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TUNISIA: IL NUOVO GOVERNO GIA' E' IN CRISI

Post n°903 pubblicato il 18 Gennaio 2011 da ponte.mammolo

Il nuovo governo in Tunisia non convince la popolazione e rischia di fermarsi sulla linea di partenza. La polizia è già intervenuta ad Avenue Bourghiba, nel centro di Tunisi, per disperdere una manifestazione organizzata contro il nuovo governo di unità nazionale. Gli agenti hanno lanciato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, che chiedono l'esclusione dei ministri del vecchio governo, legati a Ben Ali, dal nuovo esecutivo. L'accusa al nuovo esecutivo è infatti proprio quella di non rispecchiare lo spirito di rinnovamento rispetto al regime di Ben Ali, ma di averne anzi ripreso uomini e idee. «Non facciamoci scippare al rivoluzione» si sente dire per le strade della città.

DIMISSIONI - Tre ministri si sono già ritirati dal nuovo governo di unità nazionale tunisino, varato dal premier ad interim Mohamed Ghannouchi. I dimissionari appartengono all'Unione generale dei lavoratori tunisini, l'Ugtt, un sindacato che ha giocato un ruolo assai importante nelle proteste contro l'ex rais Ben Ali e che proprio stamane si è pronunciato a sfavore del nuovo esecutivo. I ministri dimissionari sarebbero Houssein Dimassi, Abdeljelil Bedoui e Anour Ben Gueddour.

LA MOGLIE DI BEN ALI GESTIVA IL PAESE - La Tunisia «sembrava gestita dalla moglie di Ben Ali» ha denunciato il premier tunisino Mohammed Ghannouchi parlando alla radio francese Europe 1. I ministri che sono stati confermati nel nuovo governo tunisino - ha detto Ghannouchi - hanno «sempre agito per preservare l'interesse nazionale» e «hanno le mani pulite». «Tutti coloro» che hanno avuto un ruolo nella repressione in Tunisia «ne risponderanno davanti alla giustizia» ha promesso il premier.

IL CAPO ISLAMISTA - Poi ha sottolineato che Rachid Ghannouchi, il leader del partito islamista tunisino Ennahda messo al bando all'inizio degli anni '90 da Ben Ali potrà «rientrere in Tunisia solo dopo una legge di amnistia».

ITALIANI RIENTRATI - Intanto in due giorni «circa 700 italiani» hanno lasciato la Tunisia per tornare in Italia «perché volevano rientrare ma non c'è nessun pericolo» per i nostri connazionali. Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini intervenendo a «La telefonata» su Canale 5. Il titolare della Farnesina ha poi ribadito che il circo italiani Bellucci bloccato da giorni a Sfax, 300 km da Tunisi, è protetto dall'esercito tunisino «finchè non ci saranno i mezzi, credo in queste ore, per riportare la compagnia in Italia». «Non ci sono condizioni di pericolo - ha aggiunto Frattini - anche per quegli imprenditori italiani» che volessero rimanere in Tunisia.

 
 
 
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