Ad alda devo davvero molto, continua ad essermi amica, continua ad essere sempre quella persona dolce che era e come Leopardi, sempre innamorata del sentimento della vita. Oggi da te voglio rendere omaggio ad Alda, raccontando un po' di me, di quella ragazza giovane e della possibilità che la vita mi diede di incontrarla..............ECCO IL MIO RACCONTO -
Quanto ho sofferto cara amica per la mia piccola sorellina, ecco cosa accadde dopo quel terribile fatto che sconvolse la mia vita.......VIA IPPOCRATE - MILANO RICORDI ALDA..... Dopo quello che accadde per l'abbandono della mia sorellina, passai un brutto periodo, in circa due anni tentai non so quante volte dei T.S. (tentati suicidi), i medici convennero allora che avevo bisogno di cure appropriate, fu così che mi ritrovai nell'istituto psichiatrico in Via Ippocrate a Milano, il famoso Paolo Pini. Non ricordo in che mese ci arrivai, ma rammento con esatezza il tempo che ci rimasi:"1anno". Mi ritrovai in una stanza con tre letti e bagno personale. Vicino al mio letto c'era Alda che fu per me una sorella maggiore, nei momenti in cui io ero sveglia è lei abbastanza lucida dopo quei maledetti elettroshoch cercava di farmi parlare, ero tanto giovane, avevo compiuto 16 anni, una vita davanti che mi aspettava, lei fu il mio vero medico, lei mi diede la carica per continuare a vivere, per imparare ad amare la vita. Ed oggi se sono quella persona battagliera lo devo proprio a lei che cercò con tutte le forze di non farmi ammattire, mi tranquillizzava quando mi legavano mani e piedi, per giorni interi, perchè mi ribellavo, perchè nessuno aveva capito la mia sofferenza. Non ero pazza, avevo bisogno d'amore, nient'altro. La mia fortuna fu la giovane età, per cui i medici concordarono che avessi bisogno di dormire per non pensare, la famosa "Cura del sonno". Dormii sicuramente per molto tempo, visto che ho solo dei ricordi frammentati di quel periodo; non eravamo persone lì dentro, ma solo numeri e come tali venivano trattati; l'umanità non esiste in quei posti, la trovi solo fra i malati, loro non possono far altro che consolarti, è la consolazione di un ammalato le sue parole valgono più di qualunque medicina. L'anno scorso ci sono ritornata, ho girato per quei lunghi viali e mentre ripensavo a me ragazzina ed a te donna matura, sono arrivata sino a quello che noi chiamavamo lo spaccio, lì dentro trovavamo di tutto, chi aveva dei soldi era un ricco, ora è chiuso, sai Alda, abbandonato al suo destino, come eravamo noi all'epoca. Un bellissimo bar sorge invece dove c'era l'obitorio, tutto è cambiato, rimodernato, il nostro reparto "La Casetta" è diventato un ostello per giovani. Ho chiesto il permesso di rivederlo, (ho dovuto spiegare il perchè, mi hanno guardato in modo strano sai? Davanti a loro una bella signora, molto elegante che faceva quella richiesta....non hanno capito ma hanno acconsentito); sono salita, ho gironzolato, nella mente sentivo le urla di quelle povere disgraziate, rivedevo tutti quei visi che espressione non avevano, morti che camminavano ed io fra loro. Ho provato dolori e sensazioni che credevo di aver dimenticato, di aver scacciato per sempre dalla mia mente. Alda cara, il dolore non si dimentica, forse si assopisce e quando rivedi posti dove hai vissuto per tanto tempo, tutto, tutto ritorna alla mente più vivido che mai, giravo e piangevo, ho ripercorso quei lunghi corridoi, è stato terribile, come rituffarsi nel passato..... Volevo solo rendermi conto se tutto fosse stato un sogno, invece è stato tutto una cruda e vera realtà. ALDA MERINI DICE... "Di fatto, non esiste pazzia senza giustificazione e ogni gesto che dalla gente comune e sobria viene considerato pazzo coinvolge il mistero di una inaudita sofferenza che non è stata colta dagli altri" - A te auguro una serena giornata e grazie di accogliermi sempre con tanto affetto e simpatia. Un abbraccio. Carla |