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Attacchi di panico e ansia: mali curabili

Post n°6 pubblicato il 23 Marzo 2013 da Psicologiaexpress

 

 
Cause, sintomi e cura dei disturbi. Che sembrano una nuova epidemia soltanto perché finalmente se ne parla di più

 

 intervista a Maria Donata Ancona di Giusi Dangelico  VANITY FAIR.it

Ansia, attacchi di panico: un’epidemia sembra colpire la nostra società. In realtà se ne parla solo di più, con meno timori e imbarazzi di non essere compresi o essere additati come malati di mente o immaginari. E di ansia ora (finalmente) non solo si parla, ma la si comprende, come campanello d’allarme che indica che qualcosa nella nostra vita non va, che segnala un disagio dell’anima attraverso il corpo, con sintomi fisici. Per capirne meglio cause e possibili rimedi, ne abbiamo parlato con Maria Donata Ancona, psicoterapeuta cognitivo comportamentale, esperta del settore: «L’ansia si manifesta in disturbo ossessivi, fobici o più frequentemente come attacco di panico, con o senza agorafobia (paura di uscire di casa e frequentare posti dove si teme possano sopraggiungere gli attacchi), ansia sociale e altro. Ogni patologia si lega a una storia del tutto personale a cui si può risalire con una psicoterapia, che permette di capire il nostro “funzionamento”, le risposte apprese, emotive e cognitive, agli eventi di vita».

Attacchi di panico  e ansia: mali curabili

Uno dei disturbi più diffusi è proprio la sindrome da attacchi di panico. In cosa consiste?
«Spesso i sintomi si presentano in maniera improvvisa e apparentemente inspiegabile: tachicardia, sensazione di svenimento, vertigini, che si legano alla paura di impazzire, morire e “venir meno”. Di solito nella storia del paziente tutto questo si collega a un episodio scatenante che determina una serie di sintomi. Segue la corsa in ospedale, o il giro dei medici nel tentativo di scoprire e capire cosa stia accadendo al nostro corpo di cui all’improvviso si perde il controllo. Poi subentra la paura che accada ancora, con la “paura della paura” che diventa l’alimentatore dell’attacco di panico. Si è disposti a tutto pur di proteggersi da ulteriori attacchi, anche a rinunciare a vivere. Si interrompono a volte anche gli studi, si allontanano gli amori e le occasioni socializzanti».Come si scatenano attacchi di panico?
«Nulla accade per caso, l’ansia in generale è un meccanismo di difesa e protezione del nostro organismo che nelle occasioni di pericolo tende ad proteggersi. E’ una delle prime cose che spiego ai miei pazienti. Di fronte a un pericolo, il nostro organismo risponde con reazioni di fuga ed evitamento per mettersi in salvo oppure con una risposta contraria, di immobilità. Tutto si lega alla valutazione di pericolosità dell’evento e alla valutazione del paziente delle proprie capacità e risorse nel fronteggiarlo. Responsabile di ciò è il sistema nervoso centrale che attraverso i suoi rami attiva la risposta. In casi più gravi questa serie di sintomi si trasforma in attacchi di panico, causa di tanta sofferenza, ma mai pericolosi o mortali, così come il paziente teme».Quali sono gli strumenti per combattere questi problemi?
«L’ansia offre una grande opportunità, contrariamente a quello che si pensa, quella di comprendere e ascoltare i propri bisogni più autentici. La corsa su Internet per cercare cause, effetti e rimedi a volte alimenta ancora di più lo stato ansioso, provocando l’insorgere di nuovi sintomi facendo proprie le esperienze emozionali altrui. La corsa ai farmaci è la soluzione più immediata ma che non risolve se il paziente non assume su di sé la responsabilità della propria guarigione e per fare ciò è necessaria un percorso di conoscenza. Il paziente guarisce quando diventa consapevole della relazione fra la paura di star male e la sintomatologia che ne deriva. Si hanno tanti attacchi quanti se ne temono. Il pensiero della paura è alla base del proprio della propria sofferenza».Guarire si può?
«Certo che si può! I sintomi sono la soluzione che il paziente porta per risolvere dinamiche emozionali in assenza di altre possibili soluzioni. Sono queste che vanno trovate nel percorso terapeutico».

(22/03/2013 19:38)
 
 
 
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