I due MessiaGiovanni di Gamala e Yeshua ben Panthera |
Sempre più "Ricercatori della Verità" si cimentano in ricerche storiche atte a stabilire come andarono veramente le cose duemila anni fa. E' veramente esistito il "Salvatore del "Mondo" catto-cristiano, Figlio di Dio che nasce da una vergine e che dopo aver predicato in lungo e largo in una Palestina occupata dai romani in pieno fermento rivoluzionario, come se nulla fosse ha praticato miracoli, dato la vista ai ciechi, moltiplicato i pani e i pesci, trasformato l'acqua in vino, fatto resuscitare i morti, camminato sulle acque, morto per redimerci dal peccato e infine resuscitato dopo tre giorni per poi ascendere al cielo fra le braccia del Padre?
Questo Blog rinnovato in quasi tutte le sue pagine vuole dare risposte soddisfacenti a queste domande che un uomo libero di pensiero e non ancora del tutto catechizzato dovrebbe sempre porsi. Di che cosa tratterà dunque? Tratterà di due Messia: uno rivoluzionario di nome Giovanni nato a Gamala il Nazireo detto "Gesù Cristo" discendente davidico, zelota, che tentò di rovesciare il potere di Roma insieme ai suoi fratelli Pietro, Giacomo, Giuda e Giuseppe, tutti con gli stessi nomi degli apostoli del "Figlio di Dio", per realizzare il Regno di Israele promesso da Dio. Fu arrestato dai romani dopo aver conquistato Gerusalemme e condannato per sedizione alla croce dopo essere stato torturato, sulla quale verrà affisso il celebre capo di imputazione "Re dei Giudei", morendo nel 36. Dunque un Messia rivoluzionario della terra e non del cielo, di Israele e non del mondo, della spada e non dell'ulivo. Che nacque da rapporto sessuale e non da "virgo intacta", che visse da rivoluzionario e che fu condannato alla croce senza essersi mai sognato di trasformarsi in un "Salvatore universale" o in "Figlio unigenito di Dio" risorto dalla morte, nè di fondare alcuna Chiesa universale. La traccia che tale Messia lasciò nella memoria dei suoi contemporanei dovette essere così profonda da indurre, più di un secolo dopo, gli antichi "Padri della Chiesa" attraverso la menzogna, a sfruttarne la vicenda per costruire la favola di Gesù di Nazareth. Il secondo Messia in aggiunta al Messia storico" è sacerdotale, un profeta di nome Yeshua ben Panthera o ben Stada che diventerà la seconda fonte del mito di Gesù di Nazareth. Dall'unione di Gesù (Yeshua) e del Cristo Giovanni di Gamala il Nazireo l'Unto del Signore, nacque il Gesù-Cristo, in tutto simile alle antiche divinità dei culti misterici e pagani, anche se a tradirne le origini erano il pensiero e la parola, entrambi espressione di pura spiritualità essena.
Tutti i post che verranno pubblicati d'ora in avanti nel blog, si rifanno a studi effettuati da eminenti biblisti che verranno nominati di volta in volta con conseguente relativa fonte. L'augurio è che questo lavoro, sicuramente avversato dalla casta di coloro che consapevolmente mentono al mondo da secoli, possa almeno nel suo piccolo, contribuire ad infondere coraggio a chi, pur intellettualmente onesto e preparato, non ha mai osato andare oltre il dubbio, nel timore di giungere a vedere con fin troppa chiarezza i contorni di una favola che oggi a distanza di 1700 anni, ancora in molti continuano a chiamare storia.
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Rimetti a noi i nostri debiti...
Post n°725 pubblicato il 14 Giugno 2013 da paralotti
"Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori"; nella preghiera del Padre Nostro. “ Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori; è una frase difficile da comprendere e da spiegare. E' particolarmente difficile perché il suo significato ordinario, (uomo n° 1, 2 e 3… che può arrivare fino al n° 7 come lo era il Maestro Jeshua...) come viene generalmente accettato, non ha nulla a che vedere con il significato reale. Quando la gente pensa alle parole “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori", nella maniera ordinaria, essa immediatamente comincia a fare errori logici e psicologici. Prima di tutto, essa prende per scontato di POTER rimettere i debiti, e che dipende da lei se li rimetterà o non li rimetterà; e in secondo luogo, essa crede che sia ugualmente bene rimettere i debiti e che i suoi propri debiti siano rimessi. Questo è un errore e non ha fondamento di sorta. Se essa pensa a se stessa, se studia se stessa, se osserva se stessa, si accorgerà assai presto che essa NON PUO’ RIMETTERE ALCUN DEBITO esattamente come NON PUO’ FAR NULLA. Alla fine di FARE e al fine di RIMETTERE uno deve prima di tutto essere capace di ricordare se stesso, si deve svegliare e deve avere VOLONTA’. Come siamo ora, nel nostro attuale stato, abbiamo migliaia di volontà diverse, e anche se una di queste volontà vuole rimettere, ce ne sono sempre parecchie altre che non vogliono farlo e che pensano che la remissione è una debolezza, un controsenso e persino un delitto! Infine dobbiamo comprendere che rimettere indiscriminatamente può essere peggio che non rimettere affatto; e questa comprensione ci può portare alla giusta visione della nostra posizione in rapporto ai nostri debiti. Supponiamo per un momento che ci sia realmente stata una qualche benevola (un prete…?) o piuttosto stupida divinità, per esempio il dio della nostra religione, che potesse rimettere i nostri debiti, e che potesse realmente condonarli e cancellarli. Questa sarebbe la più GRANDE DISGRAZIA che ci potrebbe capitare. Non ci sarebbe incentivo allora per il lavoro su di noi e nessuna ragione per lavorare o fare qualsiasi sforzo. (Ci rendiamo conto a che punto è la nostra povera umanità?) Potremmo continuare a fare le stesse cose sbagliate e alla fine queste ci verrebbero tutte perdonate. Nel lavoro su di noi, nel ricordo di chi siamo, nella scuola, dobbiamo sapere che non ci verrà rimesso nulla. Il significato interiore di “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, si riferisce in realtà alle influenze dei livelli superiori a cui aspiriamo. Possiamo attirarci influenze superiori solamente se trasferiamo ad altre persone le influenze che riceviamo e che abbiamo ricevuto! Da: La Quarta Via |
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