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Creato da re1233 il 12/10/2008

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la guerra coi suoi episodi

Post n°84 pubblicato il 07 Settembre 2009 da re1233
 

Prosecuzione precedente post

 

Era il 1943 e mia madre assieme a due sorelle  era a casa sua in quei periodi di alternanza all’attività domestica come anzidetto.

Aveva appena conosciuto mio padre, militare in forza a pochi chilometri dal paese  (chiamato subito dopo sul fronte Francese in quel di Saretto sopra Cuneo, dove ancora oggi c’è un piccolo cimitero con croci anonime).

Come avevo già detto la casa di mia nonna era in un paesino minuscolo a poca distanza da una cittadina ed era madre di sette figlie.

Nella cittadina era di guarnigione un buon numero di soldati tedeschi, mandati per contrastare la  ribellione partigiana che già  cominciava ad essere visibile.

Naturalmente molti abitanti fascisti parteggiavano per loro, sia per ideologia, sia per convenienza. Un giorno due di questi tedeschi, ubriacatisi a dovere, chiesero di “andare a donne”, lo chiesero  in una cittadina dove non esisteva il “casino”, vuoi per strapotere della chiesa vuoi per la religiosità degli abitanti (a mio giudizio bigotteria…ma nessuno me l’ha chiesta!).

Non si conosce l’antefatto di chi indicò la casa di mia nonna come quella dove erano presenti diverse donne, senza uomini che potessero difenderle (mio nonno era morto e nessun altro uomo era ancora entrato nella loro vita), fatto è che arrivarono davanti alla porta di casa e trovandola chiusa tentarono di forzarla.

 Questo racconto di mia madre mi ha sempre dato una stretta al cuore, pensando allo spavento provato in quel momento ed al luogo, quasi indifendibile nel quale si svolgeva l’episodio.

La casa era una casa contadina , in pietra con un portone non molto resistente e sbeccato, chiudibile dall’interno con un cricco di ferro ma consunto dal tempo e quindi cedevole ad una spinta forte.

Mia madre dice “ appena sono entrati nel cortile abbiamo capito che non erano “a posto” ed abbiamo chiuso la porta col cricco. Gridavano qualcosa che non capivamo e spingevano la porta per aprirla. Abbiamo preso un bastone di legno e l’abbiamo puntellato alla porta, ma loro davano spallate per buttarla giù e noi gridavamo di andarsene, ci siamo appoggiate alla porta spingendo verso di loro ma sentivamo che non resisteva. E l’avrebbero aperta se….”

E qui devo spiegare che mia nonna pur non essendo partigiana aveva come conoscenti  due ragazzi che avevano dovuto scappare perché avevano contestato il regime ed erano divenuti partigiani. Erano ospitati in un fienile in un bosco di castani in mezzo alla collina e saltuariamente si presentavano da lei per rifocillarsi o meglio per trescare con le zie (allora si diceva  “vejè” vegliare, in effetti si trattava di passare la serata parlando accanto al camino o nella stalla e lanciare sguardi d’intesa quando capitava) .

Quella sera ( perchè  il  fatto avvenne di sera!) i due ragazzi pensarono bene di fare una capatina dalla nonna e arrivarono sul momento del fattaccio.

Racconta mia madre “ parlarono con i tedeschi “ o dico io si fecero capire a gesti, “e dissero loro di conoscere un posto dove le donne non facevano tanto le difficili, dissero di essere fascisti e li accompagnarono via. Noi dietro la porta smettemmo di spingerla e ci sedemmo tutte e quattro per terra stanche morte!” .

Alcuni giorni dopo rividero i ragazzi e chiesero loro dove  fossero i due soldati… risposero “ penseie nen, sun n’  bel post!” (non ci pensate, sono in un bel posto!). Se le guerre fanno orrore ci si difende con l’orrore e diviene salvatore chi orrore lo fa per difesa.

E’ per questo che sono contro la guerra, benché capisca che difendersi è un sacrosanto diritto.

Serenità!

Segue post successivo

 

P.S. qualcuno mi può spiegare come fare ad inserire le mie foto nel testo del blog?? Da buon ignorante non l'ho ancora capito! Cos'è l'URL?

 
 
 
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