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« Rrenato Zero - Svegliate...Messaggio #92 »

Alfred ...

Post n°91 pubblicato il 16 Luglio 2008 da ilprincipedelcuore
 

Alfred trascinò i suoi passi stanchi per l’ultimo attacco.
Era da ore che ci provava.
Chiuso in uno spazio limitato Alfred non si era mosso per molto tempo.
Aveva studiato la sua condizione.
Era quasi nudo.
Una maglia di cotone bianco, un pantalone di tela con un laccio in vita.
Un boxer di una taglia più grande, lungo quasi fino alle ginocchia.
Bianco il pantalone doveva esserlo stato, ora chiazze scure all’altezza delle ginocchia confermavano che nella sua esplorazione doveva essersi inginocchiato.
I boxer, color cremisi, erano strappati sulla coscia destra.
Questo era prima.

Prima che scendesse il buio.
Allora che aveva già intuito che non ci sarebbe riuscito, non ce l’avrebbe fatta.
Intravedeva un fuori, oltre la fitta barriera di filo spinato, alta quattro metri, frastagliata come una scogliera, le punte coniche affilate, disposte come la corazza di un porcospino.
Era questa la condizione di Alfred da sempre.
Raramente ne soffriva, viveva lungo i margini del filo spiando il fuori attraverso la linea screziata di uno qualunque dei punti di osservazione che sceglieva.
Attraverso quei varchi Alfred sputava la sua voce e le sue parole.
Le sue piccole parole, passavano.
Riusciva a mandare fuori quello che c’era dentro, con lui.
Il buio, cui corrispondeva il silenzio l’aiutava.
Fitto, senza neppure la luna, quando le parole erano appena diverse, appena più importanti.
Quel giorno era accaduto.
Dentro, nel suo spazio, Alfred aveva visto cadere qualcosa.
Non riusciva,  proprio non riusciva a passarlo fuori.

Sangue dalle ferite, rossa la maglia strappata, brandelli di boxer misti a fili di bianca canapa, il laccio dei pantaloni, sparsi e sulle punte.

Basse, alte, filo spinato e sangue e parole trafitte, sputate come agnelli sacrificali.

Ma, quella cosa, quella cosa precipitata nel suo spazio, dentro di lui, quella non usciva.

Corse, Alfred, corse, per l’ultima volta, l’ultimo attacco  e la caccio fuori, con l’anima che passò attraverso ogni varco, che frantumò le punte che distrusse ogni trama di quel filo.

Fuori c’erà il suo dentro che tracimò ovunque, s’avvolse in mille uragani, urlarono insieme.
Ti amo … e qui c’è scritto il Tuo nome con le lacrime della mia emozione.


A Cenerentola.

 
 
 
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