LADY
EROS IN CUCINA...
Oggi raccolgo le mie emozioni e le trasformo in coriandoli di passione per TE.(17/10/2009).
Desiderio
Scivola dal cuore alla pelle,
questo spasmodico desiderio che ho di te.
Irrefrenabile, irresistibile, insaziabile,
la follia di te.
Desiderio del tuo respiro sulla mia tempia,
delle tue mani su di me, in me ...
Desiderio che esprimo nei miei sospiri,
nei miei occhi roventi,
sul mio corpo tatuato di te.
Circondata da un vortice incandescente,
m'immergo nell'oblio,
ti cerco, ti trovo, ti afferro, ti assaggio ...
mi possiedi.
Anna Maria
ALLO SPECCHIO CON LA LUNA
PER TE LADI
01 Settembre 2009 da pallottole_ti.cinesi
L'amour,tojour l'amour....
il n'y a rien d'autre a dire...
un coer qui aime
ne
perd pas espoir
et croit a
la promesse de l'amour...
peu importe
les tempe et la
distance
qui le separe.
Pallottole_Cinesi
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IL VERO VALORE DELLA DONNA ---------------DI UGO ABATE TEOLOGO NICK ugoabate
Post n°237 pubblicato il 09 Marzo 2010 da ugoabate
Tale realtà non è patologia dell’affettività od esistenziale, ma è una realtà psicologica, un realismo psicologico - affettivo. Chi volesse ironicamente snobbarlo, certamente farebbe comprendere di non voler accettare lo stesso piano divino, piano che ha voluto proprio una donna accanto all’uomo: “maschio e femmina li fece” (cfr. Genesi) e non un uomo accanto ad un altro uomo! E ciò perché avvenisse il compimento della complementarietà non solo fisica, necessaria per la perpetuazione della specie ed attuare l’Una caro, l’ “Una sola carne”, ma anche per realizzare l’unità psicologico-affettiva-ontologica e spirituale,vera icona dell'Unico Vero Dio, Uno e Trino, unità di natura in tre Persone distinte ed uguali! Con ciò non è tolto al maschio il suo specifico ruolo e, se egli matura armonicamente, potrà e sarà capace di corrispondere alla donna in modo paritario, alla famiglia, alla società, secondo quanto il proprio ruolo, le esigenze psico -affettivo - sociale - spirituale e la sua vocazione specifica richiedono. 5)Tale preparazione, formazione e maturazione non è esigita e non è solo per donne od uomini chiamati alla vita coniugale, ma per ogni uomo ed ogni donna, a qualsiasi vocazione essi siano chiamati. Infatti, una vera consacrata, suora o monaca che sia, non può essere da meno di una madre di famiglia, così come un vero consacrato (frate, Diacono, Sacerdote, Vescovo, Papa) non può e non deve essere da meno di un vero padre di famiglia. Anzi, tutt’altro! E ciò per la “speciale” vita, quella consacrata totalmente a Dio nel servizio alla Chiesa ed al prossimo e per i doni particolari affidati loro da Dio stesso, specialmente a chi è stato chiamato all’Ordine Sacro (Diaconi, Sacerdoti, Vescovi), ed i frati e le suore che hanno fatto i voti solenni, detti anche perenni. Costoro dovranno cercare di essere migliori, ma non per se stessi o solo per se stessi, ma per poter meglio servire, guidare e consigliare le anime sia verso il bene umano, sia verso il bene spirituale, al fine di giungere tutti alla Vita Eterna. Si capisce, perciò, anche il perché dell’insostituibile ruolo del consacrato e della consacrata nel contesto della famiglia umana: del Diacono, del Sacerdote, del Vescovo, del Papa, delle suore, dei frati e delle monache nel dirigere, dal loro contesto, la società umana, stando nel mondo ma non più condividendo la parte negativa della mentalità dello stesso mondo. 6)A tale motivo si comprende l’insostituibile guida pedagogica dei Sacerdoti, dei consacrati e delle consacrate in genere, nelle scuole, tempo e luogo in cui tanti giovani ricevono la più forte e cospicua formazione umana, culturale e spirituale, prima di inserirsi pienamente, col proprio ruolo personale, nella vita pubblica, nella propria famiglia, nella società. Il laico, la laica, perciò, non potranno mai sostituire un vero consacrato, un vero Sacerdote, una vera consacrata. E ciò non perché essi siano dammeno, meno capace intellettualmente o meno santi o meno capaci di santità, ma perché costituiscono una realtà diversa, con un ruolo diverso, pur complementari, nella stessa Chiesa, nella stessa unica società umana! Allo stesso modo e per analoghi motivi, un Sacerdote, un consacrato, una consacrata non potranno mai sostituire il ruolo fondamentale di mantenere e perpetuare sulla terra la “materia” umana: la prole, i figli. Essi consacrati non potranno mai sostituire il ruolo di un vero padre e/o di una vera madre di famiglia, di un vero laico o laica nella Chiesa e nella vita di questo mondo. Il rispetto dei ruoli e delle vocazioni specifiche fa anche comprendere come sia sostanzialmente inconciliabile (e ciò esprime la stessa volontà di Dio sancita nel Vangelo) che un Sacerdote, seppur non contraddicendo il comando divino del “crescete e moltiplicatevi, siate fecondi e riempite la Terra”, per quanto riguarda alla stretta umana universale vocazione, scegliendo anche di sposarsi, venga a contraddire sostanzialmente lo specifico e non universale comando del Signore Gesù a seguirLo nella via del sacerdozio ministeriale, vita nella quale si è chiamati ad incarnarLo in tutto, nella totalità dell’esistenza, umana e divina, come semplice uomo e come uomo - Dio. Il divino che è nella persona del Sacerdote è costituito dalla sua conformazione ontologica alla stessa Persona di Cristo, conformazione che avviene attraverso l’Ordinazione, per imposizione delle mani del Vescovo! 7)I Sacerdoti, insieme ai propri Pastori, i Vescovi, successori degli Apostoli, sono chiamati a moltiplicare i salvati, generandoli e rigenerandoli continuamente, alla fede ed alla vita di Grazia, coi Sacramenti, prima di tutti la Santa Confessione e la Santa Eucaristia, che solo essi possono amministrare in virtù dei poteri conferitigli da Cristo con l’imposizione delle mani degli stessi Vescovi di Santa Madre Chiesa. Infine, i Religiosi (frati, monaci, monache e suore), il Diacono, il Sacerdote ed il Vescovo, sono tutti egualmente chiamati ad essere fecondi nella vita di Grazia, rendendo testimonianza a Dio ed al Regno dei Cieli con la propria castità consacrata, riempiendo, sì, la Terra, ma con una generazione di tanti figli e figlie alla fede, in sintonia con Paolo che, nella Lettera a Filemone dice: ” Ti prego, dunque, per mio figlio, che ho generato in catene, Onesimo…” (Fil. 10). |
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