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Messaggi del 08/02/2010

 

PSICOLOGIA, PSICOTERAPIA, ITALIANI E PSICOLOGI, UOMINI E DONNE, PSICOPATOLOGIA, CURE IN SERVIZI PUBBLICI

Post n°3703 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da psicologiaforense

IL DIFFICILE RAPPORTO TRA PAZIENTE E PSICOLOGO
Aumenta di più del  doppio rispetto al 2005 la percentuale dei pazienti  del tutto insoddisfatti, che sale all'8%, e diminuiscono "in picchiata" coloro che giudicano "utile" il rapporto con gli psicologi.
La fotografia degli italiani e la psicologia:

Il lettino e lo "stivale".   Sono più di 2,3 milioni gli italiani che per vari motivi si accomodano sul lettino di uno psicologo (il 5,5% della popolazione). Il Nord rappresenta addirittura il 64% della domanda complessiva: in particolare, dal 2004 a oggi si è registrato un significativo aumento (+8,8%) dell'utenza nel Nord-Est. Nelle regioni centrali e meridionali, al contrario, è diminuito il numero di contatti con lo psicologo, rispettivamente dell'8% e del 2%. È aumentata infine la richiesta tra gli abitanti dei centri urbani che contano meno di 20.000 abitanti, che oggi rappresentano un polo di utenza molto importante (30%), al pari delle cittadine più grandi (oltre 100.000 abitanti).
Gli uomini alla rincorsa. Sei pazienti su dieci sono donne ma gli uomini stanno vincendo la loro diffidenza verso lo psicologo, e tra loro gli utenti sono aumentati dell'8% in quattro anni. L'età media degli assistiti è compresa tra i 35 e i 44 anni, mentre più della metà di loro ha tra i 25 e i 44 anni.
Aumentano le élite. Per quanto riguarda l'estrazione socio-culturale degli utenti dei servizi psicologici, aumentano le élite e diminuiscono le fasce meno scolarizzate. In particolare, crescono i lavoratori autonomi (+15,5%), i laureati e i post-laureati (+5%), mentre calano gli operai (-9,5%), i pensionati e i disoccupati.
Malessere del ceto medio. Le motivazioni che spingono a ricorrere allo psicologo sono parimenti distribuite tra quelle legate alla sfera personale-clinica e quelle legate all'ambito del lavoro e della scuola. Le persone che lo fanno per motivi personali appartengono soprattutto al ceto medio (diplomati, impiegati, ma anche il 22% degli operai): Questo testimonia che il ricorso allo specialista per problemi personali è una pratica diffusa e non più legata all'appartenenza a classi agiate.

 
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TESTI E PRETESTI: VOCE PERFETTA, INTONAZIONE, FORMULA MATEMATICA, ALGORITMO, LINGUISTICA, INGEGNERE DEL SUONO

Post n°3702 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da psicologiaforense

TESTI E PRETESTI

PARLARE PER INCANTARE?
Cercate di pronunciare 164 parole al minuto, lasciate una pausa di mezzo secondo tra una frase e l'altra e controllate l'intonazione in modo che parta robusta e scenda poi progressivamente mentre si va alla fine di ciascuna frase: con questi trucchi la vostra voce farà di sicuro breccia in chi vi ascolta.
Il consiglio è di una coppia di specialisti che in Gran Bretagna - grazie ad un finanziamento delle Poste - ha appena messo a punto la «formula matematica della voce perfetta».
La formula escogitata da Andrew Linn (professore di linguistica all'università di Sheffield) e dall'ingegnere del suono Shannon Harris suona così: (164.2wpm x 0.48pbs) Fi=PVQ.
PVQ (perfect voice quality, perfetta qualità della voce) si raggiunge pronunciando 164,2 wpm (words per minute, parole al minuto) con una pausa di 0,48 secondi. L'arcano Fi sta per intonazione della frase.
I due specialisti si sono messi alla ricerca della "voce perfetta" individuando quali siano le voci di attori e attrici famose che il pubblico britannico trova più gradevoli. Hanno così scoperto che sul versante maschile piacciono soprattutto le sonorità di Jeremy Irons, Alan Rickman e Michael Gambon mentre sotto il profilo sonoro le donne più irresistibili sono Judi Dench, Mariella Frostrup e Honor Blackman.
A quel punto il professore di linguistica e l'ingegnere del suono hanno analizzato a fondo le voci considerate in assoluto più gradevoli e suadenti e hanno dato alle loro scoperte la forma di un'equazione matematica.
«Come esseri umani - dice il professor Linn - conosciamo istintivamente quali voci ci danno i brividi, quandi invece ci provocano disgusto. Le reazioni emotive del nostro uditorio spiegano in un certo modo perché vengono scelte certe voci o certi dj, perché troviamo appetibili le voci di alcune celebrità».
Anche se il dato non sembra sia stato inglobato a pieno nella formula matematica i due esperti hanno accertato che risultano particolarmente gradite le voci lente, profonde e sicure di sé. La ricerca è stata circoscritta a voci di lingua inglese ma il professor Linn e l'ingegner Harris sono convinti che le loro scoperte valgono anche per tutte le altre lingue europee.
Chissà se qualche scienziato italiano vorrà cimentarsi con la lingua italiana...

 

 
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GRAVIDANZA, ABORTO, DONNE SPOSATE, CONVIVENTI, FIGLI, ORGANIZZAZIONE FAMILIARE, ABORTO COME CONTRACCETTIVO

Post n°3701 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da psicologiaforense

Sei donne su dieci che rinunciano ad un figlio sono sposate o conviventi

Il 60% degli aborti è praticato da donne sposate o conviventi. Lo riferisce l’Associazione matrimonialisti italiani. «Sarebbe opportuno - spiega l’associazione - operare una trasversale azione di sensibilizzazione». Secondo i dati raccolti dall’associazione risulta che solo una donna italiana su due è a conoscenza che dopo il parto la madre può decidere di non riconoscere il figlio senza conseguenze giuridiche. «L’Ami - dice il presidente nazionale avv. Gian Ettore Gassani - conferma che circa il 20% delle gravidanze finisce in aborto. Tuttavia tali numeri statistici debbono essere letti con maggiore attenzione: il fenomeno riguarda per almeno il 60% coppie sposate o di conviventi more uxorio che hanno già una propria stabilità, un’abitazione, una organizzazione familiare. Si aggiunga, altresì, che una parte significativa di questi aborti riguarda donne e più in generale famiglie con un tenore di vita medi, tale da poter garantire una degna vita ai figli. È evidente che per molti italiani l’aborto è ancora considerato alla stregua di un contraccettivo.
L’aborto è molto più diffuso tra le coppie di sposati e conviventi e ciò deve far riflettere».

 
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ARCOBALENO, MITI, LEGGENDE, REALTA', DIO DEI TEMPORALI, FENOMENI ATMOSFERICI, FENOMENI OTTICI,

Post n°3700 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da psicologiaforense

TRA CIELO E TERRA

Davanti a un arcobaleno come questo (fotografato vicino allo stadio di Soweto, in Sudafrica) gli antichi osservatori celesti si lanciavano nelle interpretazioni più fantasiose. Secondo la mitologia greca per esempio, questo cerchio colorato era il sentiero che percorreva Iris, messaggera degli dei, portando i messaggi dall'Olimpo alle case dei mortali. Per gli induisti invece è l'arco di Indra, il dio dei temporali. Ma oggi sappiamo che in realtà gli dei non c'entrano e che è un fenomeno ottico dovuto alla rifrazione della luce del sole che attraversa le piccole gocce di acqua che si trovano sospese nell'aria dopo un temporale o in una cascata.

 
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