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Conflitto
Post n°22 pubblicato il 10 Maggio 2012 da Rezimov
E' da un bel pò che non scrivo, la vita di tutti i giorni mi ha lasciato stanco e confuso in questi mesi, tanto da non voler neppure più scrivere... Tuttavia questa sera sento di volerlo fare, e voglio farlo a proposito del conflitto. Ultimamente mi sto sforzando di frequentare ambienti e persone estremamente diverse da me forse per riportarmi coi piedi per terra, chissà. Sento un bisogno di conflitto sempre più forte in me, difficile da descrivere. Non "conflitto" inteso come litigi, urla e insulti, ma "conflitto" come discussione. Ho bisogno di persone che mi diano torto ma che, sopratutto, mi dicano perchè ho torto. Credo che ogniuno di noi quando è in un gruppo di 4-5 persone abbia addosso una maschera che lo porta ad agire come gli altri vorrebbero, in modo inconscio. Tutto questo al fine di essere accettato. Ed io guardo in faccia la gente, e vedo le loro maschere, mi tocco il viso e non sento altro che la mia pelle. Io non ho alcuna maschera, purtroppo... Dico purtroppo perchè il mio "io" è troppo diverso dalle convenzioni sociali, dalle persone. Non sono capace di chiaccherare, io so solo parlare. Non riesco a dire stronzate per il gusto di dirle, parlare di cose sciocche o usare le frasi tipiche della gente per integrarmi. Mi rendo conto che le persone mi guardano con aria strana quando intervengo e dico qualcosa di "blasfemo" o tipicamente misantropico, alcuni perfino sorridono, pensando, forse, sia fuori di testa. La verità è che non m'importa ciò che fanno o pensano gli altri, vorrei solo che qualcuno fra tutte queste pecore bianche mi avvicinasse, anche in privato, per mantenere il travestimento intatto di fronte agli altri e mi dicesse: "Si, anche io sono una pecora nera come te, parla con me." Ma questo non accade. In mezzo ad una piazza, il venerdì sera, circondato da gente mi sento più solo che sulla cima dell'Everest. Vedo persone che in comune con me hanno solo la specie di appartenenza, nulla di più. Tutti presi ad inseguire le loro insulse vite e sogni irraggiungibili, convinti di farcela e li vedo anche frantumarsi contro il muro della realtà, contro i loro limiti e i loro difetti, li sento piangere e lamentarsi. Si rialzano, poi, cercano una soluzione al loro squallore: alcuni cambiano partner, altri amici, altri semplicemente taglio di capelli e prendono di nuovo la rincorsa, pronti a sfracellarsi di nuovo contro la vita. Ho riletto quanto ho appena scritto e forse è fin troppo metafisico, perfino per me... Il fatto è che vorrei solo parlare con qualcuno che non abbia il timore di dire ciò che pensa per paura di essere giudicato... Voglio la verità, anche se brutale, almeno ogni tanto.
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il 28/08/2011 alle 18:45
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