Creato da fenicenera1968 il 16/12/2006

RUNA DELLE STREGHE

.E venne il tempo in cui il Lupo accarezzò la Luna e nella magica notte levò a Lei il suo eterno canto d'Amore.. La Magia non ha tempo perpetua in eterno il Suo Incanto..

 

 

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Post N° 2459

Post n°2459 pubblicato il 27 Ottobre 2007 da fenicenera1968
 

IL MISTERO DELLA MORTE DI W. A. MOZART

 Wolfgang Amadeus Mozart nacque a Salisburgo nel 1756 e morì a Vienna nel 1791, e fu uno dei più geniali musicisti della storia. A parte il mistero di come lui potesse creare la sua musica così spontaneamente, ce n’è un altro parimente suggestivo. Una notte d'estate del 1791 Mozart sentì bussare alla porta di casa, andò ad aprire e si trovò davanti un uomo mascherato il quale disse di non poter rivelare la sua identità. Egli commissionò all’autore un Requiem, cioè una sonata “funebre” in onore del suo padrone che stava morendo. Mozart si mise subito al lavoro, passando interi giorni e notti sulle sue carte, anche perché nel frattempo stava anche concludendo altre sue opere tra cui il “Flauto Magico”. Tant’è che inevitabilmente s’indebolì ed ammalò. Quando intorno alla metà di settembre Mozart ritorna da Praga, il suo stato di salute peggiora. Porta intanto a termine tre composizioni, tra cui il Concerto per clarinetto, ma quando infine può dedicarsi interamente al Requiem la sua malattia si aggrava. Inchiodato a letto a partire dal 20 novembre, continua a comporre con le sue ultime energie. Ancora nel pomeriggio del 4 dicembre rivede insieme con alcuni cantanti suoi amici le parti già compiute del Requiem.

La notte seguente Mozart muore e il suo Requiem rimane un frammento. L’uomo mascherato non tornò mai più, e l’opera rimase. Il grande Requiem che Mozart aveva composto non era destinato a null’altri se non a lui.Tanti capolavori artistici rimangono avvolti in un'aura di mistero, ma non ce n'è nessuno, almeno nella storia della musica, che abbia offerto tanti spunti alla creazione di leggende come il Requiem di Mozart. I dati esteriori della sua genesi sono scarsi. Lo spettrale "messaggero grigio" si confaceva fin troppo bene alle voci che Mozart non fosse deceduto di morte naturale, ma avvelenato, un'ipotesi che è stata sempre discussa in seguito, fino ai giorni nostri. Inoltre la fatale connessione tra la composizione del Requiem e la scomparsa di Mozart sembrò conferire a questa storia anche una dimensione mistica. Essa divenne anche il tema di innumerevoli elaborazioni letterarie. Ma l'interpretazione di questi fatti sarà molto più prosaica se si vorrà risalire alla vera origine del misterioso incarico del Requiem: a darlo era stato infatti il conte Franz von Walsegg-Stuppach, un grande appassionato di musica, che aveva la singolare abitudine di commissionare delle composizioni a musicisti stimati e di farle poi passare come opere proprie.

Il conte trascriveva di suo pugno le partiture che si era procurato di nascosto e per la loro esecuzione faceva ricopiare dal suo manoscritto le singole parti. Si racconta che gli esecutori avessero poi il compito di indovinare il compositore; anche se erano naturalmente a conoscenza dei retroscena, per senso di cortesia essi indicavano il conte come l'autore delle musiche, e il conte allora "sorrideva compiaciuto". Questa volta Walsegg-Stuppach. per onorare la memoria della moglie morta poco tempo addietro, per mezzo d'un intermediario aveva dato incarico a Mozart di scrivere un Requiem e gli aveva già fatto consegnare la metà del generoso onorario. Ma quando Mozart era morto lasciando il Requiem allo stato di frammento, la vedova, Costanza Weber, temette di dover riconsegnare la somma già pagata. Serbando a sua volta la massima discrezione a riguardo, si affrettò a far completare la partitura in modo da poter consegnare un'opera compiuta. E si rivolse ad alcuni musicisti suoi amici.

Da qui ha preso avvio una discussione che si è protratta per decenni: quali sono le parti composte da Mozart, che cosa è stato completato sulla base delle sue indicazioni, cosa è stato composto per intero da altri, come si debbono valutare le aggiunte? Joseph Eybler (1765-1846) effettuò alcune integrazioni con grande cautela e mano stilisticamente sicura, ma rinunciò ben presto ad un ulteriore completamento del Requiem. Fu l'allievo di Mozart Franz Xaver Süssmayr (1766-1803) a completare l'istrumentazione della Sequenza e dell'Offertorio, e a comporre inoltre le parti restanti, e cioè il Sanctus, Benedictus, Agnus Dei e Communio. Non è possibile accertare se e in quale misura Süssmayr abbia tenuto presente eventuali indicazioni orali oppure schizzi di Mozart; è comunque ovvio che le soluzioni adottate da Süssmayr non potessero che risultare di molto inferiori alle intenzioni di Mozart. Il mistero vero e proprio di questa composizione risiede pur sempre nella musica stessa. È probabile però che il velo di mistero che avvolge da sempre l'opera estrema di Mozart non potrà forse mai essere con assoluta certezza risolto.

W.A.MOZART E SUOI RAPPORTI CON LA MASSONERIA

"Solo Mozart sarebbe stato il compositore ideale per il Faust,
l'unico capace di dare al poema una versione in musica
che non ne disperdesse il vero significato."

"Il grande successo del Flauto Magico mi ha spinto a
interrompere la stesura del Faust per scriverne un proseguimento
tutto dedicato all'amicizia e all'amore.
Adesso il manoscritto è pronto, ma il caro Mozart è morto."

(J.W. Goethe)

In Austria la Massoneria raggiunse il suo apogeo sotto il regno di Giuseppe II (1780-1790). Giuseppe II non era personalmente massone, ma suo padre Francesco I era stato iniziato all'Aia nel 1731 dall'ambasciatore di Inghilterra Lord Chesterfield. Il fatto che l'imperatore appartenesse all'Ordine impedì la pubblicazione della Bolla di scomunica contro la Massoneria che il Papa Clemente XII aveva emesso il 23 Aprile 1738. Tuttavia nel 1764 l'imperatrIce Maria Teresa, cattolica di stretta osservanza, sotto l'incalzante pressione del Papa e del Gesuiti, dichiarò la Massoneria illegale e ne ordinò la soppressione. Essa continuò comunque ad esistere nella clandestinità fino a quando venne palesemente protetta da Giuseppe II dopo la morte della madre

Mozart, trasferitosi da Salisburgo a Vienna, fu forse spinto ad entrare in Loggia da un senso di profonda solitudine come artista e come uomo e dal bisogno di trovare una vera amicizia con altri uomini. Dal momento in cui egli aderì all'Ordine occorre considerare avvenuto non propriamente un suo abbandono del cattolicesimo, passo che non compi mai in modo definitivo, ma il raggiungimento di uno stato di sviluppo intellettuale nel quale egli comprese come la religione dei padri non gli offrisse più una filosofia della vita profonda come aveva sino ad ora ritenuto. Nel decennio che va dal 1780 al 1790 a Vienna esistevano otto Logge di San Giovanni. Mozart fu iniziato 11 14 dicembre 1784 nella piccola Loggia "La Beneficenza" di cui era Venerabile Otto von Gemingen. Dieci giorni dopo visitò la più famosa Loggia Austriaca "Alla Vera Armonia" della quale era Venerabile il grande scienziato mineralogista Ignaz von Born.

Mozart probabilmente persuase il suo amico Haydn a diventare massone, ed è proprio in questa famosa Loggia che Haydn fu iniziato 1'11 febbraio 1785. Nel marzo 1785 Mozart passò Compagno mentre il padre Leopold veniva iniziato e con una dispensa speciale presto passato Maestro; così avvenne anche per Amadeus i1 22 aprile 1785. In materia musicale la Massoneria non aveva regole e quindi Mozart dovette creare un simbolismo musicale adatto: i1 ritmo dei tre colpi alla porta che poi assunse un alto valore simbolico nel Flauto Magico e le note legate a due a due simboleggianti i legami dell'amicizia. Altro simbolo é la progressione di terze parallele che caratterizza il lied per la chiusura di Loggia K623. Anche la tonalità ha un significato simbolico: mi bemolle, l'eroico, umano mi bemolle. La scelta dei timbri infine privilegiò voci maschili e soprattutto strumenti a fiato; possiamo dire senz'altro che Mozart fece diventare strumenti massonici i clarinetti, i corni da bassetto, gli oboi.

Giorgio Pastore

http://www.croponline.org/misterimusica.htm

 

 

 

 
 
 
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immagineLA RUNA DELLE STREGHE

Tetra notte e splendente luna

delle streghe udite la runa

Est e poi sud nord e occidente

Ecco ,vi chiamo,immantinente.

Aria e fuoco,acqua e terra

esaudite la mia preghiera.

Bacchetta,spada,stella a cinque punte

queste parole vi siano giunte...

Frusta e coltello,corde e incensiere,

svegliatevi e vita possiate avere.

E dell'Athame la forza invocata

giunga a noi se la magia è avverata..

Regina degli Inferi e del cielo sovrano

per l'incantesimo dammi una mano

E della notte Cacciatore Cornuto,

per il mio rito dammi un aiuto...

Per tutto il potere di terra e di mare

come Io dico così possa stare.

Per la potenza di Sole e di Luna

possa accadere cantando la Runa....

                                                                      tratto da " Morgana strega delle mele"immagine

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(mairi)

Arde, brucia, consuma
risplende la pietra tra le fiamme
e il fuoco che si contorce
sulle braccia
sulla danza di mani, gambe
e corpi flessuosi.
Rilievi che s'inarcano vivi
i tuoi occhi scuri, avidi
seni carichi di frutti e promesse
pelle levigata, calda di secoli
che ruotano e tornano.
Sei sempre tu che canti
sotto la madre luna.
Note di cetra, animali consunti
che spiano tra tronchi ormai vecchi
nella nebbia.
Fumo d'incenso avvolge
i sari di seta e d'oro
ma il suono di un'arpa
prorompe dolce dagli scogli
sferzati da un altro vento.
La danza è sempre quella
intorno ai falò della vita
a Beltane.
Nella giungla templi indiani,
li vedo se mi avvicino a respirare
la tua essenza.
L'estasi rapisce i miei pensieri.
Nella fine la cenere impalpabile
sfiora la superficie del fiume.
Dalla riva s'innalza ancora un canto
e chiede
di una donna delle terre fredde.
Nessuno risponde
ma è lei che ti sussurra:
hai dimenticato...
 

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 immagine immagine  Gocce di luce
(Anonimo)



La luce smorzata della lampada riflette il tuo volto.
Occhi teneri e sognanti..
Silenzio violato da dolci melodie..
Abbandono dei sensi:
fotogrammi della tua vita scorrono veloci,
anima immobile come acqua stagnante.
Gocce di luce accarezzano il viso
Sguardo che si posa sulle mani
Mani che hanno stretto,
mani adesso vuote.
Cuore che brucia…
Echeggia la sua voce nel silenzio,
risplende il sorriso,
gli occhi brillano come una stella sul tuo viso.
 

LE FIGURE DEL MAGO
E DELLA STREGA

Il Mago e la Stega agiscono sulla realtà e la modificano, uniscono o dividono o spezzano definitivamente, vedono nel passato ciò che è già avvenuto e leggono nel futuro ciò che ancora deve avvenire utilizzando strumenti senza tempo.
Essi studiano i meccanismi per gestire l'esistenza e per conoscere la natura oltre la natura stessa dell'uomo e lavorano su loro stessi per giungere a quella comprensione della vita che trascenda la vita materiale.

Il Mago e la Stega sono come filosofi che guardano con occhi di bambino il mondo attorno ad essi per apprendere quelle oscure leggi che regolano l'universo intero

 
 

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