi auguro, quindi, che abbiano discorso con il Pontefice della laicità dello stato, della necessità sentita da cattolici e laici di rivedere il Diritto di Famiglia, della legge 194, delle unioni civili, della RU486, della dignità umana dei diversi…
Erano solo gli auguri d’inizio anno. Le elezioni sono vicine.

 
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Il Libero Arbitrio in fondo al pozzo

Post n°7 pubblicato il 30 Dicembre 2007 da ElPesoDelAlma
 
Foto di ElPesoDelAlma

Siamo emotivi. Sull’onda di accadimenti che turbano le nostre coscienze, siamo tutti pronti a parlare, quasi mai a fare.
Negli ultimi anni si è acceso il dibattito italiano sull’eutanasia, sulla morte dolce, sul testamento biologico.
A volte mi domando: che strano, sono un uomo libero, nato in una nazione libera, eppure sul mio libero arbitrio dibattono il Clero, i Politici, le Associazioni.
Nessuno vuole, a mio modesto avviso, affrontare il tema centrale di questa discussione: quanto può la giurisprudenza normare la sfera d’azione del mio libero arbitrio?
Ovviamente una società democratica si deve adoperare per rendere sempre più civili i rapporti interpersonali ma, mi domando, quando ho delegato allo Stato la rappresentanza di me stesso nei confronti delle mie più intime decisioni: quelle che riguardano me e soltanto me.
Come è possibile che una stato “laico” si debba interrogare sulla possibilità di un individuo di lasciare questa vita.
Considerato che non si possono affibbiare reati ad un suicida, lo Stato Sovrano decide che questi possono essere imputati a chi si rende complice del suicida.

Immagino che una libertà del genere farebbe contenti una schiera innumerevole di malavitosi che, finalmente liberati dalla fastidiosa messa in scena delle morti bianche, troverebbero la via spianata ai loro vari “repulisti”.
Magari quanti ingordi, avidi, “quasi eredi”, potrebbero intravedere la scorciatoia per la realizzazione dei loro miseri sogni.
Altro ed altro.

Allora dovrebbe essere lo Stato a farsi garante.

Questo Stato che non riesce a garantire le sue funzioni primarie: Pubblica Amministrazione, Giustizia, sicurezza sociale, lavoro… Questo “stato” non può essere il garante per un povero malato terminale che chiede solamente di porre fine alle sue atroci sofferenze; chiede di potersene andare in punta di piedi non maledicendo la vita ma ricordando, negli ultimi momenti, quanto di bello è stato.

Il “Clero”si mette di traverso. Sarà vero, sarà importante?
Il Religioso fa ciò che deve fare: è lo Stato che non lo fa.

Come può la religione impedire che uno Stato laico legiferi? Lo sanno anche i bambini delle elementari: stringendo i coglioni dei nostri politici con le mani foderate di consensi elettorali.
Cosa ci vogliamo aspettare da una classe Politica il cui solo fine è quello di restare tale.

Con il secolo breve è finita l’epoca dei “Valori”, degli “Ideali”, che creavano consenso popolare e da questo attingevano la forza per i Grandi Rinnovamenti Sociali dell’’800 e del ‘900.
Oggi la classe politica cerca i consensi là dove sono e come sono.

I nostri cari politici sono i colleghi dei produttori televisivi, dicono ciò che il pubblico vuol sentirsi dire: ciò che “la maggioranza” del pubblico vuol sentirsi dire.

Cari miei, certi temi sono per pochi, non saranno mai “maggioranza”

 
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La spina ed il dottore

Post n°6 pubblicato il 28 Dicembre 2007 da ElPesoDelAlma
 
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I grandi dilemmi dell’uomo sembrano destinati a rimanere tali. Nei secoli si sono succedute risposte più o meno valide: mai da tutti condivise.
La storia ci ha abituato a scelte forti: Grandi Fedi, Grandi Imperi ed Imperatori, Grandi Battaglie, Grandi Rivoluzioni.

L’epoca moderna vive di una fragilità esasperante; il tessuto sociale è retto da un filo logoro e sfilacciato: tutto questo movimento che ci circonda nasconde un immobilismo al cui cospetto il –medioevo risulta brillante se non rinascimentale.
Questa è l’epoca del Grande Equilibrio, dove tutti sono affaccendati a correre per rammendare il più lontano strappo, creandone altri cento, insensibili verso un’umanità allo stremo.

Scegliere non è mai stato così difficile.Scegliere non ha mai richiesto tanto coraggio.
Il Grande Male della nostra epoca è l’ipocrisia.
Parliamo della nostra amata penisola.

In Sicilia c’è la mafia ma a Roma, al centro, tutti conoscono i nomi degli usurai e nessuno li denuncia;

Siamo lo Stato delle Garanzie tranne sentirsi dire dall’America – quella di Guantanamo – che il 41bis è assimilabile alla tortura;
Si accetta la diffusa, però silenziosa, “desistenza terapeutica” ma non si può parlare di eutanasia;
La Giustizia tiene in carcere piccoli drogati/spacciatori e lascia i signori omicidi liberi per le nostre strade;

Gli stipendi medi sono tra i più bassi in Europa ma siamo l’ottava potenza mondiale;

I Parlamentari della Repubblica frequentano i salotti, le televisioni, raramente le piazze, qualche volta i cittadini lasciando che di politica se ne debba occupare di politico non è;
Gridiamo all’antipolitica tranne poi, annualmente, continuare a dare il voto agli stessi Partiti;
Siamo ospitali ma nessuno vuole un campo nomadi nelle vicinanze, siamo succubi di una violenza comunitaria ed extracomunitaria ma non se ne può parlare per non essere xenofobi: non in pubblico;
C’interessiamo dell’inquinamento riempiendo le nostre case di climatizzatori ed abbellendo le facciate con le loro unità esterne;
Gridiamo allo scandalo per il disboscamento della Foresta Amazzonica senza pensare a come dare possibilità alternative di sopravvivenza per coloro che di quelle foreste vivono.
Siamo attenti ai diritti dell’uomo tranne non poterne parlare durante le visite ufficiali in Cina per esempio;
Non andiamo in Chiesa, non ci confessiamo, non facciamo l’eucaristia tutte le domeniche però siamo Cristiani, battezzati e cresimati; ci si sposa in Chiesa e ci si sotterra al Camposanto;
Scendiamo in piazza per qualunque strage o delitto contro l’umanità venga perpetrato nel mondo salvo considerare l’Africa un continente di un mondo altro;
Perché continuare, chiunque potrebbe farlo: sarebbe anche questa ipocrisia.

Poiché anche sentirsi “nicchia” è ipocrita.

Questa epoca ha bisogno di coraggiosi, di donne ed uomini che sappiano fare delle scelte ma soprattutto di farne comprendere la bontà.

Un tema alla volta con dignità, lealtà e senza inutili pregiudizi.

 
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FIGLI NATURALI - PARI OPPORTUNITA'

Post n°5 pubblicato il 07 Settembre 2007 da ElPesoDelAlma
 

Per la legge italiana, in caso di figli naturali, se i genitori non coniugati si separano, la titolarità della potestà sul minore spetta al genitore con cui convive.

Quindi, se il padre esce di casa perde ogni diritto sul figlio.

E' la madre a decidere come e quando le quanto lo può vedere.

Se il bimbo và al nido è la madre che può decidere se farlo prendere al padre o meno...

Così un padre che fino al giorno prima poteva vedere il figlio quando voleva, dire la sua per quanto riguarda la gestione del bambino, proporre dove trascorrere il tempo libero, all'improvviso è IMPOTENTE, in balia del libero arbitrio del genitore con cui il figlio convive.

Il calvario dura fino al pronunciamento del Giudice.

Come è possibile parlare di PARI OPPORTUNITA'?

Poi BASTA con questo distinguo tra figli naturali e figli legittimi. E' una VERGOGNA.

 
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