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Post N° 175

Post n°175 pubblicato il 15 Agosto 2008 da troppo_principessa
 

Ieri sera guardavo alla televisione una puntata di Superquark, una trasmissione cui sono particolarmente affezionata perché mi ricorda quando la guardavo da piccina con la mia mamma , e come al solito mi sono ritrovata a riflettere su cose a cui generalmente non penso mai.

 

In particolare, mi ha colpito un servizio sui giocattoli e sui vestiti creati per i bambini, sulla quantità di piccole cose da osservare per accertarsi che siano sicuri per loro, sulle mille attenzioni da prestare per non correre alcun tipo di rischio…  e mi sono ritrovata a pensare: caspita, certo che noi (e per noi intendo quelli della mia generazione e di quelle precedenti) siamo stati proprio fortunati, dal momento che non c’era tutta questa attenzione ai particolari! Però siamo sopravvissuti ugualmente… ma come avremo fatto???

Il ché mi ha riportato alla mente una mail che circola da anni ormai… una che porta per oggetto qualcosa del tipo “noi degli anni 80” o forse “quelli degli anni 80” … dove in modo ironico si osserva come tutti i bambini che ora non lo sono più siano “sopravvissuti” a ruzzoloni, cadute dalla bicicletta, giochi non-a-norma e senza alcun certificato di idoneità…

 

E da tutto ciò mi scaturisce una domanda:  ma non si starà un tantino esagerando con tutta questa “tutela” verso i bambini? Io non sono genitore, però capisco perfettamente che si voglia il meglio per il proprio bambino, è naturale… come capisco che sia naturale cercare di impedire che possa provare un qualsiasi tipo di dolore (che sia fisico o mentale)…

Però mi chiedo anche se si faccia del bene al bambino stesso facendolo crescere sotto un piccola campana di vetro, dove niente e nessuno può scalfirlo. Ma non è meglio “educarlo” a reagire ai colpi che la vita gli dà, che siano essi una caduta dallo scivolo, un brutto voto a scuola o il primo no di un/a fidanzatino/a?

 

L’esempio portato dal servizio nello specifico faceva vedere le prove di resistenza a cui sono sottoposti i peluche, così accurate che non c’è neanche il rischio che si stacchi un bottone (invece, se si stacca dal pantaloncino del bambino è legale??? ) perché così si evita che il bambino lo ingoi… Beh, sicuramente così si evita un problema, ma non basta come si faceva una volta, l’attenzione dell’adulto che sta con il bambino (genitore, nonni, tate che siano) a spiegare al pupo cosa si può fare e cosa non si può fare? So che i bambini piccoli faticano a capire il concetto di giusto o sbagliato, delle conseguenze che scaturiscono da determinate azioni, ma se non si inizia mai a spiegare loro qualcosa, non impareranno mai… se non sbagliano, non impareranno mai…

A volte l’unico modo per imparare qualcosa è proprio pagarne le conseguenze, magari farsi male, battere una bella botta cadendo dallo scivolo, come ha fatto la sottoscritta a 5 anni, quando per fare la furba ha deciso di scendere non da seduta ma da sdraiata e di faccia   ed ero stata avvertita, ma l’ho fatto lo stesso… ed è bastato lo sguardo furioso (e non di compatimento!) di mia madre per farmi ricacciare indietro i lacrimoni e non ripetere l’azione… 

 

Chissà, magari un giorno, se mai sarò genitore (cosa assai difficile vista la mia scarsa propensione alla maternità e all’adattabilità che essa comporta… ma mai dire mai!), cambierò anche io opinione, come vedo fare pian piano in chi passa dalla condizione di “adulto” a quella di “genitore” (per rifarmi alle classificazioni di G.C. Giacobbe nel libro “Alla ricerca delle Coccole Perdute”)… ma spero, in quei rari momenti di lucidità portati da quelle rare nottate in cui si dorme serenamente e senza interruzioni , di ricordarmi ancora di come la pensavo prima in modo da non cadere nella trappola del genitore iper-apprensivo e iper-protettivo…

In fondo un genitore sereno e consapevole rende un bambino altrettanto sereno e consapevole e questo credo sia la cosa più importante!

 
 
 
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Un blog di: troppo_principessa
Data di creazione: 27/07/2006
 

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