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« MAMMA MIA CHE PAURA!MEDICINA PSICOSOMATICA. ... »

M E D I C I N A   P S I C O S O M A T I C A

Post n°423 pubblicato il 14 Dicembre 2007 da psicologiaforense
 

QUANDO LA MENTE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO

MALATTIE PSICOSOMATICHE E STRESS
AVVERTENZA: QUESTO POST INTERESSA  SOLO QUEI MIEI  TRE AMICI CHE SI OCCUPANO DI PSICOSOMATICA, E' SCONSIGLIATO A  TUTTI GLI ALTRI AMICI IN QUANTO NOIOSISSIMO.

Le malattie psicosomatiche stanno attraversando un momento critico. Dopo aver spaziato in lungo e in largo e aver indotto molti biologi, medici e psicologi a trovare connessioni tra stato emotivo e malattie varie, tra cui il cancro, l'infarto, il diabete, l'artrosi, la senilità precoce, la psicosi e via via, ci si trova a dover affrontare un riesame della materia. Con tale riesame si qualifi­cano i 4 stadi del rapporto
psiche-soma,
dove quel soma dovreb­be indicare corpo ma in realtà è qualcosa di più ampio perchè comprende anche il corpo della famiglia, della società, dell'am­biente di lavoro e di vita. Come se la malattia psicosomatica potesse investire tutto ciò che riguarda l’esistenza stessa di una persona
Ma vediamone le tre componenti, a cominciare dal sistema ipotalamico che reagisce automaticamente alle situazioni ester­ne (modificando il ritmo cardiaco, influenzando la fame e la sete e la respirazione e la contrazione dei vari visceri). Compartecipa il sistema limbico che modula l'attività dell'ipotalamo smorzan­done eventualmente le reazioni. Infine il tutto perviene alla corteccia cerebrale che valuta, discrimina, razionalizza, atte­nua, esalta, decide. La corteccia o mente è dunque il deus ex machina: ha questa compito direttivo. Ma se l'impatto con i fattori esterni è forte, per cui limbo e ipotalamo ne sono squassa­ti, la mente non è in grado di ricomporre la materia, di ripianare o valutare criticamente o sublimare, con l'occhio dell'esperienza, la situazione. Alcuni malati quando fanno la loro cronistoria dicono a volte: sino a quel periodo io mi barcamenavo, ma quella notizia, quel giorno, mi ha disarcionato. Quando esiste "quel giorno", quel ricordo, quella situazione si ha veramente l'impressione che il vento di fronda della vita abbia creato un furioso scontro dirompendo ogni equilibrio. E tuttavia la mente può riequilibrarsi, sanare, rinormalizzare. Questa la nuova dinamica dello stress e delle malattie psicosomati­che. La corteccia cerebrale può sconfiggere i malanni del limbo e dell'ipotalamo. Può arrestarli. Bisogna dunque considerare l'influsso della mente sulle fun­zioni corporee, della volontà sugli istinti, della coscienza sull'in­ganno dei sensi, della scelta motivata sugli istinti. Si va ormai delineando questa strategia esistenziale, la si vede da molti atteggiamenti nuovi, da parole più sagge. Ma a sostenere il principio della possibilità di influire con la mente sulle nostre funzioni corporee si richiedeva un esperimento cruciale, che è finalmente venuto e che dobbiamo, per primi,  ai dottori Jerwing, Wilson e Davidson della Università della California. La principale difficoltà per uno sperimentatore viene dalla scelta del tema d'esperimento, poi dalle modalità con cui esso può essere affrontato. Ed è qui, in questa fase di modalità che molti cadono, diventano ipertrofici, iperbarici (pesanti) e persino con­fusivi. Ebbene, i nostri della California sono stati elementarissi­mi ma concreti, numerici, verificabili. Hanno preso vecchi me­ditazionisti - cosi si definiscono le persone aduse alla meditazio­ne trascendentale - e hanno valutato la loro capacità, durante la meditazione, di bloccare gli stimoli negativi che il cervello lancia sul corpo. Tra questi stimoli il più noto e il più semplice è quello dello stress. Se una persona è eccitata o ansiosa, e stressata per questa o quella ragione, tu puoi verificare e quantizzare il fatto attraverso la valutazione del cortisone nel sangue. Se c'è stress il cortisone può aumentare anche di 10 volte. E’ risultato che i meditazionisti non fanno cortisone, resistono impavidi allo stress, è come avessero interrotto i fili che unisco­no il cervello con il corpo. La controprova è stata fatta con altri meditazionisti di prima leva, nuovi alla tecnica meditazionale. In costoro non c'e stata interruzione dei fili, la mente avverte 10 stress e 10 rilancia nel corpo. Si intravede in questa ricerca la totale conquista dell'uomo. E’ ben noto che i grandi scienziati erano in grado(lo diceva già Schopenhauer) di bloccare nella mente gli stati negativi, la confusione derivata da un ambiente anomalo, gli stress perso­nali e sociali. Di loro si poteva dire «di tutto soffrono e di nulla soffrono», capaci di arginare le molestie cerebrali. «I pensieri possono ucciderti, ma tu sei abbastanza forte per uccidere i tuoi pensieri», dice Shakespeare. E più prosaicamen­te si potrebbe dire «io sono come un gong, più mi battono e più suono», oppure : non esiste il bene o il male, ma è il pensiero che lo fa tale».

 

 
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Commenti al Post:
jenny51
jenny51 il 15/12/07 alle 08:11 via WEB
E' molto interessante ciò che hai scritto. Io ho sempre sofferto di disturbi psicosomatici e indubbiamente sono spesso preda di pensieri negativi che, non solo mi affliggono, ma si impadroniscono della mia mente. Inoltre la vita quotidiana è fonte di molto stress con i ritmi frenetici che il mondo di oggi impone. Se trovassi il modo di vincere con la mente lo stress e i pensieri negativi, avrei risolto il mal di vivere. Vorrei capire però quanto giocano gli impulsi che derivano dal nostro inconscio. Buona giornata.
(Rispondi)
 
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