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Messaggi di Aprile 2022
Post n°488 pubblicato il 30 Aprile 2022 da tombeurdefemme2010
Alla fine eccoti qui, nel mio mondo immaginario, dove ogni desiderio si consuma con l'ausilio della fantasia. L'unico che ti piace veramente, l'unico nel quale tu vuoi vivere perché non ti interessa altro. L'unico dove puoi essere te stessa senza timore di dover sostenere il mio sguardo puntato nel tuo. Tu che ci sei sempre, ma che in realtà non ci sei mai stata, nemmeno quando si trattava di raccontarmi cosa ti sfiora il cuore nelle tue notti insonni. Due sconosciuti che fingono di giocare all'amore, mentre la nostra vita scorre fra braccia estranee di cui neghiamo l'esistenza ed a cui cerchiamo di non pensare. Ed è crudele più di ogni altra cosa questo nostro amare, perché colpisce nel più profondo dell'anima, dove sogni e speranze giacciono, in attesa di un risveglio che non succederà mai. Perché non mi hai mai chiesto in tutto questo tempo, che cosa ne pensavo di noi e quali sono i sogni che avrei potuto voler condividere con te? Hai preferito le tue facili risposte autonome date da una coscienza solo tua ed a me estranea. Tu non sai nulla di me, io l'ho nascosto alla tua vista, nel profondo della mia anima. Quella che tu non vedrai mai. Quel tenebroso abisso il cui fondale nemmeno io conosco e che per tutti è terra proibita. E in questa sfortunata infelicità che ci accompagna passano i giorni che si inseguono tutti uguali fra stagioni diverse passate solo coi fantasmi creati dalla mia e dalla tua fantasia. Lascia che restino solo le nostre ombre in questa notte spenta, a vivere le loro vite inventate.
Ho inventato le tue mani quando ancora non c'eri, quando ancora ti celavi nei miei sogni… e già allora mi parlavi di emozioni...
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Post n°487 pubblicato il 20 Aprile 2022 da tombeurdefemme2010
Soltanto colui al quale posso rivelare completamente il mio cuore (Matteo Ricci) A volte, "parlando" con te, e questo è il dubbio, mi sfiora la sensazione che tu non capisca fino in fondo ciò che da sempre vorrei dire al mondo. Quella volta che ti dissi, ad esempio, che ti volevo bene non baravo… anche se so benissimo di cosa abbisogni "il voler bene": di quella vicinanza che riempie la vita, nell'amicizia come nell'amore. Eppure io ho voluto bene a quella giovane donna che si compativa, e che un giorno decise di scrivere la prima lettera a un pazzo gabbiano, a un povero venditore di sogni. In realtà quel gabbiano non vuole affatto vendere i propri sogni: lui, semplicemente, cerca di viverli! È solo che talvolta i cieli sono troppo solitari… e per questo è attento, ma sempre nel rispetto, a riconoscere una voce, a riconoscere un grido che assomigli un poco al suo, per condividere parte di se stesso. Ma se alla fine nessuno vorrà volare, almeno per un po', al suo fianco, a lui non resterà altro che continuare a librarsi in alto, dove l'aria ancora è tersa e profuma di buono.
Guardando alla notte e ai suoi silenzi E mentre si consuma, il cuore, Così sarà, per me, una nuova aurora.
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Post n°486 pubblicato il 02 Aprile 2022 da tombeurdefemme2010
Fuori fa freddo e tira un vento fortissimo che mi porta via come queste foglie e cartacce di una strada in discesa. C’è una donna seduta sul bordo del marciapiede che si copre il viso con le mani, ha con sé un ombrello a scacchi come per ripararsi dalle insidie che in agguato affollano la mente. La guardo, intanto chiude gli occhi e li tiene stretti, il rossetto è sbiadito e il trucco della matita lascia tanti rivoli neri. Ed io che mi chiedo come mai? Ed io che mi chiedo perché proprio lei? Per quale strano motivo il destino ha voluto che la incontrassi? E resto lì come uno scemo senza dire parole, perché ho paura, perché non si sa mai cosa potrebbe succedere. Perché non so chi sia lei, o forse sì, ma non voglio crederci. Mi sento smarrito, non ricordo dove ho lasciato la macchina ne come sono capitato in questo buco di mondo. Intanto sta piovendo, ma io non ho riparo, poi guardo quella donna e mi faccio tenerezza, pensando che anch’io ho perso il treno per una notte, ho perso le ali per tante volte quando i giorni passano e le ore si dividono in serate che t’illudono e si moltiplicano in sogni che restano dentro il letto, portandosi appresso insoddisfazioni e quel atavico senso d’incompiuto. Mi rassicuro e mi convinco, ma intanto la pioggia cade ancora più fitta e sta bagnando un’altra notte, e spegne decisa un desiderio, di quest’ombra che non sa chi sia, ne cosa vorrebbe essere. |
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