PONTE MAMMOLO
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Post n°971 pubblicato il 12 Aprile 2011 da ponte.mammolo
Neabbiamo fatta di strada da quel 2006, quando in punta di piedi siamo entratinella nostra sezione che poi è diventata Casa Nostra. Un percorso durato cinqueanni, targato Azione Giovani Ponte Mammolo. Figli solo nell’immaginario epurtroppo non per vissuto di una storia e un percorso di quel gruppo politicoche si rifaceva a una parte storica del nostro paese. Noidal canto nostro, spinti da spirito di sacrificio e alta devozione per queivalori a noi cari abbiamo lavorato a pieno per contribuire all’evolversi di unprogetto. Purtroppoad oggi questo progetto ha portato verso un movimento politico quale GiovaneItalia, in cui non riusciamo più a sentirci parte integrante, anzi ospiti quasiindesiderati, per la nostra natura allo stesso tempo libera ma devota ad unatradizione di destra non intesa sicuramente come quella moderna rappresentatada Gianfranco Fini e da Silvio Berlusconi non propriamente esempio di politicasociale. Facendoripetutamente una analisi critica circa l’incompatibilità con un tale movimentopolitico quale la Giovane Italia abbiamo tratto delle conclusioni: il nonaccettare compromessi per non farsi compromettere, il sacrificio estremo perdifendere un qualcosa più importante della nostra esistenza, il non mancare laparola data, ma soprattutto il non tradire, non sono propriamente dei valoriche si addicono ad un movimento asservito solo ed unicamente alle politiche dipartito. Noiabbiamo sempre creduto in una struttura gerarchica ma la base della strutturanon deve essere assolutamente un insieme di robot buoni solo a farevolantinaggio o affissione, bensì persone che mettano tutti loro stessi pervincere le battaglie che ogni giorno la vita propone. Cosìsi è arrivati allo spirito di militanza. Che cosa significa questa parola? Oggitroppo affiancata a qualsiasi membro di organo politico, che in realtà dovrebbeessere affidato ad individui speciali visto che concede il rispetto di chi cista intorno. Spessosi chiamano militanti persone che rinchiuse dentro un ufficio di partito conl’aria condizionata perché fa troppo caldo chiamano altri colleghi perorganizzare eventi in cui non si crea nulla ma si da solo sfogo alla voglia diparole. Quindi una persona che a vent’anni ha ancora una voglia matta di nonappiattirsi a nessuno, si trova ad un bivio nella vita: percorrere un tracciatofacile, quale stare a testa bassa ed omologarsi a chiunque altro rimanendovittima di un sistema che azzera le menti e le compatta come in una catena dimontaggio, oppure cercare l’ennesima sfida alle stelle per il continuo bisognodi rivalsa contro chi ci tiene in scacco perche ci ha dato una gioiamomentanea. Noila nostra scelta l’abbiamo fatta. Con il cuore abbiamo quindi deciso di aderirea pieno al percorso dell’associazione Sempre Domani ed uscire così da quellelogiche di partito. Questalettera era un gesto dovuto rispetto ai molti che nel corso degli anni hannosempre creduto in noi e ci hanno apprezzato non per quello che rappresentavamoma per quello che facevamo. Sicuramente l’uscita da una logica partiticagarantirà una maggiore vicinanza alla nostra comunità dal nostro gruppoaffinché il destino ci trovi sempre forti e degni.
Azione Giovani Ponte Mammolo |
Post n°970 pubblicato il 14 Marzo 2011 da ponte.mammolo
La Procura di Roma ha archiviato l'inchiesta sulla casa di Montecarlo ai danni di Gianfranco Fini. Il presidente della Camera era indagato per truffa in relazione alla vendita dell'appartamento nel Principato rivelatosi poi di proprietà di una holding intestata a Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Fini Elisabetta. Indagato (e archiviato) anche Francesco Pontone, ex tesoriere di Alleanza nazionale. La decisione è staa presa dal presidente dei gip di Roma, Carlo Figliolia, secondo il quale nella vicenda non è ravvisabile alcun reato. EREDITA' DISCUSSA - Recepite dunque le conclusioni del procuratore Giovanni Ferrara e dell’aggiunto Pierfilippi Laviani, secondo cui nel 2008 non vi fu da parte dell'allora presidente di An Fini alcun artificio o raggiro nella cessione a prezzo inferiore al valore di mercato a una società off-shore dell'appartamento di Boulevard Princess Charlotte, che il partito ereditò nel 1999 dalla contessa Anna Maria Colleoni. Secondo la Procura dunque nessun elemento penalmente rilevante. Al più aspetti civilistici. L'indagine era partita dalla denuncia presentata da due esponenti di La Destra, Roberto Buonasorte e Marco Di Andrea, che si erano poi opposti alla richiesta di archivazione. Secondo i denuncianti, i pm avevano omesso di sentire lo stesso Giancarlo Tulliani. Passaggio chiave della vicenda le carte pervenute "con nota riservata e confidenziale" al Ministero degli Esteri direttamente dal governo di Santa Lucia (in cui si assicurava la titolarità delle holding acquirenti da parte di Tulliani), giudicate irrilevanti dalla Procura. |
Post n°969 pubblicato il 14 Marzo 2011 da ponte.mammolo
l vicepresidente dei deputati di Futuro e Libertà, Carmelo Briguglio, preferisce guardare in casa d'altri piuttosto che pensare alla tragicommedia del suo partito. Al centro della sua analisi quello che definisce il "caso-Scajola", ministro dello Sviluppo Economico dimissionario per un presunto scandalo legato a una casa e che ora reclama spazi politici all'interno del Pdl. "Il caso Scajola dimostra non solo che l'idea di gruppi parlamentari che si staccano tenta ormai personalità rappresentative del Pdl, ma anche che il partito di Berlusconi rischia di implodere, perché ormai assediato dalle richieste di posti di governo sia dall’interno che dai gruppi fittizi creati dal premier in Parlamento", tuona Briguglio, forse dimentico del fatto che, semmai, il partito già "imploso" è proprio la creatura politica di Gianfranco Fini, Futuro e Libertà. Quello che deve fronteggiare il Pdl, prosegue Briguglio, è "un problema politico che Berlusconi non riuscirà a risolvere aumentando il numero di poltrone, mai sufficiente a risolvere le conseguenze derivanti dallo snaturamento della maggioranza dopo l’espulsione di Fini. La rissa intorno a ministeri e sottosegretariati", prosegue, "diventerà un dramma quando dovrà essere affrontata la questione delle candidature alle prossime elezioni politiche. Non è difficile prevedere scenari di cannibalismo e sacrifici umani nel conflitto che si aprirà tra uomini ex Forza Italia ed ex An, tra deputati uscenti del Pdl e quelli dei micropartiti satelliti e dei gruppi artificiali, tra titolari di seggi virtuali al Nord che passeranno alla Lega e seggi che al Sud saranno inghiottiti dalla dura battaglia contro il federalismo ideologico e antiunitario del partito di Bossi", conclude il fedelissimo di Fini. |
Post n°968 pubblicato il 14 Marzo 2011 da ponte.mammolo
"La riforma della giustizia è una riforma giusta nell'interesse dei cittadini e non ad personam. Nel 1994 Finì la impedì, ora sarà il banco di prova per una sinistra che non fa l'interesse del Paese". Silvio Berlusconi difende la riforma abbozzata dal governo e attacca l'opposizione, sia essa la sinistra, le toghe rosse o l'ex alleato Gianfranco Fini, nel giorno in cui l'opposizione scende in piazza in difesa della Costituzione. Nel discorso audio pubblicato sul sito dei Promotori della Libertà, il premier ha spiegato nel dettaglio i meccanismi della riforma: "Non è una legge ad personam o contro una persona, perché non si applica ai processi in corso e quindi l'opposizione non potrà dire che si applica ai miei processi. E soprattutto metterà fine alla dittatura dei giudici". PERCORSO A OSTACOLI - Come detto in settimana, subito dopo l'approvazione del ddl da parte del CdM, "è una riforma per gli italiani, è rispettosa dei principi costituzionali, ha come obiettivo il giusto processo e una giustizia finalmente giusta nell'interesse dei cittadini". Lo scopo delle lagge, secondo Berlusconi, sarà "ridare fiducia nella giustizia agli italiani". Un percorso iniziato da lontano, nel 1994: "I nostri sforzi sono stati puntualmente vanificati perché Fini e i suoi, giustizialisti e statalisti, si sono messi sempre di traverso, in accordo con le correnti di sinistra della magistratura". Una sinistra e una magistratura che tenteranno, secondo il Cavaliere, di mettere i bastoni tra le ruote al governo: "Nei prossimi giorni dovremo rispondere ai numerosi attacchi che sinistra e toghe rosse hanno già iniziato a rovesciarci addosso. Ma sappiamo di avere una maggioranza coesa e determinata in Parlamento. Questa volta indietro non si torna". Nessuna porta chiusa, però, a "integrazioni e a miglioramenti che potranno anche esserci suggeriti dai nostri oppositori, purché non si snaturi l'impianto complessivo della riforma". L'obiettivo, dunque, sarà quello di presentare in Parlamento "un testo molto equilibrato, che metterà alla prova l'effettiva credibilità della sinistra e la sua disponibilità al dialogo". |
Post n°967 pubblicato il 03 Marzo 2011 da ponte.mammolo
Hugo Chavez si candida infastti a mediatore della crisi in Libia, e Gheddafi accetta. L' annuncio era arrivato su Twitter stamattina da parte del ministro del Potere popolare per la Comunicazione e l’informazione del Venezuela, Andres Izarra, spiegando che il capo del governo di Caracas ha conversato nel corso della notte con il Colonnello. Il leader libico avrebbe accolto la proposta di Chavez con favore. "Confermiamo una conversazione fra il comandante Chavez e Gheddafi sulla proposta di (inviare) una commissione di pace per la Libia", scrive il ministro ripreso dai principali media venezuelani spiegando che i principi base dell’iniziativa sono "il rispetto della sovranità e della autodeterminazione dei popoli". Il leader libico sarebbe favorevo alla proposta, anche se l'idea è stata immediatamente bocciata dalla Francia, il cui governo vuole escludere dal tavolo qualsiasi soluzione che consenta a Gheddafi di mantenere il proprio potere. TUTTI CONTRO IL COLONNELLO - Muammar Gheddafi e altri esponenti del regime libico sono indagati per crimini contro l'umanità dal Tribunale penale internazionale. Lo ha annunciato all’Aja il procuratore, Luis Moreno Ocampo, nel corso di una conferenza stampa. E' solo l'ultima delle cattive notizie piovute nelle ultime ore sulla testa del Colonnello libico. L'Unione europea ha infatti reso operativo il blocco dei beni dei sei principali componenti della famiglia Gheddafi e di 20 stretti collaboratori del regime libico. Il regolamento Ue che dispone il congelamento di tutti i fondi e le risorse economiche di queste 26 persone. Nella tarda mattinata, le tre navi da guerra Usa che avevano attraversato il Canale di Suez sono ora a 50 miglia al largo della costa della Libia. Circa 400 marines sono arrivati inoltre nella base americana di Souda Bay a Creta, pronti a imbarcarsi sulle navi Kearsage e Ponce. "Stiamo semplicemente preparandoci a far fronte a tutte le eventualità", ha assicurato il sottosegretario al dipartimento di Stato Philip Gordon. Ma il Rais non dorme sonni tranquilli, anche perché deve comunque tenere a bada i ribelli. Un aereo da guerra ha bombardato il terminal petrolifero di Brega, la orientale già pesantemente colpita ieri dal Rais con raid aerei. Il figlio di Gheddafi, Saif, ha giustificato queste azioni di guerra specificando che sono servite a spaventare i ribelli e non a ucciderli. INTERVENTO ITALIANO - Nel frattempo, l'Italia fa fronte alle emergenze umanitarie in Nord Africa. E' stato deciso giovedì mattina il via libera del Consiglio dei ministri all'invio di una missione civile in Cirenaica per il sostegno alle popolazioni colpite. La missione porterà aiuti a Bengasi e a Misurata. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri Franco Frattini in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. E' la seconda tappa del programma d'emergenza allestito dal governo italiano, che per bocca del ministro degli Interni Roberto Maroni ha annunciato la nascita di un campo per 50mila profughi al confine tra Libia e Tunisia. Si chiamerà Villaggio Italia e dovrà aiutare i profughi e arginare i flussi migratori nelle coste italiane. SOLDATI OLANDESI - Si è scoperto che tre soldati olandesi, impegnati in una missione per l’evacuazione di loro compatrioti, sono stati catturati domenica scorsa da milizie fedeli al leader libico Gheddafi. Lo ha confermato il ministero della Difesa all’Aja. I tre sono stati attaccati e catturati dopo che il loro elicottero è atterrato a Sirte per trarre in salvo due cittadini olandesi. Sirte è la città natale di Gheddafi. "Intensi negoziati sono in corso per assicurare il rilascio dei soldati olandesi", ha dichiarato un portavoce del ministero. La vicenda, rivelata oggi dal quotidiano De Telegraaf, era stata tenuta riservata per motivi di sicurezza. |
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