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Creato da re1233 il 12/10/2008

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« la guerra coi suoi episodii ricordi affioranti »

nascita travagliata

Post n°85 pubblicato il 11 Settembre 2009 da re1233
 

 

 

Ultimo post che segue i precedenti

 

 

E che dire della mia nascita!!???

Felice e tormentata allo stesso tempo.

Mia madre mi dice ancora oggi che ha provato piacere nel momento  della mia nascita, mettendomi logicamente in imbarazzo, ( perché certe cose dissacrano il ruolo ipocrita che attribuiamo ai nostri genitori), che non ha avuto problemi nella gestazione, che tutto è filato nel migliore dei modi.

Mah.. il problema è esistito ventriquattr’ore dopo avermi partorito.

Era il 1944 ed io sono nato nello stesso paesino dove era nata mia madre, mia nonna, mio nonno e le mie zie. Sono nato in piena guerra, con i partigiani in collina , i fascisti ai comandi comunali  ed i soldati tedeschi a presidiare il territorio.

Alcuni giorni prima della mia nascita i partigiani avevano compiuto atti di sabotaggio nei confronti dei soldati tedeschi e per questo era stata ordinata una rappresaglia nei paesini attorno al comune più  grande. La vendetta colpiva, per ogni uomo ucciso in campo tedesco, la fucilazione di dieci civili presi a  caso.

Furono in effetti presi e fucilati ragazzi di vent’anni  o giù di lì nel comune a noi più vicino.

Ricorda mia madre “ Iera Toni d’ Vigin, e un che m’avia fait l’amur  ma ricordu nen cuma s’ciamava” (c’era Antonio di Luigina ed un altro che aveva flirtato con me ma non ricordo come si chiamava).

Ma la rappresaglia non si limitò solo a quel comune,arrivò anche al nostro paesino, dieci case circa di contadini.

Arrivarono incendiando i fienili ed i granai, facendo fuggire dalle case tutti quelli che abitavano, arrestando i pochi uomini che ancora (vecchi soprattutto) erano in casa.

Mi racconta mia madre “ i nostri vicini  avevano il fienile incendiato, le mucche gliele avevano requisite come le galline ed i conigli, meno male che la farina l’avevano sotterrata e non l’hanno trovata. “

Ma mia nonna e mia madre non avevano campagna, erano vedova ed orfana di padre, costrette in una casa  che per beneficenza del parroco era stata loro data in affitto mitigato e quindi i tedeschi poco avevano da accanirsi sul posseduto.

Ma quando nel pomeriggio, mitra spianati, entrarono in casa.. dice mia madre “ ero a letto in camicia da notte, dopo ventiquatt’ore che eri nato e questi sono entrati gridando “raush,raush”  mi sono spaventata a  morte e non ho più pensato a te, sono scappata nel cortile dei vicini ed ho visto tutto che bruciava, siamo corsi tutti verso la collina, nei boschi, avevo solo  un pannolino di stoffa e qualcuno mi ha imprestato le mutande, eravamo spaventati e non capivamo più niente!”

Ma all’interno della casa si consumava un tentato omicidio nei miei confronti , mia nonna non era scappata ed era accanto alla mia culla cercando di portarmi via, mentre un soldato mi ha afferrava con forza e mi  alzava nell’atto di buttarmi a terra gridando in un italiano tedeschizzato

“ figlio di partigiani.. figlio di partigiani” , mi lanciava verso il suolo mentre mia nonna in un attimo di disperazione faceva un balzo e mi  prendeva salvandomi da sicura morte e fuggiva sulle colline cogli altri.

Quando rientrarono a casa dopo una notte all’addiaccio in mezzo ai boschi, a terra c’erano le fasce che i soldati portavano ai polpacci, sporche e pulciose, avevano sostituito le mie fasce con le loro.

Mia nonna aveva degli ori, roba di poco conto ma affettivamente importante, ricordo di nonni e marito, erano stati sistemati dentro delle lenzuola lavate e piegate, per fortuna, almeno quelli erano stati tirati fuori dall’armadio ma non trovati.

In quella guerra , come in tutte le guerre, alcuni soldati cercavano denaro ed oro da portare via, in quanto l’abbrutimento  che segue alla violenza genera il rifugio in beni materiali che divengono unico fine al proprio comportamento.

Naturalmente solo per alcuni!

È stata per me una nascita travagliata della quale mantengo  il ricordo solo per il sentito dire della nonna e della mamma ma che ha condizionato la mia vita.

Chissà forse di quei momenti, nella mia vita, conservo la  tristezza e la precarietà del vivere.

Finalmente ho finito questi post che mi hanno procurato, nel ricordo, tanta sofferenza.

Serenità a tutti con l’augurio che nessuno debba riprovare queste situazioni.

 

 

 
 
 
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