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Post n°217 pubblicato il 19 Maggio 2007 da psicologiaforense
La bibita nella bottiglietta portata da casa viene utilizzata già dagli alunni delle medie per affrontare con maggiore sicurezza le interrogazioni Gli etilometri fuori dalle scuole per prevenire l'alcolismo giovanile laddove dirigenti ed insegnanti segnalino il problema. La proposta arriva direttamente dal prefetto di Treviso Vittorio Capocelli. TUTTO QUESTO PERCHE' L'ALCOL è una dipendenza cui ormai ci si affaccia già alle scuole medie. I medici delle Asl hanno documentato molti casi di ragazzini, anche sotto i 14 anni, che per affrontare meglio le interrogazioni vanno a scuola con una bottiglietta d'aranciata mescolata a sostanze alcoliche. MOLTI DEI QUESTI CASI sono già arrivati al Servizio Dipendenze delle Usl. Da queste segnalazioni nasce la volontà di effettuare maggiori controlli fuori dalle scuole: quelli contro la droga sono già iniziati da qualche mese. Ad essi potrebbero aggiungersi quelli con gli etilometri. Un fenomeno, quello dell'alcool, che la scuola non è in grado di affrontare da sola, ma che sicuramente è la prima a percepirlo da vicino. Per questo potrebbe essere proprio la scuola a segnalare alla Prefettura e alle forze dell'ordine dove effettuare i controlli. Non ci sarà solo l'etilometro ma anche interventi formativi, giuridici e sanitari sui rischi e i pericoli di certe abitudini. DALLE RICERCHE SVOLTE IN TUTTO IL NORDEST SI EVINCE CHE OGGI Oggi il quattordicenne tollera l'alcool come tempo fa veniva sopportato a 30 anni: il ragazzino è "avanti" nelle abitudini, ma è disarmato sotto il profilo psicologico e della consapevolezza dei danni. Per quanto riguarda invece i fenomeni di droga e bullismo, IL PREFETTO DI TREVISO ammette la possibilità di procedimenti disciplinari: «Per casi molto gravi, sono giusti ed utilizzabili. Certo, prima deve essere tentato il recupero del giovane bullo o tossicodipendente all'interno della scuola o delle strutture apposite». In provincia di Treviso la Prefettura e l'Ufficio Scolastico (ex Provveditorato) stanno studiando una rete di referenti trasversale agli istituti, alle forze dell'ordine e alle amministrazioni: «In questo modo quando sorgerà un problema saremo immediatamente avvisati: ogni mandamento di comuni avrà un recapito sia con i carabinieri, la Finanza e la polizia, sia con la Prefettura e l'Ufficio Scolastico. Treviso non è ancora una provincia alle prese con un'emergenza, ma di sicuro è quella più avanzata per quanto riguarda lo studio e la ricerca di una soluzione ai problemi giovanili. Stiamo stilando una bozza d'intervento da mandare al ministero perchè sia sottoscritta e controfirmata».
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