Creato da lapresenzpolitica il 20/04/2010
di Roberto Sinico

Sinico

 

3 novembre 2003

La fedele ancella dell'economia

    Oggi, nel mondo, si sta affermando il principio regolativo e purtroppo assoluto, secondo il quale la politica è la fedele ancella dell'economia. Non parliamo qui dell'economia del buon padre di famiglia, ma di quella "ricca" di una traboccante, avida opulenza, che non pensa ai poveri. Sembra esservi in atto e ormai assodata, nell'opinione pubblica, una convinzione, radicata in un terreno argomentativo perverso, secondo il quale attraverso la ricchezza si possono aiutare i deboli e i poveri. Detta così sembra una logica granitica.

 

 

Noi siamo con i ragazzi

Lettera aperta agli studenti in lotta

    Dopo la straordinaria giornata del 14, di nuovo in piazza insieme a Roma il 24 novembre per battere Profumo e il governo, per impedire la distruzione della scuola pubblica.

     Il 14 novembre, mentre in 27 paesi europei milioni di persone manifestavano contro le politiche di austerità e i massacri sociali del liberismo, in Italia centinaia di migliaia di studenti, docenti ed Ata segnavano con la loro forte presenza lo sciopero generale e i cortei che abbiamo organizzato insieme a voi in 30 città. Enorme in particolare la vostra partecipazione a Roma dove i due cortei, poi congiuntisi, di circa 80 mila studenti e lavoratori/trici della scuola hanno bloccato la città, arrivando pure di fronte al Parlamento e purtroppo dovendo subire un’ignobile aggressione poliziesca che ha provocato tra di voi il ferimento di tanti giovani e giovanissimi e l’arresto di otto di essi, ora scarcerati. Le cariche poliziesche, seppur con dimensioni più ridotte e con conseguenze non così drammatiche, hanno ricordato quelle di undici anni fa a Genova contro i manifestanti anti-G8: come allora, una nuova generazione scendeva in campo per difendere il proprio presente e il proprio futuro; e come allora i poliziotti bastonatori intendevano terrorizzare i giovani manifestanti per dissuaderli una volta per tutte dal ribellarsi all’ingiusto ordine sociale e politico esistente. Ma l’intento è fallito miseramente: perché, anzi, le occupazioni di scuole e le proteste si sono estese, coinvolgendo sempre più studenti, in alleanza con tanti docenti, nella lotta contro la politica scolastica del governo, il continuo impoverimento dell’istruzione pubblica, il folle aumento dell’orario degli insegnanti a parità di salario, la conseguente espulsione dei precari, la deportazione degli insegnanti “inidonei”, il blocco di contratti e scatti e la legge Aprea-Ghizzoni, che imporrebbe definitivamente la scuola diretta dalle aziende, cancellando gli organi di democrazia della scuola e imponendo i quiz Invalsi per valutare i docenti e gli studenti.

 

 

La giornata del 14 e le precedenti mobilitazioni del popolo della scuola pubblica hanno disvelato i veri intenti della politica scolastica governativa, che è in perfetta continuità con quella dei precedenti ministri dell’Istruzione: imporre una scuola-miseria fatta di tagli permanenti e finanziamenti ridicoli, e una scuola-quiz, basata sui grotteschi indovinelli dell’Invalsi come metro di valutazione e di premio-punizione, che dovrebbero sfornare una massa di giovani precari, indifesi, malleabili e disponibili verso le imposizioni del padronato, dei gruppi industriali e finanziari, delle caste politiche e manageriali che hanno provocato la gravissima crisi che affligge dal 2008 l’Italia e l’Europa; crisi che sono i settori sociali più deboli e indifesi a pagare e non i responsabili di essa, che anzi aumentano i loro profitti, la corruzione dilagante, l’evasione fiscale, le ruberie e le malversazioni. Dunque, il movimento che vuole sconfiggere l’intera politica di immiserimento della scuola pubblica non può fermarsi qui, ed in tal senso ci sembra decisiva la massima riuscita dello sciopero della scuola del 24 novembre e di una grande manifestazione unitaria del popolo della scuola pubblica a Roma, che vi proponiamo di gestire insieme. Tenuto conto dello sciagurato comportamento della polizia il 14 novembre, come COBAS abbiamo chiesto e ottenuto un corteo per il 24 mattina (ore 10) da P. della Repubblica a P. Venezia: ma abbiamo anche fatto presente che pure altri eventuali cortei che voi intendiate organizzare, con la speranza che siate d’accordo per incontrarci o a Piazza della Repubblica o in altri punti di passaggio del nostro corteo, andranno considerati dalla questura e dal governo legittimi alla pari del nostro autorizzato, e che considereremo un’aggressione intollerabile qualsiasi tentativo di impedire l’espressione della vostra libera e sacrosanta protesta. In ogni caso, vi proponiamo di incontrarci per coordinare al meglio le mobilitazioni del 24 novembre e vi ribadiamo il totale sostegno alla vostra lotta e alle vostre rivendicazioni che sono anche le nostre.

 

COBAS  - Comitati di Base della Scuola

 

Lo Stato non siamo più noi

Lo Stato nel XXI secolo

 

Il messaggio martellante propugnato dai liberali è quello per cui lo Stato sarebbe un'entità assistenziale e, in quanto tale, mero esattore delle tasse. In un altro senso esso è progressivamente divenuto azienda produttiva, capace di dare vita e lavoro allefamiglie, neanche alla persdona. La scuola, la sanità sono viste, in questa chiave come parassiti da risanare con l'estirpazione.

 

Sandro Pertini: "Io amo i giovani"

Sandro Pertini

 

Berlusconi : le correnti metastasi dei partiti

      Le correnti sono metastasi dei partiti, i partiti sono metastasi della società malata, la società malata è metastasi del capitalismo mondiale, il capitalismo mondiale è metastasi dell'egoismo individuale, l'egoismo individuale è metastasi dei politici, i politici sono metastasi della natura.

 

Congresso CGIL

Don Pierluigi Di Piazza al Congresso della CGILEtica del rispetto, Responsabilità, memoria dei morti, solidarietà e accoglienza sono gli ideali e la pratica quotidiana di Don Pierluigi Di Piazza. E queste devono essere la sostanza del massimo sindacato italiano il quale non può accettare concetti come la rotazione degli extracomunitari, concetto vuoto e deludente uscito dalla bocca troppo piena di potere fine a se stesso del predidente del Friuli Renzo Tondo.
 

 

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L'IdV abbraccia le idee della corrente di sinistra

Post n°3 pubblicato il 25 Settembre 2012 da lapresenzpolitica

L'Italia dei Valori di Sinico 

SdV

    Il percorso politico dell'Italia dei Valori sta approdando a ciò che chiedeva Roberto Sinico con forza in questo articolo pubblicato sui giornali 5 anni fa.

giovedì 18 ottobre 2007

Nasce la Sinistra dell’Italia dei Valori


Di Roberto Sinico, Responsabile Nazionale del Dipartimento “Famiglia, Minori Anziani” IdV

In assenza di un Congresso Nazionale dell’Italia dei Valori, credo sia necessario, per trasparenza e democrazia interna, raccogliere gli iscritti IdV e le Persone che hanno una sensibilità rivolta al sociale, all’ambiente, alla condizione di vita delle persone, alla solidarietà concreta e non solo affermata, per formare una corrente che esprima tali istanze, in opposizione alla parte liberale massimalista del nostro partito.
La battaglia della legalità, la questione morale, la lotta alla corruzione non si discutono, ma accanto alla Giustizia in senso stretto, il partito della morale non può non perseguire la Giustizia Sociale. Le Persone non possono aspettare che in parlamento siedano politici onesti per migliorare la condizione precaria della loro vita.
Non accettiamo che l’Italia dei Valori vada a destra, che Antonio di Pietro sciolga il suo partito per convergere in un nuove soggetto politico moderato. L’Italia dei Valori non è una lista elettorale, ma una visione del mondo e della politica ben definita ed in quanto tale è un bene per tutti gli italiani. Abiamo bisogno di una rinascita di Valori sani, di legalità, di moralità, di giustizia sociale, di uguaglianza, di fraternità, di solidarietà vera. Perciò dobbiamo collocarci tra Partito Democratico e Sinistra radicale, o meglio popolare, favorendo il dialogo interno alla coalizione del centrosinistra, l’Unione, dando un contributo di giustizia nelle scelte politiche economiche, sociali ed ambientali”.
Queste le parole di Roberto Sinico, Responsabile Nazionale del Dipartimento “Famiglia, Minori Anziani” IdV, anima sociale e morale del partito nella fabbrica del programma di Prodi, alla vigilia dell’Incontro dei Valori “Dalla parte dei Cittadini”, che si terrà a Vasto dal 5 ottobre. “Non intendo produrre lacerazioni o scissioni”, continua Sinico, “ma lavorerò per raccogliere le Persone e gli iscritti che intendono dare piu forza alle politiche che si occupano della vita dei bambini, dei giovani, delle persone disabili, degli anziani, del rafforzamento strutturale di scuola, sanità ed assistenza sociale, della salvezza dell’ambiente, della precarietà del lavoro e della vita, della cura dell’infanzia, della condizione delle donne, della fame nel mondo. Mi appello alla forte passione ed impegno di Di Pietro per la qualità della vita delle fasce deboli e precarie della popolazione che sono in forte aumento.
Il problema del nostro partito risiede nella concezione dell’economia: il liberismo come strumento di progresso sociale è una buona idea teorica ma nella realtà ha fallito.
Il liberismo utilizza le persone al servizio dell’economia dei grossi capitali ed interessi finanziari. Noi crediamo invece che l’economia deve essere al servizio delle Persone. Attendere che il mercato si moralizzi nel rispetto di regole giuste e trasparenti, istituendo una concorrenza corretta e leale, è come dire campa cavallo che l’erba cresce. Rendere il liberismo ed il capitalismo umani è la battaglia che ho combattuto in anni di convinta militanza nell’Italia dei Valori, ma ormai sono convinto che praticando questa via l’umanità, i consorzi sociali, sono votati all’abisso, alle continue guerre, all’impoverimento dei popoli, alla rovina dell’ambiente, all’indifferenza globale rispetto alla drammatica sorte disumana che incombe su milioni di bambini e, nella piccola quotidianità di ognuno di noi, l’accettazione rassegnata che un bambino disabile non abbia a scuola l’insegnante di sostegno perché i budget di bilancio, le scarse risorse gestite dai managers, non lo consentono.
Se l’economia non è al servizio delle Persone, ma viceversa, allora tutti diveniamo dei questuanti, alcuni molesti, alcuni disperati, e le nostre voci sono ignorate dai politici che parlano di ascolto dei cittadini. Il liberismo non sta dalla parte dei cittadini, Un liberismo equo, solidale, sociale, non è oggi possibile, e l’Italia dei Valori deve forse ripartire dai problemi concreti e quotidiani, perché solo così deve fare e non può non fare un partito che fa della morale la sua bandiera. Stare dalla parte dei cittadini, io preferisco delle Persone, significa liberarli dalla condizione di questuanti garantendo loro il rispetto dei loro Diritti.
Molti, anche nel nostro partito, parlano di Solidarietà sostenibile, quella possibile in base alle risorse di bilancio, una sorta di tassa fastidiosa, un’elemosina costosa.
La Solidarietà non è un peso per la collettività ma il primo Valore dell’Umanità. I bambini non sono un costo, i pensionati non sono una zavorra che ci condurrà alla rovina economica, i lavoratori non sono un gravame ma una risorsa per un paese. Le tasse non sono un furto dello Stato ai danni del cittadino, ma lo strumento della sua Responsabilità verso gli Altri nella vita sociale di un popolo. Oggi la Solidarietà si misura con un badget, che il manager cerca di ridurre con l’aiuto di una prassi sempre più controllata da metodi scientifici. Progressivamente, subdolamente, quasi senza che nessuno se ne accorga, diminuiscono i servizi, per ridurre le tasse. Per noi, invece, Solidarietà significa mettersi nei panni di chi ne ha bisogno e in base a ciò stabilire il badget, in modo che le tasse non siano oboli fastidiosi lesivi dell’egoismo avido, ma partecipazione umana alla vita della comunità.
Dove sta la solidarietà nel togliere gli insegnanti di sostegno ai bambini, o diminuendo soltanto le ore assegnate, nel lasciare cadere a pezzi le loro scuole, nel fare una legge per precarizzare il lavoro e la vita delle Persone, nel mandare in pensione i lavoratori sempre più tardi con la scusa che la vita, nelle case di riposo senza assistenza, si è allungata? Ciò che si allunga a dismisura è la sofferenza dellìItalia.
Il liberismo ha fallito in questo compito di servizio alle Persone per autoalimentarsi in una spirale di vorace arricchimento brutale, che, divenuto globale, ha ridotto ulteriormente e gravemente le possibilità di vita di miliardi di Persone.
Sono entrato nell’Italia dei Valori credendo che il liberismo potesse diventare umano, mettendolo alla prova, ma ho capito, ora, che ciò non è possibile nella realtà per il suo carattere utopico ed intrinsecamente malato, per le sue edulcorate proposte di un Bene per tutti, che mirano sottobanco soltanto a produrre la ricchezza opulenta di pochi.
Dare vits, far nascere una corrente interna che dia enfasi al sociale è una normale prassi democratica in un partito. Non essendoci un congresso nazionale, credo sia giusto esprimere la posizione della sinistra IdV, la quale ritiene che la giustizia sociale, la solidarietà, l’assistenza non vengano, dopo la battaglia per la legalità. I lavavetri molesti disturbano molto meno il popolo italiano di chi ha ridotto l’economia italiana sul lastrico arricchendosi rubando. Riformare le pensioni va bene a patto che i pensionati non ne escano come zavorra per la collettività e che le risorse risparmiate vadano al sociale e non alle aziende private. Andare in pensione più tardi per garantire la pensione dei figli è un argomento che regge soltanto se la Repubblica Italiana fondata sul lavoro, ne garantisce ai giovani uno e sicuro, per poter guardare al futuro con serenità e costruirsi una famiglia senza paure
La Sinistra IdV è una corrente interna, normale espressione della vita democratica di un partito, portavoce di istanze che non trovano enfasi nella comunicazione dei parlamentari IdV e che invece devono a ragione trovare posto nell’identità politica dell’Italia dei Valori per esprimere con più forza le istanze sociali ed ambientali. In Italia ci sono già tanti soggetti che si occupano benissimo di economia, pochi quelli in grado di indicare un senso alla vita delle Persone, dando energie alla costruzione di un mondo fatto di Valori umani, allontanando gli idoli ingannatori del successo e del denaro, dello sviluppo economico indiscriminato e disumano, dell’avido interesse di chi conduce una vita di comodi agi, noncurante di chi soffre.
Nell’Italia dei Valori ci sono molte sensibilita di destra e di centro e da queste posizioni non è previsto occuparsi con forza del sociale. Lo stesso PD dovrà fare i conti con la diminuzione della spesa che significa tagli al personale mirando ad un consenso graduale rivolto a diminuire la qualita dei servizi. A sinistra si trova una sensibilita opposta e questa deve emergere in IdV, la cui funzione deve essere quella di posizionarsi tra PD e sinistra radicale, stimolare il dialogo e dare, alla fine, sulle questioni di merito, un giudizio basato sulla morale, sul giusto. Quando entrammo in Europa, Prodi ebbe a dire che si trattava di fare un sacrificio e poi la gente avrebbe avuto dei benefici. Non mi pare che ciò sia avvenuto, anzi, i sacrifici continuano anche per gli aspetti vitali, essenziali delle Persone. Ricordo che nel programma dell’Ulivo del 2001, un capitolo parlava di “Umanizzazione della Sanità”. Poi, la Sanità, si è provveduto a spolparla di energie professionali, a risparmiare soldi, ma di umanità non vi è traccia. I pazienti sono stati buttati sul Territorio, dove marciscono in attesa dell’assistenza. In Friuli Venezia Giulia l’assessore alla sanità afferma pubblicamente che mancano in regione 800 professionisti, ma che non ci sono le risorse per assumerli. Se mancano, la posizione di IdV deve essere : trovare le risorse!
Antonio Di Pietro dice spesso che il suo è il partito del fare. Io però, credo, che prima del fare dobbiamo pensare a quelle cose che non si possono non fare. Da quando siamo al governo, il partito ha subito progressivamente una svolta moderata, accentuando i tratti ideologici massimalisti del liberalismo e del liberismo, smarrendo via via la componente socialista democratica, l’attenzione reale alla condizione di vita delle persone, occupandosi invece di un astratto bene dell’Italia, tipico della destra: sviluppo, rigore, autoritarismo ma poche parole in favore di scuola, sanità, assistenza, lavoro, aiuto all’infanzia, considerazione delle donne in politica, attuando una incomprensibile violenta reprimenda della componente sinistra dell’Unione e dei sindacati, buttando via con l’acqua sporca anche il bambino. Anche la posizione della sinistra sulla Finanziaria, mi pare debba essere presa in considerazione. Come non notare che sostiene maggiormente le imprese e le aziende private rispetto alle fasce più disagiate del Paese?
Quante sono le cose dette sulla scuola da Diliberto, sull’ambiente da Pecoraro Scanio, sul lavoro e sulle pensioni di Giordano che dovremmo ascoltare per riflettere prima di prendere posizione? Perché il pregiudizio a priori? Come è possibile, dico io, negare ai bambini in difficoltà scolastica l’insegnante di sostegno dicendo che mancano le risorse?. Oggi un genitore è costretto a chiedere l’elemosina per avere assistenza di suo figlio e se le persone, i cittadini, esigono di veder rispettati diritti stabiliti da leggi, diventano per i governi fastidiosi questuanti, non molesti come i lavavetri, ma rassegnati e impotenti.
Per questo motivo, l’organo informativo della Sinistra IdV, sarà un giornaletto per il momento on-line dal titolo “La Questua”. La prossima settimana invieremo il numero zero della testata, per dare voce ai cittadini questuanti. Le loro questue non si perderanno nel mare magno dell’informazione che tutto dimentica ed oblia ad arte per pilotare l’opinione delle persone e quindi le scelte politiche, ma le riprenderemo in mano ad oltranza monitorando la reazione concreta di chi governa il paese.
Le tendenze psico-sociali della nostra comunità educano ad una lotta di tutti contro tutti, anche nei rapporti quotidiani. Noi ci batteremo anche a livello culturale affinchè si ritrovi l’accoglienza, l’ospitalità, la partecipazione, la solidarietà del tutti assieme, il Valore dei Valori.
Nella fabbrica del programma del centrosinistra, Prodi affermò che la civiltà di un popolo si misura dall’attenzione ai deboli. Non basta per noi misurare, dobbiamo costruirla la civiltà.

 

http://www.docstoc.com/docs/20655016/Che-i-diritti-umani-non-sono-nul

Mozione Sinico

 
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 Fame nel mondo

 




 

Editoriale

Uno Zivago ondivago ma col cuore

 

 

 

   Di Roberto Sinico

     Antonio Di Pietro è al centro di una bufera mediatica che ha lo scopo di demolirlo perché, nell’anno domini montiano, ha osato combattere banche ed interessi forti, stando dalla parte degli studenti, dei malati, dei lavoratori, dei poveri. Avrebbe potuto appollaiarsi comodamente nel nido schizofrenico del PD. Invece, come l’eroe di Pasternak, al calcolo politico opportunistico e strategico, ha preferito agire con il cuore puro, immolandosi alle vendette esterne ed interne all’Italia dei Valori. L’accusa di ondivaghismo rivoltagli dal gruppo dirigente, dalla base e dall’elettorato che nei sondaggi lo ha punito severamente, ha una spiegazione molto semplice: la paura dell’instabilità e dell’insicurezza. Tale paura è stata indotta da sapienti manipolatori sociali per rendere passive le menti degli elettori e dirottare la loro attenzione lontana dai problemi reali, per contemplare stuzzicanti sfide tra i leaders. Un popolo impaurito è corso in massa a pagare l’obolo per decretare il successo delle primarie del PD. Di fronte ad una crisi che lo stesso Monti è incapace di governare, gli italiani si schierano dunque con chi da una visione di stabilità, di esperienza, di competenza e di moderazione.

 

 

         Ma, l’oggetto della paura non è la possibile perdita dello Stato Sociale, l’impoverimento della Scuola o la messa in rischio della Sanità, ma l’angosciante possibile fine del consumismo, delle agiatezze e delle scomode comodità. Un’ampia fetta di italiani si astiene dal solidarizzare con le ferite di chi perde il lavoro e dunque vota il PD che promette il mantenimento dello status quo, utile solo per chi già ha il set completo di privilegi. Di Pietro, cioè l’Italia dei Valori, fa paura perché la moralizzazione della società prevede l’impegno di tutti, non il sollazzo dei più. Prima il problema erano i comunisti, ora il problema è Di Pietro, messo alla gogna come demone mitologico.

 

PD or nor PD: this is the problem

Parafrasando il dubbio amletico shakespeariano, che si interroga sull’essere, si vuole insinuare l’ideaa che la sopravvivenza dell’Italia dei Valori sia determinata dall’alleanza o meno con il Partito Democratico. L’avvocato Donadi, ex capogruppo alla camera, ha comunicato che la sua dipartita non è dovuta alle nequizie suggerite da Report od al venir meno della stima in Di Pietro, peraltro riconosciuto come l’unico leader italiano che ha contrastato con tenacia il berlusconismo. La ragione vera sta nella linea politica indicata dalla segreteria che, posta davanti ad un bivio drammatico, ha scelto una strada che non incontrerà più quella del PD. Ma, se è vero che tutte le strade portano a Roma, non è per nulla incontrovertibile il fatto che la scelta bruci 12 anni di impegno politico.

 

 Come può l’IdV, partito fondato sui Valori, condividere per esempio le attuali posizioni del PD, che vota de facto le leggi che massacrano la Scuola, Sanità e Lavoro? Come può l’IdV accettare i pesanti tagli alla difesa dei bambini? Come si può votare la demolizione del sistema sanitario pubblico ed universale? Come può l’IdV dialogare con chi predica una cosa e fa il contrario? Come si può votare per togliere l’assistenza ai malati di Sla? L’Italia dei Valori avrebbe dovuto votare il freddo, tronfio e per nulla sobrio Monti ? Ciò non è stato possibile non perché non l’ha voluto Di Pietro ma perché un partito fondato sui Valori non può votare leggi contro le Persone e la loro dignità. Certo, il dubbio amletico è un pesante fardello nell’agone politico, una fiore al piede che  riguarda solo chi rappresenta un’idea ed una forza morale, mentre il PD non ha dubbi: va bene tutto, secondo le logiche del marketing, basta vincere.

 

 

  Come spesso succede, chi si pone problemi morali, deve faticare anche per gli altri e deve avere una resistenza più alta per non arrendersi. Dispiace vedere che Donadi non ce l’ha fatta a resistere, impaurito da una forte virata del partito nel radicalismo di sinistra e nella protesta di Grillo. Ad abbandonare la nave ci sono anche tanti elettori, che hanno ammainato le vele ed ora si viaggia sul 4% dei consensi. Questo valore numerico è quello reale in Italia, è sempre stato così perché gli italiani non sono affatto propensi a farsi carico delle responsabilità morali. Vien da chiedersi: quei ragazzini picchiati per difendere la loro Scuola sono stati difesi dai loro genitori o questi ritengono che l’istruzione sia solo un parcheggio per consentire di sbrigare le incombenze quotidiane?

 

La Coscienza Morale dell'Italia dei Valori

    Il montaggio televisivo che riprende Antonio Di Pietro magistrato che interroga Antonio Di Pietro politico esprime l’apriori categorico che guida l’azione dell’Italia dei Valori.   Chi voleva significare un’incoerenza,  ha finito per dare forza all’immagine d’autentica responsabilità morale, umana coscienza civile ed illuminata autocritica. Un partito che si fonda sui Valori non può non interrogarsi sulla propria condotta e se l’azione consegue al pensiero, l’IdV non poteva mediare e scegliere di rimanere con i contorsionismi del  PD. E’ logico chiedersi se non conveniva utilitaristicamente restare nel recinto del centrosinistra ma il cuore non consente aggiustamenti ipocriti per mantenersi in sella. Ora, potati i rami secchi, occorre rinforzare con pazienza le radici del partito, che spingeranno a far sbocciare i fiori in difesa dell’Umanità

 
 

Fame nel mondo

 

Verso l'impossibilità di scelta

La fine della Politica

Dalla Filosofia alla Scienza

Dalla Politica alla Tecnica

Persino gli psicologi, i medici dell'anima, si sono messi al servizio di chi l'ammala e la controlla per perseguire interessi economici. La tecnica, il braccio armato dell'economia speculativa mondiale, è divenuta fine a se stessa. Gli scienziati lavorano con ossequio totemico per elevarla all'infinito, trascurando l'uomo ed il suo significato nel mondo. Umberto Galimberti ha dato enfasi a questa distruttiva realtà attuale, che ha blindato le scelte dell'Umanità, ha estinto la Politica come la intendevano i classici, per divenire scienza politica e dunque trasformarsi a tecnica. Già Platone si era opposto alle retorica persuasiva di Gorgia, intuendo teleologicamente i tragici esiti delle sorti sociali, ma anche Roberto Sinico aveva definito la Politica di oggi ancella dell'economia. La fine della politica apre scenari inquietanti e Galimberti ammette di aver perduta la speranza che gli uomini si rimettano in carreggiata. Per Roberto Sinico serve una nuova forma di politica che si astragga dal reale per fondare le basi di un'alternativa pronta per sferrare l'attacco decisivo all'attuale impero, regime e dittatura finanziaria mondiale che non ha nemmeno bisogno di togliere le libertà individuali, tanto le persone vivono ingabbiate e schiave della ipnosi della libertà di espressione. Bisogna creare uno spazio virtuale in cui non agire, non faer niente ma soltanto iscriversi ed aspettare che gli iscritti virtuali raggiungano la maggioranza ed alla fine, calare gli assi, occupare democraticamente tutti assieme le stanze del potere. Una rivoluzione non silente, ma addirittura virtuale, che parte dall'alterità dall'antimateria. E' finita la politica con la fine della Sinistra dei Valori


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