Creato da lapresenzattualita il 03/05/2010
Come stanno le cose veramente

Il gioco malato al servizio dello Stato

La tragedia delle persone che soffrono di dipendenza di gioco sfruttata dall'alta e vibrante sensibilità istituzionale

 

Si dice che il guadagno dello Stato sul gioco da tabaccheria ammonta a cinque miliardi di euro, cifra superiore al gettito incassata dall'IMU. Qualche nobile politico ha persino proposto di favorire questo gioco che manda in rovina intere famiglie. Ma insomma qualcuno dovrà pur sacrificarsi per il bene comune

 


 

L'amara giornata mondiale dell'Infanzia

Infazia

Che noia l'Infanzia !

Il 20 novembre si celebra la Giornata Mondiale dell’Infanzia, in cui viene ricordato l’anniversario dell’approvazione della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Non a caso, proprio oggi, dichiara in una nota Anita Di Giuseppe, membro IdV della commissione infanzia e adolescenza, "sono state discusse le mozioni a riguardo”.

“Eppure - sottolinea Di Giuseppe -, nonostante i buoni propositi, nel nostro Paese la povertà minorile è in crescita, tanto che i dati statistici ci collocano ai primi posti della classifica europea. Certo, questo è dovuto ai redditi troppo bassi delle famiglie, ma anche alle politiche nazionali, che hanno destinato sempre meno risorse alla tutela dei diritti dei bambini. La stessa legge di stabilità, in discussione al Parlamento, ha assottigliato il Fondo nazionale per le  politiche sociali, fino ad arrivare a 45 milioni di euro nel 2013! Che dire poi del numero degli asili nido comunali, che sembrano più strutture a pagamento che statali, con posti medi che si aggirano intorno ai 300 euro mensili?".  
“Drammatico, poi - sottolinea l'esponente IdV -, il problema della violenza sui minori, i dati presentati da Telefono Azzurro dicono che, dal 2006 ad oggi, sono triplicati i casi di abuso fisico anche su bambini in tenera età. Problematica anche la situazione dei minori stranieri non accompagnati, in Italia nel 2009, se ne contavano ben 6587!
Altro importante aspetto è quello legato alla giustizia minorile, basti pensare che nel Sud Italia vi è un alto numero di ragazze e ragazzi detenuti, con sentenza definitiva, nelle carceri minorili. Occorre una riforma della giustizia minorile e che lo Stato preveda risorse umane ed economiche per assicurarne l’efficienza". Per Di Giuseppe è importante “investire risorse per la tutela dei minori" perché significa "migliorare la loro qualità di vita, per questo il Governo deve impegnarsi ad investire risorse indirizzate al benessere dei cittadini, piuttosto che a tagliare fondi destinati al sociale”.

Anche Giuliana Carlino, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione bicamerale per l'Infanzia, mette l'accento sui tagli fatti dall'esecutivo dei 'tecnici': "La giornata mondiale dell'infanzia - dichiara - non si può che celebrare con molto amarezza dal momento che le politiche di solo rigore del governo Monti hanno di fatto smantellato lo stato sociale, andando a colpire in modo particolare le spese per l'infanzia e la famiglia".
"Di chiacchiere - sottolinea - se ne fanno sempre tante, ma i fatti  parlano chiaro: il fondo per l'infanzia e l'adolescenza, rimarrà  fermo a 40 milioni fino al 2014 e i tagli non hanno risparmiato purtroppo neanche il diritto sacrosanto all'educazione e all'istruzione. L'ultima relazione annuale del Garante  ha denunciato  un vero e proprio arretramento dell'Italia sul fronte della promozione dei diritti dei minori. L'unica nota positiva in questo quadro davvero demoralizzante è stata l'approvazione definitiva, grazie anche alla nostra battaglia, della ratifica della Convenzione di Lanzarote sulla protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale. È necessario rilanciare la cultura dei diritti dei bambini e degli adolescenti in tutti i suoi aspetti, facendo sì che diventi una priorità, un sentire comune nell'opinione pubblica e nelle istituzioni ad ogni livello. Si compia ogni sforzo in questa direzione - conclude Carlino -, così come invita a fare anche oggi il Capo dello Stato".

 

Si stava meglio quando si stava peggio

Vita proibita

La disgustosa lamentela di chi mangia il pane dei propri fratelli

 

     Facce ingrugnite trascinano bambini al guinzaglio, donne sazie, uomini annoiati, vittime di un opulenza che ha reciso le radici con la vita

 

Bambini

 

 

 

 

 

Risparmiare sulla pelle dei bambini

Il massacro della scuola pubblica

I Cobas combattono le crudeli brutalità della Gelmini

Il governo e Gelmini hanno confermato quanto i COBAS denunciavano da mesi: nel prossimo anno scolastico spariranno 26 mila posti di lavoro tra i docenti e circa 15 mila tra gli ATA., nel solo FVG sono più di 400 i posti di docenti tagliati.
Raccogliendo l’appello lanciato dal movimento dei precari in lotta i Cobas hanno convocato due giorni di sciopero nazionale durante lo svolgimento degli scrutini, con un calendario differenziato a livello regionale, a causa dei diversi tempi di conclusione dell’anno scolastico.
E dunque, docenti ed ATA sciopereranno nella nostra regione  con i Cobas per l’intera giornata, non svolgendo gli scrutini né alcuna altra attività il 14-15 giugno.
Lo sciopero è convocato per la cancellazione dei 41 mila tagli, l’assunzione a tempo indeterminato dei precari/e, massicci investimenti nella scuola pubblica che consentano il funzionamento regolare degli istituti allo stremo per carenza di risorse, il ritiro della “riforma” delle superiori e delle proposte di legge Aprea e Cota, la restituzione a tutti/e dei diritti sindacali.
Malgrado la anticostituzionale legge 146 del ‘90, definitiva “anti-COBAS”, abbia drasticamente ridotto il libero diritto di sciopero, è ancora possibile scioperare durante gli scrutini finali per due giorni consecutivi, a patto di escludere le classi terminali e le attività di esame. Ma è importantissimo ricordare che è invece illegale svolgere scrutini prima della fine delle lezioni, regolata da un calendario scolastico che stabilisce il termine di esse in maniera differenziata, nell’arco di una settimana, a seconda delle regioni: solo dopo tale fine si possono iniziare gli scrutini. Altrettanto illegale è spostare date di scrutini, già stabilite correttamente dopo la fine delle lezioni, al fine di vanificare lo sciopero.
Perciò abbiamo inviato nei giorni scorsi alle istituzioni scolastiche e alle amministrazioni una diffida ai capi di istituto, affinchè non violino le leggi sui punti citati. Se ciò dovesse avvenire, i Cobas denunceranno i responsabili degli scrutini fuorilegge: così come faremo nel caso qualche preside effettuasse la sostituzione dei docenti in sciopero, altra attività illegale.
Ad ogni docente ed ATA è richiesto un giorno di sciopero, scelto in modo da bloccare il maggior numero di scrutini: e invitiamo i colleghi/e ad organizzare nelle scuole una “cassa comune” per dividere l’onere della trattenuta, che sarà dell’intera giornata, essendo sufficiente un solo scioperante a bloccare lo scrutinio.

 

                                          
       

 

 

Orecchie di mercanti

Post n°6 pubblicato il 08 Giugno 2013 da lapresenzattualita
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Il Papa della verità e la tirannia dei mercati

Media, Politici, il popolo fanno finta di non sentire le dure verità espresse dal pontefice dei poveri

 

CITTA' DEL VATICANO - Occorrono riforme e aiuti concreti per coloro che sono in difficoltà. Serve mettere un freno alla tirannia dei mercati.

La precarietà porta conseguenze funeste. Queste, in sintesi, le denunce di Papa Francesco in occasione dell'incontro con gli ambasciatori che hanno presentato oggi le lettere credenziali. Restando in tema crisi, Bergoglio si scaglia contro "una corruzione tentacolare e un'evasione fiscale egoista, che hanno assunto dimensioni mondiali".  Ricevendo nella sala Clementina del palazzo apostolico vaticano gli ambasciatori di Kyrgyzstan, Antigua e Barbuda, Lussemburgo, Botswana, Francesco si è soffermato in particolare sull'azione dei mercati finanziari. "Si instaura una nuova tirannia invisibile – ha detto il Pontefice -, a volte virtuale, che impone unilateralmente e senza rimedio possibile le sue leggi e le sue regole. Inoltre, l'indebitamento e il credito allontanano i Paesi dalla loro economia reale ed i cittadini dal loro potere d'acquisto reale. La volontà di potenza e di possesso - ha proseguito Francesco - è diventata senza limiti". In questo scenario, il denaro è diventato un "idolo".

La tirannia dei mercati

L'affondo di Bergoglio è proseguito spedito: "Ideologie promuovono la autonomia assoluta dei mercati e speculazione finanziaria", ha esclamato il Papa. C'è una "tirannia invisibile, a volte virtuale" delle leggi del mercato che chiede "una riforma finanziaria" e aiuto ai poveri. Va riconosciuto che la maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo continuano  a vivere in una precarietà quotidiana con conseguenze funeste. La paura e la disperazione prendono i cuori di numerose persone, anche nei Paesi cosiddetti ricchi, la gioia di vivere va diminuendo, l'indecenza e la violenza sono in aumento, la povertà diventa più evidente". Papa Bergoglio, nel suo discorso agli ambasciatori, ha sottolineato il fatto che "l'umanità vive in questo momento come un tornante della propria storia". Ci sono tanti "progressi" e "risultati positivi", come "nel campo della salute, dell'educazione, della comunicazione", "tuttavia va anche riconosciuto che la maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo continuano a vivere in una precarietà quotidiana con conseguenze funeste. Una delle cause di questa situazione a mio parere sta nel rapporto che abbiamo con il denaro, nell'accettare il suo dominio su di noi e sulle nostre società. Così - ha detto Bergoglio - la crisi finanziaria che stiamo attraversando ci fa dimenticare la sua propria origine, situata in una profonda crisi antropologica, nella negazione dell'uomo: abbiamo creato nuovi idoli e la adorazione dell'antico vitello d'oro ha trovato una nuova e spietata immagine del feticismo del denaro e nella dittatura dell'economia senza volto né scopo realmente umano".

Cresce il gap tra ricchi e poveri, il Papa: conseguenza di ideologie che promuovono speculazione finanziaria

Papa Francesco ha poi fatto accenno alle disuguaglianze sociali che investono il pianeta nel quale – come hanno evidenziato gli ultimi dati economici diffusi – è aumentato vertiginosamente il divario tra ricchi e poveri. "Mentre il reddito di una minoranza cresce in maniera esponenziale, quello della maggioranza si indebolisce", ha urlato -, e "questo squilibrio deriva da ideologie che promuovono l'autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria, negando così il diritto di controllo agli Stati, pur incaricati di provvedere al bene comune". Da qui la "tirannia invisibile, a volte virtuale, che impone unilateralmente e senza rimedio possibile le sue leggi e le sue regole". "Indebitamento e credito allontanano dalla economia reale", c'é una "corruzione tentacolare e una evasione fiscale egoista che hanno assunto dimensioni mondiali, la volontà di potenza e di possesso è diventata senza limiti", ha concluso il Pontefice.

"No a cristiani da salotto"

Nel corso della messa a Santa Marta, Papa Francesco ha anche categoricamente gridato il suo 'no' ai ''cristiani da salotto'', ''educati'', ma senza ''fervore apostolico''. Nello stesso tempo, Bergoglio ha invitato a chiedere allo Spirito Santo ''che ci dia la grazia di dare fastidio alle cose che sono troppo tranquille nella Chiesa; la grazia di andare avanti verso le periferie esistenziali''.

 
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Trieste, metafora della crisi

Post n°5 pubblicato il 24 Ottobre 2012 da lapresenzattualita
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Editoriale

L’anima di Trieste: un oasi nella crisi

           di Roberto Sinico

            

Trieste, la città del desiderio italico, conquistata e mutilata dopo la guerra, ha resistito per mezzo secolo alle decostruzioni politiche prodotte della cortina di ferro che l’hanno relegata a ruolo di avamposto occidentale, roccaforte difensiva nel deserto dei tartari. 

Depotenziata brutalmente nella sua economia, annullato il suo storico ruolo di porto d’Europa, ha dovuto soffrire e faticare per non ammalarsi di psicosi. La sua identità, la sua cultura, la sua personalità, sono traballate cadendo in frantumi e, per aggrapparsi allo scoglio della terraferma di mercato, è stata spesso abbinata alle culture altre, quella mitteleuropea, quella slava o austriaca, mentre il suo respiro, il suo cuore, viveva di una brillante luce propria.

Situata oggi nel centro dell’Europa, doveva trarre beneficio da questa nuova collocazione geopolitica, ricevendo il giusto riconoscimento delle sue potenzialità. Invece, come se il tempo si fosse fermato, permane nell’immaginario collettivo triestino quel freddo alone di alterità, di liminalità confinaria, di luogo altro ed emarginato, posto ai margini della storia, della vita civile e nazionale. La contesa e scomoda appendice adriatica, è contemporaneamente al centro e ai confini dell’Europa. Da questo conflitto origina la dissociazione psicotica, facendo di Trieste una sorta di Atlantide immateriale inabissata nel suo golfo.

A volte rinchiusa nelle ferite profonde della storia, a rincorrere i ricordi di un conflitto tra le etnie diverse che pure costituiscono la sua vitalità fatta di convivenza e di pluralismo culturale, a volte in preda ad un vittimismo cronico e doloroso, fatica a rialzare la testa e ad essere assertiva di sé, nell’affermazione della sua vera identità ideale e reale. Passa  così in secondo piano la sua normale funzione di far rinascere un umanesimo non condizionato dal mero fattore economico. Nell’ansia affannata di non essere al passo con i tempi dettati dall’economia di mercato, laddove le vicende dolorose del porto segnano la sua decadenza commerciale, Trieste sembra aver perso fiducia nel suo futuro e di non avere un progetto.  

In questa angosciosa ricerca di una nuova identità, di un ruolo e di una funzione nel complesso scenario politico ed economico italiano ed europeo, i triestini si aggrappano all’esistente e, vittime dell’indotta fame di eventi collettivi, abbracciano lo spettacolo mediatico e promozionale. Complice di questo non saper dove sbattere la testa, è la latitanza di un’intellighenzia pigra e deresponsabilizzata, più propensa ad autocelebrarsi sulla torre d’avorio, vagheggiando idee nostalgiche austroungariche, nello struggimento compiaciuto delle sue prodezze letterarie ed editoriali. Mancando una guida saggia, competente, di spessore culturale alto, qualcuno è arrivato persino ad affermare che la Barcolana è la vera anima di Trieste, con la magra soddisfazione di essere protagonisti, con i riflettori puntati, in una festosa domenica autunnale. Alla tenera ed affettuosa partecipazione della cittadinanza, che più che di eventi ha fame di sentirsi unita, di appartenere ed esprimere se stessa con la partecipazione, è seguita una settimana in cui la città è sparita, vuota nelle tiepide serate, con una ritirata generale delle persone nei propri focolari domestici. La terapia sociale della Barcolana funziona poco, ma possiamo utilizzare questo evento come metafora per descrivere la situazione politica attuale e come Trieste ne viene investita e vi si difende

 

Barche e banche

Quest’anno il mare del golfo si è fermato, ha fatto sciopero. Ha protestato rifiutandosi di muovere le barche della Barcolana. Spesso si interpretano i segni della natura come messaggi che la Provvidenza sussurra per guidare le azioni degli uomini. Parafrasando una famosissima canzonetta, non possiamo più lasciar andare la barca perché non va più, serve un vero cambio di rotta della politica, della cultura e della società rispetto a quella irresponsabile e dissoluta gestione degli ultimi trent’anni. Quella ferma presenza delle barche induce a pensare a due possibili situazioni in cui la barca è paragonata ad una banca. Le barche possono essere un mezzo per far viaggiare bene le persone oppure quel golfo pieno di vele è una minaccia di guerra, come avvenne con l’arrivo degli Achei nel mare di Troia. La situazione che viviamo oggi è purtroppo la seconda e i cittadini sono ostaggio delle banche che determinano il loro impoverimento. Eppure Trieste ha reagito a questo attacco placando il vento e immobilizzando il mare. Quasi una lotta gandhiana, contro la ferocia del finanza  speculativa alla quale la città oppone la sua solida ed incorruttibile corazza di umanità e di etica. In fondo proprio la fragilità produttiva di Trieste è la medicina efficace contro gli effetti localistici della crisi mondiale.

 

Il porto e l’approdo alla terra delle persone

 

Come affermava Pier Aldo Rovatti, filosofo triestino che ne sa cogliere e sentire l’anima vivente, Trieste è una città in cui si vive bene, è bellissima ma non sa di esserlo. Serve perciò uno scatto di orgoglio della parte dirigente della città, per ricostruire un immaginario collettivo che facendo perno sulla tradizione, indichi un cammino e un progetto futuro. In quest’ottica assume un valore iniziatico di rigenerazione cittadina, la marcia del Sindaco Cosolini e del Comune per riappropriarsi del Porto, azione simbolica di una ritrovata sintesi di unità tra il mare delle barche e delle banche e la terra delle persone reali che lottano nella quotidianità alle prese con le difficoltà imposte dalla crisi. Il Porto diviene così punto di contatto e mediazione per far diventare quelle barche e quelle banche non una minaccia ma un servizio al bene pubblico, perché i Valori umani devono vincere sui valori economici.

Ma, se invece di percorrere la sua essenza naturale, quella dell’umanesimo cosmopolita, la città si lascerà affascinare e determinare dai sogni del tecnicismo economico, dallo sviluppo fine a se stesso, dall’aderenza ai diktat della logica finanziaria, la decadenza di Trieste avrà il suo apogeo e il tramonto dell’antica Tergeste sarà compiuto.

Trieste

 

 
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Il sonno dei bambini

Post n°4 pubblicato il 03 Ottobre 2012 da lapresenzattualita
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Il sonno è una preoccupazione comune per i genitori dei bambini di tutte le età; quando vostro figlio diventa adolescente le preoccupazioni per il sonno non spariscono, proviamo quindi a dare delle risposte alle domande più comuni.

Di quante ore di sonno ha bisogno vostro figlio?

Gli esperti concordano nel pensare che un adolescente abbia bisogno di una media di nove ore e mezzo di sonno per notte, per alcuni ragazzi vanno bene anche otto e mezzo, mentre altri ragazzi hanno bisogno invece di quasi dieci ore, a seconda delle necessità personali.

Perché è importante per gli adolescenti dormire abbastanza?

Gli adolescenti possono andare incontro a diversi problemi se non riposano per un numero adeguato di ore. La National Sleep Foundation ci segnala alcuni dei rischi che corre un adolescente privato del sonno:

  • aumento del rischio di lesioni ed incidenti, in particolare durante la guida,
  • riduzione del rendimento scolastico,
  • problemi emotivi e comportamentali, stato d’animo negativo,
  • aumento dell’uso di stimolanti (in particolare caffeina e nicotina), uso di alcol e sostanze simili.

Come faccio a sapere se il mio ragazzo non riposa abbastanza?

La National Sleep Foundation raccomanda di prestare particolare attenzione a questi segni di mancanza di sonno:

  • difficoltà a svegliarsi la mattina,
  • irritabilità alla fine della giornata,
  • addormentarsi spontaneamente durante i periodi tranquilli del giorno,
  • dormire per lunghi periodi extra nei fine settimana.

Se notate questi segnali nei vostri ragazzi potrebbe significare che non dormono per il giusto quantitativo di tempo, e probabilmente non riescono a riposare abbastanza.

Come può fare mio figlio a riposare meglio?

Dal momento che la qualità è importante quanto la quantità dovrete condividete con lui/lei questi suggerimenti in materia di igiene del sonno, proposti dalla National Heart, Lung e Blood Institute.

Seguire questi consigli porterà tutti ad avere una migliore qualità del sonno.

  • attenetevi ad un programma di sonno. Andate al letto e svegliatevi alla stessa ora ogni giorno anche il fine settimana;
  • l’esercizio è una cosa positiva, ma non va effettuato troppo tardi. Evitate di fare esercizio almeno nelle cinque o sei ore prima di andare al letto;
  • evitate le bevande stimolanti e la nicotina. L’impatto stimolante di caffeina nei caffè, cola e cioccolato può richiedere fino ad otto ore per essere assorbito completamente. La nicotina è anch’essa uno stimolante;
  • evitate i pasti abbondanti e le bevande a tarda notte. Un pasto troppo pesante può causare una cattiva digestione, in grado di interferire con il sonno. Bere molti liquidi anche durante la notte può causare frequenti risvegli per urinare;
  • non fate sonnellini dopo le tre del pomeriggio. I sonnellini possono incrementare l’attenzione e la capacità di concentrazione, ma nel tardo pomeriggio possono rendere più difficile addormentarsi alla sera. Inoltre un sonnellino dovrebbe durare meno di un’ora;
  • rilassatevi prima di andare al letto. Prendete tempo per rilassarvi. Fare un’attività rilassante come la lettura o l’ascolto di musica dovrebbe fare parte del vostro rituale prima di andare a dormire;
  • fate un bagno caldo prima di andare al letto. Le diminuzione della temperatura corporea dopo il bagno può aiutarvi a sentire sonno, così il bagno può aiutare il relax;
  • costruite un buon ambiente per il sonno. Sbarazzatevi di tutto ciò che potrebbe distrarre dal sonno come ad esempio di rumori, luci, un letto scomodo, un televisore o un computer in camera da letto. Inoltre mantenere la temperatura della vostra camera da letto più fresca può aiutare a prendere sonno;
  • concedetevi la giusta esposizione solare. La luce del sole è la chiave per regolare i ritmi del sonno. Provate ad uscire e ad esporvi alla luce del sole per almeno trenta minuti ogni giorno;
  • non rimanete sdraiati nel letto da svegli. Se dopo essere stati al letto per venti minuti siete ancora svegli alzatevi e fate qualche attività rilassante finché non vi sentite assonanti. L’ansia di non riuscire a dormire può rendere ancora più difficile addormentarsi;
  • fatevi vedere dal dottore se continuate ad avere problemi ad addormentarvi. Se vi sentite oltremodo stanchi o non siete riposati durante il giorno nonostante trascorriate abbastanza tempo a letto ogni notte, potreste avere qualche disordine del sonno.

Revisione scientifica e correzione a cura del Dr. Guido Cimurro (farmacista)


Le informazioni contenute in questo articolo non devono in alcun modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.


 
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Il fondamento del potere

Post n°3 pubblicato il 24 Settembre 2012 da lapresenzattualita
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Le donne tra oriente ed occidente

 

Le notizie che arrivano da oriente, sulla condizione della donna, inducono a credere che l’Occidente ha fatto passi enormi verso la civiltà. Molti sono i lamenti sulla poca partecipazione delle donne alla vita politica e nella gestione del potere. A ben guardare, però, tale situazione è determinata dall’emarginazione forzata da parte degli uomini o si tratta invece di individuare ciò in una precisa scelta delle donne? Perché esse dovrebbero accedere alla sfere dirigenziali quando di fatto detengono il potere più alto, quello che fonda tutti gli altri e cioè il comando della famiglia, unità cellulare della società? Tale potere promana direttamente dalla supremazia affettiva della relazione madre-figlio.

 
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Invadenza e Dignita'

Post n°2 pubblicato il 23 Settembre 2012 da lapresenzattualita

In balia della balia

 
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Luna

La conquista della Luna

 

Maria Teresa di CalcuttIl costo dell'amore

 

Umanizzare la Sanitą

Il Valore dell'Umanità in Riabilitazione

    di Roberto Sinico

Il Terapista della Riabilitazione di Area Clinica complessa, dove il grado di disabilità è molto elevato e gli obiettivi da raggiungere hanno in sé possibili frustrazioni professionali, si confronta con una condizione esistenziale definita dall’antropologo Victor Turner, “liminalità”.La Persona, dopo un’ospedalizzazione prolungata od un intervento cardiologico, è fragile da tutti i punti di vista: è uscita dalla normale realtà socio-culturale e si trova in una situazione caratterizzata, o da una coscienza alterata, o da una depressione psicologica, messa in tensione dalla paura e dall’ansia. Il bagaglio tecnico del Terapista, che si è arricchito nell’uso di prassi sempre più mirate ed efficaci, deve pertanto, in fase di approccio, riempirsi di un’amorosa umanità.Deve mettersi nei panni del paziente accogliendolo con affetto, empatia e contatto; deve avvolgere il paziente in un abbraccio di sicurezza, fiducia e di sostegno, in una atmosfera di serena naturalezza e di allegra sdrammatizzazione e comprensione. La relazione terapeutica che così si instaura è in grado di agire sulla motivazione, indicando una via concreta e sicura per il ritorno alla vita normale.La palestra, allora, luogo di elezione dove si svolge la Riabilitazione, si riempie di storie umane diverse fatte di dolore, di disagio, di incertezze. I pazienti hanno bisogno di raccontarsi a cominciare dal loro nucleo di vita primario, la famiglia, dove a volte covavano le cause emotive della malattia.La palestra diviene la casa, dove l’atmosfera serena, stimolante, colorita, musicale riduce l’ansia e rappresenta il primo rientro nella comunità. Qui la persona piange e subito dopo ride, perché si sente a suo agio e può esprimere, liberarsi delle sue emozioni. Il Terapista le accoglie e le raccoglie per guidarle e trasformarle verso una nuova vitalità sdrammatizzata che gli farà rivedere la possibilità di ricominciare a vivere sciogliendo i nodi del passato e del presente.Per queste ragioni è fondamentale, che nel bagaglio delle tecniche, il Terapista conosca i segreti di una comunicazione efficace, che non si risolve in quella puramente verbale, ricca di effetti taumaturgici. Un sorriso affettuoso, gli occhi solidali e responsabili che si incontrano, un tocco umano, sono modalità di approccio quotidiano che hanno il potere di rilasciare la spasticità dei pazienti cerebrolesi, in un contatto di solidarietà che travalica i dolorosi esiti della realtà, restituendo al paziente la sua dignità di Persona.

 
 
 

Bambini

 
 

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