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Creato da re1233 il 12/10/2008

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« i ricordi affiorantistorie per sentito dire »

ricordi di guerra

Post n°87 pubblicato il 18 Settembre 2009 da re1233
 

Vedi post precedente

 

Non so come posizionare nel tempo la partecipazione di mio padre al fronte francese in quel di Saretto sopra Cuneo ad un’altezza tra i 1500 e 2000 metri.

So che era inverno, che erano in trincea con la neve alta e che per tre giorni non arrivò il  vettovagliamento. Lui raccontava “ avevamo tutti una fame da morire e non potevamo certo muoverci da quell’appostamento, ma c’erano certi toponi da far paura che giravano per i camminamenti. Il terzo giorno sparammo loro e dopo averli pelati li mangiammo crudi.”

Non potevano accendere fuochi per non segnalare al nemico dove avrebbe dovuto sparare o gettare bombe a mano o altro, quindi era necessario il pasto freddo!

Il raccapriccio che adesso noi proviamo dovrebbe, come ha fatto sempre a me, farci apprezzare ciò che abbiamo senza disprezzarlo perché un pasto per quanto possa essere schifoso non lo sarà mai tanto come quello consumato al freddo, in pericolo di vita, e dopo tre giorni di digiuno.

Penso che sia stato qualche mese su quel fronte fintanto che “ ho preso un congelamento di terzo grado ai piedi e mi hanno rispedito a casa per curarmi ma…nessuno poteva accompagnarmi e tanto meno potevano mandare un’ambulanza su per quelle mulattiere a prendermi, per cui mi feci due stampelle con dei rami e iniziai il percorso in discesa.” Il viaggio di ritorno (70 Km Tanto è lunga la strada fino a Cuneo) durò sette giorni.

Nei paesini di montagna che trovò regnava una povertà assoluta ed il secondo giorno fu nuovamente a digiuno e dolorante, si fermò quindi ad una baita abitata ( come di usa da quelle parti di pietra e legno) e chiese per cortesia cibo e riparo.

Quelle gentili persone misero il loro cibo ed un pagliericcio a disposizione consolandolo con parole di conforto.

Ci diceva” mi pareva che quel tugurio fosse il paradiso! Avevo un fuoco acceso, una tazza di latte e del pane vecchio che potevo inzuppare, ed un pagliericcio senza pulci ed asciutto sul quale dormire”.

Riprese il cammino e chiedendo ospitalità ogni qual volta poteva giunse finalmente alla caserma di San Rocco di Cuneo dove sbrigarono le pratiche e lo mandarono in ospedale militare e successivamente a casa.

Ma la sua guerra non finì qui nella prossima puntata racconterò il suo secondo fronte oltre confine.

Serenità se potete.

Segue

 
 
 
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