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Innanzitutto abbiamo la percezione che la violenza aumenti, con effetti simili a una grave pandemia. Le cronache sulla violenza terroristica, la violenza criminale e la violenza fra i giovani, si rivelano veicoli per inventare trasmissioni, che non hanno alcuna valenza informativa, ma speculativa. Detto questo, passo oltre. Non si possono chiudere gli occhi di fronte a tutto questo. E possiamo rilevare che il crimine organizzato di diffonde sempre di più e vorrebbe influenzare sempre più ambiti della vita pubblica. Nonostante questo, non bisogna rinunciare alla speranza che l'amore ( Si. Sembra una parola uscita dal libro "Cuore) sia più forte della violenza: bisogna fortemente crederci ! E' chiaro, la violenza non scomparirà del tutto dal mondo; solo il supporlo sarebbe per me irrealistico. Ma rassegnarsi, No !!!. Credo fortemente alla forza del bene e alla forza dell'amore. Quì deve scendere in campo il cristiano - quello con la "C" maiuscola - affinchè faccia valere il suo amore pubblicamente, senza chiudere gli occhi in modo ingenuo di fronte alla realtà della violenza, allora ci sarà sempre la vittoria dell'amore. La vittoria, tuttavia, non sentirà mai il fischio finale, che annuncia la fine della partita; occorre prepararsi a ulteriori tempi supplementari; forse dolorosi. Il male è semplicemente dentro il mondo. La violenza è certo, spesso conseguenze di ferite che gli uomini hanno subìto e che vorrebbero far pagare ad altri che non hanno niente a che vedere con le loro ferite. Se è vero che i bambini feriti, a loro volta feriscono, allora è tanto più importante educare i bambini con amore, in modo che le ferite non di moltiplichino. Sono necessarie la fede e la speranza per credere che l'amore sia in grado a poco di guarire i bambini feriti e di impedire la violenza in questo modo e di interrompere la spirale di nuove ferite. |
Vi è avanzato tanto pane? Non sapete come riciclarlo? Ecco a voi lo “svuota sacchetto: un’idea veloce per riciclare il pane”… Non sapevo come chiamare questo piatto, veloce e gustoso… ma credo che il titolo sia comunque eloquente Accendete il forno a 200° |
Gli italiani che si rivolgono a Dio nei momenti di difficoltà sono la maggioranza. Credenti e non. E sono tantissimi quelli che, invece, si indirizzano ai santi. E di questi virtuosi si può stabilire una specie di "Hit Parade ". In testa, Sant'Antonio da Padova. Più di un milione di italiani porta il suo nome. Un mensile, che a lui si intitola, ha altrettanti lettori. Quattro milioni e mezzo di pellegrini visitano il santuario. Oltre mille chiese e cappelle dono dedicate al suo culto. Al secondo posto si piazza San Francesco d'Assisi. Deve accontentarsi di 500 templi o abbazie, e di 3.800.000 visitatori. Al terzo posto, finalmente una donna: santa Rita da Cascia. Un periodico dal titolo gentile, "Dalle api alle rose" ne ricorda vita e prodigi. Segue San Giovanni Bosco, forte di circa 800 collegi. Quinto san Gabriele dell'Addolorata, che ha i suoi seguagi soprattutto tra i giovani. Sesto S. Pio da Pietrelcina assiso da qualche anno alla gloria degli altari. Di lui sono state raccolte più di cento volumi in cui vengono documentati i suoi meriti sovraumani. Diceva messa all'alba. Gli autobus scaricavano davanti alla chiesa Santa Maria delle Grazie centinaia di fedeli assonnati. Il frate si avviava all'altare camminando con fatica, due novizi lo sorreggevano, e i grossi sandali strascicavano sul pavimento. Qualcuno diceva che al suo passaggio si diffondeva un'inconfondibile profumo di rosa e di viola; qualcuno ne veniva privato. Quando all'elevazione sollevava il calice verso il cielo, si notavano chiare le mani forate dalle stigmate coperte dai mezzi guanti di lana. Non tutti riconoscevano in lui una presenza di Dio, e un suo confratelllo, padre Gemelli, mise in relazione quelle impronte, che di solito appaiono addosso ai venerabili, con già documentati fenomeni di isterismo. Quelle piaghe dovrebbero riprodurre le ferite che soffrì Gesù avviato alla morte; i segni esterni delle frustate, delle corde che legavano i polsi, delle spine, delle cadute lungo il sentiero che dal pretorio conduceva al Calvario, dei chiodi. Sono considerate impronte del Soprannaturale. Quando morì, spogliarono padre Pio: sul petto non c'era più traccia di ferite. Era nato a Pietrelcina, in provincia di Benevento, in una famiglia molto povera, e a 21 anni quando, un mattino, sul far del giorno, mentre sta pregando nel coro, avviene il prodigio. Raccontava: " Vi fu un totale silenzio attorno a me, una specie di dolce sonno. Vidi apparire un misterioso Personaggio: aveva le mani , i piedi e il costato che grondavano sangue. Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il mio cuore che mi balzava nel petto". Quando la visione scomparve, si accorse che anche lui sanguinava nella stessa maniera, e questo si protrasse nel tempo, specialmente dal giovedì sera fino al sabato. Raccontavano che, come sant'Antonio, che fu visto contemporaneamente a Padova e Lisbona, possedeva il dono dell'ubiquità; dicevano che una volta, quando era giovane, il diavolo, travestito da cane nero, gli si era avventato contro. Ognuno, di quei pellegrini aveva da chiedere l'intercessione del padre presso il Signore per un bisogno urgente o disperato: mali incurabili, situazioni familiari compromesse, infelicità senza conforto. I modi di padre Pio erano tutt'altro che cordiali, ma bruschi e spicciativi: spiegavano gli estimatori che egli percepiva anche quello che uno pensava durante la preghiera, e l'insistenza lo infastidiva, e a una donna, che nell'orazione continuava a invocare il suo intervento, disse risoluto:" Me lo hai già chiesto cinque volte, mi viene il mal di testa. Vattene a casa, vedrai che tutto andrà bene". Una signora di Carmignano di Brenta, che aveva un Linfogranuloma, ed era ritenuta spacciata, è ancora viva; un medico condotto della provincia di Verona, che aveva un cancro al polmone, è diventato padre per la quarta volta. Attorno alla mitica personalità del religioso, non molto colto, parlatore semplice, ma suggestivo, che diceva agli estimatori:" Guagliò, i santi stanno in paradiso", era fiorita una vera industria, tanti alberghi, tanti ristoranti, negozi per smerciare immagini religiose e ricordini A uno scienziato americano che si confidava:" Padre, io non credo in Dio", rispose: " Ma figlio mio, è LUI che crede in te !". Si cibava solo di verdura, di formaggio e di frutta, e accettava un bicchiere di vino per riscaldare il vecchio cuore. Trascorreva le giornate nella penitenza e nell'orazione. Era afflitto dalle amare storie dell'umanità, ma diceva: "Vorrei soffrire ancora di più". In conclusione l'Italia è anche la terra che ha dato agli altari il maggior numero di santi e ognuno, direi, con una specializzazione. |
Inviato da: mozartus
il 20/01/2013 alle 02:25
Inviato da: luca_aceto
il 15/01/2013 alle 19:22
Inviato da: vcorra70
il 15/01/2013 alle 19:18
Inviato da: moki3dgl
il 15/01/2013 alle 16:31
Inviato da: lafarmaciadepoca
il 15/01/2013 alle 13:00