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LIBERTA' E SINCERITA'

Post n°109 pubblicato il 13 Settembre 2014 da lapiccolastellina2

 

 

 

 

Com’é possibile volare verso la libertà senza essere chiari e sinceri con se stessi e con gli altri? Com’é possibile sentire il flusso della vita senza avere il coraggio di essere completamente veri?

Occorre scegliere di essere trasparenti come il cristallo per lasciar passare la luce e scoprire la nostra vera natura di diamante.

Tutto parte dalla sincerità, non dalla perfezione! Sembra una parola di facile comprensione, ma non lo é, perché ci hanno insegnato da sempre che é più importante e redditizio apparire che essere semplicemente se stessi. In questo modo ci si allontana dalla conoscenza della vita che passa proprio dall’umile ascolto di ciò che sentiamo dentro di noi, che ci piaccia o meno.

La sincerità nasce dalla fiducia nell’essere se stessi, con tutte le proprie debolezze, accettandosi così come ci si percepisce, per cercare pian piano di risvegliare una consapevolezza della propria natura splendente sempre più grande. E questo risveglio inizia imparando a guardare tutto ciò che sentiamo con uno sguardo amorevole.

La sincerità con noi stessi e con gli altri ci porta esattamente dove dobbiamo essere per fluire verso la libertà.

A volte la vita passa attraverso il dolore di situazioni difficilissime, ma saranno proprio queste a donarci quell’atteggiamento interiore mancante per accrescere in consapevolezza.

La vita sa meglio di noi qual è la strada per la felicità e lì vuole condurci, se non la ostacoliamo con la nostra rigidità e con le nostre paure.

Non è stringendo e controllando gli eventi che il flusso della gioia ci porta con sé, ma aprendo le mani e le braccia, permettendo a tutto ciò che c’è nel momento presente di abbracciarci teneramente fino atrasformarci in luce. Questo passaggio può essere doloroso, ma non importa, vale comunque la pena, perché è come un fuoco che brucia tutto ciò che non ci serve, per risplendere… un fuoco che brucia tutto ciò che ci abbruttisce e che offusca la nostra natura cristallina. Guardiamolo compiere il suo lavoro senza lamentarci e con coraggio: passerà velocemente.

La sincerità va sempre usata con umiltà, tenerezza e saggezza. Non è un arma per ferire ma una spada di luce per trasformare, per ridar vita e movimento a ciò che non scorre più.

Occorre essere veri e trasparenti fidandoci del momento presente per vedere chiaramente che siamo nelle braccia di quell’Amore che ci vuole felici. Sì, anche quando sembra che tutto sia troppo difficile… anche in quei momenti l’Amore vive intensamente per renderci liberi; non si vede ma facendo silenzio lo si può sentire come la più grande consolazione       

 

                  

 

 

 
 
 

PERLE DI POSITIVITA'

Post n°108 pubblicato il 02 Settembre 2014 da lapiccolastellina2

 

Prima regola: Sorridi Sempre!





Riuscire a sorridere, essere gentili e pronunciare più spesso delle semplici frasi può avere un effetto sorprendente sull’umore di coloro che ti sono vicini. Tu hai la possibilità di farle sorridere, di renderle felici.


Non lasciarti sfuggire queste occasioni e prova ad iniziare dalle semplici frasi che seguono, presto realizzerai che il fatto di riuscire a pronunciarle più spesso rappresenta una straordinaria opportunità di crescita personale.





“Buongiorno”

Regalare un sorriso alle persone che incontri durante la giornata e rivolgere loro un caloroso “buongiorno!” è di beneficio innanzitutto per te stesso. Non c’è gioia più grande che donare un sorriso, far capire agli altri che tieni a loro, che vuoi il loro bene e che sei pronto ad ascoltarli e ad aiutarli. Non attendere che siano gli altri a salutarti e a rivolgerti la parola. Inizia tu a mostrare considerazione e affetto per il prossimo, cerca di essere tu l’esempio da imitare.

“Grazie”

Essere riconoscenti verso il prossimo è meraviglioso. La gratitudine è uno strumento straordinario con cui puoi mostrare agli altri che apprezzi davvero ciò che stanno facendo per te. Per molti è difficile riuscire a dire “grazie” troppo spesso. Tu prova ad utilizzare questa semplice parola ogni volta che qualcuno fa qualcosa per te, anche se ciò è parte del suo lavoro. Ringrazia il cameriere che ti serve la portata, la cassiera che ti rende il resto, lo sconosciuto che ti tiene aperta la porta. Ringrazialo, esprimi la tua riconoscenza, mostra la tua gratitudine: entrambi vi sentirete bene.

“Per favore”

Cerca di non dare per scontato che gli altri facciano qualcosa per te. Accompagnare una richiesta con una frase gentile renderà più felice colui al quale ti stai rivolgendo, oltre che te stesso. Aggiungi un sentito e partecipe “per favore” quando ordini un caffè al bar, così come quando a cena chiedi al tuo partner di passarti il sale. Non si tratta solamente di fornire un ottimo esempio ai vostri bambini, ma anche di contribuire a stabilire e a consolidare un’atmosfera di educazione e reciproco rispetto.

“Le offro il mio posto”

La maggior parte di noi è così fortunata da poter affrontare agevolmente in piedi un viaggio in treno o in autobus. Alcune persone, invece, a causa dell’età avanzata, di una gravidanza o di problemi fisici, hanno la necessità di sedersi quando viaggiano su un mezzo di trasporto, perchè altrimenti potrebbero perdere l’equilibrio e cadere assai facilmente. Non ignorare coloro che si trovano in queste condizioni, non voltarti dall’altra parte. Fai in modo che anche un viaggio in autobus possa rappresentare un’opportunità per aiutare il prossimo. Offri loro il tuo posto. Se temi di poterli offendere, aggiungi che dovrai scendere di lì a poco o che hai bisogno di fare un pò di stretching alle gambe.

"Oggi offro io”

Sei in un bar a bere qualcosa con un tuo amico o con un conoscente? Piuttosto che dividere il conto a metà, insisti per pagare tu per entrambi. E’ una sensazione piacevole mostrare generosità verso il prossimo e se costui vorrà, la prossima volta potrà ricambiare.

“Lasci che l’aiuti”

Se noti qualcuno in difficoltà, non ignorarlo. Offrigli il tuo aiuto. Pensa a quanto ti farebbe piacere essere aiutato se tu fossi in difficoltà. Puoi offrire il tuo aiuto, tanto per fare degli esempi, a un’anziana che deve attraversare la strada, a un turista che si è perso, a un disabile che ha difficioltà con la sedia a rotelle, a una signora che deve portare una busta della spesa troppo pesante, a un automobilista in panne fermo sul ciglio della strada. Non ignorare il prossimo, stagli vicino.

“Chiedo scusa”

Chiedere scusa per molti è tutt’altro che facile. L’orgoglio e la difficoltà ad ammettere i nostri errori spesso ci inducono a trovare delle giustificazioni, piuttosto che ammettere candidamente di aver sbagliato e porgere con sincerità le nostre scuse al prossimo. Non c’è nulla di male a sbagliare. Ma è l’umiltà di ammetterlo e di chiedere scusa che ti consente di crescere come persona e rafforzare l’intima connessione con il prossimo.

“Ti voglio bene” 

Sono le parole più preziose che puoi rivolgere a chi ti è vicino. Lo fai abbastanza? Pensaci su e ricordati di non lasciarti sfuggire le infinite occasioni di esprimere anche a parole la tua benevolenza nei confronti dei tuoi cari. Vivi il momento ed esprimi i tuoi sentimenti.
 
 
 

IO NON SONO CAPACE...

Post n°107 pubblicato il 09 Agosto 2014 da lapiccolastellina2

 

 

Quante volte ci siamo detti: no, io no, io non sono capace, non so fare niente, io non ho talenti…
Quante volte abbiamo preferito guardare lontano da noi, ricevere direttive, eseguire, in altre parole: fare ció che ci viene detto e non ció che ci sentiamo, ció che ci muove da dentro. Il motivo? Si fa meno fatica, non si perde tempo, non ci si deve conoscere.
E invece provate a lasciare per un solo attimo quello che state facendo, fissate un punto lontano e chiedetevi come vi sentite dentro. Forse insoddisfatti, disillusi, stressati, ammalati? Forse stanchi di fare ció che non sentite appartenervi, di non potervi esprimere come siete veramente. E cioè come?
Spesso ció accade quando si è perso il contatto con la propria Energia Creatrice. Se ne parla tanto, ma fondamentalmente che cos’è?
È una risorsa interiore preziosissima, collegata con la forza dell’intuizione. È lei che ci prende per mano e ci conduce attraverso luoghi in noi stessi, insospettati e meravigliosi. Che ci parla come espressione del nostro profondo, che sa quali talenti e potenziali sono nascosti in noi, ed è a conoscenza di ció che la nostra anima vuole e può realizzare in questa vita.
Il primo, importantissimo passo per riavvicinarsi a questa risorsa è l’ascolto: cerchiamo un momento nell’arco della giornata in cui poter rimanere per un attimo in silenzio e lasciamo spazio alle sensazioni, alle emozioni, agli impulsi, nuovi o giá avvertiti in passato, che si fanno strada e arrivano dal profondo. Ci accorgeremo che vogliono suggerire un nuovo percorso da intraprendere, il nostro, quello che fa per noi, quello che ci fa provare di nuovo gioia nella nostra vita, presenti e in equilibrio con essa.
Il secondo è quello di mettere in pratica tali input, lasciando andare le esitazioni, senza troppo riflettere e senza avere paura di provare o sbagliare: del resto si tratta dei nostri impulsi, ci parlano e ci raccontano delle nostre capacità.
E infine, il terzo passo è quello di esercitarsi a mantenere costante e vivo questo dialogo: è un contatto che vuole essere coltivato, intensificato, poiché ci vuole indicare il modo di vivere ed esprimere il nostro essere spirituale anche nella quotidianitá.
L’abbiamo tutti, donne e uomini. È essenziale, immediata e semplice, infatti è proprio nella sua semplicità che risiede la sua incredibile forza. Aspetta solo di essere ascoltata e utilizzata.

 

 
 
 

Una risata ci salverà

Post n°106 pubblicato il 15 Giugno 2014 da lapiccolastellina2

 

 


 

 

Il rischio più grande che si corre, in un cammino di ricerca spirituale, è quello di perdere la capacità di ridere e sorridere. Guai a rinunciare al godimento di una sana risata!

 

 

 


Occorre sì essere seri nel proprio cammino di ricerca, ma mai seriosi. Nel corso degli anni ho imparato a riconoscere le anime veramente evolute dalla capacità, che avevano saputo "conservare", di ridere e sorridere.

Gli apocrifi del nuovo testamento ci parlano di Maria come di una madre che ride e lo stesso Gesù neonato, secondo le stesse fonti, ride con un "sorriso amabilissimo".

Il riso della madre: l'espressione della felicità per una nuova vita, per un nuovo inizio.

Il poeta Virgilio ci narra di un "figlio di dio" che annuncia, con la propria nascita, una nuova età. Questo neonato, che ride, tradisce, in tal modo, la propria origine e discendenza divina. Egli, infatti, appartiene alla stirpe di Helios, il dio Sole, il dio che ride.

Anche di Zoroastro si racconta che avrebbe riso il giorno della propria nascita.

Ma anche al centro del culto zoroastriano, troviamo il sole nascente che pone fine all'oscurità, che annuncia un nuovo inizio, una nuova creazione.

In definitiva l'immagine del sole che ride, così come lo disegnano spontaneamente i bambini, oppure certi modi di dire, come ad esempio "oggi il sole ti sorride", forse rimandano, inconsciamente, all'antico mito che collega la nascita del sole, il suo sorgere, alla nascita di una nuova vita, di una nuova età, di un nuovo tempo.

Ma c'è di più: per secoli, all'interno della stessa cristianità cattolica, si rideva durante le funzioni pasquali. Questa usanza veniva chiamata "risus paschalis", ossia riso pasquale. Il "riso pasquale" lo si è praticato per secoli nelle chiese. In certi paesi di lingua tedesca, durante la messa di Pasqua, i predicatori solevano incitare il popolo che partecipava alla liturgia religiosa a ridere sonoramente, anche ricorrendo a pantomime oscene , a storielle ambigue, addirittura al turpiloquio. Perciò, amici miei, guardatevi dai falsi saggi, dai falsi maestri, che... non ridono mai.

Alla fine di questa avventura terrena, in fondo,... solo una risata ci salverà!

Un grande maestro zen spiegava ai suoi discepoli le fasi che aveva attraversato alla ricerca del divino. "Prima di tutto Dio mi condusse per mano nel Paese dell'Azione, dove rimasi per parecchi anni. Poi egli mi portò nel Paese del Dolore, vissi laggiù finchè il mio cuore non fu del tutto purificato da ogni attaccamento sbagliato. Allora mi trovai nel Paese dell'Amore, le cui fiamme ardenti consumarono ogni più piccola traccia del mio io e quindi potei giungere al Paese del Silenzio, dove furono svelati davanti ai miei occhi pieni di sorpresa i misteri della vita e della morte."

"Fu questa maestro l'ultima tappa della vostra ricerca?"chiesero i discepoli. "No"rispose il maestro, "un giorno Dio disse:Oggi ti condurrò nel punto più sacro del Tempio,nel cuore stesso di Dio." "E mi trovai nel Paese della Risata."

"Ridere è un privilegio dell'uomo. La risata ha in sé qualcosa di divino; qualcosa che è accessibile solo all'uomo. Solo l'uomo è in grado di ridere, poiché può avere il senso dell'assurdo, del ridicolo; poiché può vedere in profondità e riconoscere tutte le stupidità che lo circondano, e che si atteggiano a saggezza, gli sciocchi che pretendono di essere intelligenti, che si atteggiano a intellettuali. Non reprimere mai; se reprimi, perderai ogni allegria, perderai qualsiasi senso dell'umorismo. La repressione distruggerà tutto ciò che di umano esiste in te. E, allorché l'umano viene distrutto, non puoi conseguire il divino, poiché l'umanità è il ponte. L'uomo è un ponte tra l'animale e il divino." 

(Osho)

 
 
 

PSICOLOGI E PSICOTERAPEUTI

Post n°105 pubblicato il 08 Giugno 2014 da lapiccolastellina2

Parecchie persone durante i corsi mi chiedono la differenza fra psicologo e psicoterapeuta..
Con questo post mi auguro di essere  esauriente ...
Un pensiero di luce a tutti quelli che passeranno di qui!
Chi è lo psicologo?
Lo psicologo è una persona che ha conseguito la laurea in psicologia dopo un percorso di studi di durata quinquennale. In seguito a un anno di tirocinio pratico-formativo può sostenere l'esame di stato. Solo dopo aver superato tale esame può iscriversi al relativo albo professionale (ai sensi dell'art. 7 della Legge 18 febbraio 1989, n. 56.) e diventare un professionista la cui attività è mirata al benessere della persona.
 
Cosa può fare lo psicologo?
 
Articolo 1. Definizione della professione di psicologo
La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità.
Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.
In pratica lo psicologo può svolgere attività di consulenza e prevenzione, sostegno psicologico e riabilitazione, rivolte a persone, organismi sociali e comunità.
È in grado di utilizzare specifici strumenti diagnostici per formulare valutazioni e diagnosi.
Opera sia nel settore privato che pubblico e può svolgere attività didattica, di ricerca e di sperimentazione.

cosa non può fare lo psicologo:
  • non da farmaci; i farmaci sono esclusiva competenza del medico
  • non può intraprendere percorsi psicoterapeutici
 
Chi è lo psicoterapeuta?
In seguito al conseguimento della laurea e dell'iscrizione al relativo albo professionale, lo psicologo può proseguire il suo percorso di studi, frequentando una Scuola di Specializzazione (legalmente riconosciuta dal MIUR) della durata di 4 anni che prevede una specifica formazione professionale in psicoterapia.
Ogni psicologo-psicoterapeuta può scegliere diverse strategie e tecniche di intervento a seconda dell'orientamento teorico scelto.
 
 
Cosa fa lo psicoterapeuta?
E' colui che, in un clima non giudicante e di reciproco ascolto, lavora per eliminare il disagio e aiutare la persona a tornare ad una condizione di benessere, magari migliore di quello precedente.
NON DA CONSIGLI: aiuta la persona a vedere soluzioni ai problemi che da sola non è riuscita a vedere e insieme a lei valuta quale soluzione è la più adatta ed efficace per il suo caso.
NON CERCA DI RISOLVERE TUTTI I PROBLEMI DEL SUO PAZIENTE: aiuta il paziente ad attivare le sue risorse interiori per risolvere i problemi o cerca di svilupparne altre e nel caso questo non sia possibile, lo aiuta ad accettare le cose che non si possono cambiare.
cosa non può fare lo psicoterapeuta:

Non da farmaci; i farmaci sono esclusiva competenza del medico benchè è possibile prevedere la combinazione di psicoterapia e farmacologia dietro consulto di uno psichiatra.

 


 
Chi è lo psicoterapeuta cognitivo e quali strumenti usa:
Uno psicoterapeuta cognitivo utilizza tecniche che fanno riferimento al modello cognitivo di Ellis e Beck nato negli anni 60. Tale modello postula una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti, sottolineando come molti dei nostri problemi (tra i quali quelli emotivi) siano influenzati da ciò che facciamo e ciò che pensiamo nel presente, il qui ed ora.
Essa è, per definizione, una psicoterapia breve e basata sulla collaborazione attiva fra paziente e terapeuta, entrambi impegnati con le proprie competenze nel superamento del problema.
Mira ad ottenere dei cambiamenti positivi, suggerendo valide strategie per poter attivare tutte le risorse che le persone stesse possiedono per affrontare e superare ogni difficoltà.
Il compito del terapeuta è quello di aiutare l'individuo ad individuare certi pensieri ricorrenti, certi schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che sono concomitanti alle forti e persistenti emozioni negative, a correggerli, ad arricchirli, ad integrarli con altri pensieri più oggettivi, o comunque più funzionali al benessere della persona.

In questo senso la terapia cognitivo-comportamentale prevede un ruolo molto attivo per il paziente. Infatti, tra un seduta e l’altra, vengono spesso concordati degli homework (compiti a casa) in cui il paziente deve mettere in atto le abilità e le tecniche apprese in seduta, per poterle testare ed allenare con il fine di modificare le convinzioni e i comportamenti disfunzionali.
Questo vuol dire che agendo attivamente ed energicamente sui nostri pensieri e sui nostri comportamenti attuali, possiamo liberarci da molti dei problemi che ci affliggono da tempo.


Perchè rivolgersi a uno psicologo-psicoterapeuta?
Nel momento in cui una persona riconosce di avere un problema, di provare disagio e vuole tentare di risolverlo, ma si rende conto di non avere i mezzi per riuscirci da solo. In questo caso la persona che decide di intraprendere un percorso terapeutico ha una buona capacità di analisi della propria situazione è consapevole delle proprie difficoltà ed è consapevole che andare dallo Psicologo significa prevenire l'aggravarsi di problemi che potrebbero condurre ad un disagio psicologico o fisico più grave di quello attuale.
e quando consultare uno psicologo - psicoterapeuta?
  • difficoltà genitoriali nell'educazione dei figli
  • per affrontare difficoltà legate allo sviluppo di bambini e ragazzi
  • difficoltà legate a precisi momenti della nostra vita (adolescenza, età adultà, vecchiaia …)
  • problemi di coppia
  • difficoltà a prendere decisioni importanti o momenti di confusione (scelte scolastiche, scelte lavorative, scelte personali ...)
  • disagio psicologico (problemi legati all'ansia, allo stress, problemi legati all'umore … )
  • per rielaborare esperienze traumatiche (lutti, separazioni, malattie, incidenti … )
  • per migliorare l'apprendimento scolastico
  • per migliorare la comunicazione personale
  • per imparare a gestire lo stress
Queste, e molte altre, sono tutte situazioni che rientrano nella normalità di ognuno di noi

 
 
 

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